Originariamente Scritto da
Giò
Questo non saprei dirtelo perché è un po' anacronistico.
Il foro ecclesiastico, la manomorta, il diritto d'asilo ed analoghi "istituti" - o privilegi/diritti ecclesiastici che dir si voglia - trovavano una naturale collocazione nelle società di antico regime, in cui il rapporto tra Stato e individui, nonostante le monarchie assolute avessero compiuto una notevole opera di accentramento, era ancora mediato da una pluralità di corpi intermedi. In questo contesto naturalmente "pluralistico", nel quale ancora vigeva grosso modo il principio della personalità della legge, era logico che la Chiesa avesse una propria giurisdizione particolare. Schmitt non per caso vide nell'età medioevale la pratica applicazione esemplare di quel pensiero fondato sull'ordinamento giuridico concreto, essendo invece l'età moderna e contemporanea modellata sull'idea del diritto come decisione e soprattutto come norma. Una reazione spontanea a quest'ordine di idee fu rappresentato dall'istituzionalismo di Hauriou e Santi Romano, che, pur prendendo le mosse dal moderno giuspositivismo, aveva un'impostazione non difforme nella sostanza dalle concezioni medioevali secondo cui il diritto era intimamente legato alle molteplici strutture sociali di cui era espressione.
In conclusione, si può dire che il Fascismo adeguava sotto il profilo giuridico principi e concezioni del passato pre-moderno ai dati di fatto acquisiti dall'esperienza storica allora recente, introducendo però rispetto a quest'ultimi un elemento di novità, che fu di rottura, cioè la mancanza di unilateralismo nella regolamentazione dei rapporti tra Stato e Chiesa, non più concepiti come un rapporto tra un ente pubblico, anzi, l'ente pubblico supremo ed assoluto, ovverosia lo Stato, ed un'associazione a carattere fondamentalmente privato - la Chiesa -, nonostante il suo rilievo pubblico, ma tra due societates perfectae nel loro rispettivo ordine di competenza, dotate entrambe di una loro autonomia giuridica, distinte ma non separate.
Fermo restando quindi che il modello fascista presenta evidenti differenze tanto con il modello che le leggi anticlericali piemontesi prima ed italiane poi "consacrarono" quanto con quello precedente, la differenza che ho appena rilevato a mio avviso è decisiva nel dimostrare che, proprio a voler far comparazioni, il Fascismo fu più "medioevale" (mi rendo conto che il termine non è corretto, ma è per farmi comprendere) che "moderno", laddove per moderno s'intende l'idea che la Chiesa non sia una società a sé stante rispetto a quella civile e politica, ma una parte di essa non giuridicamente molto diversa da un corpo intermedio qualsiasi. Il regime fascista nei rapporti tra Chiesa e Stato ristabilisce un equilibrio che s'era perduto, ma il presupposto è appunto che tale equilibrio era stato, in qualche modo, profondamente alterato.