ROMA - "Già alcune Regioni e parecchi comuni si sono dichiarati disponibili ad ospitare centrali nucleari. Nel frattempo abbiamo siglato un accordo di collaborazione tecnologica con la Francia e ne firmeremo presto uno con gli Stati Uniti". Lo annuncia il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che in un'intervista a ilsussidiario.net fa il punto sul ritorno del nucleare in Italia, aggiungendo che si tratta di un percorso "razionale, sicuro e trasparente. E i cittadini l'hanno capito".
Scajola, che non prevede "ostacoli particolari", ricorda che "adesso dobbiamo costituire l'Agenzia di Sicurezza nucleare" e "fissare le caratteristiche che dovranno avere i territori che potranno ospitare le nuove centrali. A quel punto le imprese energetiche potranno chiedere le autorizzazioni. Il processo autorizzativo coinvolgerà gli enti territoriali e le popolazioni saranno pienamente informate di tutti i passaggi". Quanto alle tariffe elettriche, in attesa che arrivi il nucleare, secondo Scajola "non è vero che non si può far nulla. Stiamo per esempio accelerando le infrastrutture di rete, a partire dall'elettrodotto sottomarino Calabria-Sicilia, per evitare strozzature e colli di bottiglia nella trasmissione dell'elettricità che ci costano centinaia di milioni di euro l'anno. Poi stiamo sviluppando il carbone pulito, che ha un costo inferiore a quello di gas e petrolio. E, infine, i benefici effetti economici del nucleare possono essere anticipati, soprattutto per le imprese grandi consumatrici di energia che possono partecipare a consorzi per la realizzazione delle centrali nucleari, ottenendo prezzi più bassi già prima che le nuove centrali comincino a funzionare". Il ministro, infine, si sofferma sugli approvvigionamenti di gas e respinge le accuse di una politica unilaterale: "Uno degli obbiettivi della nuova strategia energetica del Governo - osserva - è quello di aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti. Dunque nessuna preclusione verso nessun Paese, ma maggiore diversificazione delle aree geografiche e delle fonti". Infatti "l'obbiettivo è dipendere meno dal gas e da un singolo Paese produttore. Non credo proprio che questa politica possa essere accusata di unilateralità".