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Discussione: Gianfranco Miglio

  1. #41
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    Predefinito Re: Gianfranco Miglio

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  2. #42
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    Predefinito Re: Gianfranco Miglio

    Per non dimenticare Miglio, a 21 anni dalla morte – In uno stato confederato, il popolo fa la differenza. In Italia fa la fame
    10 AGOSTO 202210 AGOSTO 2022 CULTURA LETTURA 7 MIN

    di CHIARA BATTISTONI

    Quando le certezze vengono meno, quando la paura prevale, quando tutto si paralizza, la risposta più semplice e più frequente è la chiusura in se stessi, il ripiegamento; centralizzare tutto quanto possibile, nell’illusione che un solo centro possa risolvere meglio i problemi di tutti, nella speranza, vana, che omogeneizzare le specificità sia la strada maestra per governare l’ignoto. Ci concentriamo sul tutto per cercare le risposte che non sappiamo trovare. Negli anni Settanta del secolo scorso Karl R. Popper in “Miseria dello storicismo”, parlando dei “meccanici sociali” ai quali è affidato il benessere generale, evidenziava le differenze tra il metodo olistico (o utopistico) e quello “a spizzico” (gradualista).

    Mentre quest’ultimo affronta i problemi senza prevenzioni sulla portata delle riforme concentrandosi piuttosto sull’urgenza, “l’olista decide a priori che una ricostruzione completa è possibile è necessaria.” Con l’approccio gradualista un politico può avere o non avere un modello di società a cui tendere, ma ciò non gli impedirà di concentrarsi sui problemi gravi e urgenti; l’approccio olistico punta invece a “riplasmare l’intera società secondo un piano regolatore preciso”. Non basta; osserva Popper: “Il pianificatore olistico dimentica che è facile centralizzare il potere, ma impossibile centralizzare tutte quelle cognizioni che sono distribuite fra molte menti individuali e la cui centralizzazione sarebbe necessaria per esercitare saggiamente il potere centralizzato”. Cocnlusione: ogni azione orientata alla centralizzazione potrebbe tradursi nel medio – lungo periodo in un danno (non solo economico) ben più grave di quello che si è cercato di risolvere.

    Correva invece l’anno 2001 quando il Professor Gianfranco Miglio, in un articolo pubblicato su Ideazione (disponibile su Quaderni Padani Speciale Gianfranco Miglio, n. 37/38 settembre – dicembre 2001), ci ricordava che “ Quello di fissare confini rigidi e immutabili e di farli rispettare con la forza è una vecchia mania della politica dell’età dello stato moderno. Qualcuno pensa ancora che basti un confine per difendere le identità. Economicamente e tecnologicamente i confini già non esistono più: permangono solo come espressione simbolica di un mondo che sta per finire”.

    Tanto Popper quanto Miglio traducevano ciò che è noto in ambito scientifico: per innovare, per avere cioè nuove idee in grado di funzionare, produrre risultati e generare cambiamenti, è necessario trovare strade che permettano di valorizzare le specificità, che non inibiscano quel meccanismo di scoperta casuale in grado di orientare o correggere interessi e opportunità in modo del tutto inatteso (conosciuto come serendipità). Non c’è solo la serendipità, però; accanto a essa c’è la capacità dei sistemi (sociali, economici, ecc.) di reperire risorse disponibili e sotto utilizzate per riattivare i processi di sviluppo (i cosiddetti meccanismi exaptivi, di cui scrisse anche il Censis qualche anno fa).

    E’ possibile tradurre questi concetti in pratiche amministrative e di governo? Sì e la risposta è il federalismo.

    Il federalismo di cui parlava il professor Miglio, il federalismo che diventa risposta gradualista alle esigenze di cambiamento, in cui le tecniche di definizione e soluzione dei problemi sono parte delle tecniche di governo. Salvaguardando le specificità, considerando il cittadino innanzitutto Persona e in quanto tale individuo libero, fa sì che il confronto e la concorrenza portino nuove idee e nuove prassi nella cultura e nella politica di un paese. Il federalismo diventa lo strumento adatto per mettere in concorrenza idee, anche idee politiche, costringendo tra l’altro alla trasparenza, non solo perché avvicinando i centri di potere al territorio il controllo attivo del cittadino è più semplice ma soprattutto perché la circolazione e la condivisione delle informazioni permetteno a tutti i cittadini di disporre delle informazioni necessarie per valorizzare le proprie specificità (individuali e di comunità).

    Al centro del federalismo, dunque, c’è il binomio libertà – responsabilità, c’è la possibilità di sentirsi Popolo nel pieno rispetto delle proprie identità. Osservava Gianfranco Miglio che una “popolazione” diventa un “popolo”, perciò anche un aggregato politico, quando a darle unità concorrono “una relativa omogeneità di stirpe e il fatto di risiedere su di un territorio abbastanza uniforme e soprattutto ben delimitato.

    La Confederazione Elvetica, da questo punto di vista, è la confortante dimostrazione di quanto il federalismo sia capace di realizzare; l”aggregato politico” evocato da Gianfranco Miglio, il Popolo, in terra elvetica ha fatto la differenza e ha permesso che la molteplicità vivesse e si esprimesse nell’unità, nella considerazione e nel rispetto reciproci, come sancito nel Preambolo della Carta Costituzionale elvetica.

    Ci divide un vero abisso: mentre da noi l’unità è soprattutto il prodotto (per molti ancora incompiuto) di una sostanziale omogeneizzazione e progressiva armonizzazione delle prassi e delle genti, tra loro profondamente diverse, in Svizzera l’unità è tuttora il frutto di un atto di volontà che, come tale, “tiene insieme” popoli diversi che scelgono di stare insieme pur rimanendo diversi, così diversi da parlare perfino quattro lingue differenti. E’ il federalismo, che permette alle identità specifiche di manifestarsi e di esprimersi in libertà, che consente ai cittadini di essere prima di tutto individui padroni della propria vita, che permette perfino di discutere dei propri confini interni. E’ l’essenza dell’alleanza confederale, quella che nel Preambolo è destinata a ”consolidare la coesione interna, al fine di rafforzare la libertà e la democrazia, l’indipendenza e la pace, in uno spirito di solidarietà e apertura al mondo (…)”.

    https://www.lanuovapadania.it/cultur...ia-fa-la-fame/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  3. #43
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    Predefinito Re: Gianfranco Miglio

    Ultima modifica di Eridano; 11-11-22 alle 22:58
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  4. #44
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    Predefinito Re: Gianfranco Miglio

    Il Cisalpino di Zerbi, le prime radici del federalismo nascono a Como nel 1945. Con Miglio già l’idea di un Cantone-Macroregione del Nord
    11 NOVEMBRE 202210 NOVEMBRE 2022 CULTURA LETTURA 3 MIN

    di Roberto Gremmo – Su la Nuova Padania è in corso un opportuno dibattito sulle prospettive di un rinnovato progetto federalista nordista e, fra l’altro, si stanno di volta in volta rivalutando i suoi pionieri e gli apripista.

    A me non piace che si prendano sul serio il “padanismo” ed il regionalismo sbandierato negli anni Sessanta da uomini del Partito Comunista come Fanti che agitavano le tematiche decentratrici solo perché speravano di rosicchiare fette di potere grazie alla prevalenza numerica dei loro consensi in Emilia-Romagna ma senza riempire di contenuti identitari le loro presunte illuminazioni localiste.

    Da Togliatti in poi, il partito foraggiato da Mosca e consociativo con la DC fu sempre ostile alle aggregazioni locali basate sulle specificità storiche e culturali e, tanto per restare in zona, si mise subito di traverso di fronte al progetto, per molti versi validissimo, della “Regione Lunezia” , proprio perché era un territorio largamente conservatore dove loro non avrebbero potuto fare il bello è il cattivo tempo come nel “triangolo” Emiliano.

    I precursori del padanismo non possono essere i disinvolti nipotini di Stalin, travestiti da difensori dei Popoli, un camuffamento che non ci deve ingannare.

    Senza andare geograficamente troppo lontano, va invece riconosciuto che le più autentiche radici di un federalismo nostrano furono piantate a Como, nei giorni memorabili della Liberazione quando il 27 aprile 1945 veniva pubblicato il periodico “Il Cisalpino” animato soprattutto dal futuro deputato della Democrazia Cristiana Tommaso Zerbi. Un foglio davvero indipendente, libero e coraggioso che quasi subito doveva presentarsi come “settimanale federalista”.

    Fra i principali collaboratori ebbe il giovane Gianfranco Miglio, il giornalista Pio Bondioli ma anche il nostro compianto amico Giorgio Braga che si differenziava dagli altri autori rivendicando una specifica autonomia a quello che definiva “cantone piemontese”, composto dall’attuale regione (esclusa la provincia di Novara) e Savona ed Imperia.

    Il “Cisalpino” di Zerbi voleva creare “un razionale spazio geofisico, economicamente e demograficamente individuato e costituito in unita’ capace di fornire materia per una vita politica-amministrativa autonoma e fattiva, col minimo possibile di ciarpame burocratico”.

    Ma questo spazio innovatore che veniva chiamato su modello elvetico “Cantone Cisalpino” doveva avere delle delimitazioni dettate dalle sue specificità perché “Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia e Tre Venezie, ossia tutta l’Italia settentrionale, nel suo insieme costituisce un’armonica unità geografica, economica, etnica e spirituale, ben degna di governare se stessa”.

    Il “Cisalpino” doveva durare solo pochi mesi coi suoi redattori assorbiti dalle necessità della lotta antitotalitaria ma anche perché il prevalere del centralismo partitocratico non favoriva le idee di autogoverno dei Popoli.

    Tuttavia, il primo seme era gettato.

    https://www.lanuovapadania.it/cultur...ione-del-nord/
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  5. #45
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    Predefinito Re: Gianfranco Miglio

    Associazione Gilberto Oneto
    11 gennaio alle ore 184 ·

    Ricordiamo oggi l'anniversario di nascita del compianto prof. Miglio con una sua purtroppo amara ma veritiera considerazione:
    "Se l'esperienza storica insegna qualcosa, credo di aver già dimostrato che i lombardi non sembrano aver mai avuto la vocazione dei creatori di aggregazione politiche, dei fondatori di Stati. Del resto basta constatare con quanta scarsa energia e fantasia abbiano gestito l'istituto regione da quando è stato creato. Non si è vista per esempio nessuna iniziativa volta a mobilitare e organizzare le altre regioni della valle del Po' per costruire un valido interlocutore nei confronti di un governo centrale sempre più latitante e incapace" (Io, Bossi e la Lega, 1994).

    https://www.facebook.com/www.associa...ertooneto.org/
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  6. #46
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    Predefinito Re: Gianfranco Miglio

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  7. #47
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    Predefinito Re: Gianfranco Miglio



    16 gen 2018
    Il video della nostra 50esima serata di lunedì 15 gennaio 2018 in cui abbiamo organizzato la conferenza dal titolo "L'eredità di Gianfranco Miglio a 100 anni dalla nascita" insieme a Luigi Marco Bassani, Stefano Bruno Galli e Alessandro Vitale
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  8. #48
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    Predefinito Re: Gianfranco Miglio



    15 gen 2020
    Milano 15-01-2020 Il rapporto centro-periferia, il modello cantonale e delle macroregioni secondo il giurista e politologo Gianfranco Miglio, sono tra i punti esaminati dall'assessore regionale lombardo all'Autonomia e Cultura, Stefano Bruno Galli, durante il convegno 'Federalismo. Fino all'ultimo Miglio!', che si è tenuto a Palazzo Pirelli.
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  9. #49
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    Predefinito Re: Gianfranco Miglio



    19 ott 2022
    I giovani del partito di Varese tornano a pubblicare, in versione aggiornata, la celebre rivista "settentrionalista" amata da Bossi e ispirata al pensiero di Gianfranco Miglio. Papini: "Parola d'ordine, Autonomia". Angei: "Guardiamo oltre ai confini leghisti".
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  10. #50
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    Predefinito Re: Gianfranco Miglio



    Conferenza in streaming trasmessa in diretta Facebook in data 21 Febbraio 2023 alle ore 21:00​. Con Marco Bassani, Carlo Lottieri e Alessandro Vitale. Presenta la serata Marco Peruzzi.Nel corso della serata viene trasmessa e commentata l'intervista rilasciata da Gianfranco Miglio il 27 Aprile 1994 nel corso della trasmissione "Milano - Italia", in cui il professore discute con Massimo Cacciari, al tempo sindaco di Venezia, il suo progetto di federalismo.
    Ultima modifica di Eridano; 26-02-23 alle 00:11
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