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Discussione: Papa Francesco.

  1. #1761
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    La mossa delle parrocchie: veglie anti-omofobia in chiesa
    La Chiesa cattolica in prima linea nella lotta contro l’omofobia. In previsione della Giornata mondiale per la lotta contro l’omo-transfobia, il prossimo 17 maggio, decine di parrocchie in tutta Italia si preparano ad ospitare veglie e iniziative di vario genere per combattere le discriminazioni.
    Una linea sicuramente ispirata dalle numerose prese di posizione di Papa Francesco in merito. Il Pontefice più volte ha richiamato la necessità di “non giudicare” i gay e di “accompagnare” le persone che intraprendono il delicato itinerario di cambiamento di sesso. E la Chiesa italiana si adegua.
    A Milano la parrocchia di Santa Maria della Passione organizza veglia contemporaneamente al tempio valdese, mentre a Palermo i padri gesuiti e i padri comboniani si sono schierati al fianco della Chiesa evangelica luterana. A Pinerolo la comunità cristiana di base di don Franco Barbero organizzerà una manifestazione in piazza per un “salutare rinnovamento teologico nella Chiesa”. Altre iniziative sono in programma a Firenze, Reggio Emilia, Catania, Trieste e Bologna.
    La svolta rispetto agli anni passati è evidente: a Genova, dove fino a pochi anni fa la diocesi vietava l’utilizzo della chiesa della Sacra Famiglia per le iniziative, quest’anno la veglia sarà ospitata in una parrocchia ed è attesa la presenza del Vicario generale Nicolò Anselmi.
    I tempi della De pastorali personarum homosexualium cura dell’allora cardinale Joseph Ratzinger non sono mai stati così lontani: era il 1986 e l’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede definiva l’inclinazione omosessuale come “oggettivamente disordinata” dal punto di vista morale. Un’altra epoca storica.
    La mossa delle parrocchie: veglie anti-omofobia in chiesa « www.agerecontra.it

    La Marcia Trionfale invertita della neochiesa
    di Paolo Deotto
    L’argomento merita solo poche parole, e per il resto rimando alla lettura dell’articolo pubblicato ieri su Repubblica, il più autorevole organo di informazione della neochiesa. L’articolo ci informa sulla “svolta della Chiesa” (la “C” maiuscola pare quanto mai impropria) in materia di omosessualità. Come si può leggere dall’autorevole organo di informazione, ciò che ieri il nostro Cristiano Lugli denunciava per Reggio Emilia si verifica in diverse città italiane, senza “interventi censori di vescovi e cardinali”.
    Spero solo che, di fronte a questa indecenza, non ci sia qualche anima bella che esprima “dubia” chiedendo al Ceo di Santa Marta dei chiarimenti. Almeno, suvvia, non prendiamoci in giro. Ormai si gioca a carte scoperte e l’intento demoniaco di questi signori che organizzano o che comunque lasciano fare, è fin troppo chiaro.
    Lasciamo perdere il fatto che tutti conoscono, ovvero che se ci sono individui non perseguitati, questi sono proprio i vari invertiti, lesbiche e torbida compagnia. E se almeno fossero un po’ perseguitati, se esistesse ancora quello che una volta si chiamava “biasimo sociale”, potrebbero essere indotti a riflettere un attimo sul fatto che, magari, chissà, c’è qualcosa di riprovevole nei loro comportamenti.
    Non sono perseguitati, smettiamo di raccontar balle; chi davvero lavora contro di loro è la neochiesa, che con perfidia, ripeto, perfidia, li “accoglie e accompagna” (dove li accompagna? Boh!), ossia non fa più nulla per la loro salvezza. Il peccato impuro contro natura è tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio. La neochiesa, non ammonendoli sulla gravità del loro peccato, mielosa come l’omino della fiaba di Pinocchio, che conduce i bimbi discoli nel Paese dei Balocchi, li conduce alla perdizione, come conduce alla perdizione quei fedeli che, danno disgraziatamente ascolto alle nuove menzogne consolidate.
    Dobbiamo pregare in riparazione, anche perché molti di questi scempi vengono consumati in luoghi consacrati. Ma dobbiamo comunque tenerci alla larga da questa nuvola di zolfo che si fa sempre più soffocante, in cui ci invitano a entrare con la favola di una misericordia imbrogliona. Cosa c’è di “cattolico” in tutto ciò? Nulla.
    https://www.riscossacristiana.it/la-...-paolo-deotto/



    Il modo più chiaro e più pratico per manifestare la propria disapprovazione nei confronti di Francisco è colpirlo nel portafoglio, scegliendo la Sacra Arcidiocesi Ortodossa come destinataria dell'8 per 1000. I pagani possono optare per l'Unione Induista.
    Bisogna infatti ricordarsi che chi non effettua una opzione precisa finisce per indirizzare comunque il denaro al Papocchio, a causa del meccanismo di ripartizione elaborato dal fisco itagliano.




  2. #1762
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    ATTI DI FORZA. GLI OLIGARCHI “SANNO DI AVERE POCO TEMPO”.
    Maurizio Blondet
    Macron farà “le riforme” che Berlino chiede, spiega Le Monde. Le farà nei primi cento giorni. E, applaudendo alla bravura: le farà “per decreto”, senza passare per le camere. In cui non ha maggioranza. I sindacati scenderanno in piazza? I sindacati protestano sempre per qualunque ragione,hanno già protestato il giorno dopo la trionfale elezione del candidato europeista. L’importante, è capire la strategia. Ad ogni richiesta di Parigi alla Germania di fare “più Europa”, ossia di emettere titoli di debito europei (mettere in comune i debiti pubblici) e soprattutto ridurre l’enorme attivo commerciale tedesco, Berlino ha risposto: prima fate le “riforme”, tagliate i vostri costi del lavoro, del sistema pubblico.
    “Penser Printemps”, era il suo slogan. “Pensate Primavera”.
    Ora Macron farà “le riforme”, e poi, vedrete, obbligherà la Germania a fare più Europa, a mettere in comune i debiti, obbligherà Berlino a fare dell’euro una vera moneta, con trasferimenti dalla Germania ai paesi miserabili del terzo mondo europeo. Vedete che rischi corre Macron, che coraggio mostra, per fare più Europa. Ridurrà i francesi alle austerità, che lo vogliano o no.
    Passiamo a Washington. Dicono Politico, McClatchy, insomma i siti del gossip del Colle: Comey, il capo dell’FBI, aveva chiesto al governo più mezzi, più fondi e più uomini da dedicare alle indagini sulla collusione di Trump con Putin. Esasperato, Donald ha licenziato Comey.
    Questa dell’interferenza di Mosca è una narrativa creata dai neocon (che vogliono la guerra con la Russia per il bene supremo di Sion) e di diversi democratici clintoniani, per “spiegare” come mai Hillary Clinton ha perso. Non c’è uno straccio di prova, come ha dovuto confermare la senatrice Dianne Feinstein alla CNN martedì, dopo una visita alla Cia. “Nessuna prova finora”. Sono sei mesi che Comey ha impegnato lo FBI e i suoi potenti mezzi nella ricerca delle prove; ed ora ha chiesto soldi alla sua vittima per poterla incriminare.
    Agente di Mosca.
    L’effetto del licenziamento non ha però fatto calare l’accusa a Trump di essere soggetto a Putin: anzi adesso i democratici pretendono che l’inchiesta venga accelerata, intensificata; anzi di più; che si nomini uno “special prosecutor”; un procuratore speciale – come quello che fu nominato per indagare Nixon sullo scandalo Watergate (stranamente, i democrats non ricordano mai l’altro special prosecutor, quello che perseguì l’impeachment di Bil Clinton per aver mentito sui suoi rapporti (carnali) con Monica Lewinsky. I media ovviamente appoggiano ululando la causa: la caccia a Trump spia russa è entrata in una fase nuova, più violenta e decisa.
    Le oligarchie hanno fretta
    E chiaro che a Parigi come a Washington, gli eventi hanno una cosa in comune: gli atti di forza. Le oligarchie forzano le procedure, calpestano le norme democratiche e le classi sociali, abbandonano persino la semplice razionalità, pur di ottenere quello che vogliono. “Sanno di avere poco tempo”. Con ciò, sfidano le loro vittime a rispondere con atti di forza e forzature, in una escalation ineluttabile che avvicina alla guerra civile, o semplicemente alla guerra. Ai neocon, agli oligarchi “europeisti”, non importa nulla. Hanno fretta.
    Una simile forzatura distruttiva sta avvenendo in Vaticano, sotto la guida di Bergoglio. Me l’hanno segnalata vari amici.
    Il cardinale Francesco Coccopalmerio, residente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, ha scritto un librettino adulatorio del Papa in difesa del “capitolo ottavo della Esortazione Amoris Laetitia”. E’ la solita questione della Comunione da dare ai divorziati risposati, come vuole Bergoglio; ma Coccopalmerio la applica ad altri Sacramenti.
    Proviamo a seguire il suo ragionamento, perfidamente lucido: nella Amoris Laetitia, El Papa e la sua Chiesa riconoscono che c’è del bene, “un seme di matrimonialità”, anche nelle unione “irregolari”, negli adulteri di qualche durata; ebbene, allora ciò vale anche per il Sacramento dell’Ordine. I preti e vescovi anglicani, per esempio, hanno “tracce di sacerdotalità”. “Abbiamo avuto, e abbiamo ancora, una rigida comprensione della validità e dell’invalidità: questo è valido, e ciò non è valido. Bisogna dire: questo è valido in un certo contesto e ciò è valido in un altro contesto”.
    Ora, per il cattolicesimo è essenziale sapere se il prete che celebra la Messa è “ordinato” in modo canonico, nella continuità con gli apostoli, perché da ciò dipende la validità dell’Eucarestia (degli altri sacramenti). Coccopalmerio dice che i preti anglicani possono celebrare Messe valide “in un certo contesto” E’ chiaro il motivo: inglobarsi nelle forme del protestantesimo, dichiararle tutte la stessa Chiesa.
    Anche un non-credente, spero, può capire le conseguenze di queste asserzioni. Anzitutto, Coccopalmerio contraddice la bolla di Leone XIII Apostolicae Curae (1896), la quale afferma che le ordinazioni degli anglicani sono “del tutto invalide e assolutamente nulle”. Va bene – la nuova Chiesa si arroga la pretesa di negare l’infallibilità dei Leone XIII – ma con ciò afferma invece l’infallibilità assoluta del suo papa preferito, Bergoglio.
    “Mezzi” sacramenti del nuovo Cristo
    Quindi Bergoglio è il nuovo Cristo, colui che stabilisce e proclama una nuova Legge sulla propria autorità. Ma perché noi dovremmo credere che l’argentino sia più infallibile di Leone? Una volta che si insinua che i precedenti documenti magistrali pontifici sono”superati” e non obbligano noi fedeli, a maggior ragione noi fedeli ce ne infischiamo di quel che dice Bergoglio, solo perché è alla moda ed è amato dal fondatore di Repubblica e dalla Massoneria.
    Anche perché, se diamo ragione al Cocco adulatore, vuol dire che ci sono mezzi sacerdoti, gli anglicani, che possono somministrare Comunioni valide “in un certo contesto”; e domani le vescovesse luterane, in cui il Bergoglio scorge “tracce” di sacerdotalità, daranno “tracce” di estreme unzioni, mezze assoluzioni semi-sacramentali, residui di Cresime… Anche il non-credente, spero, coglierà che qui non è tanto offesa la Fede, quanto la Ragione. Questi sono dementi. O capziosi serpenti.
    In realtà è proprio ciò che ha insinuato Schoenborn al Sinodo: visto che riconosciamo tracce di ecclesialità nelle Chiese separate, perché non riconoscere tracce di matrimonialità nelle “unioni irregolari”?
    Non so se avete capito: questi prelati apostati non vogliono arrivare alla Comunione ai divorziati risposati, hanno già superato questo scoglio. Vogliono arrivare al matrimonio omosessuale, a riconoscere “matrimonialità” alle nozze “gay”. E ammetterle alla Comunione. Sacrilega? ma solo “in un certo contesto”.
    Credete forse che pongano tempo in mezzo costoro? No, accelerano. Forzano. El Papa ha indicato loro la strada, nell’ottobre scorso: Bisogna «accogliere e accompagnare» omosessuali e trans. Detto fatto: ORA NUMEROSE PARROCCHIE, DA GENOVA A PALERMO, ADERISCONO ALLA GIORNATA MONDIALE PER LA LOTTA ALL’OMO-TRANSFOBIA
    La Giornata Mondiale contro la omo-transfobia è ovviamente indetta dalle Nazioni Unite, ossia dalla Massoneria. Già molte parrocchie aderiscono alla volontà massonica.
    linea bergoglio: molte parrocchie aderiscono alla giornata mondiale per la lotta all?omo-transfobia - Dagospia
    “Alcuni santi erano gay”, dicono in Vaticano.
    Ma credete che si contentino? Che prendano una pausa? Macché. Ecco un titolo del Giornale.it: Il consulente del Vaticano: “Alcuni santi erano gay” – Padre James Martin, consulente della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, su Facebook: “… Potresti essere sorpreso quando in Paradiso verrai salutato da uomini e donne Lgbt”.
    Hanno fretta. Sanno di avere poco tempo.
    Un mio amico commenta: “Le parole di Coccopalmerio implicano che il sacramento della Ordinazione non ha valore in sé e diventano una negazione di questo sacramento”. Un altro: “I ragionamenti di Coccopalmerio somigliano molto a quelli di un angelo decaduto che convinse Eva a mangiare il frutto proibito e a darne a suo marito”.
    A me ha suscitato un ricordo simile. Il canto ventisettesimo dell’Inferno, dove Guido da Montefeltro – politico fattosi francescano per salvare la propria anima – accetta di dare un consiglio malvagio di potere politico a Bonifacio VIII, perché quel Papa gli dà l’assoluzione preventiva. “Lo ciel poss’io serrare e diserrare, come tu sai”, gli dice quel Papa, pre-Bergoglio.
    Convinto, Guido, che era stato un politico “più volpe che lione”, consiglia al Papa di fare certe promesse e non mantenerle. Al momento della morte, si presenta san Francesco a prendere la sua anima e salvarla; ma deve abbandonarlo a un “nero cherubino”, il quale gli dice: “Non mi far torto …che assolver non si può chi non si pente – né pentere e volere insiem nol puossi / per la contraddizion che non consente”.
    E mentre il nero cherubino lo porta giù all'inferno, gli dice schernitore: “Forse/ tu non pensavi ch’io loico fossi”. Il diavolo è “loico”, sa fare ragionamenti capziosi, e suggerirli a un Coccopalmerio.
    ATTI DI FORZA. GLI OLIGARCHI "SANNO DI AVERE POCO TEMPO". - Blondet & Friends





    Il modo più chiaro e più pratico per manifestare la propria disapprovazione nei confronti di Francisco è colpirlo nel portafoglio, scegliendo la Sacra Arcidiocesi Ortodossa come destinataria dell'8 per 1000. I pagani possono optare per l'Unione Induista.
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  3. #1763
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Reggio Emilia: 3 Giugno la processione in riparazione al Gay Pride si farà.
    Riportiamo con piacere la pia e doverosa iniziativa del neocostituito Comitato reggiano "Beata Giovanna Scopelli", ossia la Processione di preghiera e di riparazione che si terràa Reggio Emilia il 3 giugno in contemporanea al gay pride emiliano.
    Nonostante le accesissime polemiche su tutta la stampa nazionale

    https://www.radiospada.org/2017/05/d...amenti-stampa/

    e nonostante le mistificazioni dei nemici, l'iniziativa è CONFERMATA.
    ***
    16 maggio 2017
    Alla Cortese Attenzione delle Redazioni interessate,
    Dato il susseguirsi di indiscrezioni, alcuni chiarimenti si rendono necessari:
    1. Il Comitato «Beata Giovanna Scopelli» è un comitato cattolico (senza ulteriori aggettivi) e conferma in modo chiaro che il 3 giugno darà luogo alla Processione di riparazione al gay pride. Nel fare questo è animato non dalle opinioni o dall’emotività dei suoi membri ma dalla inequivocabile Dottrina della Chiesa.
    2. Il Comitato è supportato da diverse realtà cattoliche (tra cui: Radio Spada, Riscossa Cristiana, Notizie Pro Vita, Chiesa e post-concilio, UnaVox, ecc); non ha una gerarchia formale e i suoi oltre 1100 membri (in crescita) sono raccolti nell’omonimo gruppo Facebook.
    3. Questo è il suo primo comunicato stampa ufficiale: la pressione mediatica verificatasi nei giorni scorsi non è derivata da nostri comunicati alla stampa ma dalla semplice presentazione della Processione, proposta su siti cattolici (si veda elenco precedente). Le comunicazioni del Comitato con la stampa, anche per un semplice principio di sobrietà, avverranno principalmente attraverso testi simili a questo.
    4. I passi necessari alla realizzazione della Processione sono stati svolti presso le autorità competenti: semplicemente ci sarà una piccola modifica del percorso, che indicheremo nella nuova locandina.
    5. L’iniziativa che si svolgerà il 3 giugno è senza “cappelli” politici e senza “sigle” di riferimento.
    Ringraziando per l’Attenzione, porgiamo
    Cordiali Saluti.
    Il Comitato «Beata Giovanna Scopelli»
    Non facciamo mancare il sostegno a questa iniziativa. Chi è interessato a partecipare o a spargere la voce si iscriva al gruppo Facebook del Comitato, e inviti i propri amici.

    https://www.facebook.com/groups/314714742282355/

    La lista dei promotori si allunga (compresi sacerdoti). Anche il network ‘Messainlatino’ aderisce alla riparazione.
    L’uragano mediatico continua ma con esso cresce il numero di adesioni al Comitato «Beata Giovanna Scopelli».
    Nella giornata di oggi sono anche state definitivamente messe a tacere le voci che parlavano di mancate autorizzazioni o di iniziativa “a rischio”: Processione riparazione gay pride, TUTTO CONFERMATO: ecco il Comunicato ufficiale del Comitato B. G. Scopelli.
    Poche ore fa pure il network di Messainlatino (principale sito di coordinamento operativo per le celebrazioni Summorum Pontificum) è sceso chiaramente in campo per sostenere l’iniziativa, aggiungendosi alla lista delle altre associazioni promotrici.
    Dal Comitato inoltre filtrano indiscrezioni per cui “già diversi sacerdoti avrebbero dato la propria adesione“.
    https://www.radiospada.org/2017/05/l...a-riparazione/

    [PROCESSIONE 3 GIUGNO]
    La Tradizione scende per le strade
    di Nicolò Volpe
    Il 3 giugno i cattolici, legati alla Tradizione, e proprio per questo cattolici, faranno sentire la loro voce, nel modo più tradizionale possibile, con una processione di riparazione, come hanno fatto intere popolazioni per secoli.
    Se un tempo erano le autorità ecclesiastiche e civili ad indire e organizzare questi gesti, oggigiorno la realtà è ben diversa ed è per questo che è particolarmente significativo che il Comitato Beata Giovanna Scopelli, senza leader e portavoce, abbia raccolto in pochi giorni più di 1000 persone, pronte a partecipare alla processione, mettendo da parte sigle e differenze di vedute.
    La riparazione è tanto più necessaria, quanto è più grave l’offesa, in questo caso un corteo sodomitico e omosessualista, in concomitanza con la grave profanazione di chiese con veglie antiomofobia avallata dal vescovo stesso.
    E se processioni di riparazione per questo tipo di scempi, si sono svolte anche in passato, in altre città, meno rosse rispetto a Reggio Emilia, il cosiddetto Remilia Pride, rappresenta un evento particolarmente importante per le forze della dissoluzione, vista anche la fama di Reggio Emilia come bastione inespugnabile della sinistra più violenta e becera.
    Politicanti locali del PD, con spilla dell’ANPI che vanno chiacchierando di amore contro l’odio e altre sciocchezze, sono il perfetto esempio di una sinistra erede della triste stagione di sangue del triangolo rosso, in cui sacerdoti e seminaristi come il Beato Rolando Rivi vennero barbaramente trucidati, aggiornata a tutte le nefandezze dell’attuale mondialismo.
    E malgrado le “dichiarazioni universali d’amore” i cattolici sanno bene che le bestemmie, le provocazioni, gli insulti di questi giorni, testimoniano come i pensieri, le parole e le azioni di certi individui sono intrise nel fango più putrido.
    Del resto uno dei guru di questo movimento, tale Mario Mieli, morto suicida, era un individuo avvezzo a pratiche talmente ributtanti, da essere di chiara ispirazione diabolica e tali da non poter essere citate senza scandalizzare chi legge[mangiava la merda, con gusto.....].
    Colpisce anche lo sconcerto del fronte “arcobaleno” che definisce la processione “comica e anacronistica” tanto che alcuni hanno pensato ad una messinscena tanto per rendere la situazione più movimentata. Questo significa anche che i personaggi in questione si sentono talmente potenti, sdoganati e sicuri di sè da non aspettarsi alcuna voce contraria. Mostra inoltre che hanno la coda di paglia, non sono assolutamente perseguitati, anzi sono talmente tronfi da restare a bocca aperta, increduli, di fronte al gesto dei cattolici.
    Penoso o peggio è stato l’atteggiamento della diocesi, che vieta l’accesso al sagrato della cattedrale e condanna la processione, ma pietoso è stato anche vedere, sulla rete, dei “cattolici”, quelli si' sedicenti, fare ammenda sulle pagine facebook dei summenzionati individui, chiedendo scusa per il fatto che un’iniziativa realmente cattolica abbia luogo a Reggio Emilia.
    Il linguaggio stesso utilizzato dal Comitato è stato irriso ed è diventato motivo di lazzi da parte della canea omosessualista e comunista.
    Molto bene, il linguaggio e i pensieri dei cattolici non devono essere quelli del mondo, nella consapevolezza che “Sub Christi Regis vexillis militare gloriamur”.
    https://www.radiospada.org/2017/05/p...per-le-strade/

    Il consulente del Vaticano: “Alcuni santi erano gay”
    Matteo Carnieletto
    “Alcuni santi erano gay“. Hanno suscitato enorme stupore le parole scritte su Facebook da padre James Martin, il gesuita chiamato il mese scorso da Bergoglio a ricoprire il ruolo di consulente della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede.
    Tutto è iniziato il 5 maggio, quando il sacerdote ha postato sulla propria pagina Facebook un post riguardante l’incontro tra il vescovo di Lexington, John Stowe, e i supporter di New Ways Ministry, un gruppo che “sostiene lesbiche, gay, bisessuali e trans cattolici“. Padre Martin ha commentato così questa notizia: “Un altro segno di benvenuto e di costruzione di ponti“. Molti commentatori non hanno apprezzato la scelta del gesuita e hanno fatto notare come la dottrina della Chiesa dica tutt’altro.
    A questo punto, padre Martin è intervenuto dicendo che “alcuni santi erano gay. Una certa parte dell’umanità è gay. Anche una certa parte dei santi poteva esserlo“. LifeSite, che ha diffuso la notizia, fa però notare che i santi e i dottori della Chiesa come san Pier Damiani definiscono l’omosessualità un “vizio” che “apre l’inferno e chiude le porte del Paradiso“.
    L’anno scorso, padre James Martin ha ricevuto un premio da New Ways Ministry. In quell’occasione il sacerdote disse, sempre secondo quanto riporta LifeSite, che la Chiesa dovrebbe abbracciare il “dono speciale” dell’omosessualità. In passato il sacerdote ha anche detto che “gli studenti trans dovrebbero poter utilizzare i bagni che preferiscono“.
    Il consulente del Vaticano: ?Alcuni santi erano gay? « www.agerecontra.it





    Il modo più chiaro e più pratico per manifestare la propria disapprovazione nei confronti di Francisco è colpirlo nel portafoglio, scegliendo la Sacra Arcidiocesi Ortodossa come destinataria dell'8 per 1000. I pagani possono optare per l'Unione Induista.
    Bisogna infatti ricordarsi che chi non effettua una opzione precisa finisce per indirizzare comunque il denaro al Papocchio, a causa del meccanismo di ripartizione elaborato dal fisco itagliano.




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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Dimissioni di Benedetto. Ecco il segreto...di Pulcinella
    di Paolo Maria Filipazzi
    Vi invitiamo a leggere tutto l'articolo che segue, non tanto per prendere atto di "cosa" viene svelato, ma per prendere atto di "chi" avalla questa tesi.
    “Le frizioni tra Chiesa e Stati Uniti non sarebbero venute meno neanche con la scomparsa di Giovanni Paolo II. Avrebbero invece avuto un seguito durante il pontificato di papa Ratzinger, nel corso del quale ad acuirle non sarebbe stato soltanto l’investimento fatto da Barack Obama e Hillary Clinton sull’ islam politico della Fratellanza musulmana durante le cosiddette primavere arabe, ma altresì la ferma volontà di Benedetto XVI di pervenire a una riconciliazione storica con il patriarcato di Mosca, che sarebbe stata nelle sue intenzioni il vero e proprio coronamento religioso di un progetto politico di integrazione euro-russa sostenuto con convinzione dalla Germania e anche dall’Italia di Silvio Berlusconi – ma non da quella, più filo-americana, che si riconosceva in Giorgio Napolitano.
    Com’è andata a finire, è noto a tutti. Governo italiano e papato sarebbero stati simultaneamente investiti da una campagna scandalistica, coordinata, di rara violenza e priva di precedenti, alla quale si sarebbero associate anche manovre più o meno opache nel campo finanziario, con l’effetto finale di precipitare nel novembre del 2011 l’allontanamento di Berlusconi da Palazzo Chigi e, il 10 febbraio 2013, l’abdicazione di Ratzinger. Al culmine della crisi, l’Italia avrebbe visto progressivamente chiudersi le porte d’accesso ai mercati finanziari internazionali, mentre l’Istituto per le Opere di Religione (Ior) sarebbe stato tagliato temporaneamente fuori dal circuito Swift (4).
    (4) Lo Ior sarebbe stato escluso dal sistema internazionale dei pagamenti dal 1° gennaio all’11 febbraio 2013 sulla base dell’accusa di concorrere ad attività di riciclaggio, con l’effetto di indurre Deutsche Bank a bloccare il funzionamento dei bancomat in tutto il territorio dello Stato della Città del Vaticano. La notizia venne data in Italia da la Repubblica, il 3 gennaio 2013, quando Fabio Tonacci pubblicò un pezzo con questo titolo: “ Vaticano, stop a carte e bancomat. Sospesi i servizi di pagamento”. All’indomani dell’annuncio dell’abdicazione di papa Ratzinger, la Santa Sede otterrà da una banca svizzera il ripristino dei servizi interrotti” .
    Conclusa questa lunga citazione, passiamo ad indicarne la fonte. Maurizio Blondet? Antonio Socci? Gli hacker russi? Ebbene no, i dati bibliografici sono i seguenti: Germano Dottori, Perché ci serve il Vaticano, in Limes – Rivista italiana di geopolitica, n.4/2017 (aprile), pagg. 151-158 (in particolare, le frasi riportate sono a pagina 154).
    Insomma, leggendo l’ultima uscita della più nota testata italiana nel settore della geopolitica, una testata cui viene riconosciuto un ruolo tale che ogni numero viene presentato, non senza una certa solennità, dal suo direttore, sulla televisione di Stato, possiamo apprendere le seguenti informazioni:
    1) Il successo politico della Fratellanza Musulmana (cioè dell’Islam integralista) in seguito alla “primavere arabe” non è stato, come molti potrebbero pensare, un effetto non voluto dal progressismo deficiente di Obama, ma qualcosa di voluto;
    2) Benedetto XVI ha perseguito con “ferma volontà” il disegno di riconciliare la Chiesa Cattolica con il Patriarcato di Mosca;
    3) Questi due fattori hanno acuito le frizioni fra Chiesa e Stati Uniti iniziate nell’ultima fase del pontificato di San Giovanni Paolo II;
    4) Il Governo Berlusconi sosteneva il disegno di Benedetto XVI in ottica filorussa;
    5) In questo si è alienato le simpatie degli americani, il cui uomo in Italia era nientemeno che l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
    6) Le campagne scandalistiche simultanee subite in quegli anni da Berlusconi e da Benedetto XVI erano coordinate fra loro, volte a colpire due personaggi che, nell’ottica statunitense, erano evidentemente troppo filo-russi ed assai poco obbedienti alla Casa Bianca;
    7) A questa campagna denigratoria si accompagnarono manovre finanziarie opache sia contro l’Italia (ricordate lo spread?), sia contro il Vaticano (confermando quanto già lasciato intendere in precedenza da altre fonti);
    8) Tutto questo ha portato alle dimissioni di Berlusconi (e fin qui, niente che già non fosse notorio) ed anche, udite udite, a quelle di Benedetto XVI.
    Come carico da novanta, Limes è da sempre edito dal medesimo gruppo editoriale di la Repubblica, vale a dire dell’organo di stampa che fece da apripista a quella doppia campagna scandalistica “coordinata, di rara violenza e priva di precedenti”. Insomma, loro lo sanno bene…
    Che dire? Ci eravamo sempre voluti tenere fuori da polemiche di tipo “complottista” su quanto accaduto negli ultimi tempi del papato ratzingeriano e dalle dietrologie sulle sue dimissioni. Lo faremo anche stavolta. Ci limitiamo a segnalare quanto affermato da una testata non certo accusabile di vicinanza alla “kuria conservatrice” e nemmeno ai “quattro gatti” tradizionalisti. Ci permettiamo di segnalare il passaggio in cui si dice: “Come è andata a finire, è noto a tutti”.
    Altro che “gombloddo”. Qui si tratta di un segreto di Pulcinella…
    Dimissioni di Benedetto. Ecco il segreto...di Pulcinella ~ CampariedeMaistre

    Clamoroso: Benedetto XVI in campo per frenare la deriva liturgica e sostenere il cardinale Sarah
    di Riccardo Cascioli
    «Con il cardinal Sarah la liturgia è in buone mani». Firmato: Benedetto XVI. Quello che a prima vista può sembrare un semplice atto di stima, è in realtà una vera e propria bomba. Significa infatti che il Papa emerito – pur con il suo stile discreto - scende direttamente in campo a difesa del cardinale Robert Sarah che, come prefetto della Congregazione per il Culto divino, è stato ormai isolato ed emarginato dalle nuove nomine di papa Francesco, e pubblicamente smentito nel suo indirizzo dallo stesso Papa.
    Il clamoroso gesto di Benedetto XVI è arrivato sotto forma di post-fazione per un libro del cardinale Sarah, “La force du silence” (Il potere del silenzio), non ancora tradotto in italiano. Il testo di Benedetto XVI dovrebbe essere pubblicato sulle prossime edizioni del libro, ma è stato reso pubblico ieri sera dal sito americano First Things.
    In esso Benedetto XVI elogia grandemente il libro del cardinale Sarah e Sarah stesso, definito «maestro spirituale, che parla dal profondo del silenzio con il Signore, espressione della sua unione interiore con Lui, e per questo ha da dire qualcosa a ciascuno di noi».
    E alla fine della lettera si dice grato a papa Francesco per «aver nominato un tale maestro spirituale a capo della congregazione per la celebrazione della liturgia nella Chiesa». È una nota che sa più di blindatura che di vera gratitudine. Non è un mistero infatti che nel corso dell’ultimo anno il cardinal Sarah è stato via via esautorato di fatto, prima con la nomina dei membri della Congregazione che ha avuto l’esito di circondare Sarah di personaggi progressisti apertamente ostili alla “riforma della riforma” invocata da Benedetto XVI e che il cardinale tentava di realizzare. Poi l’aperta sconfessione da parte di Bergoglio a proposito della posizione degli altari; quindi la nuova traduzione dei testi liturgici che sarebbe allo studio di una commissione creata a insaputa e contro il cardinale Sarah; infine le mosse di Bergoglio per studiare una messa "ecumenica" bypassando la Congregazione stessa.
    Si tratta di una deriva che colpisce al cuore lo stesso pontificato di Benedetto XVI che poneva la liturgia al centro della vita della Chiesa. E nel documento ora pubblicato, il Papa emerito rilancia un monito: «Così come per l’interpretazione della Sacra Scrittura, anche per la liturgia è vero che è necessaria una conoscenza specifica. Ma è anche vero della liturgia che la specializzazione può mancare l’essenziale a meno che non sia radicata in una profonda, interiore unione con la Chiesa orante, che sempre di nuovo impara dal Signore stesso cosa sia l’adorazione». Da qui l’affermazione finale che suona come un avvertimento: «Con il cardinale Sarah, maestro del silenzio e della preghiera interiore, la liturgia è in buone mani».
    Questo intervento di Benedetto XVI, che cerca di blindare il cardinale Sarah e rimetterlo effettivamente a capo della Congregazione per la liturgia, è senza precedenti. E seppure la forma è quella di un commento a un libro, a nessuno può sfuggire il significato ecclesiale di tale mossa, che indica la preoccupazione del Papa emerito per quanto sta avvenendo nel cuore della Chiesa.
    Benedetto XVI interviene ora sulla cosa che forse maggiormente ha caratterizzato il suo pontificato: «La crisi della Chiesa è una crisi della liturgia», ebbe modo di dire, e tale giudizio è stato rilanciato dal cardinale Sarah.
    E non bisogna dimenticare ciò che monsignor Georg Geinswein ha affermato in una recente intervista, in modo solo apparentemente innocente: rispondendo a una domanda sulla confusione che c’è nella Chiesa e alle divisioni che si sono create, disse che Benedetto XVI segue con attenzione tutto ciò che avviene nella Chiesa bergogliana. E ora vediamo che comincia discretamente a muovere qualche passo.
    Clamoroso: Benedetto XVI in campo per sostenere il cardinale Sarah



    GrilloShock. "Esiliare Ratzinger per sempre".
    di Francesco Filipazzi
    Generalmente quando parliamo di certa gente non facciamo nomi, ma questa volta l'entità delle affermazioni urlate da Andrea Grillo in un'intervista è tale, che è obbligatorio citarlo. Il "teologo" di fama ha infatti rilasciato dichiarazioni sconcertanti riguardo Benedetto XVI, reo di aver semplicemente scritto una postfazione al prossimo libro del card. Sarah.
    Grillo auspica la "morte istituzionale" di Ratzinger
    E' chiaro che l'intervista è stata rilasciata in modo concitato, perché il limite della decenza è ampiamente superato. Secondo Grillo l'uscita pubblica di Benedetto è uno sconfinamento inaccettabile, una scelta di campo ben precisa per disconoscere il successore Francesco.
    Opinione legittima? Forse, però condita con una selva di insulti vomitata contro il nostro novantenne preferito, che fanno presagire solo una grande isteria. "Come è evidente che la veste bianca e la loquacità, oltre alla residenza, debbono essere dettagliatamente normate. Il Vescovo emerito deve allontanarsi dal Vaticano e tacere per sempre."
    Inoltre "si dovranno prevedere, in futuro, norme che regolamentino in modo più netto e sicuro la “morte istituzionale” del predecessore e la piena autorità del successore, in caso di dimissioni".
    Dunque la libertà personale del Papa Emerito dovrà essere limitata in qualche modo? Lo mandiamo a Sant'Elena?
    GrilloShock. "Esiliare Ratzinger per sempre". E vuole chiudere i conti con il Summorum Pontificum ~ CampariedeMaistre

    Il modo più chiaro e più pratico per manifestare la propria disapprovazione nei confronti di Francisco è colpirlo nel portafoglio, scegliendo la Sacra Arcidiocesi Ortodossa come destinataria dell'8 per 1000. I pagani possono optare per l'Unione Induista.
    Bisogna infatti ricordarsi che chi non effettua una opzione precisa finisce per indirizzare comunque il denaro al Papocchio, a causa del meccanismo di ripartizione elaborato dal fisco itagliano.




  5. #1765
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Un'altro gesuita aspirante vescovo
    Segnatevi il nome, è uno che farà carriera: James Martin, gesuitico gesuitante gesuitogeno:
    «Probabilmente alcuni santi erano gay». Hanno suscitato enorme stupore le parole scritte su Facebook da padre James Martin, il gesuita chiamato da Bergoglio il mese scorso a ricoprire il ruolo di consulente della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede.
    Notare il metodo gesuitico:
    "probabilmente": «qui lo dico e qui lo nego»
    "alcuni": «sfumatura fumosa del "probabilmente"»
    "santi": «coloro che noi gesuiti odiamo dal profondo del cuore (però ci piace parlare di santi gesuiti, fa così figo...)»
    "erano": «verbo all'imperfetto in modo da sottolineare tutta la storia della Chiesa (sempre con la riserva mentale che i santi gesuiti sono studiosi famosi, appropò, quando facciamo santi Rahner, Kasper e Martini?)»
    "gay": «uuuh uuuh l'ho dettoooo! l'ho detto veramente! l'ho detto su Facebook!»
    https://letturine.blogspot.it/2017/0...e-vescovo.html



    Il Grillo "sparlante" ammette il complotto anti-Sarah
    di Riccardo Cascioli
    Se qualcuno poteva avere dei dubbi riguardo al significato della post-fazione di Benedetto XVI al libro sul silenzio del cardinale Robert Sarah, ci ha pensato uno dei “golpisti” a fugarli. Il liturgista Andrea Grillo, docente al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo e considerato molto apprezzato a Santa Marta, si è infatti scagliato con inaudita violenza contro il cardinale Sarah («incompetente» e «inadeguato») e Benedetto XVI, sempre definito Ratzinger o vescovo emerito, nonché causa del “fallimento”.
    Grillo è uno dei personaggi chiave che stanno lavorando alle spalle del prefetto della Congregazione per il Culto divino, il cardinale Sarah, con il beneplacito del Papa, per procedere in cambiamenti che contraddicono la “riforma della riforma” liturgica, tanto cara a Benedetto XVI e perseguita dallo stesso cardinale Sarah. Grillo è anche tra i protagonisti del lavoro della commissione – che esclude il cardinale Sarah – incaricata di procedere alla discussa e discutibile revisione della traduzione dei testi liturgici, in aperta contrapposizione alle disposizioni dell’istruzione Liturgia Authenticam. Si tratta di una questione cruciale che – come abbiamo spiegato – rischia di cambiare gli stessi contenuti della fede. Ma questo non è il solo file aperto: in ballo ci sono anche una marcia indietro sul motu proprio Summorum Pontificum con cui Benedetto XVI ha liberalizzato dieci anni fa il rito antico, e lo studio di una “messa ecumenica” per rendere possibile la comune celebrazione eucaristica con i luterani.
    Si tratta di una vera e propria rivoluzione in atto che ha nel cardinale Sarah l’ultimo ostacolo, e in questa prospettiva si comprende meglio il passo di Benedetto XVI che, pur nel suo stile discreto, ha voluto chiarire il significato autentico della liturgia e sostenere il cardinale Sarah.
    È una sorta di testamento spirituale che evidentemente ha fatto saltare i nervi a quanti hanno fretta di consolidare i princìpi fondanti della “nuova Chiesa” ed è chiaro che Grillo non parla solo a titolo personale. Così esce impunemente allo scoperto e parla della nomina del cardinale Sarah al Culto divino come di «un fallimento», una scelta fatta nel 2014 da Papa Francesco che al proposito ha avuto il torto di ascoltare «il parere del suo predecessore». Ma per Grillo «Sarah ha mostrato, da anni, una sostanziale inadeguatezza e incompetenza in ambito liturgico. Le sue rigidità impediscono all’ufficio della Congregazione di svolgere il suo lavoro ordinario».
    Quanto a Benedetto XVI, la sua mossa – secondo Grillo - si configura come «una rinuncia della rinuncia», «una interferenza grave e una alterazione degli equilibri ecclesiali». E qui anche l’ammissione di ciò che abbiamo scritto da tempo e che fin qui era stato sempre negato ufficialmente: la mossa di Benedetto XVI infatti «appare tanto più grave se, nel frattempo, si sta preparando un inevitabile e salutare avvicendamento all’incarico di Prefetto. Una sorta di “difesa in extremis” di un Prefetto ormai esautorato».
    L’uscita di Grillo sorprende fino a un certo punto chi segue con attenzione quanto sta accadendo nel Vaticano di Bergoglio, ma gli obiettivi dell’attacco e la violenza del linguaggio usato – che certamente non gli faranno perdere prestigio nelle stanze che contano – indicano il livello ormai raggiunto da questa eletta schiera di avanguardisti e aspiranti rivoluzionari. E non si tratta certo di un caso isolato.
    Il Grillo "sparlante" ammette il complotto anti-Sarah





    Il modo più chiaro e più pratico per manifestare la propria disapprovazione nei confronti di Francisco è colpirlo nel portafoglio, scegliendo la Sacra Arcidiocesi Ortodossa come destinataria dell'8 per 1000. I pagani possono optare per l'Unione Induista.
    Bisogna infatti ricordarsi che chi non effettua una opzione precisa finisce per indirizzare comunque il denaro al Papocchio, a causa del meccanismo di ripartizione elaborato dal fisco itagliano.




  6. #1766
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Hanno dovuto urgentemente tagliare dai filmati originali il momento nel quale Trump si toccava, circondato nelle foto ufficiali dalle tre Moire.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #1767
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    E se le Moire fossero venute da oltre oceano per il "nero" vestito di bianco?
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  8. #1768
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    La stantia teologia anni '70 di certi preti "giovani"
    di Rino Cammilleri
    La faccenda della processione del 3 giugno a Reggio Emilia, indetta dal Comitato Beata Giovanna Scopelli appositamente costituitosi, rischia di finire nel grottesco. Si tratta, come ormai sanno anche quelli che non lo vogliono sapere, di un «atto di riparazione» per il corteo del Gay Pride che si svolgerà nella stessa città. Sulla «Gazzetta di Reggio» il giornalista Luciano Salsi ha intervistato don Giordano Goccini, responsabile della pastorale giovanile della diocesi.
    Di regola, i responsabili della pastorale giovanile sono essi stessi preti giovani, e anche don Goccini lo è, almeno stando alla foto a corredo. Barbetta, diversi braccialetti colorati. Ed ecco il primo colpo a palle incatenate: «Questa manifestazione non nasce dalla Diocesi, che prende le distanze da essa. Il comitato che la promuove è qualcosa di misterioso. Ha qualche riferimento sui social network, ma i suoi membri non sono identificabili».
    Uno potrebbe obiettare che, quando non ci si vuol fare identificare, non si va certo per strada appresso a una processione, la quale si svolge, per definizione, coram populo. Ma tant’è: la diocesi che ha preso le distanze da una processione riparatoria è la stessa che, unica in Italia, si è solennemente consacrata alla Madonna di Fatima il 13 maggio, per il centenario. Un colpo al cerchio e uno alla botte? O un passo giudicato così estremo che subito bisogna farselo perdonare per non passare per «tradizionalisti»? Osato troppo, di questi tempi? Ma via…
    Andiamo avanti con l’intervista (di cui trascuriamo le domande, troppo ovvie): «Il Gay Pride ha un intento provocatorio, anche se oggi, dopo tanti anni, riesce meno ad ottenere il suo scopo. Tuttavia, non è nello stile della Chiesa rispondere a una provocazione con una provocazione. Quelli che si oppongono anziché andare in piazza potrebbero pregare in una chiesa, benché il pregare in riparazione dei peccati altrui sia un atto di presunzione».
    Ora, una sacra processione è una «provocazione»? Boh.
    Sì, quelli che si oppongono potrebbero andare a pregare in chiesa anziché per le strade. Ma siamo sicuri che i preti di cotale diocesi la concederebbero, una chiesa, all’uopo? No, siamo sicuri che non offrirebbero neanche una panca ai «provocatori» a cui non piace il Gay Pride.
    Riguardo alla «presunzione» di voler pregare per riparare i peccati altrui, rimandiamo all’esaustivo articolo che don Claudio Crescimanno ha scritto sulla Nbq il 19 u.s.
    Chi darebbe una chiesa a quelli del Comitato reggino, così definiti: «Non sono nella comunione della Chiesa universale. Non definiamoli cattolici»? (copyright don Goccini). Andiamo avanti.
    L’intervistatore chiede se, per la Chiesa, l’atto omosessuale rimane «peccato». L’intervistato non si spinge fino a rispondere «non più», ma, prudentemente, ricorda che «dal punto di vista dottrinale il nuovo catechismo redatto nel 1992 non ha cambiato alcunché. Sono cambiati la mentalità e l’atteggiamento della Chiesa, sintetizzati dalla battuta di papa Francesco: "chi sono io per giudicare?"». «Il patrimonio della fede non è qualcosa di statico e immutabile. È in mano al popolo di Dio. I credenti hanno una loro percezione della fede secondo il tempo in cui vivono e la Chiesa cammina coi tempi». Bella circonlocuzione, non c’è che dire. Qualche cattivo potrebbe capirla così: la fede muta a seconda dei tempi. Cioè, relativismo religioso.
    La sensazione, però, non è di novità, bensì di stantio: roba da teologia d’avanguardia negli anni Settanta. Infatti, ecco qua: a domanda sulle veglie di preghiera contro l’omofobia e la transfobia (una anche a Reggio) risponde «Secondo la predicazione di Gesù i peccati di cui Dio ci chiederà conto anzitutto sono altri, vale a dire quelli compiuti per brama di ricchezza». Come volevasi dimostrare, «ben altri» sono i peccati elencati nel Vangelo. Solo quelli ispirati dall’«opzione per i poveri»....
    La stantia teologia anni '70 di certi preti "giovani"

    La curia di Reggio Emilia e la processione in riparazione del gay-pride: la fantasia al potere
    di Paolo Deotto
    Scrisse Metastasio: “Un bel tacer talvolta / Ogni dotto parlar vince d’assai”. Massima di saggezza, enunciata anche nel proverbio “Un bel tacer non fu mai scritto”. Insomma, per dirla in parole povere, “Se non hai niente di buono da dire, sta zitto”.
    Purtroppo nella società liquida, anzi ormai gassosa, la saggezza popolare è una delle molte merci introvabili e di sicuro il reverendo Giordano Goccini, responsabile della Pastorale giovanile della diocesi di Reggio Emilia, non conosce le antiche massime. Tant’è che ha rilasciato alla Gazzetta di Reggio un’intervista che sembra una tardiva celebrazione di una delle tante fesserie del “mitico” sessantotto, precisamente dello slogan “Immaginazione (o fantasia) al potere”.
    Riassumendo: la città di Reggio Emilia il prossimo 3 giugno ospiterà la solita squallida esibizione di invertiti. Fin qui, ahimè, nulla di nuovo. Per motivi imperscrutabili (anzi, purtroppo chiarissimi) periodicamente i cittadini italiani, e non solo italiani, devono assistere a queste porcheriole. Un tempo, quando c’era la Chiesa cattolica, e c’erano anche dei fedeli cattolici, queste cose erano impensabili e giustamente ogni esibizione di perversioni era severamente riprovata, né si nascondevano ai pervertiti i rischi di dannazione eterna che correvano persistendo nel loro peccato.
    Capita però che, mentre è più che mai attuale la domanda “Dov’è finita la Chiesa cattolica?”, ci siano ancora, qua e là, liberi cittadini che conservano la Fede e non hanno dimenticato la dottrina, sicché, di fronte alle più ripugnanti esibizioni di un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, organizzano una processione per pregare in riparazione.
    Naturalmente, essendoci il rischio che la consorteria degli invertiti si risenta, e, si sa, il “dialogo” viene prima della dottrina, della morale, della fede, viene prima di tutto, la curia reggiana non trova niente di meglio che dichiararsi del tutto estranea a questa iniziativa.
    Sarebbe stato sufficiente. Ma forse la curia vuole strafare, oppure, per motivi che non ci interessa approfondire, deve mostrare e ribadire chiaramente tutta la sua fraterna benevolenza verso gli omosessuali. E così leggiamo appunto la brillante intervista al responsabile della Pastorale giovanile. È un’ intervista senza dubbio molto utile, perché almeno le famiglie di Reggio Emilia sanno con precisione a chi NON affidare i giovani.
    La fantasia al potere, si diceva. Appunto. Abbiamo evidenziato alcuni passaggi dell’intervista.
    Lo “stile” della Chiesa. Giordano Goccini ne fa una questione di fair play: “… non è nello stile della Chiesa rispondere con una provocazione a una provocazione”. Cosa ci sia di “provocatorio” in una processione, non è dato sapere…
    Neodottrina della neochiesa: “Pregare in riparazione dei peccati altrui è un atto di presunzione”. Formidabile. Ma sì, in fondo, cosa ce ne frega delle offese a Cristo? Suvvia, siamo moderni…
    “Perplessità”, ripeto “Perplessità”, di fronte agli invertiti che sono contenti di esserlo. Peccato, pentimento? Ma va! Lasciamo perdere la solita frase senza senso sulla neochiesa che “accoglie e accompagna” (ma prima o poi ci diranno dove diavolo “accompagnano”?) e arriviamo al trionfo: “Il patrimonio della fede non è qualcosa di statico e immutabile”.
    Chicca finale: la sodomia e altre porcherie affini, non sono poi roba così grave. Infatti, dice il Goccini, “....i peccati di cui Dio ci chiederà conto sono altri, vale a dire quelli compiuti per brama di ricchezza”.
    Chiaro, no? Quindi, se domani uccido Tizio ma lo faccio non a scopo di rapina (brama di ricchezza) ma, che so, per gelosia, per ira, o semplicemente perché avevo voglia di accoppare qualcuno, in fondo non avrò fatto un peccato così grave.
    Che altro aggiungere? La nostra vicinanza e il nostro appoggio incondizionato ai fedeli di Reggio Emilia. Per chiudere vogliamo aggiungere solo una cosa, peraltro già tante volte detta, ma, si sa, repetita iuvant: teniamoci lontani da questi falsi pastori. Abbiamo forse bisogno di altre esibizioni strane per capire che questi personaggi, da Roma in giù, non hanno più alcuna remora nell’esibire la loro volontà di distruggere la Fede? Teniamoci lontani, siamo poveri peccatori e proprio per questo abbiamo bisogno degli strumenti di salvezza che la Chiesa, l’unica con la “C” maiuscola, ha sempre offerto ai fedeli. Non abbiamo bisogno delle svenevolezze dialogiche di questi signori. Qui è in ballo la salvezza o la dannazione. La salvezza non viene certo dai lupi travestiti da agnelli, che comprendono, accolgono e “accompagnano”. Dove? Con queste belle premesse, accompagnano all’inferno.
    https://www.riscossacristiana.it/la-...-paolo-deotto/



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  9. #1769
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Mezz'ora a tu per tu.
    Per mandarsi reciprocamente affanculo un tempo esagerato.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  10. #1770
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    "Un buon imprenditore deve risolvere i problemi invece di licenziare!"

    Ogni giorno una categoria da cazziare.
    Ma almeno dimostrasse di capire qualcosa.
    Solo cazzate.
    Dette per di più da un globalista tra i peggiori.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

 

 
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