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  1. #11
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    Predefinito Re: La morte di Maria Antonietta

    Citazione Originariamente Scritto da FalcoConservatore Visualizza Messaggio
    Mi consola il fatto che Robespierre e molti suoi compari fecero la stessa, identica fine dei sovrani.
    Danni collaterali.
    L'importante è che la rivoluzione francese è stata una svolta nella storia.
    DUX SUCKS
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    Se non ti rispondo è probabile che sei in ignore list e/o sei troppo beota. STACCE.

  2. #12
    Sospeso/a
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    Predefinito Re: La morte di Maria Antonietta

    Citazione Originariamente Scritto da FalcoConservatore Visualizza Messaggio
    Il grande interesse del pubblico per Maria Antonietta è testimoniato dall'innegabile successo di libri, film e persino cartoni animati incentrati sulla sua figura.
    Il gossip di qualcuno che è / è stato importante ha sempre fatto presa nelle menti più scarse. Basti vedere oggi l'Italia, con Uomini e Donne, Novella 2000 ecc. Quindi è questo tipo di interesse, se riesci a capirmi, non certo perché è stata una persona illuminata, anzi...cmq la testa a lei al marito e a molti altri "nobili" gliel'hanno tagliata, e questo è importante.
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  3. #13
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    Predefinito Re: La morte di Maria Antonietta

    Citazione Originariamente Scritto da Traiano Visualizza Messaggio
    Danni collaterali.
    L'importante è che la rivoluzione francese è stata una svolta nella storia.
    Che abbia prodotto danni epocali non c'è dubbio; fortunatamente le spinte più radicali non hanno avuto successo: giacobini & comunisti, alla fine, siedono tra gli sconfitti e gli imputati della Storia. Moderati e liberali alla fin fine continuano ad esercitare un'ampia egemonia.
    Per aspera ad astra

  4. #14
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    Predefinito Re: La morte di Maria Antonietta

    Citazione Originariamente Scritto da FalcoConservatore Visualizza Messaggio
    Che abbia prodotto danni epocali non c'è dubbio; fortunatamente le spinte più radicali non hanno avuto successo: giacobini & comunisti, alla fine, siedono tra gli sconfitti e gli imputati della Storia. Moderati e liberali alla fin fine continuano ad esercitare un'ampia egemonia.
    Ma che c'entrano i comunisti adesso...Poi se possono essere considerati moderati e liberali dei monarchi ( che ricordo, la monarchia è l'antitesi della giustizia sociale) , questo è un pensiero tuo..
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  5. #15
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    Predefinito Re: La morte di Maria Antonietta

    Citazione Originariamente Scritto da Traiano Visualizza Messaggio
    Il gossip di qualcuno che è / è stato importante ha sempre fatto presa nelle menti più scarse. Basti vedere oggi l'Italia, con Uomini e Donne, Novella 2000 ecc. Quindi è questo tipo di interesse, se riesci a capirmi, non certo perché è stata una persona illuminata, anzi...cmq la testa a lei al marito e a molti altri "nobili" gliel'hanno tagliata, e questo è importante.
    La tua polemica è molto gretta e grossolana; per qualche messaggio sono sceso al tuo livello - quello di "tifoso" manicheo - ma mi rendo conto che non ne vale la pena: è inutile discutere con chi posta immagini di ghigliottine...
    Per aspera ad astra

  6. #16
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    Predefinito Re: La morte di Maria Antonietta

    Citazione Originariamente Scritto da FalcoConservatore Visualizza Messaggio
    La tua polemica è molto gretta e grossolana; per qualche messaggio sono sceso al tuo livello - quello di "tifoso" manicheo - ma mi rendo conto che non ne vale la pena: è inutile discutere con chi posta immagini di ghigliottine...
    Gretta e grossolana per te. Certo, mi diverto a mettere ghigliottine, su questo non ci piove. Io ti ho risposto sul perché , (forse) Maria Antonietta è famosa. Cioè come oggi. Gossip, gossip e solo gossip, non certo perché era una brava persona...
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  7. #17
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    Predefinito Re: La morte di Maria Antonietta

    Citazione Originariamente Scritto da Traiano Visualizza Messaggio
    mi diverto a mettere ghigliottine...
    Tu ti diverti, io mi sto stufando. Di regola sono gentile con gli ospiti, ma non abusare della mia buona educazione.

  8. #18
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    Lightbulb Re: La morte di Maria Antonietta

    16 OTTOBRE 2018: ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO DELLA REGINA MARIA ANTONIETTA, SAN GERARDO MAIELLA, RELIGIOSO REDENTORISTA, SANTA EDVIGE, DUCHESSA DI POLONIA E VEDOVA; FESTA DELLA PURITÀ DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA…



    «16 OTTOBRE SANTA EDVIGE, VEDOVA.»
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 16 ottobre. Santa Edvige, vedova
    http://www.unavoce-ve.it/pg-16ott.htm



    http://www.miracolosangerardo.org/la-vita/


    http://www.preghiereperlafamiglia.it...do-maiella.htm
    "16 OTTOBRE SAN GERARDO MAIELLA
    Protettore delle mamme e dei bambini.

    All'età di 26 anni, Gerardo (1726-1755) riuscì a pronunciare i voti tra i Redentoristi, accolto come fratello coadiutore, dopo essere stato rifiutato dai Cappuccini a causa della sua fragilità di salute. Prima di partire aveva lasciato alla madre un biglietto con scritto: «Mamma, perdonami. Non pensare a me. Vado a farmi santo!». «Il "si" gioioso e fiducioso alla volontà divina, sorretto da costante preghiera e da spiccato spirito penitenziale, si traduceva in lui in una carità attenta alle necessità spirituali e materiali del prossimo, soprattutto dei più poveri. Pur senza aver compiuto particolari studi, Gerardo aveva penetrato il mistero dei regno dei cieli e lo irradiava con semplicità a coloro che lo avvicinavano». Egli fece dell'obbedienza eroica alla volontà di Dio un punto fermo della sua vita. In punto di morte pronunciò, davanti a Cristo viatico, queste parole: «Mio Dio, voi sapete che quanto ho fatto e detto, tutto l'ho fatto e detto per gloria vostra. Muoio contento, nella speranza di aver cercato solo la vostra gloria e il vostra santissima volontà»."




    Sant'Edvige - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santedvige/
    «16 ottobre, Sant’Edvige, Vedova, Duchessa di Polonia (Andechs, 1174 – Trzebnica, 15 ottobre 1243).
    “Santa Edvige Vedova, Duchessa di Polònia, la quale si addor mentò nel Signore il giorno precedente.”

    La nostra preghiera, o Edvige, si fa oggi supplichevole in favore dei tuoi figli. Dopo il giorno della loro nascita alla grazia sono passati secoli, che hanno meritato alla Polonia il nome di terra dei martiri e la sua anima, che tu hai generata al prezzo eroico di tutta la tua vita, è sempre uscita dalla prova più grande ancora. Ma la coppa dei suoi dolori oggi trabocca, perché non versa solo più il sangue dalle vene dei suoi figli. L’eterno nemico ha da tempo compreso che il sangue dei martiri è seme di cristiani e invece di torturare solo il corpo di un popolo, che ad ogni ferita si fortifica, ne tortura anche l’anima. Scendi in soccorso della Polonia sfortunata e, se è vero che il grido delle madri è sempre ascoltato, quello che tu leverai a Dio porterà la salvezza ai tuoi figli.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...ge-219x300.jpg





    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    XXI domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=H84WydDuFFs
    XXI domenica d. Pentecoste (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=1NiTVwx9HdM
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»





    https://tradidiaccepi.blogspot.com/


    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...a6&oe=5C503089





    «FESTA DELLA PURITÀ DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA.
    Doppio maggiore.
    Paramenti bianchi.
    La devozione del Messale Romano al 16 ottobre propone una Messa “Puritatis beatae Mariae Virginis” (della Purezza della beata Vergine Maria).
    Dio ci ha rivelato che Maria Santissima fin dal suo concepimento fu preservata dal peccato originale e quindi non commise nessun peccato. Ella, l’Immacolata concezione, fu pura in maniera perfetta: Pura nella mente ordinata esclusivamente a Dio, sommo Vero, sommo Bene, sommo Bello. Pura nel cuore - "orto chiuso e fontana sigillata" (Cant. IV, 12) - in cui nulla vi risiedette se non l'amor di Dio e gli affetti più pii e più casti. Pura nel corpo in quanto come ci ricorda la liturgia “sempre intatta nella gloria verginale, generò al mondo la luce eterna, Gesù Cristo nostro Signore”. Nell'anima e nel corpo era tutta di Dio: "Nulla di contaminato in essa s'infiltra" (Sap. VII, 25). Invochiamo dalla Madonna la grazia di vincere l’impurità: “O Maria, o purissima colomba, quanti sono nell'inferno per questo vizio! Signora, liberatecene; fate che nelle tentazioni sempre ricorriamo a voi e v'invochiamo, dicendo: Maria, Maria, aiutaci. Amen” (Sant’Alfonso).
    • Dal libro di sant’Ambrogio vescovo sulle vergini.
    Libro 2 dopo l’inizio.
    La vita della beata Maria rappresenti per voi, come in un quadro, la verginità; della quale, come in uno specchio, rifulge la bellezza della castità e l’ideale della virtù. Prendetene pure gli esempi di vivere: poiché essi esprimono, come in un modello, le lezioni della santità, ciò che dovete correggere, evitare, conservare. La prima cosa che accende ardore nell'apprendimento è la grandezza del maestro. Che cosa più nobile delle Madre di Dio? Che cosa più magnifico di lei, che la stessa magnificenza elesse? Che cosa più casto di lei, che generò un corpo senza contatto con altro corpo?
    Che cosa dirò delle altre sue virtù? Vergine era non solo nel corpo, ma anche nella mente, che non ha macchiato la sincera volontà da nessuna disposizione di astuzia. Era umile di cuore, grave nel discorso, prudente nell’animo, più parca di parole, più studiosa nella lettura, riponendo la sua speranza non sull’incertezza delle ricchezze, ma sulla preghiera del povero; intenta al lavoro, modesta nel discorso, solita non cercare l’uomo, ma Dio come giudice dei suoi pensieri; non far del male a nessuno, voler bene a tutti, sfuggire il vanto, rispettare la ragione, amare la virtù.
    • Dai Sermoni di san Pietro Crisologo.
    Sermone 143.
    Costei diede gloria ai cieli, Dio alla terra, fede alle Genti, fine ai vizi, ordine alla vita, disciplina ai costumi. La Vergine, che stava per restituire la salute ai secoli, accettò la grazia, che l’Angelo conferì. Veramente benedetta la Vergine, che possiede sia l’onore della verginità sia la dignità della Madre; veramente benedetta, che sia fu degna della grazia della concezione divina sia preservò la corona dell’integrità. Veramente benedetta, che sia generò la gloria del germe divino sia apparve Regina di tutta la castità.
    SANTA MESSA
    - Al Vangelo.
    • Omelia di san Bernardo abate.
    Omelia 2 sul Missus est.
    Nessun che discuta quel nuovo cantico, che sarà accordato alle sole vergini nel regno di Dio di esaltare la stessa Regina delle vergini, la prima tra le altre ad esser esaltata dal basso. Inoltre ritengo che quella città di Dio, oltre a quel cantico che è permesso alle sole vergini e sarà comune, come ho detto, a lei con tutte esse pure, si allieterà di un certo carme più soave e più distinto. Ritengo che il suo ritmo dal suono così melodioso cava fuori ed esprime che non si troverà senza dubbio alcuna degna delle stesse vergini, poiché ciò che è da decantare giustamente sarà riservato a colei, che sola si gloria del parto, del parto divino. Si gloria, ho detto, del parto, non in se stessa, ma in colui stesso, che ha generato. Dio, dato che stava per concedere alla sua Madre (infatti è Dio, colui che ha generato) una gloria singolare nei cieli, provvide di prevenirla sulla terra anche con una grazia singolare, con la quale evidentemente concepisse ineffabilmente ed intatta, e partorisse incorrotta.
    Conveniva a Dio una nascita di tal genere, nella quale fosse generato soltanto dalla Vergine. Tale parto si confaceva anche alla Vergine, che non generasse se non Dio. Dunque il Creatore degli uomini, affinché divenisse uomo, per nascere dall’uomo, dovette scegliere una tale Madre per sé tra tutte e custodirla nella bassezza, sia sapeva quale gli convenisse sia conosceva quale sarebbe stata gradita a sé. Volle che fosse pertanto Vergine, dalla quale immacolata procedesse l’immacolato per purgare le macchie di tutti. Volle che fosse anche umile, dalla quale il mite e l’umile di cuore nascesse, per mostrare a tutti l’esempio necessario e molto salutare di queste virtù in sé. Concesse il parto alla Vergine, colui che già precedentemente le aveva sia inspirato il voto della verginità, sia accordato il merito dell’umiltà. Affinché allora, colei che stava per concepire il Santo dei Santi allo stesso modo, fosse destinata a mostrarsi santa nel corpo, ricevette il dono della verginità; affinché lo fosse anche nell’animo, ricevette il dono dell’umiltà.
    O Vergine ammirevole e degnissima di ogni onore! O donna singolarmente veneranda, ammirabile su tutte le donne, riparatrice dei progenitori, vivificatrice dei posteri! L’Angelo fu inviato a una Vergine, vergine nella carne, vergine nell’animo, vergine nella professione di fede, vergine infine, come descrive l’Apostolo, santa nell’animo e nel corpo, né di recente né trovata per caso, ma eletta dal secolo, prevista dall’Altissimo, predisposta anche per sé, custodita dagli Angeli, prefigurata dai Padri, promessa dai Profeti.
    PROPRIUM MISSAE:
    https://tradidiaccepi.blogspot.com/2...ine-maria.html »
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...dd&oe=5C4F98D8





    «SANTA EDVIGE
    Vedova.
    Semidoppio.
    Paramenti bianchi.
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 16 ottobre. Santa Edvige, vedova
    http://www.unavoce-ve.it/pg-16ott.htm
    Edvige, di stirpe regale, e ancor più illustre per innocenza di vita, nata ad Andescj nell'alta Baviera nel 1174, era figlia di Bertoldo, principe di Carinzia, e zia materna di santa Elisabetta di Ungheria. Sposa di Enrico I, duca di Polonia, adempì così santamente i suoi doveri di sposa, che la Chiesa la paragona alla donna forte, di cui lo Spirito Santo ci parla nell'Epistola di oggi. Dal suo matrimonio nacquero tre maschi e tre fanciulle. Macerava il suo corpo col digiuno e con le veglie, e anche con la severa ruvidezza dei suoi abiti. Animata da una grande carità verso i poveri, li serviva a tavola; inoltre, lavava e baciava le ulceri dei lebbrosi. Per meglio dedicarsi al servizio del Signore indusse il suo sposo ad inpegnarsi in un con essa col voto di castità. Morto il duca, Edvige, come il mercante di cui ci parla il Vangelo, si spogliò di tutti i suoi beni per comperare la perla preziosa della vita eterna. Dopo incessanti preghiere e per ispirazione divina, con slancio generoso d'amore, passò dalle pompe del secolo all'umile sequela della croce (Orazione) entrando nel monastero dell'ordine cistercense di Trebnitz (l'attuale Tzrebnica) in Polonia, che era stato da lei stesso fondato e ove sua figlia Geltrude era badessa. Ivi si addormentò nel Signore il 15 ottobre 1243. Fu inscritta nell'albo dei Santi da papa Clemente IV nel 1267. La Polonia la onora in modo particolare quale sua patrona.

    • Edvige, di famiglia reale, ma ancora più illustre per la innocenza della vita, era zia di sant'Elisabetta regina d'Ungheria, e figlia di Bertoldo e d'Agnese marchesi di Moravia, e fin dalla prima età fece conoscere la saggezza del suo animo. Infatti bambina s'astenne da ogni puerilità, e sposata a dodici anni a Enrico duca di Polonia, adempì santamente i doveri di fedele sposa, ed allevò nel timor di Dio i figli che n'ebbe. Ma per dedicarsi meglio a Dio, indusse il marito a consentire e a impegnarsi con voto, come lei, a osservare la continenza. Mortole il marito, ella, dopo reiterate preghiere e dietro ispirazione divina, prese generosamente l'abito Cistercense nel monastero di Trebnitz; e là, intenta alla contemplazione, e assistendo con assiduità dal levar del sole fino a mezzogiorno agli Uffici divini e alla celebrazione delle Messe si mostrò coraggiosa nel disprezzare l'antico nemico del genere umano.
    Non volle più parlare né sentir parlare di cose del secolo, purché non si riferissero alla gloria di Dio o alla salute delle anime. Fu tale la sua prudenza nell'operare, che né trasmodava nel modo né errava nell'ordine da eseguire, del resto era affabile e dolce col prossimo. Coi digiuni, veglie, vesti austere e rozze onde affliggeva il suo corpo, trionfò grandemente di sé; perciò fiorirono in lei le più sublimi virtù cristiane, e divenne un modello di pietà religiosa per la gravità de' suoi consigli, il candore e la serenità del suo animo. Mettersi volentieri al disotto di tutte le altre monache e compierne con gioia i servizi più vili, servire i poveri perfino in ginocchio, lavare e baciare i piedi dei lebbrosi, le era cosa famigliare; né, padrona di sé, l'arrestava la nausea della marcia che scaturiva dalle loro ulceri.
    Fu ammirabile la sua pazienza e fortezza d'animo, principalmente nella morte del suo figlio Enrico, duca di Slesia, che amava teneramente, ucciso in una guerra contro i Tartari; piuttosto che versar lacrime su questo figlio, ne ringraziò Dio. I miracoli accrebbero la sua gloria; che, chiamata, rese la vita a un fanciullo caduto nell'acqua, impigliato fra le ruote d'un Mulino e quasi stritolato; e ne fece ancora altri, che, canonicamente provati, indussero Clemente IV ad iscriverla nel novero dei Santi, e a concedere che la Polonia, la quale l'onora con venerazione particolare come patrona, ne celebrasse la festa il 15 Ottobre. In seguito Innocenzo XI la estese a tutta la Chiesa, fissandola al giorno 17; dipoi Pio XI l'ha anticipata al 16.
    SANTA MESSA
    - Al Vangelo.
    • Omelia di san Gregorio papa.
    Omelia 11 sui Vangeli.
    Il regno dei cieli, fratelli carissimi, si dice simile a cose terrene, affinché l'anima si elevi da ciò che conosce a ciò che non conosce affatto, così che dall'esempio delle cose visibili si sollevi alle invisibili, e come incitata da ciò che ha appreso, s'infiammi a tal punto da imparare ad amare, per mezzo dell'affetto per un bene conosciuto, anche beni sconosciuti. Ecco dunque che il regno dei cieli si paragona ad un tesoro nascosto in un campo. L'uomo che l'ha trovato, lo tiene nascosto e, per la gioia di possederlo, va a vendere tutto ciò che possiede e compra quel campo.
    Ed in ciò si deve anche notare che il tesoro trovato viene nascosto perché sia conservato: poiché non riuscirà a difendere dagli spiriti maligni l'ardore del desiderio che sente per il cielo, colui che non lo sottrae alle umane lodi. Infatti nella vita presente ci troviamo come in una via, lungo la quale ci dirigiamo alla patria. Gli spiriti maligni ci tendono insidie lungo la strada, come ladruncoli. Portare dunque pubblicamente un tesoro per via è come desiderare di essere derubati. Ora io dico questo, non perché il prossimo non veda le nostre opere buone, poiché sta scritto: "Vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli"; ma perché non cerchiamo lodi dall'esterno per quello che facciamo. L'opera quindi sia pure pubblica, ma rimanga occulta l'intenzione: affinché noi possiamo dare al prossimo l'esempio di un'opera buona, e tuttavia con l'intenzione, per la quale cerchiamo di piacere soltanto a Dio, desideriamo sempre il segreto.
    Il tesoro è il desiderio del cielo, e il campo nel quale è nascosto, è una vita degna del cielo. Vende subito ogni cosa per comperare questo campo chi, rinunziando ai piaceri della carne, con pratica esatta di questa vita di cielo, calpesta tutti i suoi desideri terreni, così che nulla più gli piaccia di ciò che solletica la carne, e il suo spirito non tema nulla di ciò che distrugge la vita carnale.
    https://sardiniatridentina.blogspot....edova.html?m=0
    • Dalla «VIta di santa Edvige» scritta da un autore contemporaneo.
    (Acta Sanctorum Octobris 8 [1853], 201-202)
    Il suo animo tendeva sempre a Dio.

    Ben sapendo la serva di Dio che le pietre vive, che sono destinate alla costruzione della Gerusalemme celeste, devono essere rifinite in questo mondo a colpi di contrarietà e di umiliazioni, e che per salire alla felicità eterna ed alla patria gloriosa bisogna passare per molte tribolazioni, si espose totalmente ai rovesci delle sofferenze, e senza compassione logorò il suo corpo con molti flagelli. Si macerò infatti ogni giorno con digiuni ed astinenze tali, che molti si meravigliavano come mai una donna così debole e delicata potesse sopportare tormenti di tal genere. Quanto più spesso si dava alla mortificazione del corpo, in cui tuttavia usava intelligente discrezione tanto più speditamente avanzava nel vigore dello spirito e nell'aumento della grazia, continuamente alimentata dal fuoco del divino amore e della devozione. Infatti assai spesso era trasportata in alto e si intratteneva con Dio con desiderio tanto infuocato che, resa insensibile, non avvertiva più la presenza di questo mondo.
    Come con la devozione dell'anima tendeva sempre a Dio, così si chinava verso il prossimo con la sua benefica carità. Dava generosamente l'elemosina ai bisognosi, elargiva benefici a comunità e persone religiose, sia fuori che dentro i monasteri, fu munifica con le vedove e gli orfani, coi malati e i deboli, coi lebbrosi e i carcerati, coi pellegrini e le nutrici bisognose di sostentamento. Insomma, concedeva ogni genere di favori e non permise che alcuno se ne andasse da lei senza aver ricevuto aiuto. E siccome questa serva di Dio non trascurò mai di compiere tutto il bene che poteva, Dio le concesse una particolare grazia. Quando si sentiva umanamente del tutto esaurita e priva di forze, con la potenza divina della passione di Cristo riusciva ancora a fare ciò che la necessità del prossimo richiedeva da lei. Perciò a quanti ricorrevano a lei per la salute dell'anima e del corpo, a tutti portava aiuto secondo il beneplacito della divina bontà.»
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    “Non serviam: il ’68 contro il principio dell’autorità”
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    I cento anni della chiesetta sul Colle Don Bosco
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    Com'è umano lei
    http://www.centrostudifederici.org/come-umano-lei/
    San Francesco d’Assisi e mons. Umberto Benigni
    http://www.centrostudifederici.org/s...-mons-benigni/
    Lepanto, 7 ottobre 1581
    http://www.centrostudifederici.org/l...-ottobre-1571/
    Rieducazione comunista in salsa bolognese
    http://www.centrostudifederici.org/r...one-comunista/
    60 anni dalla morte di Pio XII
    http://www.centrostudifederici.org/6...morte-pio-xii/
    “Colombo è uomo nostro”
    http://www.centrostudifederici.org/c...o-uomo-nostro/ »


    “Cuore Eucaristico di Gesù, modello del cuore sacerdotale, abbiate pietà di noi. (Indulgenza 300 giorni ogni volta).”
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    https://www.agerecontra.it/2018/10/d...-sursum-corda/


    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/




    http://www.radiospada.org/
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    «16 ottobre 2018: Sant'Edvige, duchessa di Slesia e vedova.

    Nata nel 1174 nell’Alta Baviera, fu duchessa della Slesia, sposa di Enrico I detto il Barbuto. La sua condizione nobile non le vietò di vivere a fondo la propria fede, dando prova di profonda devozione ed esprimendo in diversi modi la carità verso gli ultimi e l’intenzione totale di porre tutta la sua persona a servizio degli altri. Provata da diverse sventure familiari e addolorata dalla rivalità tra i due figli, seppe mostrare sempre la mitezza e la saggezza di chi vive un profondo desiderio di pace. Stile che applicò nella vita di corte e nella politica estera. Quando il marito fu fatto prigioniero di guerra ne ottenne la liberazione. Si adoperò per migliorare le condizioni di vita dei carcerati e usò gran parte delle sue rendite per i poveri. Praticò un’austerità personale volta a una mortificazione offerta come segno concreto per chi viveva chiuso nel peccato e nell’egoismo. Principessa e penitente, sposa fedele e madre dolorosa, sovrana giusta e benefica, Edvige morì nel 1243 e subito venerata come santa, sia dai fedeli germanici che da quelli slavi.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...f2&oe=5C407D7A





    «In memoria della Regina Maria Antonietta, ghigliottinata il 16 ottobre 1793.

    “Io muoio nella religione cattolica, apostolica e romana, in quella dei miei padri, in quella nella quale son stata allevata, e che ho sempre professato, non avendo alcuna consolazione spirituale da aspettare, non sapendo se esistano ancora qui preti di questa religione e, anche se ciò fosse, il luogo in cui mi trovo li esporrebbe troppo se vi entrassero una volta, io chiedo sinceramente perdono a Dio di tutti gli errori che ho potuto commettere da quando esisto; spero che nella sua bontà vorrà accogliere i miei ultimi voti, come quelli che ho fatto da molto tempo perché voglia ricevere la mia anima nella sua misericordia e nella sua bontà. Chiedo perdono a tutti quelli che conosco” (Dall'ultima lettera alla cognata Elisabetta).»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...34&oe=5C5631A9





    «Il 16 ottobre 1591 muore Gregorio XIV Sfondrati, Sommo Pontefice.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...71&oe=5C471DD8










    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 16 ottobre. Santa Edvige, vedova
    http://www.unavoce-ve.it/pg-16ott.htm
    «16 OTTOBRE SANTA EDVIGE, VEDOVA.
    Madre dei popoli.

    All'origine di ogni vita vi è un atto generatore e questo fatto, che nell'ordine naturale tutti possono costatare, obbedisce a identiche leggi nell'ordine spirituale. Da una parte e dall'altra è uguale il processo che esige il concorso di due elementi e consegue il suo risultato dopo un parto doloroso, che dopo il peccato originale è condizione di qualsiasi nascita.
    Per realizzare la maternità spirituale Dio è libero di scegliere come vuole, ma, per rispetto alle leggi che ha stabilite, si contenta ordinariamente di servirsi di quello che già esiste nella natura delle cose, elevandolo all'ordine soprannaturale.
    Così noi vediamo alla culla di molti paesi cristiani colei, che per le funzioni esercitate era già madre della grande famiglia nazionale: una regina, che dà la vita a tutto un popolo con le acque del battesimo. È il caso di Clotilde, che forgia l'anima del suo paese in vista di lotte future ed è il caso di Edvige, Duchessa di Polonia.
    Queste sante principesse restano madri della patria anche dopo la morte, perché per sua stessa natura, il legame che le univa al loro popolo resta intatto e la loro protezione si afferma attraverso i secoli con la potenza di un amore materno sopra il cuore di Dio.
    Storia.
    Nata verso il 1174, Edvige, figlia del Marchese di Moravia, zia di santa Elisabetta di Ungheria, andò sposa ancor giovanissima a Enrico, Duca di Polonia, cui diede sei bambini. Fece poi col marito voto di continenza e, alla morte di lui, si ritirò nel monastero cistercense di Trebnitz nella Slesia, dove, ricevuto l'abito religioso, condusse una vita dedita alla contemplazione, alla penitenza e all'elemosina.
    Conobbe con tre anni di anticipo la sorte del figlio, il Duca Enrico il Pio, che morì sul campo di battaglia di Liegnitza, difendendo la cristianità contro i Tartari e offrì a Dio il suo sacrificio, ringraziandolo di averle dato un figlio simile. Morta il 15 ottobre del 1243, fu canonizzata da Clemente IV, che la dichiarò Patrona della Polonia.
    Preghiera per la Polonia.
    La nostra preghiera, o Edvige, si fa oggi supplichevole in favore dei tuoi figli. Dopo il giorno della loro nascita alla grazia sono passati secoli, che hanno meritato alla Polonia il nome di terra dei martiri e la sua anima, che tu hai generata al prezzo eroico di tutta la tua vita, è sempre uscita dalla prova più grande ancora. Ma la coppa dei suoi dolori oggi trabocca, perché non versa solo più il sangue dalle vene dei suoi figli. L'eterno nemico ha da tempo compreso che il sangue dei martiri è seme di cristiani e invece di torturare solo il corpo di un popolo, che ad ogni ferita si fortifica, ne tortura anche l'anima.
    Scendi in soccorso della Polonia sfortunata e, se è vero che il grido delle madri è sempre ascoltato, quello che tu leverai a Dio porterà la salvezza ai tuoi figli.
    da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. ROBERTI, P. GRAZIANI e P. SUFFIA, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1190-1192.»





    Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

    16 octobre : [Diocèses de Bâle et Sion] Saint Gall, Abbé :: Ligue Saint Amédée
    “16 octobre : [Diocèses de Bâle et Sion] Saint Gall, Abbé.”
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    16 octobre : Saint Gérard Majella, Frère convers Rédemptoriste (1726-1755) :: Ligue Saint Amédée
    “16 octobre : Saint Gérard Majella, Frère convers Rédemptoriste (1726-1755).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...rd_majella.jpg







    Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!
    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  9. #19
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    Predefinito Re: La morte di Maria Antonietta

    Lo scrittore e poeta francese del secolo successivo, il decadentista cattolico Léon Bloy (scrittore amato da Borges, Kafka e Ceronetti) nel capitolo finale del suo saggio d'esordio, La Cavaliera della Morte, intitolato Un ultimo spettro, si immedesima nell'avvocato della regina, Claude François Chauveau-Lagarde (1756-1841), che fu avvocato anche di Charlotte Corday, Madame Elisabeth e Manon Roland, pronunciando un'arringa immaginaria in cui celebra la "regina martire" con toni magniloquenti.

    Mia Signora e Sovrana, allorché ho sollecitato l'onore di difendere Vostra Maestà, non ho certo pensato che una parola umana, per grande che fosse, potesse salvare una Regina già condannata. Tutto l'apparato che ci circonda non è che una pomposa rappresentazione giuridica, simulacro tenebroso di un Giudizio che verrà, più temibile, alla fine dei tempi, quando tutti i giudici, fedeli o prevaricatori che siano, saranno a loro volta chiamati. Sapevo con certezza l'assoluta inutilità della difesa e l'eccessiva temerità di un simile cimento. Sapevo che in questi tempi di fraternità e libertà l'innocenza degli accusati è la più audace delle presunzioni, e che la difesa non è che un bisbiglio all'orecchio impenetrabile del Crimine. E dunque non ho parlato nella speranza di giustizia, ma per salvare l'onore del nome della Francia. Non ho voluto che fosse scritta nella storia l'incancellabile vergogna del silenzio di tutti i vostri sudditi. Non ho voluto che si potesse dire un giorno: "I francesi furono tanto vigliacchi che nessuno di loro volle esporsi per quella regina abbandonata!". Sono venuto a portare qui la mia indignazione e la mia testa. La prenda chi vuole, io non la difenderò più di quanto non abbia difeso l'augusta testa di Maria Antonietta di Francia, poiché mi riterrei ripagato delle mie parole se ottenessi l'onore di condividere il suo patibolo.
    Ma prima che scada definitivamente il tempo che ho a disposizione, degnatevi di tollerare, o mia Sovrana, l'ardire mio di difendervi contro il solo nemico davvero formidabile che voi abbiate da temere in quest'aula. Mi riferisco a voi, alla vostra grandezza. Abbiamo ancora bisogno della vostra pietà, nella nostra vigliaccheria e nel nostro avvilimento senza pari. Spegnete, se vi riesce, le fiamme del vostro legittimo risentimento, perdonate ai francesi, come il Re, vostro sposo, ha loro perdonato... Ci protegga la vostra rassegnazione, e l'anima vostra dolorosa diventi l'ultimo rifugio degli assassini che l'hanno contrita! Regnerete, così, più compiutamente e con più libertà che nella stessa Versailles, in seno alle magnificenze e alle schiavitù del potere supremo. Sarete potente nel fondo del feretro. O Regina perseguitata! Se tutte le lacrime dei cuori formano un grande fiume che sfocia nei cieli, Vostra Maestà, portata sopra quelle onde, non ha motivo di temere un lungo viaggio, poiché questo fiume di dolore è come un torrente in piena in questi giorni terribili! O Madre oltraggiata come mai fu madre dopo Colei le cui lacrime rinnovarono il diluvio, dai secoli chiamata Dolorosa, io vi domando, in nome di Dio misericordioso, la grazia e il perdono per questo povero popolo.
    Alla vigilia della vostra nascita la terra si mise a tremare, e in quel terremoto distrusse una delle più grandi città del mondo. Da quale innominabile catastrofe la vostra morte non sarà accompagnata adesso, se la nostra terribile miseria non avrà nemmeno il diritto di fare assegnamento sulla intercessione del vostro supplizio! Questo è ciò che avevo da dire al vostro regale Dolore. Possa la vostra anima fiera esserne confortata in quel che sta per avvenire. Quanto a me, scomparirò come una volgare fiaccola che abbia cercato di contrastare il soffio della tempesta. Vostra Maestà perdoni infine a me medesimo d'aver aggiunto l'intemperanza dei miei discorsi alla straordinaria lungaggine di questo opprimente dibattimento, e voglia ricordarsi del suo impotente servitore nel pegno prossimo dove l'aspettano i Principi fedeli, i disgraziati privi di terrena consolazione e la falange dei santi Martiri!

  10. #20
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    Predefinito Re: La morte di Maria Antonietta

    Citazione Originariamente Scritto da Jerome Visualizza Messaggio
    Lo scrittore e poeta francese del secolo successivo, il decadentista cattolico Léon Bloy (scrittore amato da Borges, Kafka e Ceronetti)
    Ceronetti, il poeta e artista, gnostico e antipapista, "patriota risorgimentale" in ritardo, che scrisse dei rivoluzionari venuti dopo, pur essendo un antifascista:

    «Sono sempre stato anticomunista... [Il Mullah Omar e Osama Bin Laden sono] modi dell'antiumano (...) Dietro di loro... l'ombra di Lenin, inviato della Tenebra, fondatore imitabile dell'universo concentrazionario, capostipite novecentesco di malvagie entità che non finiscono di manifestarsi.» (Ti saluto mio secolo crudele, 2011)

    “Finalmente una morte da tutti desiderata! Quella del criminale iraniano Khomeini, uno dei grandi sanguinari del secolo. E folle in delirio che piangono la frusta che ha cessato di flagellarle…”. (G. Ceronetti, Per le strade della Vergina, 2014, Capitolo delle morti celebri, 1989)

 

 
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