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brunik
Grillo: «È vero, non abbiamo fatto nulla»
Il leader del M5S a sorpresa al Senato: «I partiti sono riusciti a bloccarci» Poi torna all’attacco di Napolitano: impeachment per l’anziano signore
C’era una volta un Beppe Grillo spavaldo. Quello che, alla vigilia delle elezioni, concludeva i suoi post con l’avviso ai vecchi scarponi della politica: «Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere». Ma sono bastati poco più di sette mesi nelle stanze del potere per immalinconire la verve del comico.
Il cambio di tono è nascosto tra le righe, e rischia quasi di rimanere nascosto tra gli attacchi a Giorgio Napolitano ed Enrico Letta. Eppure, nel giorno in cui il leader del MoVimento 5 Stelle appare a sorpresa al Senato per incontrare i suoi eletti e parlare ai giornalisti, a lasciare stupiti sono soprattutto alcuni segnali di resa. «È vero, non abbiamo fatto niente - ammette in conferenza stampa - ci hanno messo in un angolo. Migliaia di proposte ferme, non arriveranno mai all’Aula, Made in Italy, imprenditoria ecc. Ma non ci fanno fare. E allora che fai? Occupi il tetto di Montecitorio: gliel’ho detto io di farlo e ne sono orgogliosissimo».
Con le occupazioni, però, non si risolvono i problemi. Lo sa anche Grillo che, infatti, una nuova ricetta in cuor suo l’ha già individuata: «Bisogna andare al voto il prima possibile, non importa il modo (leggasi la legge elettorale, ndr) ma voglio una prova dagli italiani. Vogliono ancora un governo come questo? Allora noi non siamo adatti a questo Paese. E se perdiamo, non sono più disposto a continuare». È l’ultimo appello al Paese, l’alternativa - ammette ancora Grillo - è tornare a fare il comico.
In un solo giorno, quindi, il leader del M5S riesce nel duplice intento di accontentare i suoi Parlamentari che gli chiedevano di farsi vedere più spesso a Roma e di certificare la loro inutilità. Dato che, come sostiene tra le righe, la loro presenza in Aula è inutile e l’obiettivo, semmai, è «vincere le prossime elezioni, ma non per governare, piuttosto per cambiare lo Stato».
La sortita di Beppe Grillo in Senato non è arrivata del tutto inattesa. Da settimane si vociferava di una sua puntata a Roma, poi gli ultimi eventi hanno imposto un’accelerata. E poco importa se il comico non si è potuto far accompagnare dal cofondatore del MoVimento, Gianroberto Casaleggio, ricoverato a Milano per un intervento di appendicite.
Sul tavolo, oltre all’incidente con alcuni senatori sul reato di immigrazione clandestina, anche i poco confortanti risultati ottenuti nelle elezioni trentine. Il M5S, infatti, perdedue elettori su tre rispetto alle Politiche e, pur essendo forzato il paragone tra due consultazioni così diverse, raccoglie un altro preoccupante segnale di come l’«immobilismo» parlamentare stia facendo disamorare parte dei sostenitori.
E così, per surriscaldare di nuovo gli animi, Grillo prova a tornare all’attacco di Giorgio Napolitano. Il comico lo definisce «un anziano signore, uno che sta in politica da 60 anni, un furbo, uno scaltro», e spiega che la scelta di non andare all’incontro sulla legge elettorale al Quirinale «non è stato uno sgarbo, ma recarsi lì con i giochi già fatti sarebbe stato inutile». «Il signor Napolitano - ha continuato - non rappresenta più la totalità degli italiani ma è un presidente di settore. Noi abbiamo fatto i nostri sondaggi ed è all’ultimo posto di tutti i presidenti che hanno fatto parte della Repubblica italiana». Nessuna marcia indietro, quindi, sulla richiesta di impeachment: «Non sarà mai approvata, ci vogliono i voti dei due terzi del Parlamento, ma è un atto dovuto. Su questo decido io».
Le sue parole provocano l’indignata reazione di Enrico Letta. Quando i cronisti glielo riferiscono, Grillo ne ha anche per lui: «Letta non è credibile, è il nipote di suo zio». E così passa in secondo piano anche il varo dell’attesissima piattaforma multimediale con la quale i militanti certificati potranno esprimere il loro giudizio sulle varie proposte di legge. È on line da ieri, seppure ancora in fase di rodaggio, e il primo pdl sul quale i sostenitori del M5S iscritti prima del 30 settembre scorso potranno esprimersi è quello che chiede l’abolizione del finanziamento pubblico alla stampa.
Finale di stampo «giudiziario». Grillo, infatti, dice la sua anche sull’Nsagate: «Siamo intercettati? E qual è la novità? Succedeva già ai tempi di Tronchetti Provera». «Telecom non ha mai fatto intercettazioni - e la replica del legale del manager - e abbiamo deciso di querelare Grillo». Come direbbe Beppe: «Ci vediamo in tribunale, sarà un piacere».
Carlantonio Solimene
Grillo: «È vero, non abbiamo fatto nulla» - Politica - iltempo
vi abbiamo visto in parlamento: e' stato un piacere