La povertà infantile negli Stati Uniti è tra le più alte nel mondo progredito
Di Nick Barrickman
21 aprile 2013
Un recente rapporto dell’UNICEF (United Nations Children’s Fund- Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia) esamina in dettaglio i crescenti livelli di povertà che si trovano di fronte i bambini nei più importanti paesi capitalisti.
Redatto con informazioni prese negli ultimi due anni del decennio scorso (2009-2010) il rapporto rivela uno sconvolgente livello di povertà infantile nel mondo “progredito”, con gli standard di vita
degli Stati Uniti che hanno il più alto prodotto interno lordo, che si classificano quasi nel punto più basso di tutte le classificazioni.
Lo studio che si intitola “Child Well-Being in Rich Countries” [Il benessere dei bambini nelle nazioni ricche] misura le condizioni di vita che si trovano di fronte i bambini nelle maggiori nazioni capitaliste del Nord America, Europa, Oceania e in parti dell’Asia. I paesi sono classificati in base a vari criteri: benessere materiale, istruzione, sanità e sicurezza, comportamenti e rischi e alloggi e ambiente. Pressappoco uno su sette bambini negli Stati Uniti attualmente vive in povertà. Secondo la classifica totale, gli Stati Uniti si collocano al ventiseiesimo posto su 29 paesi, dietro alla Grecia e appena prima della Lituania, della Lettonia e della Romania. Nella classifica dell’istruzione, è ventisettesima, mentre per il benessere materiale è al ventiseiesimo posto.
Il rapporto fa notare che gli Stati Uniti, che hanno il più altro prodotto interno lordo, sono rimasti al fondo della lista nel decennio passato.
Nelle aree del benessere materiale, il rapporto si concentra su tassi di povertà dei singoli paesi e il divario relativo tra il reddito medio e i bambini classificati come poveri. Negli Stati Uniti, la media dei bambini poveri era stimata al 36% al di sotto della linea ufficiale di povertà, collocandosi insieme a nazioni come la Grecia e l’Italia.
La soglia ufficiale della povertà è considerata essere al 50% del livello medio di reddito di qualsiasi nazione. Questo è di per sé assurdamente basso, dato che molte famiglie al di sopra della soglia di povertà vivono in circostanze estremamente difficili.
Il rapporto delinea brevemente l’importanza del benessere infantile, affermando che “non riuscire a proteggere e a promuovere il benessere dell’infanzia è associato con l’incremento di rischio di una vasta gamma di risultati che si vedranno negli anni successivi, che vanno dal ridotto sviluppo cognitivo, a livelli inferiori di risultati scolastici, da abilità e aspettative ridotte a minori produttività e guadagni.”
E’ degno di particolare nota il tasso di mortalità infantile, compresa nella sezione “salute e sicurezza” del rapporto. Le conclusioni identificano gli Stati Uniti, la Gran Bretagagna e il Canada, tre delle più ricche nazioni europee, che si collocano tutte nei posti più bassi per la prevenzione delle morti infantili. I risultati erano simili nelle rimanenti categorie dove gli Stati Uniti possiedono tassi di omicidi di quasi 8 morti su 100.000 individui, più alti di quelli della Libia nel 2008 (l’ultimo anno in cui sono disponibili statistiche di quel paese).
La nazioni con i livelli più alti di benessere infantile erano concentrate nei paesi nordici e nell’Europa occidentale, che conservano ancora riforme relativamente più avanzate, sebbene queste siano sotto attacchi inarrestabili. La Finlandia ha il 5% in meno di povertà infantile.
La maggioranza dei risultati sono costruiti in base a dati raccolti nel 2009-2010, il periodo disponibile più recente per tutti i criteri rilevanti. Notando l’apparente manchevolezza di questo a causa dell’impatto continuo della crisi economica, il rapporto avverte che sarebbe difficile procurarsi tali informazioni anche “nei tempi migliori”, aggiungendo che gli anni recenti sono stati tutt’altro che ” tempi migliori”.
La povertà ha avuto un’impennata in Europa da quando sono stati registrati i dati di questo rapporto. Negli scorsi tre anni hanno visto una serie di misure di austerità sempre più brutali come condizione per la salvezza delle banche organizzati dall’Unione Europea, dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale Europea.
Secondo la valutazione dell’istruzione nei paesi più sviluppati, compresa la percentuale di giovani iscritti alla scuola materna, gli Stati Uniti sono di nuovo una delle varie nazioni la cui popolazione infantile si colloca al di sotto dell’80% in questa categoria.
Nel suo discorso del 2013 allo Stato dell’Unione, il presidente Barack Obama ha sollecitato un’iniziativa verso l’espansione del programma del Federale Head Start,* dichiarando la sua intenzione di “rendere disponibile a ogni bambino in America una pre-scuola di alta qualità.” Questa è vuota demagogia. Infatti l’Amministrazione Obama è a capo di uno storico attacco all’istruzione pubblica, dato che si sono chiuse centinaia di scuole e che centinaia di migliaia di insegnanti sono stati licenziati negli scorsi quattro anni.
Le condizioni dei giovani negli Stati Uniti sono una formidabile accusa nei riguardi del capitalismo americano e dei due grossi partiti finanziari. Nei quattro decenni passati la disuguaglianza sociale è arrivata a livelli che non si vedevano fino dalla Grande Depressione degli anni ’30. L’ascesa di un’aristocrazia finanziaria è stata accompagnata da un attacco inarrestabile ai posti di lavoro, ai salari e ai programmi sociali. Gli Stati Uniti a loro volta, sono diventati un modello per le classi dirigenti in tutto il mondo.
Fin dall’inizio della crisi economica mondiale del 2008, l’attacco alla classe dei lavoratori si è soltanto intensificato. Trilioni di dollari sono stati consegnati alla banche, mentre l’Amministrazione Obama è ora alla testa di un assalto per tagliare centinaia di miliardi ai programmi sociali essenziali, compreso il sistema previdenziale e Medicare (l’assistenza sanitaria pubblica). Le conseguenze della povertà infantile e di molte altre misure di disuguaglianza e sofferenza sociale non sono difficili da prevedere.
*La rivoluzione di Obama per l'infanzia | LetteraPolitica.it