PROBLEMI E PROPOSTE SULLE PISTE CICLABILI
I contenuti che seguono hanno lo scopo di dimostrare che, a giudizio dell'Autore di questa pagina, le piste ciclabili come vengono fatte in Italia introducono elementi di confusione che non aumentano la sicurezza dei Ciclisti, peggiorano quella dei Pedoni e indirettamente danneggiano in alcuni casi anche Automobilisti e Motociclisti.
I fatti e le considereazioni esposte non provengono da 'un addetto ai lavori' ma da un semplice cittadino nella sua triplice veste di Pedone, Ciclista e Automobilista quindi nessuna polarizzazione ideologia troverà qui il lettore ma solo i frutti della osservazioni che chiunque può fare da se stando sulle strade.
Di seguito vengono illustrate alcune situazioni prese a caso tra le tante che mostrano visivamente i problemi che le piste clicabili o ciclopedonali creano ai Ciclisti e agli altri protagonisti della circolazione stradale.
1) Qui sotto c'e il tratto terminale una strada extraurbana che si immette in un'altra strada che si vede sullo sfondo.
Il Ciclista che pedala in tutta sicurezza sulla strada, ad un centinaio di metri prima dell'incrocio vede comparire dal nulla un tratto di 100 metri segnalato come 'pista ciclabile'. A termine di legge il Ciclista(i) che magari sta pedalando forte dovrebbe rallentare bruscamente ed immetterisi in quel moncone di pista che in pochi metri lo costringe a passare davanti ad un passo carraio con il rischio di essere investiti da un'auto che dovesse uscire e dopo pochi metri passare davanti all'uscita del condominio con il rischio di investirre il Pedone che mette anche un solo piede sulla pista.
Nessuno Ciclista esperto e non esperto entra in tale moncone di pista ma il problema rimane: Se il Ciclista fosse investito da un'auto nel tratto di strada antistante il tratto di pista di chi sarebbe la colpa?
Pista Ciclabile a ridosso di Condominio
2) Per fare la pista hanno stretto la strada e adesso il Ciclista esperto pedala male sia sulla strada che sulla pista
Pista Ciclopedonale realizzata restringendo drasticamente la strada veicolare
La foto qui sopra mostra una strada intercomunale affiancata da una pista ciclabile molto larga.
Vediamo la situazione prima che costruissero la pista e dopo aver costruito la pista per capire perché é stato danneggiato il Ciclista Esperto ma anche gli Automobilisiti e Motociclisti
Quando non c'era la pista ciclabile
La strada veicolare aveva una larghezza poco inferiore alla somma dell'attuale carreggiata + la larghezza della pista.
Bici e auto passavano affiancate in tutta sicurezza, l'auto che proveniva da dietro al Ciclista lo poteva sorpassare deflettendo leggermente il volante anche se dalla direzione opposta arrivava un'altra uato: una situazione tranquilla e sicura per il Ciclista e l'Automobilista.
Anche il Motociclista andava bene perché poteva superare una eventuale auto senza neppure entrare nella Corsia di sorpasso.
Dopo la costruzione della Pista Ciclabile
Lo spazio della pista é stato trovato restringendo in modo drastico la larghezza della carreggiata per le auto dove ora passano giusto 2 auto in senso opposto. La separazione con il pericoloso cordolo in Cemento ha trasformato una sicura strada veicolare in due piste simili a quelle di Go-cart anche perché non si sono limitati a mettere il cordolo ma ci hanno messo anche l'erbetta sottraendo quindi inutilmente almeno 30 centimetri di spazio alla circolazione.
Questo restringimento fa si che se un'auto si trova davanti un Ciclista non può sorpassarlo se dalla direzione opposta arrivano auto perché manca lo spazio e deve aspettare a fare il sorpasso quando dalla direzione opposta non arrivano auto. Ciò fa arrabbiare alcuni Automobilisti perché vorrebbero vedere i Ciclisti sulla megapista Ciclabile dove, peraltro, tutti i Ciclisti sarebbero obbligati a transitare.
Se il Ciclista va sulla pista, alla sera quando torna dal lavoro o la Domenica Mattina, la trova piena di gente che fa footing a gruppi orrizzontali, bambini, gente con il cane che impedisce il passaggio veloce della bici per cui per non rischiare investimenti deve per forza andare piano.
Anche le moto sono state danneggiate dal sopraccitato restringimento di carreggiata in quanto adesso se devono sorpassare un'auto devono attendere che dalla parte opposta non arrivi nessuno in quanto la strada stretta li costringe ad occupare l'altra corsia per fare il sorpasso.
Chi ha quadagnato da questa pista? I Pedoni che prima non avevano neppure un marcipiede ma Ciclisti, Automobilisti e Motociclisti sono stati danneggiati.
3) Statale Aurelia o Pista Ciclabile?
Pista Ciclopedonale Imperia
La foto sopra mostra la pista ciclopedonale tra Imperia e Sanremo costruita sulla ferrovia dismessa che costeggia la statale Aurelia anche se dalla strada talvolta non si vede.
Se il Ciclista pedala sulla statale potrebbe vedersi multato perché non pedala sulla pista. Se percorre la pista c'e il divieto di superare 20 km/ora messo a seguito dei numerosi investimenti di Pedoni da Parte dei Ciclisti.
Nulla da eccepire sul divieto in quanto la pista é molto percorsa da Pedoni Bambini e cani ma il Ciclista che vuole pedalare forte dove dovrebbe andare?
4) Restringimento di carregiata drastico: ma c'e la micropista che 'salva' il Ciclista
Questa sotto é la strada prima del restringimento: ci passano indisturbati 4 tir affiancati + la bici tanto é larga. Il Ciclista, secondo il codice, in prossimità del restringimento dovrebbe abbandonare la strada principale che consente elevate andature e percorrere circa 50 metri nella micropista raffazzonata e sporca che si vede sotto.
Strada prima del restringimento
Strada molto larga che si restringe drasticamente e mette in difficoltà il Ciclista
Strada dopo il Restringimento
Restringimento carreggiata
5) Il futoro che ci attende: Ciclista solo sulla pista ciclabile e il Pedone camina in strada?
Quella che segue é una nuova pista ciclabile a uso esclusivo dei Ciclisti che fa intravedere dove arriva lo zelo delle Amministrazioni per soddisfare l'imperante ideologia delle piste ciclabili.
IL CICLISTA PROTETTO COME UN BIMBO IN CULLA ( Solo per 2 km ) E IL PEDONE CAMMINA IN STRADA
Le due foto sopra mostrano uno spezzone di pista ciclabile di circa 2 km che costeggia una strada che esce da un agglomerato urbano a carreggiata ampia dove ai Pedoni non é vietato percorrela, purché non calpestino la pista ciclabile perché, come come si vede dal cartello di divieto, su tale pista gli unici abilitati ad usarla sono i Ciclisti.
Nei citati 2 km ai Ciclisti viene fornita una protezione totale, o quasi, perché la pista é segregata da un cordolo in cemento di altezza mai vista che chiunque ci sbatta la testa sopra rimane secco.
Peccato che tale iperprotezione dura poco e il Ciclista si trova dopo meno di 200 metri dal fine della pista, a transitare tra le forche caudine di una rotatoria dove se non la sa affrontare con perizia e decisione rischia di finire all'ospedale.
Dai fatti esposti appare quindi che al Ciclista, che intrinsecamente dovrebbe essere capace di muoversi assieme alle auto gli viene fornita, in modo estemporaneo, una transitoria maggiore protezione perché poi dovrà comunque saper pedalare sulla strada veicolare senza più nessuna pista.
Il Pedone che avrebbe bisogno di maggior tutela viene costretto a camminare sul ciglio della strada come prima che facessero la pista perché lui non la può usare.
Chi ha guadagnato da questa Pista ciclabile?
- I Ciclisti che sono contenti quando pedalano su una pista cicliabile anche se é un breve moncone.
Chi ha perso?
- ll Pedone non ha ne perso ne vinto: é stato beffato perché, mentre viene costretto a camminare sul ciglio della strada, come quando non c'era la pista, permane esposto al rischio di essere falciato da qualche auto e deve assistere ai Ciclisti che pedalano gioiosamente iperotetti d un invalicabile cordolo.
- I Ciclisti Esperti (Quelli che pedalano a 30/40km ora), ammesso che siano informati che l'obbligo di usare le piste cicliabili, vale anche per loro, sono stati beffati due volte.
Sono beffati una prima volta se quando affiancano la pista la ignorano e continuano a pedalare forte sulla strada veicolare, nel caso in quel tratto venissero investiti da un altro mezzo, rischiano il Concorso di colpa, per non aver usato la pista, con conseguente rischio di non essere risarciti.
Sono beffati una seconda volta se decidono di usare la pista perché li, a norma di segnaletica esposta all'inizio della pista, non possono superare i 20km/ora quindi sono costretti a pedalare come chi va a passeggio!
CONCLUSIONI E PROPOSTA
In questa pagina si é cercato di dimostrare che lo sviluppo di piste ciclabili come viene avanti in Italia non va bene perché non aumenta la sicurezza dei Ciclisti, spesso danneggia i Pedoni quando le piste sono sui marciapiedi e quando la strada viene drasticamente ristretta per far posto alla pista limita la fruibilità della strada anche alle auto e moto.
Ma, come si é visto sopra, ci sono altri problemi legati alla assoluta mancanza di standardizzazione nelle realizzazione e nella segnaletica per cui si assite allo sviluppo di un sistema costoso, confuso ed inefficente. Una dibattitto sulla questione é assente perché oggi il solo fatto di realizzazione una pista ciclabile é considerato un bene in se.
Le considerazioni che seguono rapprentano quindi una visione 'Contrarian' che seppure isolata si spera serva da stimolo a ragionare sulla questione.
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L'attuale confusione, a giudizio di chi scrive, dipende da un errore di fondo che consisite nel sottrarre la bici dalla strada veicolare e farla circolare con i Pedoni dimenticando che le piste ciclabili ad un certo punto finiscono e il Ciclista viene comunque ributtato a pedalare assieme alle auto e se non se la sente di farlo gli conviene lasciare la bici in Cantina perché non é immaginabile un percorso Ciclabile totalmente protetto.
Se e vero quanto detto sopra se ne dovrebbe realisticamete predere atto e cessare fare piste ad uso promisquo di Ciclisti e Pedoni ritornando a far marciare le bici sulla strada veicolare riservando ad essa sul tracciato della strada la sua zona ove la larghezza della carreggita lo consenta e dove non lo consente non si fare nulla.
In tal modo verrebbe fatta chiarezza nell'attuale conflitto tra Ciclisti Pedoni e Automobilisti e quasi tutti i problemi sopradescritti verrebbero risolti. ( Il problema si vede bene da questo sito ove arrivano ogni giorno molti Pedoni investiti da Ciclisti e Ciclisti investiti da auto che escono dai passi carrai e se la cronaca non se ne occupa e perché la questione di norma si risolve al pronto soccorso senza esiti letali)
Basta investimenti di Pedoni sui marciapiedi, basta Ciclisti investiti da auto che escono dai passi carrai, basta ambiguità di precedenza Strada/Pista Ciclabile, basta Ciclisti Morsicati sulle piste ciclabili
Si tratta di prendere atto che Ciclisti e Pedoni obbligati per Legge a convivere mal si sopportano.
Il Pedone che viene colto di sorpresa alle spalle da una bici spesso si spaventa e magari viene anche investito se fa uno spostamento orrizontale imprevedibile al Ciclista. ( Il campanello sulla bici é obbligatorio per legge ma non lo usa più nessuno).
I Pedoni mettono in difficoltà i Ciclisti come ad esempio quando sono a spasso sulla pista con il Cane, magari un grosso molosso che potrebbe azzannare il Ciclista perché eccitato dal movimento della gamba oppure il cane é al guizaglio lungo 3 metri e il Ciclista deve stare attendo a non cadere impigliato nel guizaglio. Ma il problema non finisce qui perché se il Ciclista volesse distanziarsi dal cane con una semplice sterzata e sconfinare sulla strada e la pista é segregata da cordoli non lo può fare per cui o accetta il rischio di essere morsicato o scende dalla bici, scavalca il cordolo e si mette a pedalare in strada ma qui c'e un'altra trappola perché per legge, tutti i Ciclisti sono obbligati ad usare le piste ciclabili per cui rischia la multa o un risarcimento ridotto se venisse investito da un'auto.
Facendo marciare le bici assieme agli altri mezzi di trasporto I Pedoni ritornerebbbero ad essere i padroni dei marcipedi mentre la bici ritornerebbe a muoversi nel loro alveo naturale che é la strada assieme agli altri mezzi di trasporto su un tracciato dedicato ove ne sussista la fattibiltà.
Qualcuno potrà obbiettare che in altre parti di Europa le cose non sono come descritto. In paesi come Francia, Germania Austria ove c'è un senso civico più sviluppato le cose vanno meglio ma qui si sta parlando dell'Italia ove il senso civico é tendente a zero e sulla strada vige la legge del più forte.
La scelta di far Cicolare le bici sui marcipiedi é dell'Europa perché nel mondo Anglossasone, tipicamente pragmatico e realista la bici circola sopratutto in strada, seppure su striscia protetta, come mostrano le foto sotto ed questa la scelta che andrebbe fatta anche per l'Italia.
Facendo circolare la bici sempre sulla strada veicolare in corsie ad essa riservata (ove fattibile) ci sarebbero altri vantaggi come questi:
- Risparmi consistenti per i Comuni perché un conto e fare una riga sulla strada altro conto reperire spazi, segregare la pista con i pericolosi cordoli in cemento, ritracciare la strada veicolare se deve essere ristretta ecc.
- Risolto alla radice il problema della pulizia e manutenzione delle piste che ben pochi Comuni fanno con regolare periodicità perché dopo l'innaugurazione di solito la pista viene abbandonata a se stessa con la relativa segnaletica.
- Miglioramento complessivo della sicurezza, fruizione ed aspetto estetico della strada senza i cordoli:
Il Ciclista, in particolare situazioni di emergenza, come detto sopra, se non ci fossero i cordoli, con una semplice sterzata invade temporaneamente la strada veicolare se serve ad evitare, ad esempio, l'investimento di un Bambino ma anche le auto si avvantaggiano dalla assenza dei cordoli perché potendo valicare responsabilmente e temporaneamente il confine strada pista ciclabile magari possono risolvere situazioni di emergenza improvvisa come evitare un auto che sorpassa e sta per creare un incidente o un Pedone che attraversa improvvisamente la strada. Restituire alla strada lo spazio occupato dal cemento del cordolo ma spesso molto di più perché la 'creatività' dei comuni li porta spesso a metterci attorno dei sassi decorativi. La rimozione dei cordoli, sostituendoli con una semplice linea a terra, senza inventare nulla, quindi, avrebbe anche un impatti complessivo migliore dell'attuale che fa assomigliare sempre più le strade Italiane ad una immensa pista di Go-cart.
- Minori disagi per il Ciclista e Pedoni quando nevica.
Oggi, infatti, con le piste segregate dalla strada veicolare da cordoli in cemento quando nevica il Ciclista é beffato perché obbligato dalla legge ad usare la pista ma non può farlo in quanto i Comuni a malapena riscono a togliere la neve dalle strade, figuriamoci dalla piste ciclabili.
E nel frattempo che la neve si sciogle il Ciclista cosa fa? Pedala sulla strada veicolare se essa é sufficentemente larga ma nei casi in cui la strada é stata drasticamente ristretta per fa spazio alla pista come nell'esempio sopra é beffato ancora una volta perché con grande rischio si trova a pedalare quasi al centro della strada oppure deve rinunciare a pedalare e prendere i mezzi mezzi pubblici: Che successo le piste ciclabibili seprate fisicamente dalla strada!
Se invece la pista cicliabile fosse tracciata sulla strada (senza cordoli) essa verrebbe pulita dagli spazzaneve perché strada a tutti gli effetti, al massimo la corsia si potrebbe restringere un pò per effetto della neve spinta ai bordi ma il Ciclista potrebbe comunque pedalare.
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Qui sotto ci sono alcune immagini di come vengono fatte marciare le bici a Londra, in tre Citta degli Stati Uniti che convalidano le asserzioni sopracitate dove si vede che le bici sono sulla strada e non sui marciapiedi.
L'ultima foto rappresenta una strada Italiana con zona dedicata alle bici, saggiamente non é stata segregata dai pericolosi cordoli in cemento ma essa rimane sempre un paliativo per il fatto che le bici devono transitare vicino a passi carrai e condomini esponendo il Ciclista anche qui ai rischi sopradescritti.