Italia superata nel Pil anche dalla Russia. E ha il debito più alto dopo la Grecia

[Metabo]

Italia superata nel Pil anche dalla Russia. E ha il debito più alto dopo la Grecia - Il Fatto Quotidiano
Italia superata nel Pil anche dalla Russia. E ha il debito più alto dopo la Grecia

La Penisola scivola dal quinto posto conquistato nel 1986 all'attuale nono posto tra i Paesi di tutto il mondo con una crescita maggiore, ma resta nel G8 per ragioni politiche. Mentre l'Eurostat avverte che il nostro debito pubblico ha raggiunto la soglia record del 133,3%

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 23 ottobre 2013Commenti (150)

Più informazioni su: Debito Pubblico, Eurostat, Fondo Monetario Internazionale, G8, Grecia, Pil, Russia.


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L’Italia scivola dal quinto posto conquistato nel 1986 all’attuale nono posto tra i Paesi di tutto il mondo con un maggiore Prodotto interno lordo (Pil). E andando avanti di questo passo fra non oltre cinque anni sarà fuori anche dai primi dieci, scavalcata da Canada e India.
Dopo la Cina nel 2000 e il Brasile nel 2010, a scalzare l’Italia dall’ottava posizione è questa volta la Russia. Il Pil di Mosca – secondo i dati del Fondo monetario internazionale – si era allineato al nostro Paese nel 2012 e sarà superiore di circa 50 miliardi di dollari alla fine di quest’anno (2.068 miliardi contro 2.117). Mentre il Brasile si posiziona sopra a 2.190 miliardi, il Canada appena sotto a 1.825 miliardi e l’India subito dopo.
L’Italia, come spiega Repubblica, resta quindi nel G8 soltanto per ragioni politiche, ma non più per dimensioni del fatturato e peso economico. Del resto, se si considera che il G8 tiene fuori potenze come il Brasile o la Cina e tiene dentro Paesi più piccoli solo perché sono di sviluppo più antico, si comprende quanto arbitrari siano i suoi criteri.
Ma le brutte notizie per l’Italia non finiscono qui. L’Eurostat ha infatti avvertito che il nostro debito pubblico ha raggiunto la soglia record del 133,3% del Pil nel secondo trimestre 2013, in crescita del 3 punti percentuali rispetto ai primi tre mesi dell’anno quando era al 130,3 per cento. Il debito italiano resta quindi il secondo debito pubblico più alto dopo la Grecia (169,1%) tra i Paesi dell’Unione europea e con uno dei maggiori incrementi tra primo e secondo trimestre di quest’anno.
Il debito italiano continua a salire sia in termini assoluti che in punti percentuali di Pil: nel secondo trimestre 2012 era di 1,98 mila miliardi di euro, pari al 125,6% del Pil, nel primo trimestre di quest’anno era di 2,03 mila miliardi, al 130,3%, mentre nel secondo trimestre è arrivato a 2,07 mila miliardi, ovvero al 133,3 per cento. Dopo Grecia e Italia, gli altri debiti pubblici più grandi dell’Eurozona in percentuale di Pil sono il Portogallo (131,3%) e l’Irlanda (125,7%). L’indebitamento, sempre secondo i dati Eurostat, cresce anche nell’Ue nel suo complesso, passando dall’85,9% dei primi tre mesi del 2013 all’86,6% del secondo trimestre, dall’84,7% dell’anno prima.

[Condor]

Non poteva essere diversamente in una nazione con un alto grado di parassitismo di casta, che per garantire la propria esistenza dall'imperversare della crisi economica, quel parassitismo ha inventato il controllo fiscale con sanzione su base presuntiva. Un metodo di applicazione degli studi di settore devastante per il tessuto produttivo del Paese.
Devastante in termini economici e, soprattutto, in termini di fiducia verso le istituzioni.
Un pizzo di Stato legalizzato, concepito sull'aberrante concetto dell'inversione dell'onere della prova a carico dell'accusato e non dell'accusatore.
Un fisco che molto discutibilmente sanziona ad ogni costo, a prescindere dalla regolarità delle scritture contabili di un'azienda, non può che produrre un clima di terrore fiscale come quello che si è creato in Italia; il risultato del crollo della nostra economia era più che prevedibile. Questo, naturalmente, oltre a fattori non meno gravi che tutti, già, conosciamo.
In un clima del genere, nessun imprenditore di buona volontà rischierebbe i propri guadagni e perderebbe il proprio tempo in una corsa, con carattere inquisitorio, di caccia alle streghe.

[Watson]

Non poteva essere diversamente in una nazione con un alto grado di parassitismo di casta, che per garantire la propria esistenza dall'imperversare della crisi economica, quel parassitismo ha inventato il controllo fiscale con sanzione su base presuntiva. Un metodo di applicazione degli studi di settore devastante per il tessuto produttivo del Paese.
Devastante in termini economici e, soprattutto, in termini di fiducia verso le istituzioni.
Un pizzo di Stato legalizzato, concepito sull'aberrante concetto dell'inversione dell'onere della prova a carico dell'accusato e non dell'accusatore.
Un fisco che molto discutibilmente sanziona ad ogni costo, a prescindere dalla regolarità delle scritture contabili di un'azienda, non può che produrre un clima di terrore fiscale come quello che si è creato in Italia; il risultato del crollo della nostra economia era più che prevedibile. Questo, naturalmente, oltre a fattori non meno gravi che tutti, già, conosciamo.
In un clima del genere, nessun imprenditore di buona volontà rischierebbe i propri guadagni e perderebbe il proprio tempo in una corsa, con carattere inquisitorio, di caccia alle streghe.

Ma soprattutto , uno stato che 50 anni fa ha dichiarato guerra totale alle imprese private , e questo in un paese senza risorse naturali , e dove appunto l'unica vera risorsa era la creatività , l'intraprendenza ed il lavoro.

[-Duca-]

vabbè, la russia ha quasi il triplo degli abitanti dell'italia..

[paulhowe]

vabbè, la russia ha quasi il triplo degli abitanti dell'italia..

Piu che avere il triplo degli abitanti gode del fatto che il petrolio sta a 100 dollari al barile, aspetta che scenda sotto i 70 e vedi dove vanno i russi!

Io comunque sia, non cambierei mai la realta sociale e lo stile di vita in italia con quello che c'e in Russia.....pensate solo al clima!

[John Orr]

vabbè, la russia ha quasi il triplo degli abitanti dell'italia..

Infatti parliamo di PIL e non di PIL procapite. E tieni presente che nell'86 eravamo praticamente terzi al mondo per PIL, nonostante avessimo meno abitanti di India e Cina, Turchia e Brasile. Terzi perchè gli USA sono comunque 50 stati e perchè la Francia era praticamente ai nostri livelli.

Che schifezza.

[John Orr]

Piu che avere il triplo degli abitanti gode del fatto che il petrolio sta a 100 dollari al barile, aspetta che scenda sotto i 70 e vedi dove vanno i russi!

Io comunque sia, non cambierei mai la realta sociale e lo stile di vita in italia con quello che c'e in Russia.....pensate solo al clima!

Si, ma nell'86 avevamo clima e PIL. Grazie a gente come Prodi, Amato, Tramonti, Fini, D'Alema, Monti e Letta ecco dove siamo. Non cito Berlusconi perchè è stato l'unico a voler cercare, almeno in teoria, di cambiare le cose. Gli altri nemmeno in teoria.

[EURIDICE]

il risultato ineluttabile delle politiche neoliberiste e della globalizazzione

in particolare la delocalizazzione produttiva della ns industria in cina è stata una mazzata devastante
la delocalizazzione in cina ha distrutto la ns industria ,
impoverendo il paese in una misura senza precedenti
la globalizazone è il + grande spostamento di ricchezza mai visto nella storia dell'umanità
ed è tutto a danno dell' Occidente
una devastazione economica così vasta e ampia non si era visto neanche in tempo di guerra

[-Duca-]

Infatti parliamo di PIL e non di PIL procapite. E tieni presente che nell'86 eravamo praticamente terzi al mondo per PIL, nonostante avessimo meno abitanti di India e Cina, Turchia e Brasile. Terzi perchè gli USA sono comunque 50 stati e perchè la Francia era praticamente ai nostri livelli.

Che schifezza.

Beh era un'anomalia quella..

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[-Duca-]

il risultato ineluttabile delle politiche neoliberiste e della globalizazzione

in particolare la delocalizazzione produttiva della ns industria in cina è stata una mazzata devastante
la delocalizazzione in cina ha distrutto la ns industria ,
impoverendo il paese in una misura senza precedenti
la globalizazone è il + grande spostamento di ricchezza mai visto nella storia dell'umanità
ed è tutto a danno dell' Occidente
una devastazione economica così vasta e ampia non si era visto neanche in tempo di guerra

Non è andata così, anzi è l'esatto contrario. A causa delle politiche iperburocratiche iperregolamentatrici, ipertassatorie e iperstataliste italiane, produrre in italia significa produrre già in partenza fuori mercato.

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