Si può parlare di negazionismo a proposito dell'incidente di Fukushima? No, se si intende per negazionismo la messa in discussione per motivi ideologici di fatti storici assodati. Sì, se si intende prendere posizione contro opinioni diffuse ma non oggettive.
È quello che ha fatto Kelvin Kemm (nella foto), fisico nucleare sudafricano, con una semplice affermazione: «A Fukushima non c'è stato un disastro nucleare». Kemm non nega i fatti ma le presunte conseguenze: c'è stato un incidente nucleare, ma l'unico "disastro" è stato finanziario - principalmente per la Tokyo Electric Power Company (Tepco), la società che gestiva l'impianto.
Kemm ricorda innanzitutto dati noti: nessuno è morto né ha subito lesioni gravi a causa della radioattività sprigionata dall'incidente, mentre il terremoto e lo tsunami hanno provocato molte migliaia di vittime. Gli unici danni sanitari legati all'incidente nucleare sono stati causati dalla scarsa attenzione che le autorità giapponesi hanno dedicato alla condizione psicologica della popolazione evacuata: dallo stress all'ansia, fino all'infarto. «La gente è morta a causa dell'isteria di Fukushima, non della radioattività di Fukushima».
Secondo Kemm, la gravità dell'incidente è stata esagerata volontariamente: «C'è un forte gruppo di attivisti antinuclearisti che non vogliono che il pubblico sappia la verità, e amano attizzare la paura mantenendo la gente nell'ignoranza».
Kemm passa poi all'attualità, cioè alle perdite di acqua radioattiva che si sono verificate nella centrale negli ultimi mesi. Anche in questo caso la situazione è stata ingigantita dai mezzi di comunicazione: una serie di piccoli incidenti, che per regolamento devono comunque essere riferiti, è diventata una sequenza di notizie allarmanti che hanno reso l'idea di una situazione ad alto rischio. Invece, spiega Kemm, l'acqua è fuoriuscita in quantità trascurabile rispetto al volume dell'oceano, e oltretutto era stata già sottoposta al primo dei due processi di filtraggio, che rimuove la maggior parte della radioattività. Tanto che Kemm arriva a quella che sembra una provocazione: «In termini scientifici, la cosa migliore da fare con l'acqua lievemente radioattiva sarebbe riversarla tutta intenzionalmente nell'oceano». Solo che «il governo giapponese ha troppa paura di farlo per il coro di critiche che susciterebbe» in tutto il mondo.