Il caso Udeur
Niro e la “raccomandata” di Mastella: "Co.co.co da 4 spicci che fa un lavoro prezioso"
Il presidente del Consiglio difende la dottoressa che a detta del consigliere Lattanzio non va mai a lavorare ed è stata assunta dal Consiglio regionale solo perché corregionale del segretario nazionale dell’Udeur. Sulla presunta incompatibilità il capogruppo del Campanile precisa: “Agisco nel rispetto delle norme, ma se Nunzia non è d’accordo si rivolga all’autorità giudiziaria”. Infine, sulla cosiddetta delibera-bavaglio Niro spiega: “Monetine e lancio di pomodori non sono manifestazioni di dissenso civile. Ma se accade dopo che si è cercato di mostrare uno scandalo che non c’è diffondendo notizie false ho ancora di più il dovere di adottarla per tutelare il decoro della struttura e di chi ci lavora”
di Assunta Domeneghetti |
Un’immagine della manifestazione del 1 ottobre. In home il presidente Niro |
Campobasso. Non vorrebbe farsi trascinare in questa polemica con l’ormai ex collega di partito,Nunzia Lattanzio. Ma per quanto si sforzi, la noia «di trovare ogni mattina sui giornali e sui social cattiverie, vomito e scelleratezze di ogni genere» sta avendo il sopravvento.
E così,Vincenzo Niro, il presidente del Consiglio regionale nonché capogruppo Udeur a palazzo Moffa, risponde con toni altrettanto duri al consigliere Lattanzio che da settimane lo accusa di «incompatibilità tra i due ruoli che Niro riveste», di scialacquare soldi pubblici «con 16 assunzioni fatte anche a gente mai incontrata e costate già 100mila euro» e di aver preso a lavorare in Consiglio anche la “raccomandata” del segretario nazionale del Campanile,Clemente Mastella, dopo che questo è intervenuto nella querelle a difesa di Niro.
Lui, il presidente, questa mattina passa al contrattacco, dicendo «che se Lattanzio ritiene che ci sia qualcuno che sta commettendo reati vada a denunciarlo all’autorità giudiziaria, invece di alimentare questa polemica sui giornali. Io vado avanti nel rispetto delle leggi, delle norme del nostro regolamento e dello statuto, ma ci sono i giudici e tanti bravi avvocati che lei conosce in Molise come in Puglia, se Lattanzio vuole lamentarsi si rivolga a loro. Trovo davvero incredibile che adesso si proponga addirittura di rinunciare a 15, e non 16, contratti di collaborazione. E ancora più incredibile è quando lascia intendere cose davvero molto spiacevoli su dei professionisti».
La dottoressa che Lattanzio dice di non aver mai visto in Consiglio (lei come altri) e che ha tirato in ballo ieri, martedì 22 ottobre, risiede a Napoli, ma proviene dallo stesso comune dell’ex Guardasigilli, Ceppaloni.
«Ma che significa? - s’inalbera Niro – allora se io ho un professionista di Genova non posso prenderlo a lavorare perché non è molisano? La dottoressa additata dalla Lattanzio è una persona che ha un incarico di collaborazione a quattro spiccioli. E’ quella che ha lavorato all’ordine del giorno approvato all’unanimità dalla Conferenza dei presidenti di cui mi onoro di far parte per superare il vincolo del Patto di stabilità sui fondi destinati al superamento degli stati di emergenza determinati da catastrofi naturali e alle successive opere di ricostruzione. Quindi la sua è una collaborazione preziosa, altro che raccomandata!
Voi giornalisti una domanda dovreste porvela: come mai, se il gruppo Udeur si è costituito il 9 aprile, tutto è scattato a fine giugno? Siccome io conosco il progetto della Lattanzio tiro dritto anche perché ci sono problemi ben più gravi di cui occuparsi ma, ripeto, se lei si sente danneggiata si rivolga all’autorità giudiziaria».
Il presidente del Consiglio interviene anche sulla cosiddetta delibera-bavaglio per spiegare come mai l’Ufficio di presidenza l’ha adottata: «Con quell’atto non si vuole assolutamente disperdere l’autonomia del Consiglio, infatti non c’è scritto da nessuna parte, non si parla di vilipendio e so benissimo anche io che se un consigliere si sente offeso può querelare.
L’abbiamo adottata solo per tutelare il decoro dell’assemblea regionale e di chi ci lavora dentro. Sollevare scandali quando lo scandalo non c’è e ritrovarsi cittadini sotto i cancelli che lanciano monetine e pomodori non sono una manifestazione civile. E se fosse successo qualcosa? Se qualcuno di quei manifestanti si fosse ferito sui cancelli di palazzo Moffa chi ne rispondeva? Sicuramente non chi diffonde notizie false. Quindi non si tratta di imbavagliare la stampa, noi accettiamo tutto ma quella delibera è solo una raccomandazione per tutelare la struttura e di chi c’è dentro».
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Le 10 domande di Nunzia Lattanzio
(Pubblicato il 23/10/2013) |