Sla, va a Lourdes e cammina
Il medico: «È inspiegabile»
La donna viveva in sedia a rotelle da quattro anni
Antonietta Raco, 50 anni, con il marito Antonio. Dopo un viaggio a Lourdes sembra guarita dalla Sla. «Una voce mi ha detto: diglielo quello che è successo»
Antonietta Raco, 50 anni, con il marito Antonio. Dopo un viaggio a Lourdes sembra guarita dalla Sla. «Una voce mi ha detto: diglielo quello che è successo»
MILANO — Lei, Antonietta Raco, 50 anni, la miracolata, preferisce parlare di un «dono e di una grazia». Il medico che dal 2006 la cura, il neurologo delle Molinette di Torino, Adriano Chiò, corruga la fronte e dice: «Non è spiegabile con i mezzi di cui scientificamente dispongo». La psicologa che assiste l'ex malata, Enza Mastro, spiega che una guarigione simile provoca emozioni come una «vittoria al Superenalotto». Di fatto questa signora lucana di Francavilla sul Sinni, da anni malata di Sla, un male degenerativo che porta alla morte, costretta dal 2005 sulla sedia a rotelle, dopo un viaggio a Lourdes ha ricominciato a camminare senza alcun aiuto: «Ho addirittura corso» racconta lei con un po' di ritrosia, quasi con vergogna.
Accanto al marito Antonio, più stupito di lei, ricorda quel viaggio miracoloso di inizio agosto organizzato dalla parrocchia, sul treno bianco dell'Unitalsi: «Il viaggio di andata, il 1° agosto, l'ho fatto in barella. Quando mi sono immersa nella piscina ho sentito una meravigliosa voce femminile che mi ripeteva "Non aver paura". Al mio rientro, all'inizio non è cambiato niente. Ero sempre immobile. Poi una sera ero seduta sul divano di casa e mentre percepivo una strana forza nelle gambe ho sentito di nuovo quella voce che mi ripeteva "diglielo diglielo quello che è successo". Allora ho chiamato mio marito, mi sono alzata e l'ho abbracciato. Da quel giorno non ho più usato la carrozzella». Un miracolo? «Questo saranno le autorità ecclesiastiche a stabilirlo, la visita era programmata da tempo e non serviva ad accertare eventuali prodigi» è il commento del neurologo che dal 2004 cura la donna, sorpreso di questa strana evoluzione della malattia: «È certamente un fenomeno insolito e non ho mai osservato nulla del genere in un malato di Sla, una malattia che può rallentare, al massimo fermarsi, ma non può migliorare, perché intacca i neuroni in modo irreversibile. Non riesco a darmi una spiegazione scientifica. Mi ci vorrà del tempo per elaborare un fenomeno del genere perché nella visita appena fatta l'unico sintomo riscontrato è un problema alla gamba sinistra, dove la malattia aveva esordito».
Ma Antonietta è davvero guarita? Lei è raggiante: «Da quando sono tornata a casa dopo il viaggio a Lourdes cammino normalmente, faccio la spesa, sbrigo le mie faccende domestiche. È come se avessi avuto un'altra possibilità. I primi giorni avevo paura di uscire, non sapevo come avrebbe reagito la gente, avevo paura di dover affrontare qualcosa che era troppo grande. Poi, con l'aiuto del parroco e del vescovo, mi sono fatta coraggio. E molte persone mi sono corse incontro ad abbracciarmi». Antonietta continuerà a essere seguita al reparto di neurologia alle Molinette, dove ogni anno sono curati 250 pazienti di Sla, poco più della metà piemontesi, gli altri arrivano dal resto d'Italia o anche dall'estero. Sarà sottoposta a vari esami, risonanze magnetiche, elettromiografie, spirometrie per cercare di dare una risposta a questa improvvisa guarigione che pare davvero un miracolo. Ma siamo davvero sicuri che la signora Antonietta Raco fosse malata di Sla?
Cristina Marrone
26 agosto 2009