La mossa delle parrocchie: veglie anti-omofobia in chiesa
La Chiesa cattolica in prima linea nella lotta contro l’omofobia. In previsione della Giornata mondiale per la lotta contro l’omo-transfobia, il prossimo 17 maggio, decine di parrocchie in tutta Italia si preparano ad ospitare veglie e iniziative di vario genere per combattere le discriminazioni.
Una linea sicuramente ispirata dalle numerose prese di posizione di Papa Francesco in merito. Il Pontefice più volte ha richiamato la necessità di “non giudicare” i gay e di “accompagnare” le persone che intraprendono il delicato itinerario di cambiamento di sesso. E la Chiesa italiana si adegua.
A Milano la parrocchia di Santa Maria della Passione organizza veglia contemporaneamente al tempio valdese, mentre a Palermo i padri gesuiti e i padri comboniani si sono schierati al fianco della Chiesa evangelica luterana. A Pinerolo la comunità cristiana di base di don Franco Barbero organizzerà una manifestazione in piazza per un “salutare rinnovamento teologico nella Chiesa”. Altre iniziative sono in programma a Firenze, Reggio Emilia, Catania, Trieste e Bologna.
La svolta rispetto agli anni passati è evidente: a Genova, dove fino a pochi anni fa la diocesi vietava l’utilizzo della chiesa della Sacra Famiglia per le iniziative, quest’anno la veglia sarà ospitata in una parrocchia ed è attesa la presenza del Vicario generale Nicolò Anselmi.
I tempi della De pastorali personarum homosexualium cura dell’allora cardinale Joseph Ratzinger non sono mai stati così lontani: era il 1986 e l’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede definiva l’inclinazione omosessuale come “oggettivamente disordinata” dal punto di vista morale. Un’altra epoca storica.
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La Marcia Trionfale invertita della neochiesa
di Paolo Deotto
L’argomento merita solo poche parole, e per il resto rimando alla lettura dell’articolo pubblicato ieri su Repubblica, il più autorevole organo di informazione della neochiesa. L’articolo ci informa sulla “svolta della Chiesa” (la “C” maiuscola pare quanto mai impropria) in materia di omosessualità. Come si può leggere dall’autorevole organo di informazione, ciò che ieri il nostro Cristiano Lugli denunciava per Reggio Emilia si verifica in diverse città italiane, senza “interventi censori di vescovi e cardinali”.
Spero solo che, di fronte a questa indecenza, non ci sia qualche anima bella che esprima “dubia” chiedendo al Ceo di Santa Marta dei chiarimenti. Almeno, suvvia, non prendiamoci in giro. Ormai si gioca a carte scoperte e l’intento demoniaco di questi signori che organizzano o che comunque lasciano fare, è fin troppo chiaro.
Lasciamo perdere il fatto che tutti conoscono, ovvero che se ci sono individui non perseguitati, questi sono proprio i vari invertiti, lesbiche e torbida compagnia. E se almeno fossero un po’ perseguitati, se esistesse ancora quello che una volta si chiamava “biasimo sociale”, potrebbero essere indotti a riflettere un attimo sul fatto che, magari, chissà, c’è qualcosa di riprovevole nei loro comportamenti.
Non sono perseguitati, smettiamo di raccontar balle; chi davvero lavora contro di loro è la neochiesa, che con perfidia, ripeto, perfidia, li “accoglie e accompagna” (dove li accompagna? Boh!), ossia non fa più nulla per la loro salvezza. Il peccato impuro contro natura è tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio. La neochiesa, non ammonendoli sulla gravità del loro peccato, mielosa come l’omino della fiaba di Pinocchio, che conduce i bimbi discoli nel Paese dei Balocchi, li conduce alla perdizione, come conduce alla perdizione quei fedeli che, danno disgraziatamente ascolto alle nuove menzogne consolidate.
Dobbiamo pregare in riparazione, anche perché molti di questi scempi vengono consumati in luoghi consacrati. Ma dobbiamo comunque tenerci alla larga da questa nuvola di zolfo che si fa sempre più soffocante, in cui ci invitano a entrare con la favola di una misericordia imbrogliona. Cosa c’è di “cattolico” in tutto ciò? Nulla.
https://www.riscossacristiana.it/la-...-paolo-deotto/
Il modo più chiaro e più pratico per manifestare la propria disapprovazione nei confronti di Francisco è colpirlo nel portafoglio, scegliendo la Sacra Arcidiocesi Ortodossa come destinataria dell'8 per 1000. I pagani possono optare per l'Unione Induista.
Bisogna infatti ricordarsi che chi non effettua una opzione precisa finisce per indirizzare comunque il denaro al Papocchio, a causa del meccanismo di ripartizione elaborato dal fisco itagliano.