L'eredità dello shutdown, statistiche falsate per mesi - Il Sole 24 ORE
L'eredità dello shutdown, statistiche falsate per mesi
Mario Platero19 ottobre 2013
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WASHINGTON. Dal nostro inviato
Ventiquattro miliardi di dollari (e forse di più) per un capriccio politico? Troppi. Ieri a Washington è ripreso il dialogo per trovare una soluzione al problema del bilancio americano con democratici e (soprattutto) repubblicani sotto forte pressione dell'opinione pubblica.
A questo si aggiungano altri due problemi provocati dallo shutdown inaccettabili per un Paese come l'America che vive di statistiche: i dati in arrivo dalle prime polizze di Obamacare sono falsati, e hanno creato il caos nelle compagnie di assicurazione sanitaria; i dati sull'inflazione, sull'occupazione e sui consumi saranno diffusi in ritardo e imprecisi per molti mesi, creando incertezza sull'orientamento della Federal Reserve.
La Federal Reserve Bank di Cleveland stima dati sull'inflazione errati per almeno sette mesi. L'altro dato chiave per le decisione della Fed in materia di politica monetaria, quello sul lavoro, uscirà martedì prossimo (con 20 giorni di ritardo) ma potrebbe essere anch'esso soggetto a distorsioni.
Per dare un'idea dell'impatto che ha avuto lo shutdown sulle agenzie federali che si occupano dei dati statistici, soltanto tre dipendenti sui 2.409 che lavorano al Bureau of Labor Statistics sono stati considerati "indispensabili", mentre al Census Bureau hanno continuato le loro mansioni 35 dei 15.641 dipendenti.
Non c'è da stupirsi dunque di ritardi e imprecisioni. Ma in queste condizioni diventa molto complicato per la Fed avere gli strumenti indispensabili su cui poggiano le sue scelte di politica monetaria e in particolare quella molto attesa che riguarda il "tapering".
Risultato: nessuno ormai crede più che la banca centrale procederà con un rallentamento delle operazioni di acquisto sul mercato di Treasury e bond ipotecari al ritmo di 85 miliardi di dollari al mese alla prossima riunione del 29 e 30 ottobre. I mercati guardano con maggiore attenzione all'appuntamento del 17 e 18 dicembre. A quel punto, in teoria, la gran parte dei dati statistici americani, pur con qualche margine di errore, dovrebbe essersi riallineata. Ma anche per dicembre cominciano a esserci dei dubbi.
La recente nomina di Janet Yellen, numero due e alleata di Ben Bernanke, rafforza l'ipotesi secondo cui la Fed continuerà a privilegiare la creazione di nuova occupazione. La Yellen è in forte sintonia con il governatore. Di fatto i due stanno già lavorando in tandem per preparare la successione. E sappiamo quanto Yellen, anche per quel che ha detto durante le sue audizioni al Senato, sia determinata a mettere la creazione di posti di lavoro davanti al rischio di un possibile ritorno dell'inflazione. Si aggiunga che i 24 miliardi di dollari tolti al Pil rappresentano una stima temporanea, e molti economisti credono che l'impatto reale sull'economia sarà superiore. Una ragione in più per consigliare prudenza alla Fed.
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I DATI SUL LAVORO Tempi di recupero
Il dato sull'occupazione in settembre, indicatore chiave per la Fed, sarà pubblicato martedì dal Department of Labor, con 2 settimane di ritardo. Lo slittamento si trascinerà al dato di ottobre, che verrà diffuso l'8 novembre, una settimana dopo il previsto. Gli statistici del ministero devono infatti recuperare i dati «persi» nei 16 giorni di chiusura.
L'INFLAZIONE
Secondo la Federal Reserve di Cleveland i dati sull'inflazione in uscita nei prossimi sette mesi saranno «viziati» e non del tutto affidabili a causa della chiusura degli uffici federali. Gli impiegati che devono monitorare i prezzi su 83mila beni di consumo hanno infatti dovuto interrompere la loro attività e questo complica molto l'elaborazione delle statistiche.
LE MOSSE FED
I ritardi nella diffusione e i dubbi sull'accuratezza dei dati sono un fattore di incertezza in più per la Federal Reserve, che si riunisce il 29 e 30 ottobre. Il primo ritiro degli stimoli monetari (tapering), già slittato in settembre, quasi sicuramente non avverrà neanche in ottobre. L'appuntamento chiave è dunque quello di dicembre.