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    Lightbulb Esperienze di morte condivisa




    Schegge di eternità. Un'indagine nelle esperienze di morte condivisa Moody Raymond A. jr.; Perry Paul

    Raymond Moody raccoglie in questo libro le esperienze straordinarie di quanti si sono trovati al capezzale di una persona in punto di morte o, semplicemente, hanno vissuto da lontano la perdita di una persona cara. Costoro, in molti casi, hanno apparizioni o fanno sogni, che pur nella diversità, hanno alcuni elementi comuni: spesso vedono una luce calda e abbagliante, la loro dimensione dello spazio viene completamente stravolta, e sperimentano una proiezione extracorporea; condividono alcuni episodi della vita della persona appena deceduta e scorgono esseri o luoghi ultraterreni, immersi in una specie di nebbia. Tutti elementi che lo stesso autore ha appurato personalmente, in compagnia dei suoi fratelli, quando è morta la madre. Sono molte le persone che hanno avuto "esperienze di morte condivisa", eppure resta un fenomeno difficilmente definibile. Le persone che le sperimentano si trovano in condizioni molto diverse: possono essere vicine o lontane fisicamente, possono essere parenti, amici ma anche medici o infermieri che assistono colui che sta passando a un'altra vita. Moody non dà risposte certe, ma ipotizza che nel nostro cervello ci sia un modulo che ci permette di metterci in contatto con il divino, e che non sappiamo come attivare volontariamente. Forse una forma di telepatia, forse un'altra forma di comunicazione che non riusciamo ancora a dimostrare scientificamente.


    http://www.ibs.it/code/9788863802276/
    "Non c'è amore più grande di chi dona la vita per gli amici" (Gv 15,13)

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    Predefinito Re: Esperienze di morte condivisa

    ESPERIENZE DI MORTE CONDIVISE
    (08-10-11)

    'NDE: Abbiamo appena scalfito la superficie'
    (Dr. Bruce Greyson al Congresso IANDS 2011)
    ---------------------------------------------------------------------------------------

    Un altro fenomeno poco noto legato alle NDE è la così detta NDE condivisa che si verifica quando una persona vicina ad un moribondo prova le sue stesse esperienze, pur essendo perfettamente viva e cosciente.
    Il Prof. Moody ne aveva sentito parlare già da studente, nel 1972, da parte d'un suo professore. La madre del professore aveva avuto un attacco cardiaco, e mentre lui stava cercando di rianimarla, sentì di lasciare il corpo e vide se stesso soccorrere sua madre.

    Quando la donna morì, la vide in forma di spirito mentre incontrava diversi esseri eterei, alcuni dei quali poté riconoscere come amici e parenti defunti che,vennero poi tutti risucchiati in un tunnel.
    Dopo oltre 30 anni di ricerca, Moody stima che le esperienze condivise sono comuni come le NDE e dai suoi studi condotti nel corso degli anni, ha trovato che le caratteristiche di tali esperienze sono simili a quelli delle NDE. Una delle caratteristiche più comuni delle NDE condivise è vedere la replica trasparente della persona morente, (oppure sotto forma d'un cerchio o d'una sfera di luce) che si diparte dalla testa o dal petto del suo corpo fisico. A volte, l'astante può anche sperimentare la revisione della vita del moribondo: é stato, per esempio, ben documentato il caso d'una donna della Georgia che ha parlato con lo spirito del marito durante la rivisitazione della vita, mentre era in compagnia d'un essere spirituale che si identificò come la figlia abortita molti anni prima.
    Moody pensa che le esperienze condivise siano una forte testimonianza a favore di chi sostiene che la mente esiste indipendentemente dal cervello, dato che le persone coinvolte non possono in alcun modo avere funzioni cerebrali compromesse.
    "
    Tutte le precipue caratteristiche che identificai inizialmente come NDE e che ho studiato anni fa, sono presenti anche nelle persone che hanno queste esperienze al letto del paziente, persone che, per inciso, non sono malate o ferite", ha detto Moody durante la sua conferenza.
    "Non c'è carenza del flusso di ossigeno nei loro cervelli, eppure hanno le stesse identiche esperienze che ho sentito raccontare da chi è arrivato vicino alla morte."
    Prova ancora più forte, è il caso di un sacerdote e d'una suora dopo un incidente d'auto avvenuto in Sud Africa. Entrambi ebbero un arresto cardiaco, seguito da una NDE.
    Dopo essere stati rianimati, hanno raccontato, citando identici dettagli, di aver lasciato i loro corpi e di essere andati verso una luce molto intensa.
    Con la mole di dati raccolti negli ultimi 30 anni, Moody ha detto che vi è stato una grosso passo avanti verso la comprensione razionale della vita dopo la morte.
    Allo stesso modo, Greyson ha detto che la conoscenza del fenomeno NDE è molto più avanzata di quanto non lo fosse 30 anni fa. Tuttavia, Greyson pensa che ci sia ancora molto da fare nel campo di tali studi, specialmente con l'aiuto dei più moderni strumenti e delle nuove tecniche di cui oggi disponiamo e si aspetta che in futuro impareremo di più sulle cause delle NDE. Prima o poi troveremo un modo -in termini scientifici- per parlare di qualcosa che va oltre la Fisica o la Psicologia
    "Penso che abbiamo appena scalfito la superficie delle NDE," ha detto Greyson.
    "Alcune persone con un background religioso o spirituale parleranno dell'esperienza come di un dono che trae origine da cause sovrannaturali, ma non é ancora possibile esprimere questi concetti in termini scientifici. Penso però che la scienza sia dinamica, non statica, e che prima o poi troveremo un modo per parlarne anche in termini scientifici" .
    Sempre durante lo stesso Congresso, i ricercatori Robert e Suzanne Mays hanno presentato una nuova teoria per spiegare il fenomeno, teoria appena pubblicata su una prestigiosa rivista scientifica.
    Analizzando le caratteristiche delle NDE, Robert e Suzanne Mays hanno proposto che la mente è un'entità indipendente dal cervello, che potrebbe perciò esistere come un campo di energia con cui possono interagire i neuroni della corteccia cerebrale, tramite scambi di natura elettrica.
    Nel corso di una NDE la mente lascerebbe il cervello e, quando il paziente ritorna in vita, la mente si riunisce al cervello con una connessione che, però, non è più forte come in precedenza.
    Coerentemente alle attuali conoscenze sui fenomeni di pre-morte e la ricerca moderna sul cervello,essi hanno suggerito che la mente è il luogo della coscienza, ma quando è collegata con il corpo ha bisogno dell'attività elettrica del cervello per essere cosciente.
    Per spiegare perché le persone possono vedersi in un corpo separato da quello materiale che giace sul letto, hanno proposto che la mente possa assumere anche la forma del proprio corpo fisico.
    Il che spiegherebbe anche il fenomeno degli arti fantasma, che si verifica in chi ha subito l'amputazione di un arto, ma di cui possono sentirne ancora l'esistenza.
    A sostegno della teoria di Robert e Suzanne, i ricercatori hanno riportato il caso di MG, un soggetto privo fin dalla nascita delle dita della mano sinistra, ma che presentava il fenomeno degli arti fantasma. Quando "tocca" altre persone con le dita fantasma essi possono sentirle e può,addirittura, suscitare in loro immagini mentali, semplicemente sfiorandone la nuca.
    C'è stato anche un caso in cui un automobilista gravemente ferito in un incidente d'auto in una notte nebbiosa, si è reso visibile ad altre persone "in spirito". I testimoni hanno riferito di averlo visto galleggiare fuori dalla finestra del secondo piano e saltare su e giù urlando aiuto. Un uomo che lo aveva sentito chiamò la Polizia. Anche un altro uomo che era al secondo piano della casa, riferì ai soccorritori di aver visto una sorta di nebbia a forma di uomo che saltellava fuori dalla sua finestra.
    In un'altra occasione, un bambino durante una NDE "volò" in un parco giochi dove un cane gli scodinzolò, balzò in piedi e cominciò ad abbaiare verso di lui. Robert ha proposto che il "corpo mentale" potrebbe essere visibile ai cani perché il loro spettro visivo è diverso dal nostro.
    Il bambino avrebbe anche solleticato per tre volte il naso ad un altro paziente ed ogni volte lo avrebbe fatto starnutire. Robert ha raccontato altri casi in cui, durante una NDE, i soggetti sarebbero stati capaci di entrare nei corpi fisici di altre persone. In un caso, un uomo che aveva tentato il suicidio per impiccagione, ma che si era pentito durante la sua NDE, andò nella mente di sua moglie per comunicare con lei e cercare aiuto. Dopo questo inaspettato contatto lei, esclamò: "Oh, mio Dio," e preso un coltello, corse nel luogo ove era il marito e tagliò la corda salvandolo.
    Un altro caso documentato coinvolse George Rodonaia, il Neuropatologo russo che ha avuto una NDE durata tre giorni. Durante la sua NDE, potè sentire i pensieri nella testa di sua moglie che in quel momento stava elencando i nomi degli uomini che avrebbero potuto diventare un suo futuro marito.
    La donna ha poi confermato che in effetti aveva fatto proprio quei pensieri, prima che George tornasse in vita. Questa teoria può spiegare gli effetti postumi delle NDE. Se la mente è davvero un campo di energia che non è più strettamente unito con il cervello, è possibile che possa influenzare sia i dispositivi elettronici che gli altrui pensieri (telepatia) e creare altri fenomeni paranormali.
    Poiché le attività neurali associate con la coscienza sono presenti nella materia grigia della corteccia cerebrale, Robert e Suzanne hanno proposto che l'interfaccia per l'interazione tra mente e corpo fisico si troverebbe specificamente nei dendriti apicali delle cellule piramidali.
    Ciò è in linea con la teoria avanzata da David LaBerge e Ray Kasewich del Laboratorio di Fisica elettrica del Rock Simon e Stanley, pubblicato sulla rivista Reti Neurali nel 2007,secondo cui l'attività dendritica apicale è la base neurale della coscienza. Finora, questa teoria è coerente con i risultati attuali, ed è un punto di partenza per l'interpretazione scientifica del fenomeno NDE.


    studio15.htm
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