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Il Pentagono ad Obama: mandare più soldati in Afghanistan o perdere la guerra

di James Cogan

E’ arrivato il momento per l’amministrazione Obama di annunciare un ulteriore estendersi della Guerra in Afghanistan e di avvertire la gente che l’insurrezione Talibana deve essere arginata entro 12 o 18 mesi se si vuole evitare agli Stati Uniti il rischio di un’umiliante sconfitta.

Il Generale Stanley McChrystal, che comanda le forze armate americane e della NATO in Afghanistan, sta continuando a far uso dei mezzi di informazione americani
per condizionare l’opinione pubblica affinche’ accetti l’invio cola’ di altri soldati e lo stanziamento di altri soldi per sostenere l’occupazione. Il generale doveva presentare alla Casa Bianca un’analisi della guerra questa settimana, ma la cosa e’ stata rimandata a dopo le elezioni presidenziali afgane del 20 Agosto.

In un’intervista di fine settimana con il The Wall Street Journal - estratti dalla quale vennero pubblicati Lunedi’ sotto il disastroso titolo "Ora i Talibani stanno vincendo" - il generale McChrystal ha dichiarato che il conflitto si trova "in un momento critico e decisivo". "Proprio ora" – ha detto – "questi Talibani si mostrano un nemico molto aggressivo", aggiungendo che le forze di occupazione avevano in pratica 12 mesi per arrestare il loro "impeto" e la loro "iniziativa".

Mentre il generale non ha voluto sbottonarsi sul suo piano, dei funzionari che hanno partecipato alla stesura della sua analisi, e di cui si ignora il nome, hanno fornito al The Wall Street Journal alcuni dettagli sulle sue probabili proposte. Esse comprenderebbero quanto segue:

* Basarsi su circa un raddoppio dell’esercito del governo afgano portandolo da 135 a 240 mila uomini, e la polizia da 82 a 160 mila.

* L’impiego a lungo termine di fino a 10 mila altri soldati americani quali istruttori e supervisori per l’incremento delle forze di sicurezza afgane. Molti analisti convengono sul fatto che questa operazione richiedera’ almeno cinque anni per essere completata.

* L’impiego a breve termine di altre brigate di combattimento, da due a otto, per un totale da 10 a 60 mila uomini circa con mansioni logistiche e di sostegno, onde consentire di effettuare offensive coordinate contro le roccaforti dei Talibani. Il The Wall Street Journal sottolineava che l’esercito era preoccupato dal fatto che durante l’attuale operazione americana nella provincia di Helmand gli insorti erano in gran parte riusciti a fuggire a causa della scarsita’ di soldati.

Un’altra notizia trapelata questa settimana alla McClatchy Company [la terza compagnia americana di informazione in ordine di importanza] afferma che McCrystal
intende anche richiedere un grosso aumento di impiegati governativi americani dadestinare a vari compiti consultivi. Si prevedeva che il contingente civile in Afghanistan dovesse essere portato da 560 funzionari alla fine del 2008 a 1000 per la fine di quest’anno e fino a 1350 per la meta’ del 2010. Il loro compito sarebbe in sostanza quello di dirigere a Kabul interi dipartimenti del governo fantoccio.

Si ritiene che i punti di vista del generale McCrystal verranno fortemente appoggiati dal capo del Comando Centrale, generale David Petraeus, che organizzo’ l’incremento di truppe in Irak.

Il pensiero dei circoli direttivi americani e’ stato reso noto questa settimana da Anthony Cordesman, ragguardevole analista politico presso il Centro di Studi Strategici e Internazionali (CSIS). Cordesman, da poco reduce dall’Afghanistan, e’ stato invitato da McChristal a collaborare alla preparazione della sua analisi. Il 10 Agosto egli aveva pubblicato le sue conclusioni in una colonna del Time s britannico dal titolo: "Piu’ soldati, meno riguardi, e facciamo le persone serie".

Cordesman ha imputato all’amministrazione Bush di aver mancato di prendere sul serio l’insurrezione talibana fino al 2007, e ha criticato gli stati facenti parte della NATO per non aver fornito abbastanza truppe e per porre dei limiti al loro impiego. "Washington e la NATO" – ha dichiarato – " hanno consentito per piu’ di mezzo decennio al nemico di prendere l’iniziativa".

Ha anche qualificato il governo [fantoccio] afgano del presidente Hamid Karzai di "corrotto, pesantemente supercentralizzato, incapace, e virtualmente assente in gran parte dell’Afghanistan". Ha stigmatizzato il programma di ricostruzione ed aiuto dell’Afghanistan come "un pasticcio non funzionale e rovinoso che e’ ingranato da divisioni burocratiche".

"Col risultato" – ha dichiarato Cordesman – "che i Talibani da un gruppo sconfitto di esiliati sono diventati una forza che ha minacciato di sconfiggere la NATO e il governo afgano, che l’insurrezione ha aumentato il numero di distretti sotto il suo controllo da 30 nel 2003 a 160 alla fine del 2008, e che i suoi attacchi contro le forze di occupazione sono aumentati del 60 per cento fra l’Ottobre 2008 e l’Aprile 2009. In Luglio sono stati uccisi settantacinque soldati americani e della NATO, il numero piu’ alto in tutto l’anno, e centinaia di loro sono stati feriti. E in Agosto, fino alla data presente, altri 27 soldati hanno perso la vita.

Il rimedio proposto da Cordesman sarebbe quello di mandare in Afghanistan "da tre a nove altre brigate da combattimento", oltre ai 21 mila soldati gia’ ordinati da Obama quest’anno, raddoppiare l’esercito e la polizia afgana, eliminare dal governo afgano i soggetti corrotti, rivedere a fondo "il programma internazionali di aiuti, diviso, grossolanamente inefficiente, e corrotto", e agire piu’ energicamente contro le tribu’ pachistane di confine che stanno aiutando l’insurrezione afgana.

"Il governo degli Stati Uniti e quelli della NATO" – ha anche insistito – "dovranno essere piu’ onesti coi loro popoli", e mettere in chiaro che la guerra in Afghanistan "richiedera’ un impegno a lungo termine". Gli analisti a favore della guerra, come Cordesman, sono d’accordo nel dire che mentre i prossimi 12 mesi saranno cruciali per respingere i Talibani, per stabilizzare l’Afghanistan fino a renderlo un cliente succube degli Stati Uniti ci vorranno 10 anni.

Al pari delle migliaia di vittime che tuttocio’ richiedera’, anche il costo della guerra sara’ enorme. Dal 2001 l’Afghanistan e’ gia’ costato al Tesoro degli Stati Uniti circa 223 miliardi di dollari. Michael O’Hanlon del Brookings Institution [istituto indipendente di ricerche politiche] ha detto questo mese al Washington Post che nel prossimo anno e’ piu’ che probabile che il solo costo delle operazioni militari si gonfi di altri 100 miliardi di dollari. Bing West, un ex vice segretario del Ministero della Difesa, ha prudentemente valutato che, oltre a queste spese "l’esercito afgano abbisognera’ di 4 miliardi di dollari l’anno per un altro decennio, e di una somma analoga per lo sviluppo".

Nonostante la crisi che affligge il bilancio degli Stati Uniti, e’ probabile che un’ulteriore incremento della guerra in Afghanistan venga approvato dal Congresso senza grandi difficolta’. Nel mese di Maggio 17 senatori democratici e repubblicani dello Armed Services Committee hanno firmato insieme una lettera diretta ad Obama in cui chiedono che venga raddoppiato l’esercito afgano, il che comporterebbe necessariamente l’invio di altri istruttori americani.
Questa settimana il senatore repubblicano Lindsey Graham ha sollecitato la maggioranza democratica tanto del Congresso che del Senato ad unirsi ai repubblicani
nel rispondere favorevolmente alla richiesta di altri fondi per la guerra. "Vediamo di non 'Rumsfeldizzare’ l’Afghanistan", ha dichiarato, riferendosi a Donald Rumsfeld, Segretario alla Difesa nel governo Bush, che notoriamente sosteneva che l’occupazione dell’Irak poteva effettuarsi con meno della meta’ del numero di soldati consigliato da importanti generali.
Graham si e’ rivolto ai democratici dicendo: "Vediamo di non fare meschinerie. Facciamo in modo da avere in tutti i campi abbastanza forza di combattimento e di
impegno onde essere sicuri di avere successo. E per essere chiari, dovremo rimboccarci le maniche".

La risposta piu’ significativa a quanto di sicuro e’ trapelato dei piani di McChrystal e’ stata quella che il Segretario alla Difesa del governo Obama Robert Gates e il Consigliere della Sicurezza Nazionale generale James Jones hanno dichiarato in parecchie occasioni che il presidente "non ha escluso" di mandare altre truppe.

Il fatto stesso che Obama non ha cercato di far tacere le illazioni circa i progetti di ulteriore invio di truppe indica sicuramente che una decisione e’ gia’ stata presa. Obama e’ stato proiettato a quel posto da settori determinanti della élite che governa gli Stati Uniti precisamente affinche’ si concentrasse sulla guerra in Afghanistan e puntellasse gli interessi geopolitici dell’imperialismo americano su quella regione ricca di risorse dell’Asia Centrale, senza badare a quanto sangue e quanti dollari cio’ possa costare.

Traduzione di Rolando M.

Articolo originale:
Pentagon to Obama: Send more troops or lose war in Afghanistan

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