MISTICA.INFO - Meister Eckhart (1260-1328)
Dio opera maggiormente in un cuore umile, perché è là che trova la maggiore possibilità di operare, trovandovi la maggiore somiglianza con se stesso. In tal modo ci insegna come dobbiamo penetrare nel nostro fondo di vera umiltà e di vero spogliamento, perché deponiamo tutto quello che non abbiamo per natura, che è peccato e mancanza, e anche ciò che abbiamo per natura, ovvero tutto ciò che appartiene all'io proprio. Infatti, chi vuole penetrare nel fondo di Dio, in ciò che ha di più intimo, deve prima penetrare nel fondo proprio, in ciò che ha di più intimo, poiché nessuno conosce Dio se prima non conosce se stesso. L'uomo, che è al di sopra delle altre creature, conosce in una luce vera, in cui non è né tempo né spazio, senza "qui" né "ora". L'anima, che è una luce, racchiude in sé molto di Dio. (Sermone "Haec est vita aeterna, ut cognoscat te solum")
L'intelletto è servo in senso più proprio della volontà o dell'amore. Volontà e amore si dirigono verso Dio in quanto è buono e, se non fosse buono, non lo degnerebbero di attenzione. Invece l'intelletto si spinge in alto, verso l'essere, senza far caso alla bontà, alla sapienza o alla potenza, o a tutto ciò che è accidentale. Non si rivolge a ciò che è aggiunto a Dio; lo coglie in se stesso: si immerge nell'essere e prende Dio come puro essere. Anche se non fosse sapiente, né buono, né giusto, lo prenderebbe in quanto puro essere. In ciò l'intelletto è simile alla più elevata signoria angelica, che comprende i tre cori: i Troni abbracciano Dio in sé e lo custodiscono, e Dio riposa in essi; i Cherubini confessano Dio e stanno vicini; i Serafini sono il fuoco. L'intelletto è simile a questi tre, e custodisce Dio in sé. Insieme a questi angeli, l'intelletto prende Dio nel suo guardaroba, nudo, in quanto è Uno, senza distinzione. (Sermone 37, Mio marito, tuo servo, è morto)