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    Predefinito In onore di San Gaspare del Bufalo, un santo della Controrivoluzione

    S. Gaspare Del Bufalo, figlio di Antonio e Annunziata Quartieroni, nacque a Roma nei pressi di S. Maria Maggiore il 6 gennaio 1786 e vi morì il 28 dicembre 1837 in un appartamento del Palazzo Savelli Orsini sul Teatro Marcello. Gli mancavano nove giorni al compimento di 52 anni. La vita di S. Gaspare si può dividere in tre periodi. Il primo va dalla nascita al 1810. Dal 1787 con la famiglia Gaspare visse al centro di Roma, nel reparto della servitù del palazzo dei Principi Altieri, dove il padre Antonio era stato assunto come cuoco. Dalla mamma Annunziata ebbe un'accurata formazione religiosa, frequentando assiduamente l'attigua chiesa del Gesù, dove acquistò una tenera devozione a S. Francesco Saverio. Sentendosi portato alla vita sacerdotale, da ragazzo frequentò le scuole del Collegio Romano e s'impegnò in varie attività apostoliche già prima dell'ordinazione sacerdotale, avvenuta il 31 luglio del 1808. Come canonico della basilica di S. Marco a Piazza Venezia, l'8 dicembre 1808 collaborò con D. Francesco Albertini (1770-1819) per la fondazione della Confraternita del Preziosissimo Sangue nella vicina chiesa di S. Nicola in Carcere e con D. Antonio Santelli (1786-1856), suo compagno di studi, fondò l'oratorio notturno nella chiesa di S. Maria in Vincis, presso il Campidoglio, per la cura spirituale degli operai che lavoravano nel foro romano, chiamato allora Campo Vaccino. Questa intensa attività apostolica fu stroncata da Napoleone Bonaparte, quando, dopo aver occupato Roma (2 febbraio 1808) e decretato la soppressione dello Stato Pontificio (17 maggio 1809), mandato in esilio anche il Papa Pio VII (luglio 1809), sottopose tutti i sacerdoti beneficiati delle due ultime regioni dello Stato Pontificio annesse all'impero francese, cioè il Lazio e l'Umbria, al giuramento di fedeltà all'imperatore. Gaspare fu chiamato a prestare questo giuramento il 13 giugno 1810. Alla domanda del funzionario napoleonico rispose come a suo tempo aveva risposto Pio VII: «Non posso, non debbo, non voglio!». Fu condannato all'esilio, dove partì con altri compagni ai primi di luglio del 1810. Qui comincia il secondo periodo della vita di Gaspare, che va fino all'inizio del 1814. E' il periodo della deportazione e del carcere: prima a Piacenza, poi a Bologna, quindi a Imola e a Lugo. Verso la fine del 1813 fu destinato alle carceri più dure di Bastia, in Corsica, ma nel gennaio del 1814, mentre attendeva il suo turno di imbarcarsi per la Corsica, dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte fu concesso a tutti i deportati di tornare nelle loro sedi. Nel febbraio del 1814 Gaspare rientrò a Roma. In quest'anno inizia il terzo ed ultimo periodo della sua vita, durante il quale in un primo tempo, cioè il 15 agosto 1815, fonderà la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue e poi, dal 1815 al 1837, percorrerà con i suoi missionari varie regioni dello Stato Pontificio e del Regno di Napoli per annunciare a tutti il vangelo del Sangue di Gesù. Lo scopo, infatti, per cui Gaspare fondò la sua Congregazione, composta di sacerdoti e di fratelli coadiutori, fu quello di riunire in vita comune il clero secolare per impegnarlo a una vita santa e santificatrice attraverso la predicazione delle missioni popolari nei luoghi più spiritualmente bisognosi. Perché S. Gaspare si dedicò a questo apostolato? Da una parte, perché fin da giovane sentiva in sé il carisma della predicazione; dall'altra, perché, nonostante il suo desiderio di entrare tra i Gesuiti per seguire le orme di S. Francesco Saverio, obbedì alla volontà di Pio VII, il quale, nell'intento di debellare le nefaste conseguenze causate dalla dottrina dell'illuminismo, dal despotismo napoleonico e dal settarismo massonico, attraverso la predicazione voleva risvegliare nel popolo l'autentica fede cristiana. Anche S. Gaspare era fermamente convinto - e lo ripete più volte nei suoi scritti - che come la fede si diffuse nella Chiesa per mezzo dell'annuncio della parola di Dio, così la si poteva ravvivare attraverso la predicazione. Perciò, nei luoghi di maggior bisogno spirituale apriva le sue Case di Missione, perché fossero missioni attive tutto l'anno; e in altri luoghi andava a predicarle, lasciando sul posto, però, al termine della missione, una fitta rete di associazioni secondo le varie categorie di persone (uomini, donne, giovani, bambini), perché queste associazioni, guidate dai sacerdoti e dai laici del luogo, portassero a piena maturazione il bene iniziato con la missione. Nel progetto apostolico di S. Gaspare era contemplato anche il ministero delle missioni all'estero per quei missionari che ne avessero la vocazione. E difatti nel 1826 affidò a Propaganda Fide due dei suoi missionari per le missioni estere. La forza spirituale che animava questo ministero apostolico era la devozione al Sangue di Cristo. Così scrive nella prefazione al Metodo per le missioni al popolo: «Le vicende dei tempi ai quali piacque a Dio riservarci, oh quanto rendono vieppiù necessarie le Sante Missioni! La perversione delle massime, la corruttela del cuore, il sedicente filosofismo (cioè l'Illuminismo), ohimè qual tetra immagine ai nostri sguardi presentano! Ne piange inconsolabile la pia madre la Chiesa; ed alto sollevando le sue voci al Cielo, indefessa si occupa a richiamar le anime alla penitenza ed al sincero ravvedimento; e poiché veggonsi così dimenticati i Misteri di Redenzione e l'amor di Gesù, che a prezzo di Sangue ci ha redento, ecco procura ispirare in tutti l'affetto del Crocifisso Signore». E in una lettera a D. Gaetano Bonanni del 1° marzo 1815 spiega il perché del titolo della sua Congregazione: «Monsignor Cristaldi mi fa premura acciò sia la nostra Opera sotto il titolo del Preziosissimo Sangue di Gesù. Egli fa questa riflessione giustissima. Gli Operai Evangelici operano, affinché il Sangue di Gesù sia applicato alla salute delle anime, e questo devono offrir di continuo, chiedendo perdono per i peccatori; dunque, se gli altri Istituti si dan carico di propagar chi l'una chi l'altra devozione, questo delle Missioni deve essere inteso nella propagazione di quella devozione che tutte le altre racchiude, del prezzo cioè della nostra Redenzione. Per Sanguinem salvi facti sumus. Io non ho potuto che lodare le intenzioni di questo Prelato e, investendomi de suoi principi, l'Opera nostra è ora affidata ai meriti del Sangue di Gesù». Perciò, dovunque S. Gaspare e i suoi missionari andavano a predicare le missioni, diffondevano tra i fedeli la devozione al Sangue di Gesù e fondavano una specifica associazione, la Pia Unione del Preziosissimo Sangue, con lo scopo di tener vivo nel luogo il ricordo del prezzo dell'umana redenzione. Spesse volte fu il Papa stesso ad assegnare a Gaspare e ai suoi missionari i luoghi dove dovevano svolgere i loro ministeri. Così, quando infierì il brigantaggio nel basso Lazio, Pio VII nell'ottobre del 1821 incaricò S. Gaspare di aprire in quelle zone sei case di missione (a Sermoneta, Terracina, Sonnino, Velletri, Frosinone e Vallecorsa), perché, attraverso un'assidua predicazione, promovessero la formazione umana e cristiana di quelle popolazioni e delle circostanti. Nel 1822, proprio mentre predicava una di queste missioni a Vallecorsa (Frosinone), cuore della zona infestata dai briganti, una giovane diciassettenne, Maria De Mattias (1805-1866), fu colpita dall'ideale missionario di S. Gaspare. Guidata poi dal Ven. D. Giovanni Merlini (1795-1873), confratello di S. Gaspare, nel 1834 fondò ad Acuto (Frosinone) l'Istituto delle Adoratrici del Sangue di Cristo per la formazione umana e cristiana della donna. Le sue figlie spirituali, sparse oggi in ventisette nazioni, proseguono con efficacia il suo apostolato. [...]. Gaspare per oltre vent'anni consumò la sua vita con i suoi missionari al servizio del vangelo. Morì a Roma il 28 dicembre 1837 proprio perché, «per non desistere dalle sue apostoliche occupazioni, aveva trasandato la cura della sua salute», come dichiarò il Dott. Mazzucchelli, che lo curò nella sua ultima malattia. Una vita totalmente spesa per amore di Gesù al servizio del prossimo ha avuto il pieno riconoscimento del carisma della santità dalla suprema autorità della Chiesa prima con la beatificazione, decretata da S. Pio X il 18 dicembre 1904, e poi con la canonizzazione infallibile, che gli ha conferito Pio XII il 12 giugno 1954.

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    Viva San Gaspare del Bufalo!

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