Retroscena/ Berlusconi vuole la scissione del Pdl. Sondaggi segreti: flop di Alfano - Affaritaliani.it
Altro che unità. Altro che tregua. Silvio Berlusconi - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - non ne può più del Popolo della Libertà. Attende solo il voto sicuro sulla sua decadenza da senatore per mandare in soffitta il Pdl e far risorgere ufficialmente Forza Italia. Chi ci sta ci sta, chi non ci sta si accomodi pure fuori dalla porta. Il Cavaliere si sente tradito dalle colombe e nonostante i numerosi vertici e incontri tra dirigenti delle opposte fazioni non si fida più di chi era pronto a spaccare il partito e, di fatto, lo ha costretto alla figuraccia di rimangiarsi la parola e votare la fiducia al governo Letta. Nella 'black list' dell'ex premier sono finiti nomi di peso come quello di Fabrizio Cicchitto, Roberto Formigoni, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello e molti altri. In pratica tutti quelli pronti a disobbedire, ministri o semplici parlamentari.
Ma la chiave di tutto è la frattura con Angelino Alfano. Il ministro dell'Interno, "senza quid", si è messo a capo dei governativi perdendo così la fiducia di Berlusconi, che lo vede come una spina nel fianco e ormai una sorta di problema e non di risorse da spendere in futuro. Non solo. I sondaggi di Euromedia danno il Pdl-Forza Italia fermo attorno al 24%, senza boost e senza capacità di crescita. Stando alle indiscrezioni di Palazzo, poi, ci sarebbe un'altra ricerca di un secondo istituto sul possibile leader del Centrodestra escluso il Cav. Impetosi i risultati per il segretario pidiellino, superato dal leghista atipico Flavio Tosi e insidiato dalla 'fratellina' Giorgia Meloni. Alfano viene considerato troppo morbido sull'immigrazione, come numero uno del Viminale, e al Nord raccoglie un consenso praticamente irrisorio.
Insomma, come dice il futuro leader della Lega Matteo Salvini, "i voti ce li ha Berlusconi e senza di lui il Pdl o quello che è non va da nessuna parte". Convinto di questo, il Cavaliere tira dritto per la sua strada, pronto a un'altra scissione (auspicata a questo punto) e pronto anche ad uscire dal Partito Popolare Europeo, soprattutto se questo significa liberarsi di chi, cresciuto alla sua ombra, ora viene considerato come Gianfranco Fini. E che - è la speranza dell'ex premier - finirà proprio come l'ex presidente della Camera. A scrivere libri.