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Discussione: Papa Francesco.

  1. #1641
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Atti, misfatti e soprusi di “266” il misericordioso

    Maurizio Blondet 25 gennaio 2017 1
    Aldo Maria Valli è il Vaticanista del TG1. Per questa posizione ufficiale, ma anche per convinta e umile disciplina di cattolico praticante qual è, non ha mai partecipato alle critiche forti, alle polemiche che sull’operato di questo Papa sono cresciute tra cattolici in vista (Antonio Socci) e perfino tra i vaticanisti (basta citare Marco Tosatti de La Stampa e Sandro Magister di Repubblica). D’altro canto, non si è mai unito agli adulatori mediatici e ai lecchini sempre più numerosi attorno a Bergoglio, che tanto li ama e favorisce. Ha seguito i fatti e i viaggi di “Francesco” con una oggettività e moderazione che gli è stata anche rimproverata dai polemisti tradizionalisti più accesi. Per anni, ha fatto tacere i dubbi che gli crescevano dentro. Oggi s’è risolto: “Raramente sono stato così in dubbio prima di mettermi a scrivere. Sentivo di aver qualcosa di scomodo, forse di inquietante da dire sul papato di Bergoglio, ma non trovavo le parole giuste. Volevo esprimere un disagio e non ero capace di dargli voce”.

    In privato, dice: “Sto vivendo un momento strano: dopo Amoris Laetitia mi è caduto il velo e vedo El Papa per quel che è”. Il risultato è ilsuo ultimo saggio: “266. Jorge Mario Bergoglio Franciscus P.P. (Liberilibri, 206 pagine, 16 euro). Il titolo “266” è per dire che Bergoglio è il 266 mo nell’ordine dei successori di Pietro; non sfuggirà l’eco apocalittica, 266 è quasi “un numero d’uomo”.
    Proprio perché è pacato, moderato, non parteggiante, il testo di Aldo Maria Valli è impressionante. Un impressionante referto clinico delle deviazioni e cattiverie, storture, furbizie, opportunismi di Bergoglio . che lui ha visto da vicino in ogni viaggio ed ogni esternazione. Senza concitazione né polemica, ne mostra il pressapochismo, l’ignoranza, la vuotezza delle sue parole-slogan fatte per essere applaudito dai media, e che tradiscono la voglia di “piacere al mondo che piace” – a cominciare dal Gran Borghese Scalfari, per andare a Emma Bonino e Napolitano – altro che agli “ultimi”.
    Parlo di referto “clinico”, perché senza nemmeno volerlo, solo elencando i fatti, Valli rivela in Bergoglio il malato terminale di quella malattia-eresia della gerarchia, che è la pseudo-teologia di Rahner ; egli ne mostra tutti i sintomi in forma conclamata e perciò esagerata, quindi ridicola, e malvagia.
    Karl Rahner ha decretato – e la sua dottrina è diventata quella insegnata dei seminari – che “chiunque segue la propria coscienza, sia che ritenga di dover essere cristiano oppure non-cristiano, di dover essere ateo oppure credente, un tale individuo è accetto e accettato da Dio e può conseguire quella vita.[…] la grazia e la giustificazione, l’unione e la comunione con Dio, la possibilità di raggiungere la vita eterna, tutto ciò incontra un ostacolo solo nella cattiva coscienza di un uomo». Da questa fonte (infetta) nascono i “chi sono io per giudicare?”, “non esiste un Dio cattolico”, “il proselitismo è una sciocchezza”. Di più: la volontà espresssa di “dissolvere la Chiesa” (letteralmente) perché per scioglierla nella “religione generale” della “bontà” globale accettata dal mundialismo. Nel rahnerismo non c’è bisogno di cristianesimo, perché ciascuno avrà la vita eterna, purché segua la propria coscienza.

    Lo ha detto esplicitamente, il Bergoglio: “Sogno […] di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e la struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione”. La rivista cattolica The Remnant commentò, agghiacciata: “ E’ inconcepibile che un Pontefice Romano possa anche solo ipotizzare una inesistente contrapposizione tra l’auto-preservazione della Santa Chiesa Cattolica e la sua missione nel mondo”.
    Invece è così. Lo si vede dai continui insulti che Bergoglio lancia contro i fedeli alla dottrina della Chiesa, “farisei” , “moralisti pedanti” e pavoni” eccetera; opponendo la sua sterminata, incondizionata misericordia verso “gli ultimi” nelle “periferie”.
    Ebbene: la misericordia di Francesco, nota Valli, è “selettiva”. E in favore di telecamera.
    Così quando andò con codazzo di tv all’isola di Lesbo per mostrare la sua idea di “accoglienza senza limiti”, e come rimprovero vivente al nostro egoismo, si riportò sull’aereo tre famiglie di profughi. Tutte musulmane. “Il papa si è giustificato che sono state scelte non per l’appartenenza religiosa, ma perché avevano le carte in regola”. In realtà, rivela Valli, almeno “una famiglia cristiana con le carte in regola” a Lesbo c’era. Anzi, “Roula e Abo, coniugi siriani di fede cristiana, sono stati illusi: qualche giorno prima della visita del papa a Lesbo era stato detto loro che Francesco li avrebbe portati con sé in Italia. Poi all’improvviso il diniego: al loro posto è stata scelta un’altra famiglia, musulmana. “Siamo contenti per la famiglia prescelta – hanno detto – ma siamo anche rimasti molto delusi”.
    Questa gelida cattiveria mostra che Bergoglio non è andato a Lesbo come buon samaritano, ma come ideologo spietato. Del resto le tre famiglie islamiche che ha portato a Roma, le ha immediatamente sbolognate alla Sant’Egidio. Come certe dame ricchissime che adottano piccoli indiani, e li fanno crescere dalle cuoche e giardinieri.
    Stessa spietatezza nel suo viaggio a Cuba. “Francesco, attento a curare il rapporto di amicizia con i fratelli Castro, non ha avuto parole di condanna del regime illiberale e antidemocratico”: che è dir poco: Castro ha fatto eseguire 9240 condanne a morte per avversari politici, oltre 1200 eliminazioni senza processo di dissidenti, o di cubani che tentavano semplicemente di fuggire dal paradiso comunista. Bergoglio, nella sua visita che ha fatto tanto bene al regime, poteva almeno chiedere come regalo che liberasse gli incarcerati politici – molti dei quali per cristianesimo. Non l’ha fatto. Sul volo di ritorno, di fronte a domanda di una giornalista CNN (50 dissidenti erano stati arrestati davanti alla nunziatura perché cercavano di avere un incontro con il pontefice) ha farfugliato: “Anzitutto non ho notizie che sia successo questo; non ho alcuna notizia…Sì, mi piacerebbe incontrarli. A me piace incontrare tutta la gente. … sempre un incontro con una persona mi arricchisce”.
    E poi, a poco a poco, ha confessato la verità: “Se lei desidera che parli ancora dei dissidenti, le posso dire qualcosa di molto concreto. Prima di tutto era ben chiaro che non avrei dato alcuna udienza, perché hanno chiesto udienza non soltanto i dissidenti, ma altre persone di altri settori, compresi diversi capi di Stato. Non era prevista alcuna udienza: né con i dissidenti né con altri. Secondo: dalla nunziatura ci sono state chiamate telefoniche ad alcune persone, che fanno parte di questo gruppo di dissidenti….il compito del Nunzio era quello di comunicare loro che con piacere, al mio arrivo alla cattedrale, avrei salutato quelli che erano lì. Ma visto che nessuno s’ presentato nel saluto, non so se c’erano o non c’erano”.

    Dalle sue stesse parole abbiamo dunque appreso: che il Nunzio, su suo ordine, ha telefonato alle famiglie dei dissidenti per avvertire che il Papa non aveva alcuna intenzione di dar loro udienza, e quindi che non insistessero, li avrebbe salutati in chiesa. Poi in chiesa “non s’è presentato nessuno”: sfido, erano stati arrestati dalla polizia castrista, e lui “Non so se c’erano o non c’erano”. Eppure la nunziatura li aveva avvisati che ero disposto a vederli “per un saluto di passaggio”, conclude.
    Di passaggio, mi raccomando. Che non rovinassero la festa sua e di Castro. Qui non vale nessuna delle parole chiave che hanno fatto la fortuna mediatica di Francesco, “ascolto, accoglienza, dialogo, integrazione, misericordia, periferie, ferite…”.
    Anche in questo, in fondo, “Francesco” è un allievo estremo, caricaturale, di Rahner. Aveva pur detto, lo pseudo-teologo tanto amato Dai gesuiti: : «Il nostro Signore deve conformarsi al mondo; non quest’ultimo a Lui…». Promotore “di una teologia cioè che metta da parte Gesù e che vada bene per il nostro secolo», come vide il cardinal Siri.
    Bergoglio si conforma al mondo, e ben lo vediamo. Non pretende che sia il mondo a conformarsi al Signore: la sua “bontà” consiste in questo.
    Ha abrogato l’Ordine di Malta

    Una “bontà” che ha prodotto in Vaticano un regime di terrore: lui sbatte fuori, licenzia, esclude, dittatorialmente, anzi dispoticamente. “Io sono il papa, e non devo dare ragione a nessuno delle mie decisioni”, come secondo il vaticanista Tosatti ha detto quando ha preteso il licenziamento di un dipendente vaticano che lo aveva criticato.

    L’ ha detto di sicuro anche nella sua ultima mossa riguardo all’Ordine di Malta. Ha prima, nominato una Commissione di suoi accoliti per impicciarsi di una rimozione interna all’Ordine; e quando l’Ordine, per voce suo gran maestro Matthew Festing, ha risposto che essendo sovrano, non poteva accettare ingerenze da parte della Segreteria di Stato, El Papa ha preteso le dimissioni del gran maestro: che le ha date. Evidentemente da buon cristiano, essendo tenuto come alto cavaliere di Malta, obbligato all’obbedienza al Pontefice; quindi non potendo difendere fino in fondo la sovranità dell’ordine. E’ un tipo di violenza alla coscienze rette di cui Bergoglio approfitta sempre più spesso: esige l’obbedienza secondo tradizione, per comandare l’autodistruzione della tradizione stessa; fa leva sulla propria autorità papale per imporre la distruzione dell’autorità; obbliga i più fedeli a tradire la propria intima coscienza, che è esattamente il solo ‘peccato’, secondo Rahner, che non sarà perdonato. Dunque abolisce nei fedeli quella “libertà di coscienza” di cui proclama di voler rispettare ad ogni costo, quando parla a Eugenio Scalfari. Rispetta la libertà di coscienza della Bonino, ma non dei Francescani dell’Immacolata.
    Il peggio è che non si è contentato delle dimissioni del fedele Festing; ha anche impedito che i cavalieri, nel loro consiglio, scegliessero un uovo gran maestro liberamente, come fanno da secoli . Ha infatti annunciato la prossima nomina di un “delegato apostolico” di sua fiducia, che governerà l’Ordine di Malta come vuole lui, El Papa. E’ la totale abrogazione della sovranità, totalmente calpestata.
    Commissariare un ordine sovrano, di laici per giunta, è come invadere uno stato sovrano. Un sopruso e un arbitrio dispotico,, senza nessuna base legale o legittima, profondamente offensivo della dignità umana dei cavalieri. Inoltre, i precedenti commissariamenti di Bergoglio (ai Francescani dell’Immacolata) consentono di intuire quello a cui vuole arrivare: la cancellazione pura e semplice dell’Ordine di Malta. Peggio: la sua trasformazione in una ONG che distribuisca preservativi nel Terzo Mondo, visto che con i suoi atti dispotici contro la sovranità dell’ordine, il Papa li ha scatenati per difendere il tesoriere Boeslager, di cui il Gran Maestro ha chiesto le dimissioni dopo aver scoperto che aveva fatto distribuire condoms in Birmania. Fin troppo evidente che El Papa non ha mai avuto simpatia per un cattolicesimo troppo rigoroso in morale familiare.


    Il commento addolorato del britannico Catholic Herald: il Vaticano è diventato un posto dove le cricche hanno più autorità del diritto. Benedetto XVI aveva avvertito: “Una società senza diritti è una società senza diritti”.
    L’allusione alle cricche va segnalata. Poteva mancare una sordida storia di denaro come probabile movente di tutto? Tre dei cinque delegati della prima Commissione creata dal papa per esautorare Festing, hanno un palese conflitto d’interesse nell’esautoramento, perché sono collegati, anche come dirigenti, ad una fondazione di Ginevra che amministra in modo molto riservato e discutibile una eredità di 120 milioni di franchi. Ovviamente un cespite che fa gola, e che Festing ha difeso rettamente dalle molte mire e ed avidità.
    ecco tutta la verita? sulla guerra all'ordine di malta - cosa c?e? dietro? soldi e potere - Cronache
    Se il delegato apostolico che il Papa nominerà sarà uno dei membri dirigenti della ricca fondazione, e magari una donna, allora la distruzione dispotica dell’ordine di Malta sarà ancora più abietta.

    Bergoglio sta superando se stesso. Distruggendo i cavalieri, non solo egli commette un sopruso; egli compie un atto di vandalismo culturale, storico, e spirituale, a cui non trovo precedenti. Ah sì, forse questo: la distruzione della nobile antichità di Palmira da parte di Daesh.
    Chiudo con l’exergo che Aldo Maria Valli ha posto nella prima pagina del suoio libretto. E’ di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori
    Dio usa misericordia con chi lo teme, non con chi si serve di essa per non temerlo”


    Atti, misfatti e soprusi di "266" il misericordioso - Blondet & Friends

    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #1642
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Papa lettera a Consigli Ordine di Malta

    Per definire rapporti tra governo interim e delegato vaticano


    © ANSA/EPA+CLICCA PER INGRANDIRE


    Redazione ANSA28 gennaio 2017165NEWS




    ROMA, 28 GEN - Il Papa ha scritto una lettera al Sovrano consiglio dell'Ordine di Malta che si riunisce oggi per esaminare le dimissioni del gran maestro Festing, sollecitate dal Vaticano. La missiva definisce i rapporti tra governo ad interim affidato al gran commendatore e il delegato speciale che sarà designato dal Vaticano. Il tono della lettera, di cui l'ANSA ha potuto visionare alcune parti, sembra essere di tranquillizzare l'Ordine sul fatto che non ci sia alcun commissariamento e di chiedere la collaborazione di tutti.

    Se scrivessi quello che penso i figli di puttana veri si sentirebbero offesi.














    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  3. #1643
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Dopo il discorso contro il populismo di trump, l'ennesima esternazione figlia di oggi:

    Papa Francesco: le donne sono più coraggiose degli uomini

    Papa Francesco: le donne sono più coraggiose degli uomini - Radio Vaticana

    Chissà come mai nessun attacco al papa dopo queste uscite.

  4. #1644
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Il Papa "commissaria" l'Ordine di Malta, ora si aspetta la punizione per il cardinale Burke
    di Riccardo Cascioli
    Il duro e inusuale intervento di papa Francesco che ha forzato alle dimissioni il Gran Maestro Robert Matthew Festing per poi annunciare una sorta di commissariamento del Sovrano Militare Ordine di Malta, pare essere soltanto l’inizio di un terremoto sia nella Chiesa sia nel campo dei rapporti internazionali.
    In gioco ci sono molte questioni importanti: la corrispondenza delle attività caritative alla dottrina della Chiesa e l’autonomia di un ente sovrano, anzitutto, ma appare ormai evidente che l’esasperazione dei toni ha come obiettivo la testa del cardinale Raymond L. Burke, che dell’Ordine di Malta è il cardinale patrono, una figura un po’ assistente spirituale e un po’ diplomatico vaticano presso l’Ordine. Burke, tra i cardinali che più manifestano perplessità per alcune scelte e decisioni di papa Francesco, e uno dei quattro firmatari dei Dubia circa l’Amoris Laetitia, è da tempo nel mirino, tanto che già la nomina a patrono dell’Ordine di Malta nel novembre 2014 era stata una degradazione rispetto alla carica di prefetto del Tribunale della Segnatura apostolica che ricopriva allora.
    Come è noto, la crisi ha inizio quando lo scorso novembre il Gran Maestro Festing destituisce il Gran Cancelliere Albrecht Freiherr von Boeselager. Boeselager non accetta la destituzione e chiede l’intervento della Santa Sede che, in effetti nomina una commissione, presieduta dall’arcivescovo Silvano Tomasi, incaricata di appurare come si sono svolte le vicende. A nome dell’Ordine di Malta, Festing dichiara la volontà di non collaborare con la commissione vaticana, ritenuta un’indebita ingerenza nelle vicende interne di un ente sovrano. Pronta risposta della segreteria di Stato che rivendica la legittimità dell’indagine, che è solo conoscitiva, ma il braccio di ferro va avanti fino alla svolta inaudita del 24 gennaio.
    Nel tardo pomeriggio papa Francesco ha convocato Festing e gli ha chiesto le dimissioni immediate, inducendolo a scrivere alla sua presenza la lettera richiesta. Non sappiamo ovviamente tutti i contenuti del colloquio ma la pressione morale deve essere stata fortissima se Festing ha accettato di rimangiarsi il comunicato di pochi giorni prima in cui rivendicava con fierezza la sovranità dell’Ordine. E ci sono anche voci secondo cui nella lettera di dimissioni ci potrebbero essere riferimenti al ruolo attivo che il cardinale Burke avrebbe avuto nella destituzione di Boeselager.
    In effetti da quando il caso è esploso, dagli ambienti vicini a papa Francesco si insiste molto sulle presunte responsabilità di Burke. È interessante da questo punto di vista notare come su questo punto insista molto la testata Vatican Insider, il cui lavoro di cecchinaggio – come si sa - è implacabile. Invano Burke nega la circostanza e il fatto che come cardinale patrono non ha voce in capitolo in decisioni che sono frutto di procedure interne dell’Ordine. Le accuse nei suoi confronti sono un crescendo, malgrado sia chiaro che dietro lo scontro nell’ordine ci siano divisioni che si trascinano da anni tra diverse cordate nazionali arricchite recentemente da un contenzioso intorno a un lascito di 120 milioni di euro depositati in un trust in Svizzera.
    In ogni caso ieri, 25 gennaio, la Sala Stampa della Santa Sede – con involontario umorismo - ha comunicato l’avvenuta accettazione delle dimissioni del Gran Maestro Festing. Inoltre ha annunciato la prossima nomina di un Delegato Pontificio chiamato a governare l’Ordine (affidato nell’interim al Gran Commendatore). In altre parole l’Ordine di Malta è da considerarsi “commissariato” dalla Santa Sede.
    Si tratta di una decisione senza precedenti che ha provocato grosso sconcerto e non mancherà di avere ripercussioni internazionali: l’Ordine di Malta è infatti un ente sovrano, uno Stato senza territorio, che ha anche accreditato un ambasciatore presso la Santa Sede. Come ha notato il settimanale inglese The Catholic Herald, la decisione del Papa equivale a una vera e propria annessione, una palese violazione del diritto internazionale che, in prospettiva, mette a rischio anche l’indipendenza della Santa Sede. Con un precedente di questo genere, come potrebbe infatti difendersi legalmente la Santa Sede se, ad esempio, un giorno «il governo italiano scegliesse di vedere l’indipendenza della Città del Vaticano come una formalità anacronistica»?
    Nel presente intanto, la decisione rischia di distruggere la millenaria attività dell’Ordine di Malta, presente in tutto il mondo con «opere di misericordia verso gli ammalati, i bisognosi e le persone prive di patria», come recita la Costituzione. La presenza dell’Ordine di Malta in oltre cento paesi è garantita dalla rappresentanza diplomatica, che oggi potrebbe essere messa in seria discussione proprio per questa perdita di sovranità.
    Sarebbe un clamoroso autogol per la Chiesa, e sarebbe davvero incomprensibile se poi si confermasse che l'obiettivo è la testa del cardinale Burke. L’insistenza con cui lo si accusa di aver silurato un personaggio non gradito lascia presagire la volontà di una punizione pesante (per un cardinale è tra le peggiori accuse). A maggior ragione se venisse confermata la “confessione” imposta al Gran Maestro Festing. Si potrebbe pensare addirittura che si voglia cogliere l’occasione per arrivare a quella punizione invocata da alcuni prelati all’indomani della pubblicazione dei Dubia per i cardinali che li avevano firmati: ovvero la revoca della porpora. Ad ogni modo l’impressione è che siamo solo all’inizio.
    Il Papa "commissaria" l'Ordine di Malta

    Il Cavaliere e il pezzente
    di Alberto Di Janni
    Bergoglio ha chiesto le dimissioni del Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, fra’ Matthew Festing. Il Gran Maestro ha obbedito.
    Forse non poteva fare altrimenti, data la sua condizione di religioso (tanto per evitare equivoci e polemiche, mi metto qui nell’ottica di chi, come appunto il Gran Maestro Festing, riconosce pacificamente Francesco come legittimo Papa della vera Chiesa).
    Forse è stato ricattato o ha cercato di salvare il salvabile, sacrificando la sua persona per il bene dell’Ordine: illudendosi che il suo sacrificio avrebbe calmato l’ira e l’ingordigia del despota.
    Quello che non si comprende bene, alla luce di questa pronta sottomissione, è il precedente reiterato abbozzo di resistenza alle intromissioni della Santa Sede. Forse il Gran Maestro ha voluto verificare, o aveva l’erronea convinzione, della solidarietà dell’Ordine attorno a lui, e si è trovato isolato e scaricato dai suoi confratelli.
    Fatto sta che le sue dimissioni, per tanti versi analoghe a quelle di Benedetto XVI, non solo non hanno evitato la commissione d’inchiesta ma, stando almeno al comunicato della sala stampa vaticana, neanche il commissariamento dell’Ordine; vicenda tristemente simile a quella dei Francescani dell’Immacolata, con l’unica differenza dell’accelerazione dei tempi, saltando a piè pari la stessa commissione d’indagine con la nomina immediata di un “commissario politico”: non si vede termine più delicato per indicare uno di questi sgherri ignobili e sanguinari, dediti unicamente all’idolatria del dittatorello sudamericano, loro padrone terreno.
    Facciamo notare, en passant, che, poiché lo Stato del Vaticano scambia ambasciatori con l’Ordine di Malta, la legittimità di un commissariamento, come già la nomina di una commissione d’inchiesta, lascia, quanto meno a livello di diritto internazionale, alquanto perplessi.
    Ma perché questo accanimento di Bergoglio contro l’Ordine di Malta? Mi pare che le motivazioni possano essere molteplici:
    Innanzitutto c’è la sua usuale intolleranza verso chiunque dissenta o sia immaginato dissentire da lui.
    Poi, ovviamente, il desiderio di vendicarsi del Cardinal Burke, continuando a umiliarlo.
    Non pare secondaria l’intenzione di favorire la minoranza liberale (eufemismo per immorale) dell’Ordine: fronda interna e bene ammanicata tra le stanze vaticane che, come nel caso dei Francescani dell’Immacolata, ha fornito il pretesto dell’intervento.
    Lasciar intendere ai suoi amici progressisti che, così come si è mostrato compiacente, a parole o nei fatti, verso adulteri e omosessuali, non è insensibile al grido di dolore di chi vuole una chiesa tollerante riguardo all’uso di metodi di contraccezione, fossero pure abortivi.
    Il disprezzo per ogni genere di proselitismo e di missione, quindi a maggior ragione della memoria storica dell’Ordine, che rimanda immancabilmente alle crociate e alla difesa dell’Europa dall’invasione mussulmana.
    Last but not least, da vero amante della chiesa povera, il miraggio di allungare gli artigli sull’ingente patrimonio dell’Ordine.
    Il motivo più profondo dell’astio di Francesco è, a mio avviso, un altro.
    Bergoglio – e con lui la sua cerchia di adepti, a iniziare dai vari Parolin e Galantino – è un pezzente, non da intendersi come povero in senso materiale che, anzi, sotto questo punto di vista pezzente non lo è mai stato, con buona pace della vulgata mediatica, neanche prima di incistarsi a Santa Marta. Inoltre il termine pezzente, usato in tale contesto, risulterebbe inappropriato e offensivo per designare quella che sarebbe semmai una virtù, se non una beatitudine. E neanche pezzente nel significato, vicino al primo, di straccione o di mendicante. Bergoglio è pezzente in quanto persona miserabile e meschina moralmente.
    In quanto pezzente morale, Bergoglio non può apprezzare, e neppure capire, e quindi odia, tutto quello che ha a che vedere con la bellezza, con il decoro, con il rito, con il sacro (inteso nella sua accezione più generica), con la nobiltà; non tanto la nobiltà di natali, che a quella, specie se moralmente corrotta, non disdegna di appoggiarsi e con quella gradisce pavoneggiarsi: vedansi gli inchini ossequiosi e i salamelecchi oltre il limite del ridicolo di fronte a regine e reginette neppure cristiane; odia la nobiltà dei costumi, la nobiltà del sentire, la nobiltà dell’agire: odia tutto quello che egli non è né potrebbe mai diventare.
    L’Ordine di Malta, almeno per alcuni aspetti e in alcuni suoi membri, che oso sperare ne costituiscano l’ampia maggioranza, rispecchia esemplarmente questi valori: motivo sufficiente perché il demagogo fomentatore di masse voglia distruggerlo.
    Il Cavaliere e il pezzente | Radio Spada

    Tornielli, l’Ordine di Malta, e la disinformazione
    Francesco Agnoli
    La confusione è sempre più grande. Alimentata da giornalisti partigiani.
    Ieri il Gran maestro dell’Ordine di Malta ha dato le dimissioni, su richiesta di Francesco. Come giornalista, non potendo sapere tutti i retroscena, non ho nulla da dire nulla. Le dimissioni, per quanto forzate, possono avere delle giustificazioni. Lo vedremo.
    Quello che non è chiaro, come spesso accade a causa dei vaticanisti faziosi come Andrea Tornielli, è perchè prendersela sempre con Burke?
    Il cardinal Burke, bene o male, finisce ogni volta nel mirino di Tornielli.
    Così:
    “Un cardinale «patrono» americano che porta scompiglio all’interno di una delle istituzioni cavalleresche più antiche, contribuendo a defenestrare il numero due dell’Ordine, il Gran Cancelliere Albrecht Freiherr von Boeselager, membro di un’antica e nobile famiglia tedesca antinazista“.
    Tornielli sostiene che la causa di tutto è Burke, il quale ha la colpa di aver fatto dimettere una persona di cui ci viene detto che aveva antenati antinazisti. Basterebbe questo modo di cucinare le notizie per far capire quanto sia vigliacco il giornalismo fazioso: si vuole forse suggerire che Burke sia arrabbiato con Boeselager per questo, per le sue ascendenze anitinaziste (ribadite alcune righe sotto, chissà perchè, una seconda volta)? O che se uno ha antenati antinazisti, ha per forza ragione?
    In un articolo di allusioni velenose, e poco altro, accade questo.
    Torniamo a Burke: va demonizzato a prescindere. Per cui, pur essendo solo il cardinale patrono, non avendo dunque nessuna facoltà di defenestrare qualcuno, diventa il colpevole unico della defenestrazione, sancita e decisa, di fatto e di diritto, da altri.
    Il tutto è detto solo tra le righe: Burke ha “contribuito” a “defenestrare”. Però degli altri colpevoli, veri o presunti, non si parla. Non interessano.
    La domanda però è questa: se chi contribuisce a defenestrare il numero due (che qualche riga più sotto, nella accurata ricostruzione tornielliana, diventa il numero tre) sbaglia perchè crea confusione in un ordine, chi defenestra il numero Uno, invece no?
    E’ evidente che qui i problemi sono altri: non chi ha defenestrato chi (è chiarissimo che Boeselager è stato defenestrato dall’unico che aveva il potere di farlo, il Gran Maestro Festing), ma perchè.
    C’entra o meno la questione morale, addotta dal Gran maestro per giustificare l’esplusione?
    C’entrano qualcosa i soldi di cui si parla qui? (ecco tutta la verita? sulla guerra all'ordine di malta - cosa c?e? dietro? soldi e potere - Cronache
    A Tornielli non interessa: la sua crociata personale è contro Burke, per cui, anche se si parlasse del terremoto di Rigopiano, si potrebbero trovare sue responsabilità.
    Così alla fine del suo articolo sull’Ordine di Malta, il lettore non sa quasi nulla su cosa sia successo davvero, ma sa chi è il Cattivo!
    Tornielli, l?Ordine di Malta, e la disinformazione | Libertà e Persona



    È il card. Burke la vittima designata della prossima “purga” di Casa Santa Marta?
    Più che la Santa Sede, il Vaticano sembra la Sede Sovietica, con tanto di “purghe staliniste”. Il Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta, Matthew Festing, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico, per espressa volontà di papa Francesco. Il defenestramento di Festing, così come il “commissariamento” dell’Ordine di Malta con motivazioni pretestuose, fanno parte della guerra che l’attuale Vescovo di Roma sta muovendo a colui che è ritenuto il suo nemico giurato, ovvero il cardinale Raymond Leo Burke.
    Il professor Roberto de Mattei aveva affrontato impeccabilmente la questione da un punto di vista storico. Il Vaticano ha commesso alcuni errori gravi, errori diplomatici. Così: “Il Gran Magistero del Sovrano Ordine di Malta, in relazione all’attività che sta svolgendo il Gruppo nominato dalla Segreteria di Stato Vaticana, ritiene opportuno ribadire che la sostituzione del Gran Cancelliere è stato atto interno del governo dell’Ordine.”
    Pertanto… pertanto ci si aspettava che la questione finisse lì. E no, troppo semplice per un gesuita Papa che come ha avuto il potere di nominare il cardinale Burke Patrono dell’Ordine di Malta, così ha il potere di destituirlo. Ma così facendo è ovvio, si attirerebbe la giusta indignazione di molto popolo e allora come fare? Semplice, spingere ad una divisione interna all’Ordine di Malta affinché trovi il “capro espiatorio” di tutto l’Amba Aradam, complice l’ignoranza di un Segretario di Stato Vaticano, che non ha neppure il coraggio di mettere in guardia il Pontefice dalle pessime figuracce diplomatiche. In Vaticano, oggi, o ci sono o fanno, non si scappa, delle due una.
    Ci troviamo di fronte ad una realtà comico-tragica: un Pontefice che supplica l’unità quando visita i Protestanti anche a discapito della Presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, e spinge alla divisione all’interno della Chiesa con le sue pretese o prese di posizione per difendere chi semina prodotti abortivi. Certo, è legittimo (persino salutare delle volte) che il Papa si presenti misericordioso con gli eretici e più severo con i cattolici, tutti i Santi nella Chiesa ne sanno qualcosa, ma qui sta accadendo qualcosa di molto più perverso. Non sarà il Papa a sostituire il Patrono dell’Ordinariato di Malta, ma lascerà compiere il gesto ad altri, facendo passare il tutto come una resa dei conti interna alla quale, ovviamente, lui avrà così solo espresso un pensiero di pace e di misericordia.
    Fanta-religione? Forse sì, noi stiamo solo azzardando uno scenario plausibile viste le ultime notizie.
    Dopo la figuraccia fatta dalla Segreteria di Stato Vaticana nei confronti dell’Ordine di Malta, l’intento comunque era riuscito, la miccia era stata accesa ed infatti qualche giorno dopo ecco la prima accusa contro il cardinale Burke che, davvero, non c’azzeccava nulla in questa storia. Il presidente tedesco dell’Ordine di Malta ha attaccato, con una violenza verbale inaudita, i suoi superiori all’interno dell’Ordine di Malta, il maestro dell’Ordine Matthew Festing e il cardinale protettore Raymond Leo Burke. Parlando al National Catholic Register, Erich Lobkowicz ha detto che è in corso “una battaglia intorno a tutto ciò che rappresenta il Papa Francesco” da parte di “una piccola cricca di vecchi pignoli estremisti e irriducibili, che hanno perso il treno in ogni modo”…. considerano Festing e il cardinal Burke “malfattori” per aver rimosso Albrecht Freiherr von Boeselager dall’Ordine dopo che lo stesso è stato coinvolto in una distribuzione di mezzi contraccettivi in Africa, in chiara opposizione al magistero della Chiesa Cattolica, che il Sovrano Ordine Militare di Malta rispetta.
    Ed è notizia fresca, fresca di giornata: Ordine di Malta, il Papa chiede al Gran Maestro di dimettersi. Fra Matthew Festing accetta, presenterà le sue dimissioni al Sovrano Consiglio dell’Ordine. E dunque, il primo è caduto nella rete, adesso toccherà al secondo, i due “malfattori” sono puniti. Infatti, dice l’Ansa:
    “Quando il Gran Maestro avrà presentato le dimissioni al sovrano consiglio si concluderà una fase burrascosa dell’Ordine di Malta…” la fase due saranno le dimissioni – volontarie o no – del cardinale Burke. Così il Papa avrà preso due piccioni con una fava, liberandosi di un troppo dottrinale “rigido esecutore della dottrina” quale era il fedelissimo Fra Matthew Festing, e al tempo stesso si sarà liberato (vendicato?) del cardinale Burke (vero scopo e fine dell’attacco all’Ordine di Malta da parte del Vaticano) co-autore della Lettera al Papa sui Dubia, uscendone naturalmente pulito.
    Lo strano ed improvvisato intervento del presidente dell’Ordine di Malta tedesco, Erich Lobkowicz, ha tolto di colpo, e provvidamente, dall’impaccio e dallo stallo, non solo il desiderio del Papa, ma anche le richieste della Segreteria di Stato. E sì perché diciamocelo seriamente, queste dimissioni non sono state “chieste” ma imposte.
    Le colpe del Gran Maestro, che una volta eletto resta in carica a vita come il Papa, sono state due. La prima l’aver osato destituire un tale che sfruttava il cristianesimo spargendo profilattici; la seconda quella nelle scorse settimane quando aveva dichiarato pubblicamente che il Pontefice doveva «restare fuori dalle nostre questioni interne»: una presa di posizione del tutto «inedita» nella quasi millenaria storia dell’Ordine, ma dichiarante anche il vero.
    Chi frequentò l’allora card. Bergoglio in Argentina, racconta che “non dimentica mai uno sgarro” e di averlo visto “sorridere solo quando sconfiggeva un suo nemico”.
    E chi conosce il clericalese, o se preferite certa pratica usuale nel gesuitismo, sa perfettamente che questa imposizione a dimettersi è anche un segnale, un avviso, un monito del Papa per l’altro coinvolto, come a dirgli: “non farmi chiedere a me le tue dimissioni, dimettiti di tua iniziativa”. Del resto lo ha detto lui stesso nella solita intervista improvvisata: “Potrei passare alla storia come colui che ha diviso la Chiesa”, parole a lui attribuite, ma come sempre mai smentite, al contrario.
    La nostra è una previsione ed è ovvio che ci auguriamo vivamente di perderla. Ma siamo anche realisti e non superstiziosi, e la realtà sostiene questa previsione. A giorni sapremo come andrà a finire la vicenda. Tuttavia appare strana la coincidenza (sempre coincidenze?) che tutto questo caos è scattato dopo la Lettera dei quattro cardinali su i Dubia e di cui il cardinale Burke si è fatto portavoce.
    AGGIORNAMENTO
    L’editoriale del Catholic Herald pone un’intessente interrogativo: Il Vaticano ha distrutto la sovranità dell’Ordine di Malta. E se l’Italia facesse lo stesso col Vaticano?
    https://cronicasdepapafrancisco.word...a-santa-marta/

  5. #1645
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Citazione Originariamente Scritto da psico Visualizza Messaggio
    Dopo il discorso contro il populismo di trump, l'ennesima esternazione figlia di oggi:

    Papa Francesco: le donne sono più coraggiose degli uomini


    Papa Francesco: le donne sono più coraggiose degli uomini - Radio Vaticana

    Chissà come mai nessun attacco al papa dopo queste uscite.
    C'è chi senza parole di attacco inutili, fa i fatti.
    Si chiama Putìn.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #1646
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Ordine Malta: si dimette Festing. Lettera del Papa, nessun commissariamento

    La missiva è per definire i rapporti tra governo interim e delegato vaticano


    © ANSA/EPA+CLICCA PER INGRANDIRE


    Redazione ANSA28 gennaio 2017175NEWS





    Il gran maestro Matthew Festing si è dimesso davanti al Sovrano consiglio dell'Ordine di Malta e l'interim è stato assunto come "luogotenente interinale" dal gran commendatore fra' Ludwig Hoffmann von Rumerstein. E' stato, inoltre, riaffidato l'incarico di gran cancelliere a Albrecht Boeselager, che era stato estromesso lo scorso dicembre. Lo annuncia una nota dell'Ordine di Malta. Le dimissioni erano state sollecitate dal Vaticano.
    Il Papa ha scritto una lettera al Sovrano consiglio dell'Ordine di Malta riunito oggi. La missiva definisce i rapporti tra governo ad interim affidato al gran commendatore e il delegato speciale che sarà designato dal Vaticano.
    Il tono della lettera, di cui l'ANSA ha potuto visionare alcune parti, sembra essere di tranquillizzare l'Ordine sul fatto che non ci sia alcun commissariamento e di chiedere la collaborazione di tutti. La lettera di Papa Francesco è diretta al "Sovrano consiglio del Sovrano militare ordine ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta" e stabilisce tra l'altro che il "luogotenente interinale (il gran commendatore, ndr) assume la responsabilità di governo ad interim, in particolare riguardo a tutto ciò che è relativo ai rapporti con gli Stati, inclusa l'attenzione al corpo diplomatico accreditato presso l'Ordine di Malta, operando in stretta convergenza di obiettivi con il delegato speciale, il quale si occuperà del rinnovamento spirituale dell'Ordine, specificatamente dei suoi membri professi".
    "Il luogotenente interinale e il delegato speciale - inoltre - opereranno in stretta convergenza per il bene dell'Ordine e la sua crescita armoniosa". "La specificità dell'Ordine di essere un istituto religioso laicale e anche un soggetto di diritto internazionale - scrive il Papa - sia sostegno per un efficace servizio secondo il suo carisma, antico e sempre attuale: Tuitio Fidei et obsequium pauperum".

    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #1647
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    L'argomento è talmente importante, che mi permetto di riportare qui, in evidenza e separati, gli articoli postati sull'argomento da Erlembaldo.

    Il Papa "commissaria" l'Ordine di Malta, ora si aspetta la punizione per il cardinale Burke
    di Riccardo Cascioli
    Il duro e inusuale intervento di papa Francesco che ha forzato alle dimissioni il Gran Maestro Robert Matthew Festing per poi annunciare una sorta di commissariamento del Sovrano Militare Ordine di Malta, pare essere soltanto l’inizio di un terremoto sia nella Chiesa sia nel campo dei rapporti internazionali.
    In gioco ci sono molte questioni importanti: la corrispondenza delle attività caritative alla dottrina della Chiesa e l’autonomia di un ente sovrano, anzitutto, ma appare ormai evidente che l’esasperazione dei toni ha come obiettivo la testa del cardinale Raymond L. Burke, che dell’Ordine di Malta è il cardinale patrono, una figura un po’ assistente spirituale e un po’ diplomatico vaticano presso l’Ordine. Burke, tra i cardinali che più manifestano perplessità per alcune scelte e decisioni di papa Francesco, e uno dei quattro firmatari dei Dubia circa l’Amoris Laetitia, è da tempo nel mirino, tanto che già la nomina a patrono dell’Ordine di Malta nel novembre 2014 era stata una degradazione rispetto alla carica di prefetto del Tribunale della Segnatura apostolica che ricopriva allora.
    Come è noto, la crisi ha inizio quando lo scorso novembre il Gran Maestro Festing destituisce il Gran Cancelliere Albrecht Freiherr von Boeselager. Boeselager non accetta la destituzione e chiede l’intervento della Santa Sede che, in effetti nomina una commissione, presieduta dall’arcivescovo Silvano Tomasi, incaricata di appurare come si sono svolte le vicende. A nome dell’Ordine di Malta, Festing dichiara la volontà di non collaborare con la commissione vaticana, ritenuta un’indebita ingerenza nelle vicende interne di un ente sovrano. Pronta risposta della segreteria di Stato che rivendica la legittimità dell’indagine, che è solo conoscitiva, ma il braccio di ferro va avanti fino alla svolta inaudita del 24 gennaio.
    Nel tardo pomeriggio papa Francesco ha convocato Festing e gli ha chiesto le dimissioni immediate, inducendolo a scrivere alla sua presenza la lettera richiesta. Non sappiamo ovviamente tutti i contenuti del colloquio ma la pressione morale deve essere stata fortissima se Festing ha accettato di rimangiarsi il comunicato di pochi giorni prima in cui rivendicava con fierezza la sovranità dell’Ordine. E ci sono anche voci secondo cui nella lettera di dimissioni ci potrebbero essere riferimenti al ruolo attivo che il cardinale Burke avrebbe avuto nella destituzione di Boeselager.
    In effetti da quando il caso è esploso, dagli ambienti vicini a papa Francesco si insiste molto sulle presunte responsabilità di Burke. È interessante da questo punto di vista notare come su questo punto insista molto la testata Vatican Insider, il cui lavoro di cecchinaggio – come si sa - è implacabile. Invano Burke nega la circostanza e il fatto che come cardinale patrono non ha voce in capitolo in decisioni che sono frutto di procedure interne dell’Ordine. Le accuse nei suoi confronti sono un crescendo, malgrado sia chiaro che dietro lo scontro nell’ordine ci siano divisioni che si trascinano da anni tra diverse cordate nazionali arricchite recentemente da un contenzioso intorno a un lascito di 120 milioni di euro depositati in un trust in Svizzera.
    In ogni caso ieri, 25 gennaio, la Sala Stampa della Santa Sede – con involontario umorismo - ha comunicato l’avvenuta accettazione delle dimissioni del Gran Maestro Festing. Inoltre ha annunciato la prossima nomina di un Delegato Pontificio chiamato a governare l’Ordine (affidato nell’interim al Gran Commendatore). In altre parole l’Ordine di Malta è da considerarsi “commissariato” dalla Santa Sede.
    Si tratta di una decisione senza precedenti che ha provocato grosso sconcerto e non mancherà di avere ripercussioni internazionali: l’Ordine di Malta è infatti un ente sovrano, uno Stato senza territorio, che ha anche accreditato un ambasciatore presso la Santa Sede. Come ha notato il settimanale inglese The Catholic Herald, la decisione del Papa equivale a una vera e propria annessione, una palese violazione del diritto internazionale che, in prospettiva, mette a rischio anche l’indipendenza della Santa Sede. Con un precedente di questo genere, come potrebbe infatti difendersi legalmente la Santa Sede se, ad esempio, un giorno «il governo italiano scegliesse di vedere l’indipendenza della Città del Vaticano come una formalità anacronistica»?
    Nel presente intanto, la decisione rischia di distruggere la millenaria attività dell’Ordine di Malta, presente in tutto il mondo con «opere di misericordia verso gli ammalati, i bisognosi e le persone prive di patria», come recita la Costituzione. La presenza dell’Ordine di Malta in oltre cento paesi è garantita dalla rappresentanza diplomatica, che oggi potrebbe essere messa in seria discussione proprio per questa perdita di sovranità.
    Sarebbe un clamoroso autogol per la Chiesa, e sarebbe davvero incomprensibile se poi si confermasse che l'obiettivo è la testa del cardinale Burke. L’insistenza con cui lo si accusa di aver silurato un personaggio non gradito lascia presagire la volontà di una punizione pesante (per un cardinale è tra le peggiori accuse). A maggior ragione se venisse confermata la “confessione” imposta al Gran Maestro Festing. Si potrebbe pensare addirittura che si voglia cogliere l’occasione per arrivare a quella punizione invocata da alcuni prelati all’indomani della pubblicazione dei Dubia per i cardinali che li avevano firmati: ovvero la revoca della porpora. Ad ogni modo l’impressione è che siamo solo all’inizio.

    Il Papa "commissaria" l'Ordine di Malta
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  8. #1648
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Il Cavaliere e il pezzente
    di Alberto Di Janni
    Bergoglio ha chiesto le dimissioni del Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, fra’ Matthew Festing. Il Gran Maestro ha obbedito.
    Forse non poteva fare altrimenti, data la sua condizione di religioso (tanto per evitare equivoci e polemiche, mi metto qui nell’ottica di chi, come appunto il Gran Maestro Festing, riconosce pacificamente Francesco come legittimo Papa della vera Chiesa).
    Forse è stato ricattato o ha cercato di salvare il salvabile, sacrificando la sua persona per il bene dell’Ordine: illudendosi che il suo sacrificio avrebbe calmato l’ira e l’ingordigia del despota.
    Quello che non si comprende bene, alla luce di questa pronta sottomissione, è il precedente reiterato abbozzo di resistenza alle intromissioni della Santa Sede. Forse il Gran Maestro ha voluto verificare, o aveva l’erronea convinzione, della solidarietà dell’Ordine attorno a lui, e si è trovato isolato e scaricato dai suoi confratelli.
    Fatto sta che le sue dimissioni, per tanti versi analoghe a quelle di Benedetto XVI, non solo non hanno evitato la commissione d’inchiesta ma, stando almeno al comunicato della sala stampa vaticana, neanche il commissariamento dell’Ordine; vicenda tristemente simile a quella dei Francescani dell’Immacolata, con l’unica differenza dell’accelerazione dei tempi, saltando a piè pari la stessa commissione d’indagine con la nomina immediata di un “commissario politico”: non si vede termine più delicato per indicare uno di questi sgherri ignobili e sanguinari, dediti unicamente all’idolatria del dittatorello sudamericano, loro padrone terreno.
    Facciamo notare, en passant, che, poiché lo Stato del Vaticano scambia ambasciatori con l’Ordine di Malta, la legittimità di un commissariamento, come già la nomina di una commissione d’inchiesta, lascia, quanto meno a livello di diritto internazionale, alquanto perplessi.
    Ma perché questo accanimento di Bergoglio contro l’Ordine di Malta? Mi pare che le motivazioni possano essere molteplici:
    Innanzitutto c’è la sua usuale intolleranza verso chiunque dissenta o sia immaginato dissentire da lui.
    Poi, ovviamente, il desiderio di vendicarsi del Cardinal Burke, continuando a umiliarlo.
    Non pare secondaria l’intenzione di favorire la minoranza liberale (eufemismo per immorale) dell’Ordine: fronda interna e bene ammanicata tra le stanze vaticane che, come nel caso dei Francescani dell’Immacolata, ha fornito il pretesto dell’intervento.
    Lasciar intendere ai suoi amici progressisti che, così come si è mostrato compiacente, a parole o nei fatti, verso adulteri e omosessuali, non è insensibile al grido di dolore di chi vuole una chiesa tollerante riguardo all’uso di metodi di contraccezione, fossero pure abortivi.
    Il disprezzo per ogni genere di proselitismo e di missione, quindi a maggior ragione della memoria storica dell’Ordine, che rimanda immancabilmente alle crociate e alla difesa dell’Europa dall’invasione mussulmana.
    Last but not least, da vero amante della chiesa povera, il miraggio di allungare gli artigli sull’ingente patrimonio dell’Ordine.
    Il motivo più profondo dell’astio di Francesco è, a mio avviso, un altro.
    Bergoglio – e con lui la sua cerchia di adepti, a iniziare dai vari Parolin e Galantino – è un pezzente, non da intendersi come povero in senso materiale che, anzi, sotto questo punto di vista pezzente non lo è mai stato, con buona pace della vulgata mediatica, neanche prima di incistarsi a Santa Marta. Inoltre il termine pezzente, usato in tale contesto, risulterebbe inappropriato e offensivo per designare quella che sarebbe semmai una virtù, se non una beatitudine. E neanche pezzente nel significato, vicino al primo, di straccione o di mendicante. Bergoglio è pezzente in quanto persona miserabile e meschina moralmente.
    In quanto pezzente morale, Bergoglio non può apprezzare, e neppure capire, e quindi odia, tutto quello che ha a che vedere con la bellezza, con il decoro, con il rito, con il sacro (inteso nella sua accezione più generica), con la nobiltà; non tanto la nobiltà di natali, che a quella, specie se moralmente corrotta, non disdegna di appoggiarsi e con quella gradisce pavoneggiarsi: vedansi gli inchini ossequiosi e i salamelecchi oltre il limite del ridicolo di fronte a regine e reginette neppure cristiane; odia la nobiltà dei costumi, la nobiltà del sentire, la nobiltà dell’agire: odia tutto quello che egli non è né potrebbe mai diventare.
    L’Ordine di Malta, almeno per alcuni aspetti e in alcuni suoi membri, che oso sperare ne costituiscano l’ampia maggioranza, rispecchia esemplarmente questi valori: motivo sufficiente perché il demagogo fomentatore di masse voglia distruggerlo.

    Il Cavaliere e il pezzente | Radio Spada
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  9. #1649
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Tornielli, l’Ordine di Malta, e la disinformazione
    Francesco Agnoli
    La confusione è sempre più grande. Alimentata da giornalisti partigiani.
    Ieri il Gran maestro dell’Ordine di Malta ha dato le dimissioni, su richiesta di Francesco. Come giornalista, non potendo sapere tutti i retroscena, non ho nulla da dire nulla. Le dimissioni, per quanto forzate, possono avere delle giustificazioni. Lo vedremo.
    Quello che non è chiaro, come spesso accade a causa dei vaticanisti faziosi come Andrea Tornielli, è perchè prendersela sempre con Burke?
    Il cardinal Burke, bene o male, finisce ogni volta nel mirino di Tornielli.
    Così:
    “Un cardinale «patrono» americano che porta scompiglio all’interno di una delle istituzioni cavalleresche più antiche, contribuendo a defenestrare il numero due dell’Ordine, il Gran Cancelliere Albrecht Freiherr von Boeselager, membro di un’antica e nobile famiglia tedesca antinazista“.
    Tornielli sostiene che la causa di tutto è Burke, il quale ha la colpa di aver fatto dimettere una persona di cui ci viene detto che aveva antenati antinazisti. Basterebbe questo modo di cucinare le notizie per far capire quanto sia vigliacco il giornalismo fazioso: si vuole forse suggerire che Burke sia arrabbiato con Boeselager per questo, per le sue ascendenze anitinaziste (ribadite alcune righe sotto, chissà perchè, una seconda volta)? O che se uno ha antenati antinazisti, ha per forza ragione?
    In un articolo di allusioni velenose, e poco altro, accade questo.
    Torniamo a Burke: va demonizzato a prescindere. Per cui, pur essendo solo il cardinale patrono, non avendo dunque nessuna facoltà di defenestrare qualcuno, diventa il colpevole unico della defenestrazione, sancita e decisa, di fatto e di diritto, da altri.
    Il tutto è detto solo tra le righe: Burke ha “contribuito” a “defenestrare”. Però degli altri colpevoli, veri o presunti, non si parla. Non interessano.
    La domanda però è questa: se chi contribuisce a defenestrare il numero due (che qualche riga più sotto, nella accurata ricostruzione tornielliana, diventa il numero tre) sbaglia perchè crea confusione in un ordine, chi defenestra il numero Uno, invece no?
    E’ evidente che qui i problemi sono altri: non chi ha defenestrato chi (è chiarissimo che Boeselager è stato defenestrato dall’unico che aveva il potere di farlo, il Gran Maestro Festing), ma perchè.
    C’entra o meno la questione morale, addotta dal Gran maestro per giustificare l’esplusione?
    C’entrano qualcosa i soldi di cui si parla qui? (ecco tutta la verita? sulla guerra all'ordine di malta - cosa c?e? dietro? soldi e potere - Cronache
    A Tornielli non interessa: la sua crociata personale è contro Burke, per cui, anche se si parlasse del terremoto di Rigopiano, si potrebbero trovare sue responsabilità.
    Così alla fine del suo articolo sull’Ordine di Malta, il lettore non sa quasi nulla su cosa sia successo davvero, ma sa chi è il Cattivo!

    Tornielli, l?Ordine di Malta, e la disinformazione | Libertà e Persona
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  10. #1650
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    Predefinito re: Papa Francesco.



    È il card. Burke la vittima designata della prossima “purga” di Casa Santa Marta?
    Più che la Santa Sede, il Vaticano sembra la Sede Sovietica, con tanto di “purghe staliniste”. Il Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta, Matthew Festing, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico, per espressa volontà di papa Francesco. Il defenestramento di Festing, così come il “commissariamento” dell’Ordine di Malta con motivazioni pretestuose, fanno parte della guerra che l’attuale Vescovo di Roma sta muovendo a colui che è ritenuto il suo nemico giurato, ovvero il cardinale Raymond Leo Burke.
    Il professor Roberto de Mattei aveva affrontato impeccabilmente la questione da un punto di vista storico. Il Vaticano ha commesso alcuni errori gravi, errori diplomatici. Così: “Il Gran Magistero del Sovrano Ordine di Malta, in relazione all’attività che sta svolgendo il Gruppo nominato dalla Segreteria di Stato Vaticana, ritiene opportuno ribadire che la sostituzione del Gran Cancelliere è stato atto interno del governo dell’Ordine.”
    Pertanto… pertanto ci si aspettava che la questione finisse lì. E no, troppo semplice per un gesuita Papa che come ha avuto il potere di nominare il cardinale Burke Patrono dell’Ordine di Malta, così ha il potere di destituirlo. Ma così facendo è ovvio, si attirerebbe la giusta indignazione di molto popolo e allora come fare? Semplice, spingere ad una divisione interna all’Ordine di Malta affinché trovi il “capro espiatorio” di tutto l’Amba Aradam, complice l’ignoranza di un Segretario di Stato Vaticano, che non ha neppure il coraggio di mettere in guardia il Pontefice dalle pessime figuracce diplomatiche. In Vaticano, oggi, o ci sono o fanno, non si scappa, delle due una.
    Ci troviamo di fronte ad una realtà comico-tragica: un Pontefice che supplica l’unità quando visita i Protestanti anche a discapito della Presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, e spinge alla divisione all’interno della Chiesa con le sue pretese o prese di posizione per difendere chi semina prodotti abortivi. Certo, è legittimo (persino salutare delle volte) che il Papa si presenti misericordioso con gli eretici e più severo con i cattolici, tutti i Santi nella Chiesa ne sanno qualcosa, ma qui sta accadendo qualcosa di molto più perverso. Non sarà il Papa a sostituire il Patrono dell’Ordinariato di Malta, ma lascerà compiere il gesto ad altri, facendo passare il tutto come una resa dei conti interna alla quale, ovviamente, lui avrà così solo espresso un pensiero di pace e di misericordia.
    Fanta-religione? Forse sì, noi stiamo solo azzardando uno scenario plausibile viste le ultime notizie.
    Dopo la figuraccia fatta dalla Segreteria di Stato Vaticana nei confronti dell’Ordine di Malta, l’intento comunque era riuscito, la miccia era stata accesa ed infatti qualche giorno dopo ecco la prima accusa contro il cardinale Burke che, davvero, non c’azzeccava nulla in questa storia. Il presidente tedesco dell’Ordine di Malta ha attaccato, con una violenza verbale inaudita, i suoi superiori all’interno dell’Ordine di Malta, il maestro dell’Ordine Matthew Festing e il cardinale protettore Raymond Leo Burke. Parlando al National Catholic Register, Erich Lobkowicz ha detto che è in corso “una battaglia intorno a tutto ciò che rappresenta il Papa Francesco” da parte di “una piccola cricca di vecchi pignoli estremisti e irriducibili, che hanno perso il treno in ogni modo”…. considerano Festing e il cardinal Burke “malfattori” per aver rimosso Albrecht Freiherr von Boeselager dall’Ordine dopo che lo stesso è stato coinvolto in una distribuzione di mezzi contraccettivi in Africa, in chiara opposizione al magistero della Chiesa Cattolica, che il Sovrano Ordine Militare di Malta rispetta.
    Ed è notizia fresca, fresca di giornata: Ordine di Malta, il Papa chiede al Gran Maestro di dimettersi. Fra Matthew Festing accetta, presenterà le sue dimissioni al Sovrano Consiglio dell’Ordine. E dunque, il primo è caduto nella rete, adesso toccherà al secondo, i due “malfattori” sono puniti. Infatti, dice l’Ansa:
    “Quando il Gran Maestro avrà presentato le dimissioni al sovrano consiglio si concluderà una fase burrascosa dell’Ordine di Malta…” la fase due saranno le dimissioni – volontarie o no – del cardinale Burke. Così il Papa avrà preso due piccioni con una fava, liberandosi di un troppo dottrinale “rigido esecutore della dottrina” quale era il fedelissimo Fra Matthew Festing, e al tempo stesso si sarà liberato (vendicato?) del cardinale Burke (vero scopo e fine dell’attacco all’Ordine di Malta da parte del Vaticano) co-autore della Lettera al Papa sui Dubia, uscendone naturalmente pulito.
    Lo strano ed improvvisato intervento del presidente dell’Ordine di Malta tedesco, Erich Lobkowicz, ha tolto di colpo, e provvidamente, dall’impaccio e dallo stallo, non solo il desiderio del Papa, ma anche le richieste della Segreteria di Stato. E sì perché diciamocelo seriamente, queste dimissioni non sono state “chieste” ma imposte.
    Le colpe del Gran Maestro, che una volta eletto resta in carica a vita come il Papa, sono state due. La prima l’aver osato destituire un tale che sfruttava il cristianesimo spargendo profilattici; la seconda quella nelle scorse settimane quando aveva dichiarato pubblicamente che il Pontefice doveva «restare fuori dalle nostre questioni interne»: una presa di posizione del tutto «inedita» nella quasi millenaria storia dell’Ordine, ma dichiarante anche il vero.
    Chi frequentò l’allora card. Bergoglio in Argentina, racconta che “non dimentica mai uno sgarro” e di averlo visto “sorridere solo quando sconfiggeva un suo nemico”.
    E chi conosce il clericalese, o se preferite certa pratica usuale nel gesuitismo, sa perfettamente che questa imposizione a dimettersi è anche un segnale, un avviso, un monito del Papa per l’altro coinvolto, come a dirgli: “non farmi chiedere a me le tue dimissioni, dimettiti di tua iniziativa”. Del resto lo ha detto lui stesso nella solita intervista improvvisata: “Potrei passare alla storia come colui che ha diviso la Chiesa”, parole a lui attribuite, ma come sempre mai smentite, al contrario.
    La nostra è una previsione ed è ovvio che ci auguriamo vivamente di perderla. Ma siamo anche realisti e non superstiziosi, e la realtà sostiene questa previsione. A giorni sapremo come andrà a finire la vicenda. Tuttavia appare strana la coincidenza (sempre coincidenze?) che tutto questo caos è scattato dopo la Lettera dei quattro cardinali su i Dubia e di cui il cardinale Burke si è fatto portavoce.
    AGGIORNAMENTO
    L’editoriale del Catholic Herald pone un’intessente interrogativo: Il Vaticano ha distrutto la sovranità dell’Ordine di Malta. E se l’Italia facesse lo stesso col Vaticano?

    https://cronicasdepapafrancisco.word...a-santa-marta/
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

 

 
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