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Discussione: Papa Francesco.

  1. #1891
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Il decoro in casa d'altri non è importante.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  2. #1892
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Un’estate da… cattocomunisti!
    Spesso ci siamo soffermati sul processo decadenziale che da tempo sta travolgendo la Chiesa Cattolica, trascinata lungo un abisso che sembra non avere fine. E abbiamo ricordato, seguendo l’insegnamento del maestro Guénon, come nelle forme spirituali tipiche di quest’epoca, cioè quelle prettamente religiose in senso stretto, con una dominante devozionale ed essoterico-soteriologica, caratterizzate quindi già ab origine da una componente fortemente “sentimentale”, a seguito del ritrarsi di due dei tre elementi che caratterizzano il fenomeno religioso in senso stretto, vale a dire il dogma (cioè la dottrina in cui, su un piano essoterico, si traduce la metafisica) e la ritualità, rimane solo il terzo elemento, la morale, che senza il supporto degli altri due scade inevitabilmente in “moralismo”, trasformando il singolo fenomeno religioso in mero fenomeno sociale-sociologico, dispensatore di precetti scontati, banali, facilmente plasmabili e relativizzabili ai contesti ed alle situazioni.
    In tal senso, la sorte del Cattolicesimo sembra proprio paradigmatica. Non c’è più dottrina, non c’è più neppure la parvenza della trascendenza; l’antropologia sacra, lo studio del significato e dello scopo ultimo della dimensione umana, dell’aldilà e della spiritualità diventa robetta da chiacchierata tra amici; i vangeli sembrano diventati un bel romanzetto di prosa; i “ponti” di cui si parla non sono più quelli verticali tra cielo e terra, di cui facitore e custode dovrebbe essere appunto il pontifex, ma quelli orizzontali, da “costruire” al posto dei “muri”, onde spalancare le porte a prospettive di globalismi e relativismi a trecentosessanta gradi, in cui far sparire per sempre diversità, specificità, identità. Tutta robaccia tipica dei “populismi”, per carità.
    Il Cattolicesimo diventa allora un grande, laicissimo abbraccio collettivo, senza contenuti, senza spiritualità, senza verticalità, senza dottrina, senza dignità. Infiltrazioni massoniche, protestanti, neocatecumenali, filo-ebraiche, moderniste in tutte le possibili accezioni (terzomondista, neo-marxista, laburista, e così via) lo hanno a poco a poco prosciugato di ogni contenuto realmente dottrinario e superiore, tramutandolo in una innocua, asettica rubrichetta di buoni propositi e di pensierini.
    La Santa Messa e la ritualità in genere si sono ridotti ad una sorta di festicciola laica della Domenica. Le vocazioni sono sempre più blande e fiacche, la teologia si è annacquata fino a scivolare nella parodia (si pensi all’improbabile “teologia del laicato”, sorta nel XX secolo, o addirittura alla “teologia dei migranti” varata di recente da Bergoglio).
    Quando la religione subisce un’involuzione di tale portata, laddove dal suo Centro essa abbandona la dottrina, accantona la sua essenza più seriamente spirituale, più “faticosa” da sopportare per l’umanità di quest’epoca (e parliamo di una forma spirituale essoterica), sceglie scientemente di non rappresentare più l’essere nel divenire, e, per farsi accettare, per non essere fuori moda, per non essere “pesante” e noiosa”, si laicizza e si fa ente temporale, si fa solo dispensatrice di buoni sentimenti politicamente corretti e di ammiccamenti, si svuota di contenuti superiori e si “apre” al divenire, al progressismo, al mondo, facendosi guidare da esso, anziché ergersene a guida, il passo per affiancarla alle ideologie di sinistra diventa breve.
    Ciò in particolare per il Cristianesimo, data la sua struttura causale: non è un caso che il Protestantesimo, in tutti i suoi infiniti rivoli, sia la confessione cristiana preferita dall’intellettualismo di sinistra (simpatia ovviamente abbondantemente ricambiata). E, allo stesso modo, non è un caso che tale vicinanza sia fortissima quando appunto lo stesso Cattolicesimo vacilla nei suoi contenuti, nella sua dottrina e nelle sue forme tradizionali, scivolando tra le viscide reti del modernismo: di qui il celebre ma efficacissimo neologismo del “cattocomunismo”, che ben rende l’idea della parabola di una religione decaduta a mera religiosità materialistica, sociologia, morale laica da post-marxisti e, verrebbe da dire, da post-cattolici. È in fondo il cattolicesimo che si protestantizza, diventa digeribile per tutti, facile, “easy”, alla moda.
    Allo stesso modo non è un caso che, invece, le Chiese ortodosse orientali, ancora cariche di una solida base metafisica, di una dottrina, di un’iconografia e di una ritualità imponente, riescano a resistere a modernismi, infiltrazioni e deviazioni varie, dando vita anche a forme di proficue alleanze con i governi nazionali (si pensi a quanto accaduto in Russia, con la forte intesa tra Putin ed il patriarca Cirillo I) e costituendo così, al momento, l’ultimo vero baluardo di spiritualità cristiana dell’epoca odierna.
    Tornando al cattocomunismo, si può osservare come dalla politica, con gli infiniti flirts del secondo dopoguerra, più o meno dichiarati, a livello nazionale e locale, tra DC e PCI e (oltre che con altri partiti storici come PRI, PSI, PSDI, ecc.), fino al clamoroso “compromesso storico” varato da Moro e Berlinguer (che fu peraltro una delle cause che costarono la vita al celebre presidente DC) e fino ai recenti ammiccamenti di ogni genere tra gli infiniti partitini dell’area di centro-sinistra nati dall’esplosione della vecchia DC e gli eredi del PCI, dal PDS fino al PD, il “cattocomunismo” si è fatto sempre più forte in ambiti extrapolitici, più strettamente sociali e comunitari, proprio in parallelo con la progressiva involuzione della Chiesa Cattolica.
    In casi come questi la valanga, prima di raggiungere le periferie a valle (singole comunità religiose locali, parrocchie, ecc.), parte dalla cima, dalla sommità, dal vertice (o da quello che dovrebbe essere tale): è evidente come l’attuale Pontificato di Bergoglio, portatore di istanze da teologia della liberazione di sudamericana matrice, che notoriamente ama disegnare i tratti di una chiesa laburista e proletaria, orizzontale, moderna e relativizzata, che trae ispirazione dal basso anziché dall’alto, non può che portare alla rovina tutto il resto.
    Come dimenticare, tanto per limitarci al “cattocomunismo”, degli ammiccamenti di Bergoglio con personaggi come Benigni e Scalfari, della sua esaltazione di Giorgio Napolitano ed Emma Bonino (“due grandi dell’Italia di oggi”)? E come far finta di niente dinnanzi a certi i deliri radical chic dei sempre meno presentabili “ministri” della Curia Romana, dal Segretario di Stato Pietro Parolin al presidente del Pontifico Consiglio della Cultura Gianfranco Ravasi?
    A valle, l’abbraccio tra cristianesimo laico-sociale ed un certo laicismo cristiano si completa poi grazie all’opera certosina di un sempre maggior numero di sacerdoti e di suore “arcobaleno” (come dimenticare lo scomparso Don Gallo, eroe di antagonisti e sinistre da strada, che battezzava in nome dell’antifascismo, o i vari Don Ciotti, Don Santoro – quello che benedice coppie e adozioni gay – e compagnia bella?), di parrocchie alla “volemose bene”, che stringono solide alleanze con compagni e compagnucci, centri sociali, centri culturali a tinte rosse, gruppi della sinistra d’ogni specie, sposando pericolose istanze da “Chiesa fai da te”, che si fanno paladini del multiculturalismo, della globalizzazione più becera, che fanno dell’accoglienza e dell’integrazione le loro parole d’ordine citando a spada tratta i Vangeli come se fossero libretti di novelle per bravi bambini, senza comprendere causa, portata e pianificazione dei gravi e destabilizzanti processi migratori in atto, trasformando le omelie in chiacchierate del peggior politicamente corretto o in ridicoli show ammiccanti che talvolta imbarazzano gli stessi fedeli.
    Lo scorso mese di agosto ha visto verificarsi svariati episodi che sembrano esemplificativi di questa comunanza d’amorosi sensi e di strizzatine d’occhio tra la Chiesa Cattolica in tutte le sue articolazioni, da quelle più centrali a quelle più periferiche, e la sinistra, del pari in tutte le sue articolazioni, da quelle parlamentari a quelle “antagoniste”.
    Bergoglio, che ai tempi dell’approvazione delle unioni civili (leggasi matrimoni omosessuali) in Italia disse “Io non so come stanno le cose nel Parlamento: il Papa non si immischia nella politica italiana”, nel suo messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebrerà il prossimo 14 gennaio, deve aver cambiato invece idea, dato che ha di fatto preso posizione in favore dell’inflazionatissimo “ius soli” (“al momento della nascita va riconosciuta e certificata la nazionalità a tutti i bambini”), nonché, indirettamente, di quell’obbrobrioso neologismo latineggiante del cosiddetto “ius culturae”.
    Nel frattempo, ha sollevato un polverone la vicenda del sacerdote di Vicofaro, in provincia di Pistoia (siamo nella rossa Toscana), Massimo Biancalani, che dopo aver portato in piscina un gruppetto di migranti ospitati nella zona, ha pensato bene di fotografarli e di postare le immagini sul proprio profilo facebook, accompagnandole con una frasetta tutta pace e libertà: “… e oggi … piscina!!! Loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici!” (con in bella evidenza pure la linguaccia di uno dei “migranti” in acqua a beneficio di fotocamera o smartphone che fosse, tanto per abbellire il tutto). Non c’è che dire, proprio una condotta sobria e asciutta, attenta e prudente, degna di un gran sacerdote d’altri tempi.
    Ovviamente massima solidarietà da parte di tutti al sacerdote per le critiche subite: la parrocchia si è schierata compatta con lui, i “compagni” della zona sono prontamente intervenuti in suo sostegno con l’immancabile mantra ateo e sconnesso “bella ciao”, sempre buono per ogni occasione di rosso (o anche solo di stinto tricolore demo-repubblicano) colorata. E ancora insulti, lanci di pomodori, grida, e così via, contro chi si fosse macchiato della colpa di criticare il sacerdote. Persino il PD locale ha organizzato un sit-in di sostegno al prete contro le “intimidazioni fasciste”.
    La prima messa successiva al fatto, presieduta dal vicario generale don Patrizio Fabbri, peraltro stracolma di fedeli(ssimi), si è trasformata in un’infuocata tribunetta socio-politica, visto che il buon Biancalani ne ha approfittato per criticare, tra gli applausi dei presenti, le scelte del ministro Minniti su ONG e migranti (“I recenti provvedimenti presi dal governo sul tema dell’immigrazione sono inaccettabili, non risolutivi e ingiusti”), ribadendo poi il tutto a telecamere spente, sempre con “tanta discrezione” (“Il risultato che otteniamo è che sì c’è un drastico calo degli arrivi ma d’altra parte va considerato che migliaia di persone vivono in lager (perché non “gulag”?) dove uccisioni e torture sono all’ordine del giorno”). Tanto per capire cosa sono diventate oggi certe omelie e, più in generale, cosa sono diventate le Sante (?) Messe. Da notare che Biancalani, insieme all’arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente del ramo italiano di un movimento cristiano pacifista internazionale, hanno poi denunciato e condannato con “preoccupazione” i legami tra movimenti di estrema destra, politici e non, e certi “ambienti ecclesiali tradizionalisti”. Beh, certo, Vuoi mettere il sano cattocomunismo che si perpetua nei decenni con il rischio di qualche deriva clerico-fascista? Non sia mai, per carità…
    Più di recente, poi, lo sgombero del palazzo di Via Curtatone a Roma ha completato l’opera: alle condanne di tutto l’arco politico-culturale “perbene” dell’Italietta democratica per la “battaglia” tra forze dell’ordine e migranti sgomberati (ma adeguatamente affiancati e preparati alla guerriglia, materialmente e psicologicamente, dai soliti gruppetti di estrema sinistra), si sono ovviamente unite quelle del Vaticano. Pietro Parolin, il “ministro degli esteri” della curia Romana, ha rilasciato un commentino facile facile: “Quelle immagini non possono che provocare sconcerto e dolore, soprattutto dalla violenza che si è manifestata. E la violenza non è accettabile da nessuna parte”. E ancora parole su fratellanza, accoglienza, povertà, senza discernimento né comprensione circa le cause, le finalità e le conseguenze dei fenomeni migratori.
    Tante cose si potrebbero dire, in generale, su: fenomeni migratori incontrollati ed alimentati a tavolino; quanti siano i veri profughi, i veri bisognosi e le vere famiglie con donne e bambini che fuggono da guerre e persecuzioni, e quanti gli “imbucati”, i furbetti e gli approfittatori, che arrivano in Europa e pretendono tutto e subito; l’assurdità di politiche che, più in generale, agevolino graduali processi di “sostituzione” etnica o comunque culturale in Europa; la razionalità del consentire occupazioni selvagge ed illegali chiudendo non uno ma entrambi gli occhi per anni, salvo poi fare sgomberi dall’oggi al domani senza pensare a cosa fare degli occupanti lasciati a girovagare per le città; tenere due pesi e due misure tra poveri e bisognosi “autoctoni” e “migranti” (il che giustifica, il favore di questi ultimi, requisizioni di alberghi e di strutture private, l’utilizzo incontrollato di caserme e immobili dello Stato, nonché folli scelte amministrative e giurisdizionali, alimentando di fatto, sottotraccia, il pullulare di racket di ogni genere); e così via.
    Per non parlare poi dei dati inconfutabili derivanti da indagini statistiche indipendenti e condotte periodicamente con metodi diversi, come ad esempio, di recente, quelle del prof. Luigi Maria Solivetti e della Fondazione David Hume, che confermano come, in Italia e nel resto d’Europa, gli stranieri regolari delinquono in media 4 volte più degli autoctoni (in Italia 6 volte di più), tasso che, per gli immigrati irregolari, secondo alcune stime di massima, salirebbe a 30 volte di più rispetto agli italiani e 10 volte di più rispetto agli stranieri regolari.
    Un?estate da? cattocomunisti! - Azione TradizionaleAzione Tradizionale


  3. #1893
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    Vaticano: 'Libero Milone investigava illecitamente sulla Santa Sede'. Il Papa accusato di 7 eresie, firma anche da Gotti Tedeschi - Politica - ANSA.it

    Vaticano: 'Libero Milone investigava illecitamente sulla Santa Sede'. Il Papa accusato di 7 eresie, firma anche da Gotti Tedeschi

    Il primo Revisore generale dei conti vaticani: 'Non mi sono dimesso volontariamente. Becciu mi disse di lasciare e la Gendarmeria mi minacciò'

    Libero Milone (fermo-immagine SkyTg24) © ANSA FOTO

    Redazione ANSA
    ROMA
    24 settembre 2017

    Una lettera di 25 pagine firmata da 40 sacerdoti e studiosi laici cattolici è stata spedita a Papa Francesco l'11 agosto e le firme sono oggi arrivate a 62. "Per il fatto che non è stata ricevuta nessuna risposta dal S. Padre, la si rende pubblica quest'oggi, 24 settembre", dicono i firmatari accusando Papa Francesco di "sette eresie" per la Amoris Laetitia. Spicca nell'elenco delle firme quella di Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior. Il documento, già ripreso da La Stampa online, è pubblicato da un sito ad hoc: "Correctiofilialis.org". Intanto tiene banco anche il caso di Libero Milone, ex revisore dei conti vaticano e ora grande accusatore della Santa Sede.

    Il fatto che i tradizionalisti stessero valutando l'opportunità di una "correzione" al Papa per le novità introdotte sul matrimonio nella Amoris Laetitia era stata ventilata già nei mesi scorsi. A parlarne esplicitamente era stato uno dei cardinali dei cosiddetti 'dubia', Raymond Leo Burke, che però non è oggi tra i firmatari di questa lettera. La lettera è stata resa nota oggi, con un sito ad hoc, ed ha un titolo latino: Correctio filialis de haeresibus propagatis (letteralmente, Correzione filiale in ragione della propagazione di eresie). In essa si dichiara che il Papa, mediante la sua Esortazione Apostolica Amoris Laetitia e mediante atti parole, atti e omissioni ad essa collegate, "ha sostenuto 7 posizioni eretiche, riguardanti il matrimonio, la vita morale e la recezione dei sacramenti, e ha causato la diffusione di queste opinioni eretiche nella Chiesa Cattolica". Tra i rilievi mossi al Papa dagli studiosi della frangia ultraconservatrice della Chiesa, il fatto che "direttamente o indirettamente, il Papa ha permesso che si credesse che l'obbedienza alla Legge di Dio possa essere impossibile o indesiderabile e che la Chiesa talvolta dovrebbe accettare l'adulterio in quanto compatibile con l'essere cattolici praticanti". Tra le firme, oltre a quella di Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior, c'è quella del Capo dei Lefebvriani, monsignor Bernard Fellay. C'è qualche religioso, noto ai siti tradizionalisti ma per la maggior parte le firme sono di studiosi laici. Nessun cardinale firma il documento, neanche quelli che si fecero portavoce dei 'dubia' sulla stessa Amoris Laetitia.

    Il documento rivolto al Papa e contenente perplessità sulla Amoris Laetitia "è una supplica scritta da teologi, non parla di eresie ma dice che indirettamente potrebbe facilitare eresie. Sia chiaro: io non accuso il Papa, io gli voglio bene. Io sono per la Chiesa e per il Papa e non mi distaccherò mai né dalla Chiesa né dal Papa. Il documento è un atto devoto, un invito alla riflessione". Lo dice all'ANSA l'ex presidente Ior Ettore Gotti Tedeschi, tra i firmatari del documento.

    Intanto il Vaticano interviene su Libero Milone. "Risulta purtroppo che l'Ufficio diretto dal Dott. Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede. Questo, oltre a costituire un reato, ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta nel Dott.Milone, il quale, messo davanti alle sue responsabilità, ha accettato liberamente di rassegnare le dimissioni". Lo dichiara la Sala stampa vaticana sulle dichiarazione dell'ex revisore dei conti vaticano Milone. "Si assicura, infine, che le indagini sono state condotte con ogni scrupolo e nel rispetto della persona", aggiunge il comunicato della Sala stampa.

    "La Santa Sede prende atto con sorpresa e rammarico delle dichiarazioni rilasciate dal Dott. Libero Milone, già Revisore Generale. In questo modo egli è venuto meno all'accordo di tenere riservati i motivi delle sue dimissioni dall'Ufficio. Si ricorda che, in base agli Statuti, il compito del Revisore Generale è quello di analizzare i bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate", dichiara la Sala stampa vaticana in merito alle interviste rilasciate oggi dall'ex revisore generale.

    "Non mi sono dimesso volontariamente. Sono stato minacciato di arresto. Il capo della Gendarmeria mi ha intimidito per costringermi a firmare una lettera che avevano già pronta". Così Libero Milone racconta la sua verità sulle dimissioni da primo Revisore generale dei conti vaticani in una lunga intervista che ha concesso al Corriere della Sera e a Wall Street Journal, agenzia Reuters e Sky Tg24.
    "Parlo solo ora perché volevo vedere cosa sarebbe successo dopo le mie dimissioni del 19 giugno", premette. "In questi tre mesi dal Vaticano sono filtrate notizie offensive per la mia reputazione e la mia professionalità. Non potevo più permettere che un piccolo gruppo di potere esponesse la mia persona per i suoi loschi giochi. Mi spiace molto per il Papa. Con lui ho avuto un rapporto splendido, indescrivibile, ma nell'ultimo anno e mezzo mi hanno impedito di vederlo. Evidentemente non volevano che gli riferissi alcune cose che avevo visto. Volevo fare del bene alla Chiesa, riformarla come mi era stato chiesto. Non me l'hanno consentito".
    Milone racconta i momenti clou della sua vicenda. "Dal 19 giugno, quando fui ricevuto dal sostituto alla segreteria di Stato, monsignor Becciu, per parlargli del contratto dei miei dipendenti. E invece mi sentii dire che il rapporto di fiducia col Papa si era incrinato: il Santo Padre chiedeva le mie dimissioni. Ne domandai i motivi, e me ne fornì alcuni che mi parvero incredibili. Risposi che le accuse erano false e costruite per ingannare sia lui che Francesco; e che comunque ne avrei parlato col Papa. Ma la risposta fu che non era possibile.
    Becciu mi disse invece di andare alla Gendarmeria". Lì, aggiunge, "notai subito un comportamento aggressivo. Ricordo che a un certo punto il comandante Giandomenico Giani mi urlò in faccia che dovevo ammettere tutto, confessare. Ma confessare che cosa? Non avevo fatto nulla". "Scoprii che indagavano da oltre 7 mesi su di me. Hanno sequestrato documenti ufficiali protocollati e coperti dal segreto di Stato". "Non potevo fare niente. Ero intimidito".
    "Credo che il Papa sia una grande persona, e era partito con le migliori intenzioni. Ma temo sia stato bloccato dal vecchio potere che è ancora tutto lì, e si è sentito minacciato quando ha capito che potevo riferire al Papa e a Parolin quanto avevo visto nei conti. Questo dice la logica".
    Circa il suo silenzio finora, "esisteva un patto di reciproca riservatezza che qualcuno in Vaticano ha violato - argomenta Milone, che assicura non parlerà mai del suo lavoro come revisore dei conti - Il Papa mi aveva chiesto di promuovere la trasparenza, e ho cercato di farlo per rispettare la volontà dei fedeli e dei donatori. Ma ho deciso - conclude - di rimediare almeno a tutte le cose a vanvera fatte uscire sul mio conto".
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  4. #1894
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Gotti Tedeschi, un altro satanasso.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #1895
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    62 sacerdoti e teologi: Il papa ha sostenuto 7 posizioni eretiche riguardanti il matrimonio
    Una lettera di 25 pagine firmata da 40 sacerdoti e teologi laici cattolici è stata spedita a Papa Francesco l’11 agosto. Per il fatto che non è stata ricevuta nessuna risposta, la si rende pubblica quest’oggi, 24 settembre, Festa della Madonna della Mercede e di Nostra Signora di Walsingham.
    La lettera, che è aperta a nuovi firmatari, ora porta i nomi di 62 sacerdoti e studiosi cattolici provenienti da 20 nazioni, i quali rappresentano anche molti altri che però non hanno la necessaria libertà di parlare.
    La lettera ha un titolo latino: Correctio filialis de haeresibus propagatis (letteralmente, Correzione filiale in ragione della propagazione di eresie). In essa si dichiara che il papa, mediante la sua Esortazione Apostolica Amoris laetitia e mediante altre parole, atti e omissioni ad essa collegate, ha sostenuto 7 posizioni eretiche, riguardanti il matrimonio, la vita morale e la recezione dei sacramenti, e ha causato la diffusione di queste opinioni eretiche nella Chiesa Cattolica. Queste 7 eresie sono formulate dai firmatari in latino, lingua officiale della Chiesa.
    Questa lettera di correzione ha 3 parti principali.
    Nella prima parte, i firmatari, in qualità di cattolici credenti e praticanti, spiegano perché hanno il diritto e il dovere di rivolgere una tale correzione al papa. La legge stessa della Chiesa richiede che persone competenti non rimangano silenti quando i pastori della Chiesa disorientano il gregge. Ciò non comporta nessun conflitto con il dogma cattolico dell’infallibilità papale, dal momento che la Chiesa insegna che il papa deve attenersi a dei criteri ben precisi prima che le sue affermazioni siano considerate infallibili. Bergoglio non si è attenuto a questi criteri. Egli non ha dichiarato che queste posizioni eretiche siano da essere considerate insegnamento definitivo della Chiesa o che i cattolici debbano crederle con un assenso di fede. La Chiesa insegna che nessun papa può asserire che Dio gli abbia rivelato qualche nuova verità che sarebbe obbligatoria da credere per i cattolici.
    La seconda parte della lettera è quella essenziale in quanto contiene la “Correzione” propriamente detta. In essa si redige una lista di passaggi di Amoris laetitia in cui si affermano o si incoraggiano posizioni eretiche; quindi si fa una lista di parole, atti e omissioni di Papa Francesco i quali rendono chiaro, oltre ogni ragionevole dubbio, che questi desidera un’interpretazione dei suddetti passaggi da parte dei cattolici in un modo che, di fatti, è eretico. In particolare, direttamente o indirettamente, il papa ha permesso che si credesse che l’obbedienza alla Legge di Dio possa essere impossibile o indesiderabile e che la Chiesa talvolta dovrebbe accettare l’adulterio in quanto compatibile con l’essere cattolici praticanti.
    La parte finale, con il titolo “Delucidazione”, espone due cause di questa crisi singolare. Una causa è il “Modernismo”. Teologicamente parlando, il Modernismo sostiene che Dio non ha consegnato verità definite alla Chiesa che essa deve continuare ad insegnare esattamente nello stesso senso fino alla fine del tempo. Il Modernismo fu condannato dal Papa San Pio X all’inizio del XX secolo, ma riemerse durante la metà di questo secolo. La grande e continua confusione causata dal Modernismo nella Chiesa Cattolica obbliga i firmatari a descrivere il vero significato di “fede”, “eresia”, “rivelazione” e “magistero”.
    La seconda causa della crisi è l’apparente influenza delle idee di Martin Lutero su Papa Francesco. La lettera mostra come Lutero, il fondatore del Protestantesimo, abbia idee su matrimonio, divorzio, perdono e legge divina che corrispondono a quelle che il papa ha promosso mediante parole, atti e omissioni. Si mette in evidenza anche la lode esplicita e senza precedenti attribuita da Papa Francesco all’eresiarca protestante.
    I firmatari insistono che egli condanni queste eresie, da lui sostenute direttamente o indirettamente.
    https://gloria.tv/article/6Bj6Lcrk3MGE1kRW2aG3hpnrR

    CORRECTIO
    Per mezzo di parole, atti e omissioni e per mezzo di passaggi del documento “Amoris laetitia”, il papa ha sostenuto, in modo diretto o indiretto, le seguenti proposizioni false ed eretiche, propagate nella Chiesa tanto con il pubblico ufficio quanto con atto privato:
    1. “Una persona giustificata non ha la forza, con la grazia di Dio, di adempiere i comandamenti oggettivi della legge divina, come se alcuni dei comandamenti fossero impossibili da osservare per colui che è giustificato; o come se la grazia di Dio, producendo la giustificazione in un individuo, non producesse invariabilmente e di sua natura la conversione da ogni peccato grave, o che non fosse sufficiente alla conversione da ogni peccato grave”.
    2. “I cristiani che hanno ottenuto il divorzio civile dal coniuge con il quale erano validamente sposati e hanno contratto un matrimonio civile con un’altra persona (mentre il coniuge era in vita) i quali vivono ‘more uxorio’ con il loro partner civile e hanno scelto di rimanere in questo stato con piena consapevolezza della natura della loro azione e con il pieno consenso della volontà di rimanere in questo stato, non sono necessariamente nello stato di peccato mortale, possono ricevere la grazia santificante e crescere nella carità”.
    3. “Un cristiano può avere la piena conoscenza di una legge divina e volontariamente può scegliere di violarla in una materia grave, ma non essere in stato di peccato mortale come risultato di quell’azione”.
    4. “Una persona, mentre obbedisce alla legge divina, può peccare contro Dio in virtù di quella stessa obbedienza”.
    5. “La coscienza può giudicare veramente e correttamente che talvolta gli atti sessuali tra persone che hanno contratto tra loro matrimonio civile, quantunque uno dei due o entrambi siano sacramentalmente sposati con un’altra persona, sono moralmente buoni, richiesti o comandati da Dio”.
    6. “I principi morali e le verità morali contenute nella Divina Rivelazione e nella legge naturale non includono proibizioni negative che vietano assolutamente particolari generi di azioni che per il loro oggetto sono sempre gravemente illecite”.
    7. “Nostro Signore Gesù Cristo vuole che la Chiesa abbandoni la sua perenne disciplina di rifiutare l’Eucaristia ai divorziati risposati e di rifiutare l’assoluzione ai divorziati risposati che non manifestano la contrizione per il loro stato di vita e un fermo proposito di emendarsi”.
    Tutte queste proposizioni contraddicono verità divinamente rivelate che i cattolici devono credere con assenso di fede divina. È necessario per il bene delle anime che esse siano ancora una volta condannate dall’autorità della Chiesa. Nell’elencare queste sette proposizioni, non intendiamo offrire una lista esaustiva di tutte le eresie ed errori che ad una lettura obbiettiva di “Amoris laetitia”, secondo il suo senso naturale e ovvio, il lettore evidenzierebbe in quanto affermati, suggeriti o favoriti dal documento. Piuttosto ci riferiamo alle proposizioni che il pontefice, mediante parole, atti e omissioni, ha in effetti sostenuto e propagato, causando grande e imminente pericolo per le anime.
    http://www.correctiofilialis.org/

    Il Vaticano blocca il sito che accusa il Papa di "sette eresie"
    I computer interni non potranno più raggiungere la pagina che contiene la petizione contro papa Francesco. Il Vaticano: "Politiche di sicurezza istituzionali"
    Alessandra Benignetti
    L’accesso al sito internet della Correctio Filialis, la lettera di 25 pagine indirizzata a Papa Francesco da 62 tra sacerdoti e teologi laici, è stato bloccato dalla Segreteria per la comunicazione della Santa Sede.
    Lo riporta l’Ansa, secondo cui la pagina web che contiene il testo della petizione non sarebbe raggiungibile dai computer che si trovano all’interno delle mura vaticane.
    "L'accesso alla pagina web che state cercando di visitare è stato bloccato in accordo alle politiche di sicurezza istituzionali", sarebbe l'avviso comparso sui pc di chi, all’interno della Santa Sede ha tentato di accedere al sito della "correzione", scrive l’agenzia di stampa.
    Al momento, quindi, nessuno all’interno del Vaticano potrebbe connettersi al sito www.correctiofilialis.org. Nella lettera decine di sacerdoti e laici hanno invitato il Papa a correggere sette posizioni eretiche da lui “sostenute” all’interno dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia e “mediante altre parole, atti e omissioni ad essa collegate”. Le posizioni eretiche riguardano, secondo i firmatari, “il matrimonio, la vita morale e la recezione dei sacramenti”. Papa Francesco, si legge nella Correctio Filialis, avrebbe “causato la diffusione di queste opinioni eretiche nella Chiesa Cattolica”.
    Bloccato il sito sulle "sette eresie". Il Vaticano nega: "Filtri nei pc" - IlGiornale.it

    SANTO BAVAGLIO
    Vaticano senza precedenti: blocca la pagina web della petizione contro il Papa eretico
    Il bavaglio del Vaticano ai cattolici che contestano Papa Francesco. La Segreteria per la comunicazione della Santa Sede ha bloccato l'accesso alla pagina web da cui si aderisce alla iniziativa che accusa il Pontefice di sette eresie, collegate a quanto scrive nella Amoris laetitia. Dai computer del Vaticano non si può accedere alla pagina in questione, in nessuna lingua. Fuori dal Vaticano, invece, la pagina risulta regolarmente raggiungibile. Dal Vaticano fanno sapere che l'operazione è stata eseguita "in accordo alle politiche di sicurezza istituzionali". Impossibile dunque aderire alla petizione del sito www.correctiofilialis.org, che accusa papa Bergoglio di modernismo e troppo entusiasmo per Martin Lutero.
    Vaticano senza precedenti: blocca la pagina web della petizione contro il Papa eretico - Libero Quotidiano

    Il Vaticano come la Cina. Dallo Stato pontificio impossibile raggiungere la pagina web per firmare la lettera con le “sette eresie” di Bergoglio
    Vaticano come la Cina. Dopo la lettera firmata da 60 studiosi (tra cui anche Ettore Gotti Tedeschi) in cui si accusa Papa Bergoglio di sette eresie, la Segreteria per la comunicazione della Santa Sede ha bloccato l’accesso alla pagina web da cui si aderisce alla iniziativa che accusa il Papa, cone le eresie collegate a quanto scrive nella Amoris laetitia. Dai computer del Vaticano non si può più accedere alla pagina in questione, in nessuna lingua.
    “L’accesso alla pagina web che state cercando di visitare è stato bloccato in accordo alle politiche si sicurezza istituzionali”. Da nessun computer del Vaticano, dunque, si potrebbe aderire alla petizione del sito www.correctiofilialis.org, che accusa papa Bergoglio di eresia, di modernismo e di entusiasmo per Martin Lutero.
    Vaticano come la Cina. Bloccata la pagina per sostenere le "sette eresie"


  6. #1896
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Quella prefazione della Fedeli al nuovo libro di papa Francesco
    Valeria Fedeli votò convintamente a favore delle nozze gay. Ma ora fa la prefazione al libro del papa. Sconcerto tra i tradizionalisti della Chiesa
    Rachele Nenzi
    Autore: papa Franesco. Prefazione: Valeria Fedeli, ministro dell'Istruzione.
    Sta facendo discutere e non poco il nuovo libro di Jorge Maria Bergoglio, pamphlet che non parla di dogmi o ambiente, ma di giovani.
    In molti tra i cattolici hanno infatti storto il naso alla notizia che a scrivere la prefazione al libro del Pontefice possa essere una ministra vicina a Monica Cirinnà, firmataria della legge sulle unioni gay, e che si commosse dopo aver letto la sua dichiarazione in Aula sulle nozze omosessuali.
    Non solo. I cattolici, sopratutto quelli poco amanti delle svolte di Bergoglio, considerano la Fedeli una ministra "gender". La pagina Facebook di "Manif pour tous - generazione famiglia" quando la ministra venne nominata lanciò "l'allarme rosso": "La nomina della Senatrice Pd Valeria Fedeli al Ministero dell'Istruzione è, per le famiglie dei Family Day, quanto di peggio si potesse anche solo lontanamente immaginare - scrivevano le associazioni schierate in difesa della famiglia naturale - Anche se questo dovrebbe essere solo un "Governo di transizione", è proprio in questi contesti di scarsa se non nulla legittimazione democratica del potere politico che vengono commessi i soprusi peggiori."
    Inolte qualche dubbio, come fa notare La Verità, sorge pure in merito alla casa editrice che edita il libretto. Si tratta della Marcianum press nata su iniziativa del cardinale Angelo Scola a Venezia. Oggi quella casa editrice è "nelle mani" del vescovo Francesco Moraglia, portato nella città dei canali da Benedetto XVI e da sempre vicino alle posizioni tradizionaliste del cardinale Carlo Caffarra, del predecessore Giacomo Biffi e - appunto - di Joseph Ratzinger. E come mai un vescovo "tradizionalista" dovrebbe pubblicare la prefazione di un "ministro del gender" (come dicono alcuni)?
    "Secondo i resoconti di molti - scrive La Verità - il patriarca si starebbe smarcando dal suo passato" per ottenere la porpora da cardinale che fino ad ora non ha mai ricevuto, nonostante Venezia sia sede cardinalizia.
    "Fa di tutto per far dimenticare a chi debba la sua nomina, per presentarsi come un accanito bergogliano - continua il quotidiano di Belpietro - A costo di scatenare, in chi lo conosce, una domanda: possibile che faccia tutto ciò per ricevere la porpora? La notazione non è peregrina, anche perché al libretto citato, uscito nelle librerie il 28 settembre, si possono aggiungere i numerosi interventi di Moraglia pro immigrazione (tutti databili dall’epoca di Bergoglio)".
    Quella prefazione della Fedeli al nuovo libro di papa Francesco - IlGiornale.it

    Spunto di Riflessione: se Valeria Fedeli, paladina del gender, scrive la prefazione all’ultimo libro di Bergoglio
    Ce lo ha segnalato un lettore, che ringrazio davvero. La notizia è vomitevole. Ma allo stesso tempo ci fa riflettere, perché mette ancora una volta in luce le ambiguità di Omissis, che a tutti i costi ci vuole far andare a braccetto col mondo.
    Bergoglio in questo suo nuovo libro “Imparare ad imparare”, ha voluto fortemente che la prefazione la scrivesse il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli (ma almeno la licenzia media poi ce l’aveva?), grande sostenitrice dell’insegnamento dell’ideologia gender nelle scuole.
    Un po’ come quando ha affermato che Emma Bonino è una tra i “grandi dell’Italia di oggi” (Papa Francesco: "Napolitano e Bonino tra i grandi dell'Italia di oggi". Con loro sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini - Il Fatto Quotidiano). Si. Emma Bonino. Che ha perso il conto di quanti aborti ha eseguito (Sala, Emma Bonino (10000 aborti eseguiti) è sua consulente? | CitizenGO).
    Proprio una grande.
    https://www.riscossacristiana.it/spu...ra-cristoforo/

    "Il Papa faccia mea culpa. Noi ribelli siamo già 10mila"
    Il teologo: "L'esortazione Amoris Laetitia è un'eresia. Le firme contro Francesco crescono di ora in ora"
    Serena Sartini
    Un documento consegnato «nelle mani di Bergoglio l'11 agosto» ma a cui «non c'è mai stata risposta». All'indomani della pubblicazione di un testo di 25 pagine in cui viene accusato il Papa di eresia, firmato al momento da 146 personaggi (teologi, studiosi, sacerdoti ed accademici), parla al Giornale Joseph Shaw, il portavoce di CorrectioFilialis, il portale che ha promosso la lettera aperta.
    Come nasce l'idea di questo documento?
    «Si tratta di un testo elaborato da un gruppo di teologi, accademici e pastori nato perché preoccupati dalla approvazione di Papa Francesco su posizioni aperturiste dell'Amoris Laetitia che sono chiaramente contrarie all'insegnamento della Chiesa».
    Chi può aderire, quante sono le firme e da dove provengono?
    «All'inizio, quando il documento è stato presentato al Papa, sono stati 40 i firmatari, teologi e sacerdoti. Poi il testo è stato pubblicato e ogni giorno arrivano nuove firme autorevoli. Al momento siamo a 146. Ma il numero è in continuo aumento. Le adesioni provengono da 20 Paesi diversi».
    E un singolo fedele può aderire?
    «Per i singoli che vogliono sostenere il documento è stata avviata una petizione, su change.org: Sostegno del laicato cattolico per la correzione a Papa Francesco. Sono oltre 10.600 le firme già acquisite, ma il numero cresce di ora in ora».
    Cosa pensa del fatto che il Vaticano abbia bloccato l'accesso al vostro sito?
    «Significa innanzitutto che l'iniziativa è stata presa sul serio. É un peccato che si tenti di impedire alle persone che abitano e lavorano in Vaticano di partecipare alla discussione in corso, ma chi vuole firmare può comunque trovare il modo di farlo».
    Avete contattato il Papa?
    «Abbiamo consegnato la lettera a Bergoglio l'11 agosto, ma non c'è stata nessuna risposta».
    E cosa chiedete?
    «Vogliamo che il Papa respinga pubblicamente le posizioni eretiche contenute nell'Amoris Laetitia. Riguardano punti chiave della dottrina e sono incompatibili con la fede cattolica. Si tratta di questioni molto pratiche e i vescovi e i sacerdoti devono sapere quali decisioni prendere. Senza indicazioni precise si trovano di fronte a interpretazioni varie e confuse».
    Perché nessun cardinale ha firmato il documento?
    «Abbiamo scelto noi di non coinvolgere i cardinali. Vogliamo sia una iniziativa indipendente e senza persone vicine al Papa».
    Cosa risponde a chi vi accusa di contravvenire al canone 749 che prevede l'infallibilità del Papa?
    «Dico che in questo caso non si tratta dell'infallibilità del Papa. E infatti il paragrafo terzo dello stesso canone recita: nessuna dottrina si intende infallibilmente definita se ciò non consta manifestamente».
    "Il Papa faccia mea culpa. Noi ribelli siamo già 10mila" - IlGiornale.it

  7. #1897
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    "La verità della fede in pericolo". E firma la correzione a Bergoglio
    La Chiesa vive un periodo di forte dibattito interno. Il professor Strumia, firmatario della "correzione filiale" e teologo di fama internazionale, spiega il perché
    Francesco Boezi
    La Chiesa vive un periodo di forte dibattito interno. Don Alberto Strumia è stato docente ordinario di fisica-matematica presso le università di Bologna e Bari ed è attualmente docente invitato alla facoltà teologica dell'Emilia Romagna. Ma è anche uno dei sacerdoti che ha firmato la "correzione filiale" su Amoris Laetitia, l'esortazione apostolica del Papa che tanto sta facendo discutere il mondo cattolico e non. La firma di don Strumia ha suscitato scalpore, essendogli pacificamente riconosciuta una competenza di carattere internazionale tanto in materia teologica quanto in ambito scientifico.
    Professor Strumia, perché ha firmato la "correzione filiale" su Amoris Laetitia?
    Perché ho ritenuto doveroso farlo, pur non avendo mai immaginato prima di ora che si sarebbe dovuti arrivare ad una decisione così estrema e dolorosa. Osare di indirizzare una correzione dottrinale al Papa lo si può e lo si deve fare solo quando è in pericolo la verità della fede e quindi la salvezza degli appartenenti al popolo di Dio. Il realismo dinanzi agli accadimenti non mi fa illudere che la correzione verrà presa seriamente in considerazione, dal momento che neppure i dubia sollevati da quattro Cardinali hanno ricevuto finora risposta, ma se siamo in tanti a sollecitare il chiarimento c'è una maggiore possibilità, anche a causa della visibilità pubblica favorita dalla mediaticità dei nostri giorni. Sono in molti, nella Chiesa, a sentirsi soffocati da un clima negativo nel quale l'abuso del potere viene non di rado a sostituire l'autorevolezza.
    In chiave dottrinale, può un sacerdote contraddire il Papa?
    La "dottrina della Chiesa" non è inventata dai teologi e neppure dai Papi, ma è fondata sulla Scrittura e radicata nella tradizione della Chiesa. Il Papa è al servizio, come custode e garante di questa continuità e non può spezzarla neppure velatamente, lasciando intendere, con formulazioni ambigue, che oggi si possa credere e fare il contrario di ciò che è stato insegnato finora, dal Magistero, su questioni essenziali come la dottrina dei sacramenti o la morale familiare, con la motivazione che i tempi sono cambiati e il mondo esige un adeguamento.
    Questo dibattito teologico è strumentalizzato? C'è uno scambio meramente dottrinale o sta emergendo nella dialettica una divisione già esistente nella Chiesa?
    E' evidente che oggi emerge, nella Chiesa, a livello di vertice, ciò che da cinquant'anni si è innescato dalla base fino a più in alto. La liturgia è divenuta sempre meno sacra e sempre più incentrata sull'inventiva più o meno istrionica dei celebranti e sul protagonismo di animatori sempre più preoccupati di esibire se stessi che di esaltare la centralità del Sacrificio di Cristo, che forse non comprendono nemmeno più. Le omelie sono diventate melense e sentimentali, o comizi politici, e il canto sempre meno liturgico. Chi avrebbe dovuto correggere, si è messo talvolta ad imitare queste stesse tendenze.
    Una delle critiche che i tradizionalisti muovono al Pontefice è relativa ad una presunta svolta modernista. E' così?
    Intanto bisognerebbe smettere di vedere tutto ciò che sta accadendo nella Chiesa come una contrapposizione tra correnti: "i tradizionalisti" e i "progressisti". La Chiesa non è un partito e le questioni fondamentali della dottrina e della morale non sono riducibili ad "opinioni" di una parte o di un'altra. Qui si tratta di essere cattolici o non di esserlo, cattolici o protestanti, cattolici o eretici, cattolici o sostenitori di "tutte le religioni sono equivalenti", tanto la "misericordia" (!), autorizza a fare quello che si vuole e non c'è bisogno di nessuna conversione, se non quella che aderisce al "pensiero unico" che crede nel "nuovo ordine mondiale". Come dicevo prima si tratta di una tendenza di matrice modernista e protestantizzante che è in atto da una cinquantina d'anni e che ora è venuta allo scoperto del tutto in questi ultimi anni. Era un fuoco sotto la cenere che ora è stato rinvigorito.
    Ma esiste davvero una contrapposizione tra "conservatori" e "progressisti"? Insomma, la parola di Dio non è una sola? Da laici è difficile comprendere queste differenze di visione...
    La divisione interna alla Chiesa è un dato di fatto che non si può e non si deve negare: se non ci fosse nessuna divisione, oggi anche sulle questioni fondamentali, sulla dottrina e sul modo di applicarla nella pratica pastorale, non saremmo qui a parlarne. Ma come ho detto è scorretto parlare di una contrapposizione tra "progressisti" e "conservatori". Se il problema fosse solo quello di due linee di tendenza "opinabili" saremmo di fronte ad un pluralismo di scuola che potrebbe essere anche utile alla ricerca teologica, e uno stimolo a gareggiare nell'intraprendere opere culturali e caritative. Ma oggi non è così: quando le divergenze vanno ad intaccare i fondamenti della dottrina, allora non siamo più di fronte a due correnti di pensiero, a due opinioni ammissibili, ma a due dottrine contrapposte, a due chiese separate, di fatto, anche se non giuridicamente".
    "La verità della fede in pericolo". E firma la correzione a Bergoglio

    Lorefice vuol far carriera
    Sorgerà a Palermo una nuova sinagoga nei locali di un ex oratorio cattolico.
    «A volerla, l'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice», che ha concesso gratis la struttura ai Fratelli Maggiori.
    Cosa vi aspettavate da un vescovo come questo?
    https://letturine.blogspot.it/2017/0...-carriera.html






  8. #1898
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Staino vignettista di Avvenire; domani Il manifesto regala il libro del papa.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  9. #1899
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    ULTIME DAL MONDO DI BERGOGLIO. FRA LE ALTRE: LA PROFANAZIONE DI SAN PETRONIO TRASFORMATA IN MENSA PER 1400 PERSONE CON BAGNI CHIMICI. COSÌ ACCOLGONO “I BISOGNI” DELL’UOMO
    Antonio Socci
    Questo articolo non ha fatto in tempo ad uscire che già in mattinata se n’è saputa un’altra: il giornale dei vescovi italiani “Avvenire” ha arruolato come vignettista Sergio Staino, sottolineando che è “non credente” e soprattutto che è TUTTORA direttore dell’Unità, storico giornale del Pci, ed è anche Presidente onorario dell’Uaar (Unione atei e agnostici razionalisti). Quindi ha tutti i titoli per apparire sul giornale della Chiesa italiana, dove, in epoca bergogliana, i credenti sono visti molto male.
    La Pubblica (d)istruzione ha oggi una “ministra”, Valeria Fedeli, che ha appena avuto il privilegio di venir rilanciata dai due campioni della società dello spettacolo: Crozza e Bergoglio.
    Difficile dire chi dei due abbia avuto la migliore trovata comica. Crozza fa dire alla Fedeli: “Se avessi avuto lo smartphone in classe avrei finito le elementari anche io”.
    Bergoglio è stato più corrosivo e divertente: gli ha fatto fare la prefazione a un suo libro intitolato “Imparare ad imparare”.
    Per invitare i ragazzi a studiare quale migliore testimonial della Fedeli? Di sicuro i giovani si tufferanno nei libri preferendo diventare un giorno disoccupati piuttosto che rischiare di diventare ministri. O papi.
    Perché pure Bergoglio ha avuto problemi con i titoli di studio (teologici). Perciò è diventato papa.
    Dopo che hanno elevato lui al ministero di Pietro chi poteva eccepire sulla nomina della Fedeli a capo del ministero dell’Università?
    Ora ci manca solo che mandino l’on. Razzi in Corea del Nord con Al Bano per scongiurare la guerra nucleare cantando “Felicità” o che eleggano Casini a capo della Commissione d’inchiesta sulle banche.
    Dite che lo hanno già fatto? E allora avanti tutta: al ministero degli esteri il governo Gentiloni-Bergoglio potrebbe chiamare un migrante senza cittadinanza, che so, un tal “Algerino Afghano” del Nuovo Centrodestra, come spot per lo Ius soli.
    Del resto Bergoglio ha già nominato mons. Vincenzo Paglia a capo della (fu) Pontificia Accademia per la vita. Sì, Paglia, quello che – appena arrivato nell’istituzione che si dovrebbe battere contro l’aborto – ha fatto l’apologia di Marco Pannella dichiarando “Pannella, uomo di grande spiritualità” e celebrando a lungo “Marco ispiratore di una vita più bella non solo per l’Italia, ma per questo nostro mondo, che ha bisogno più che mai di uomini che sappiano parlare come lui”. Praticamente un Padre della Chiesa. Paglia concluse: “io mi auguro che lo spirito di Marco ci aiuti a vivere in quella stessa direzione”.
    E forse l’epoca Bergoglio sta tutta in questa mutazione: un tempo nella Chiesa si invocava lo Spirito Santo e oggi lo spirito laico di Marcolino nostro.
    D’altra parte il capo di Paglia, il papa argentino, aveva già celebrato Emma Bonino e Giorgio Napolitano “tra i grandi dell’Italia di oggi”. Un tempo ci fu il cosiddetto “papa buono”, oggi abbiamo il “papa Bonino”.
    L’epoca Bergoglio avrebbe deliziato – più che un Guy Débord, situazionista – un Mario Appignani, in arte “Cavallo pazzo”, il fantastico guastatore che invadeva i campi di calcio, si denudava ai congressi radicali, minacciava di buttarsi nel Tevere e irrompeva a Sanremo e negli studi di Pippo Baudo.
    L’exploit più mirabolante della chiesa bergogliana, l’8 dicembre 2014, somigliò a uno scherzo goliardico inventato davvero dagli Indiani metropolitani: la proiezione sul Cupolone e sulla facciata della Basilica di San Pietro, cuore della cristianità, di scimmioni, fiere, elefanti e ogni genere di bestia. Ma fu uno spettacolo voluto dal Vaticano per inaugurare il giubileo. Con un colpo solo si profanò la Basilica più importante della cattolicità e la festa dell’Immacolata.
    L’inventiva papale di questi tempi non ha limiti. Dopo le vertiginose esternazioni aeree, dopo essersi fatto immortalare con la “falce e martello” con crocifisso, dopo le ricorrenti telefonate a sorpresa a vip e persone comuni, dopo che Bergoglio ha annunciato di aver recitato – interpretando se stesso – in “Beyond the sun”, un film di Natale, e dopo essere stato rappresentato in vari fumetti, speriamo che non ci sia qualche sciagurato che gli consigli di partecipare pure a un cinepanettone con De Sica o Boldi. Vuol piacere, d’accordo, ma a tutto c’è un limite.
    Altrimenti dovremo dire che al tempo del papa sudamericano va in scena il carnevale di Dio (rigorosamente “non cattolico”), forse perfino più variopinto di quello di Rio.
    È anche simpatico, certo. Sono tuttora reperibili le foto di Bergoglio che in piazza San Pietro, nei saluti dopo l’udienza, si mette sul naso la pallina rossa dei clown che gli aveva porto un fedele e anche un copricapo di palloncini colorati.
    Com’è alla mano, signora mia. Proprio come uno di noi. Tanto gioviale. Un papa così non si era mai visto. E questo è certamente vero.
    I giornali sono deliziati.
    Perché il rivoluzionario di Santa Marta riesce con pochi gesti a demolire millenni di aura sacrale attorno alla figura del Vicario di Cristo (elevando così l’uomo Bergoglio alla mitizzazione mediatica).
    Come quando è andato al negozio di ottica a comprare gli occhiali (non si è ancora visto a buttare il sacco della spazzatura ai cassonetti, ma in compenso ha scritto un’enciclica per raccomandare di fare la differenziata).
    O come quando – nella recente visita a Milano – in una piazza, circondato da migliaia di persone, è entrato dentro un bagno chimico: gesto altamente simbolico di desacralizzazione (difficile pensare che in tutta Milano non si trovasse un bagno normale e in luogo riservato per il papa).
    Era abbastanza imbarazzante tutta quella gente assiepata attorno al casottino dov’era entrato pontefice. Ma tutti han trovato la cosa tanto commovente.
    C’è solo qualcuno che ha eccepito sul fatto che dentro quegli attrezzi non ci sarebbe il lavandino per lavarsi le mani (poi da baciare). Ma cosa importa: la rivoluzione ha le mani pulite.
    Bagno chimico
    E infatti il bagno chimico come simbolo della rivoluzione bergogliana torna anche in queste ore. Durante la sua visita a Bologna il vescovo Zuppi – sempre per desacralizzare tutto (infischiandosene del Codice di diritto canonico e del buon gusto) – ha organizzato un banchetto per 1400 persone nella bellissima basilica di San Petronio, con lui e il papa, e per l’occasione sono stati collocati bagni chimici pure lì.
    Dall’escatologia alla scatologia il passo è breve. In fondo la chiesa bergogliana (dimenticata l’eternità) vuole occuparsi dei “bisogni” dell’uomo…
    Basti vedere quanto spazio Bergoglio ha dedicato al problema delle fognature nella sua enciclica “Laudato si’”.
    La situazione è grave, ma non seria. Nelle chiese non si celebra più il Sacro Cuore, ma lo Ius soli, lo scisma luterano, la Bonino e la Boldrini. Qualcuno eccepisce su Vasco Rossi chiamato a spiegare il Vangelo, ma non è peggio definire il tragico scisma luterano come “una benedizione per la Chiesa”?
    Moltissimi sono sconcertati, anche fra preti e vescovi, ma non hanno il coraggio di dire nulla e ci vuole Brigitte Bardot per rimproverare papa Bergoglio di favorire “la migrazione musulmana a discapito dei cristiani del Medio Oriente”.
    Certo c’è pure qualche coraggioso intellettuale cattolico e qualche cardinale che accoratamente mette in guardia Bergoglio dal diffondere (volontariamente o no) eresie. Ma le eresie sono sempre state una cosa seria e Bergoglio ha sempre detto che non si è mai interessato di teologia. Infatti nemmeno riceve i cardinali dubbiosi.
    Forse il papa più che la Fedeli dovrebbe considerare i fedeli. Che sono smarriti e delusi. Nelle parrocchie e nelle diocesi ognuno s’inventa le cose più surreali. È una Chiesa allo sbando. Secondo alcuni siamo alla frutta, secondo altri alla grappa. E c’è chi teme che sia solo l’antipasto.
    ULTIME DAL MONDO DI BERGOGLIO. FRA LE ALTRE: LA PROFANAZIONE DI SAN PETRONIO TRASFORMATA IN MENSA PER 1400 PERSONE CON BAGNI CHIMICI. COSI' ACCOLGONO ?I BISOGNI? DELL?UOMO. - Lo StranieroLo Straniero


  10. #1900
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    Predefinito re: Papa Francesco.

    Bergoglio straparla col sociologo e sdogana … la psicanalisi!
    Sempre più umano, sempre più laico, sempre meno … papa. Bergoglio, noto per le sue frequenti quanto sconsiderate “uscite” dialettiche, dopo aver tra le altre cose riabilitato il Luteranesimo, ha deciso di far sapere al mondo intero che anche lui, molti anni fa, ha fatto ricorso a una psichiata ebrea.
    Lo ha infatti rivelato in un libro-intervista che sarà pubblicato in Francia, contenente dodici dialoghi che il “vescovo di Roma” ha avuto non con un teologo o comunque con un maestro spirituale, magari di un’altra religione, ma con un sociologo, tale Dominique Wolton: tanto per confermare che quando l’essoterismo religioso si laicizza, scadendo in banale catechesi sociale e moralismo spicciolo, la differenza con la sociologia, per la gioia di tutti gli “atei devoti” del pianeta, si fa molto tenue.
    Nell’intervista, Bergoglio si è lasciato andare di nuovo, come ama fare quando può parlare un po’ in relax, a qualche dichiarazione fuori dalle righe. Dapprima sul suo status di “recluso” (“sono in una gabbia qui al Vaticano”), poi sui preti e i giovani troppo rigidi (?) (“preti rigidi, che hanno paura di comunicare. È una forma di fondamentalismo. Quando m’imbatto in una persona rigida, soprattutto giovane, mi dico che è malato”) quindi, sulla teologia della Chiesa d’oggi e sull’Europa che si “chiude” [“ La nostra è una teologia di migranti (?!), perché lo siamo tutti fin dall’appello di Abramo, con tutte le migrazioni del popolo d’Israele. Esistenzialmente, attraverso la fede, siamo dei migranti (?). La dignità umana implica necessariamente di essere in cammino. L’Europa in questo momento ha paura. Chiude, chiude, chiude …” – a chi e a cosa chiude, dato che ormai ha perso ogni identità, verrebbe da dire??].
    Ma il vero “botto” Bergoglio lo ha fatto quando, appunto, ha rivelato che per sei mesi, a cavallo degli anni 1978-1979, da giovane sacerdote, appena terminato il suo incarico di provinciale dei gesuiti d’Argentina ed assunto quello di rettore del Collegio Máximo, dove venivano formati gli studenti che volevano entrare nella Compagnia di Gesù, si affidò alle cure di una psicanalista ebrea per superare le difficoltà connesse a tale periodo della sua vita.
    Indipendentemente dall’utilità pratica che possa eventualmente aver avuto a titolo strettamente personale per Bergoglio tale periodo di “analisi” (anche se per un sacerdote le vie per superare un periodo buio dovrebbero essere ben altre, di carattere evidentemente spirituale, senza dover attingere ai pericoli abissi dell’inconscio e dell’irrazionale), da un punto di vista Tradizionale appare decisamente grave che il Pontefice della Chiesa Cattolica faccia una rivelazione che potrebbe trasformarsi in un implicito suggerimento rivolto a tutto il mondo dei fedeli cattolici a non disdegnare l’utilizzo della psicanalisi in caso di necessità.
    In realtà, Bergoglio è andato ben oltre, poiché rivolgendosi ai rettori e agli alunni dei Pontifici Collegi e Convitti romani aveva consigliato, “nei momenti di turbolenza”, di non farsi scrupoli ad affidarsi alle “cure” dello psichiatra: “In questo tempo di tanta modernità buona (!), della psichiatria, della psicologia (!), in questi momenti di turbolenza credo che sarebbe meglio andare dallo psichiatra che mi aiuti”. Ecco le sue incredibili parole: per lui, questi sono tempi di tanta “buona modernità”, tra cui rientrano a pieno titolo psichiatria e psicologia …
    Non è questa la sede per dilungarci troppo sul significato antitradizionale e sovversivo della psicanalisi, anche perché chi possiede anche una minima infarinatura dottrinaria sa bene di cosa si tratta. Nel rinviare per i dovuti approfondimenti a Guènon (ad es. “misfatti della psicanalisi”, cap. 34 de “Il regno della quantità e i segni dei tempi”) e ad Evola (“critica della psicanalisi”, capitolo III di “Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo”, nonché l’antologia di scritti in materia pubblicata come Quaderno della Fondazione Evola, intitolata “L’infezione psicanalista. Scritti sulla psicanalisi 1930-1974”), ricordiamo alcuni punti importanti in materia.
    Innanzitutto, è fondamentale capire che la funzione sovversiva della psicanalisi si è costruita nel momento in cui si è scientemente proceduto ad estendere l’ambito applicativo delle concezioni proprie alla psicoterapia al di fuori dell’ambito patologico in cui esse possono eventualmente essere efficaci (sia pure con tutti i rischi del caso, come messo in evidenza dallo stesso Guénon), facendone così una vera e propria “contro-scienza” applicabile ad ogni aspetto della vita umana, dalla morale all’arte, dalla sessuologia alla religione, dalla mitologia alla sociologia ed alla politica. Il tutto, collocando in particolare, come avvenuto con la psicanalisi freudiana, la forza motrice principale della psiche umana nell’inconscio (il celebre Es), di cui il tronco fondamentale proprio per Freud era, com’è noto, individuato nella libido, nell’impulso al piacere, principalmente sessuale, con conseguente disconoscimento della presenza nell’uomo di qualsiasi centro spirituale sovrano.
    Con l’approccio psicanalitico esteso a trecentosessanta gradi, e con la patologia che diventa fisiologia, normalità, regola, viene quindi cancellata la dimensione spirituale dell’essere umano, il cui baricentro viene posto nei pericolosi e “malati” anfratti dell’inconscio, dominato soprattutto dal complesso sessuale nelle sue forme più sub-personali ed oscure, e le cui cariche dovrebbero o scaricarsi tramite il noto sistema delle trasposizioni o sublimazioni, oppure tramite un soddisfacimento diretto e consapevole dei relativi impulsi.
    L’Io conscio, che subisce l’azione dell’inconscio, diventa un elemento meramente passivo, ed a livello cosciente viene sostituito dal fantoccio del super-Io, prodotto dell’accumulo di tutte le interdizioni, le limitazioni ed i tabù imposti dall’ambiente esteriore, al fine di reprimere e censurare le istanze dell’inconscio (una sorta di sovrastruttura di marxiana memoria, sostanzialmente).
    Varianti della psicanalisi come quella di Wilhelm Reich (che suggeriva la distruzione del sistema "repressivo" vigente quale vera via di liberazione terapeutica dell’uomo, tramite la rivoluzione sociale e principalmente sessuale – evidente è al riguardo l’influenza sul pensiero di un certo Herbert Marcuse -) o di Alfred Adler (per il quale la forza motrice dell’individuo sarebbe rappresentata dall’impulso di autoaffermazione del singolo anziché dalla libido) non spostano i termini della questione.
    Guènon sottolineò senza mezzi termini che la funzione della psicanalisi, nelle attuali condizioni del mondo, era proprio quella di “concorrere attivamente alla seconda fase dell’azione antitradizionale (quella dissolutiva, n.d.s.)”, e notò come la pretesa della psicologia ordinaria di “annettere, facendole entrare nel subconscio, certe cose che per la loro stessa natura le sfuggono completamente”, trovasse la sua spiegazione non solo e non tanto in un’ingenuità semplicistica, ma in un vero e proprio “carattere satanico”, emergente soprattutto nelle interpretazioni psicanalitiche del simbolismo tradizionale, o nel tentativo di dare il marchio di “simboli” a realtà “infraumane”. Evola e Guènon non poterono fare a meno di notare come la stessa prassi psicanalitica, nel rapporto tra terapeuta e paziente (con le svariate sfaccettature dell’esperienza del transfert), scimmiottasse pericolosamente il rapporto tra maestro spirituale e discepolo o tra confessore e devoto.
    E ancora: il fatto stesso di evocare e “maneggiare” energie psichiche inferiori; di portare alla superficie rendendo coscienti contenuti tratti dai “bassifondi” dell’essere umano, ponendo in essere di fatto una discesa agli inferi che, non potendo essere seguita da una “risalita” (negando la prassi psicanalitica ogni rilevanza al dato spirituale), comporta un pericolosissimo crollo nel regno delle possibilità inferiori, da cui si viene sommersi e dominati senza possibilità di ascesi (la misterica “caduta nel pantano”).
    Se la dottrina Tradizionale ci insegna che l’uomo è costituito da corpo, anima/psiche (nelle due componenti dell’anima inferiore e di quella superiore) e spirito (che, dopo la scompaginamento dell’unità dei tre elementi, si manifesta nella persona tramite l’anima superiore), possiamo ben intuire a quali risultati possa portare una “scienza” che analizzi e scavi nei bassifondi nell’essere umano (peraltro degradato, come quello moderno e contemporaneo), concependolo come formato soltanto da corpo ed anima inferiore, e che pretenda di innalzare, come dicevamo, la patologia a normalità.
    Alla luce di quanto sommariamente esposto, appare perciò come un fatto di inaudita gravità che proprio la massima autorità del Cattolicesimo, con tanto candore, inviti fedeli, sacerdoti e teologi a non disdegnare la pratica psicanalitica, che rientrerebbe nella “buona modernità”…l’ennesima “bergogliata”, insomma.
    Cosa dire, dinnanzi alla Chiesa di oggi, e dinnanzi a Papa Bergoglio, che col tempo appare un personaggio sempre più morettiano (come dimenticare le parole da lui pronunciate a Lesbo durante il suo viaggio nell’aprile del 2016: “Nei viaggi apostolici noi andiamo a fare tante cose, a vedere la gente, a parlare”, che riecheggiavano il “vedo ggente, faccio cose” del film di Nanni Moretti Ecce Bombo?) e che guarda caso non disdegna di consigliare a tutti la psicanalisi?
    Bergoglio straparla col sociologo e sdogana ? la psicanalisi! - Azione TradizionaleAzione Tradizionale


 

 
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