Nella puntata di Ballarò del 22 ottobre scorso la trasmissione di Giovanni Floris fece quello che probabilmente sarà ricordato come il primo servizio giornalistico della sua storia: un'inchiesta sulla diffusione dei mini-jobs in Germania. Andatela a cercare. È molto interessante. La giornalista descrive quello dei mini-jobs come un "meccanismo infernale", una specie di "tunnel", "dal quale è difficile uscire". Il fatto è che la retribuzione prevista da tali contratti è talmente ridicola (nella maggior parte dei casi sotto i 500 euro al mese) da non garantire la sussistenza del lavoratore che la riceve; conseguentemente, per vivere, questi lavoratori hanno assoluto bisogno di percepire tutta una serie di aiuti e sussidi da parte dello Stato, che comprendono redditi di integrazione del misero salario, aiuti per il pagamento dell'affitto, buoni per il mantenimento dei figli ecc ecc.
Ma per continuare a percepire tali sussidi, il lavoratore deve dimostrare di meritarseli: in pratica, non può permettersi di rifiutare alcuna offerta di lavoro, qualsiasi essa sia, altrimenti perde il sussidio; e lo Stato, dal canto suo, può permettersi di esercitare un controllo invasivo e paternalista sui percettori dei sussidi, con un monitoraggio costante sulla situazione patrimoniale, sui movimenti di capitale, addirittura sulle abitudini di vita. Il lavoratore, che vede ridotto al minimo il suo potere contrattuale e anche un po' la sua dignità, non rappresenta più un grave costo per l'azienda. E così le imprese ricevono, di fatto, un finanziamento pubblico, tanto che il giurista Luciano Barra Caracciolo ha parlato di indebiti aiuti di Stato, che potrebbero costituire una violazione dei Trattati europei da parte della Germania.

ComeDonChisciotte - I MINI-JOBS ALL’ITALIANA