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  1. #1
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    Predefinito Missioni cattoliche nel mondo.

    Uno stato nazionale italiano dovrebbe, per quanto di sua competenza, sostenere lo sforzo missionario cattolico (in loco) delle varie realtà operative preposte a questo impegno, sostenerlo soprattutto per ragioni di natura politica e geostrategica, pur senza minimamente interferire con l'apostolato religioso, oppure ritenete che sarebbe più opportuno l'esatto contrario?
    Ultima modifica di amerigodumini; 10-11-13 alle 23:33

  2. #2
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    Predefinito Re: Missioni cattoliche nel mondo.

    "Il Cattolicesimo può essere utilizzato per l'espansione nazionale". Benito Mussolini, discorso al Teatro Augusteo di Roma, 7 novembre 1921.
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

  3. #3
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    Predefinito Re: Missioni cattoliche nel mondo.

    ...la domanda è complessa.
    In linea teorica in uno scenario come quello attuale, ovvero di risorse scarse a disposizione dello Stato Nazione, sarebbe meglio finanziarie i centri di cultura Italiana nel mondo, tipo le associazioni Dante Alighieri, piuttosto che sostenere missioni cattoliche (seppur italiane, ma portatrici del germe maligno dell'universalismo insito nel cattolicesimo).
    E' chiaro che una politica d'influenza italiana nel mondo dovrebbe privilegiare i centri di cultura, le associazioni di emigrati, come anche le scuole straniere dove si studiano la lingua e la cultura italiana, piuttosto che le missioni cattoliche. In questo mondo multipolare si devono influenzare le elites dei paesi che dominano il mondo, e non certo le plebaglie suburbane del terzo e del quarto mondo.

  4. #4
    Cacciaguida
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    Predefinito Re: Missioni cattoliche nel mondo.

    Citazione Originariamente Scritto da Pensiero Nazionale Visualizza Messaggio
    ...la domanda è complessa.
    In linea teorica in uno scenario come quello attuale, ovvero di risorse scarse a disposizione dello Stato Nazione, sarebbe meglio finanziarie i centri di cultura Italiana nel mondo, tipo le associazioni Dante Alighieri, piuttosto che sostenere missioni cattoliche (seppur italiane, ma portatrici del germe maligno dell'universalismo insito nel cattolicesimo).
    E' chiaro che una politica d'influenza italiana nel mondo dovrebbe privilegiare i centri di cultura, le associazioni di emigrati, come anche le scuole straniere dove si studiano la lingua e la cultura italiana, piuttosto che le missioni cattoliche. In questo mondo multipolare si devono influenzare le elites dei paesi che dominano il mondo, e non certo le plebaglie suburbane del terzo e del quarto mondo.
    Questo senz'altro. mi trovi d'accordissimo.
    Però in un momento della storia in cui, per esempio, zone come l'Africa paiono sempre più poter costituire teste di ponte per potenze medio-orientali ( penso alle petromonarchie) e asiatiche ( penso alla Cina) e le uniche presenze italiane sono di fatto quelle missionarie, uno stato nazionale potrebbe sostenerle ampiamente al di là delle implicazioni religiose ( che comunque potrebbero essere oggetto di adeguata valutazione) per motivi soprattutto geopolitici, rinforzandole e implementandole.
    Ultima modifica di amerigodumini; 11-11-13 alle 00:39

  5. #5
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    Predefinito Re: Missioni cattoliche nel mondo.

    Oggi come oggi non è possibile configurare alcun progetto a lungo termine che non sia la riappropriazione della nostra effettiva indipendenza statale e di quella che ormai comunemente si chiama "sovranità nazionale", che in pratica è la nostra capacità autodecisioniale come Stato-nazione, come comunità di destino. Pertanto, il discorso può essere solo teorico ed ipotetico, perché dovrebbe presupporre un'Italia con uno Stato veramente autonomo, rispettato, disposto a collaborare con chiunque ma fermo nel rivendicare i propri diritti e nell'esercitare la propria missione storica. Cosa che oggi non abbiamo, purtroppo. Astraendoci dalla situazione concreta odierna, la risposta non può altro che essere positiva, purché si tratti di missioni realmente cattoliche e non portatrici di irenismo ed ecumenismo. Il Cattolicesimo è inscindibilmente legato alla nostra terra perché la Sede del Vicario di Cristo, che è il Capo della Chiesa, è a Roma; né a Parigi né a Berlino né a Vienna né a Madrid né ad Atene né a Londra.
    Come disse nel suo primo discorso parlamentare Benito Mussolini, chi guarda al Vaticano guarda a Roma e chi guarda a Roma guarda all'Italia. Avere milioni di fedeli cattolici nelle terre sudamericane, africane ed asiatiche è per noi una sorta di garanzia. Non per sfruttarli o manipolarli, ma perché un cattolico, se veramente tale, non potrà mai essere pregiudizialmente ostile alla nostra nazione, che è la nazione cattolica per eccellenza. Non per caso, le numerose ingerenze francesi in Italia prima della Rivoluzione Francese sono spesso coincise con il prepotente emergere in loco di tendenze scismatiche proto-gallicane e gallicane, che il Vaticano ha sempre giudicato severamente. In definitiva, il Cattolicesimo, quale unica vera Fede, come minimo, è sempre un potenziale terreno di incontro tra popoli diversissimi e questo terreno religioso, spirituale e morale comune può essere propedeutico per l'instaurazione di un rapporto fecondo di collaborazione. Inoltre, il Cattolicesimo, nonostante il suo universalismo, trasmette dei valori importanti come l'attaccamento verso la famiglia, l'amore per la propria patria, la disciplina, lo spirito di sacrificio e il rispetto delle autorità costituite. Fatto che contribuirebbe a civilizzare (civilizzare, non occidentalizzare! Sono due cose ben diverse) quei molti popoli extraeuropei che in varia misura, a seconda dei casi, non conoscono molto o quanto noi europei tali "valori" e modelli comportamentali. Ad esempio, una sessualità non disordinata e contenuta sarebbe un lenitivo della piaga dell'AIDS. L'amore per la propria patria eliminerebbe il frazionismo tribalista che ancora regna in non poche società africane, contribuendo a stabilizzarle, e frenerebbe i sogni edonistici di chi sarebbe spinto ad emigrare in Europa, inducendo l'indigeno extraeuropeo a restare nella propria nazione d'origine piuttosto che a lasciarla. La disciplina e lo spirito di sacrificio darebbero un contributo importante alla capacità di intrapresa dei non europei, diminuendo la necessità di un ingente sforzo economico-finanziario dei paesi europei per il loro miglioramento.
    Viaggiando molto con la fantasia, se un giorno l'Italia si troverà nella necessità di espandersi perché non vi è altro mezzo con cui può soddisfare le proprie esigenze vitali, come, in parte, accadde in occasione della guerra d'Etiopia, la condivisione della medesima Fede potrebbe consentire una maggiore intesa coi popoli autoctoni delle nostre eventuali colonie ed un'accettazione serena di un nostro ipotetico Impero. Anche se, ripeto, questa mia considerazione appartiene più alla fantastoria/fantapolitica che ad altro, pur essendo speculativamente giusto farla.
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

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  6. #6
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    Predefinito Re: Missioni cattoliche nel mondo.

    Citazione Originariamente Scritto da amerigodumini Visualizza Messaggio
    Uno stato nazionale italiano dovrebbe, per quanto di sua competenza, sostenere lo sforzo missionario cattolico (in loco) delle varie realtà operative preposte a questo impegno, sostenerlo soprattutto per ragioni di natura politica e geostrategica, pur senza minimamente interferire con l'apostolato religioso, oppure ritenete che sarebbe più opportuno l'esatto contrario?
    Al di là del giudizio, personalmente negativo, che si può avere sul cattolicesimo considerato che il lavoro del missionario tipo per conto di Caritas e simili è quello di incitare i disgraziati a 'migrare' in Italia direi che foraggiare queste realtà è l'ultima cosa che lo Stato dovrebbe fare.

  7. #7
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    Predefinito Re: Missioni cattoliche nel mondo.

    Citazione Originariamente Scritto da sorci verdi Visualizza Messaggio
    Al di là del giudizio, personalmente negativo, che si può avere sul cattolicesimo considerato che il lavoro del missionario tipo per conto di Caritas e simili è quello di incitare i disgraziati a 'migrare' in Italia direi che foraggiare queste realtà è l'ultima cosa che lo Stato dovrebbe fare.
    Il fatto che la maggior parte del negrume subsahariano provenga o da realtà musulmane (Senegal) o protestanti (nigeria) credo fornisca adeguata smentita alle tue affermazioni.
    Poi molte realtà missionarie contribuiscono alla famosa strategia sgammarata de "aiutiamoli a casa loro" non in ottica uait, pauer ma semplicemente per semplicità nell'agire quotidiano e credibilità del missionario stesso.
    Preferisco di no.

  8. #8
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    Predefinito Re: Missioni cattoliche nel mondo.

    Ho avuto paio di parenti missionari, uno gesuita e l'altro saveriano... credo. Oltre a predicare il Vangelo nelle missioni insegnavano a lavorare ai locali, l'agricoltura, la manutenzione dei macchinari, la perforazione dei pozzi, ecc. In famiglia, quando erano ancora vivi, li sostenevamo anche economicamente. Io mi sono sempre stupito di quanto fossero arretrati gli africani; mi son fatto alcune idee, poi quando ho un po' di tempo le condivido...

  9. #9
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    Predefinito Re: Missioni cattoliche nel mondo.

    Citazione Originariamente Scritto da amerigodumini Visualizza Messaggio
    Uno stato nazionale italiano dovrebbe, per quanto di sua competenza, sostenere lo sforzo missionario cattolico (in loco) delle varie realtà operative preposte a questo impegno, sostenerlo soprattutto per ragioni di natura politica e geostrategica, pur senza minimamente interferire con l'apostolato religioso, oppure ritenete che sarebbe più opportuno l'esatto contrario?
    In linea di principio direi "perché no?". La religione come instrumentum regni e puntello del buon governo è roba che mi garba.

    Sul piano pratico ti chiederei "queste missioni cattoliche, che intenzioni avrebbero, riguardo ai nostri interessi nazionali?"

    Il nodo della questione alla fine risiede nei rapporti tra Stato italiano e Santa Sede. Se prima non definiamo quelli, è impossibile rispondere alla domanda.

    Ovviamente l'ho messa sul piano strettamente politico-strategico, dato che mi sembra che anche tu abbia impostato la domanda in questo modo.
    Ultima modifica di Pieralvise; 11-11-13 alle 11:06
    L'arte di essere P.A.

  10. #10
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    Predefinito Re: Missioni cattoliche nel mondo.

    Citazione Originariamente Scritto da Pieralvise Visualizza Messaggio
    In linea di principio direi "perché no?". La religione come instrumentum regni e puntello del buon governo è roba che mi garba.

    Sul piano pratico ti chiederei "queste missioni cattoliche, che intenzioni avrebbero, riguardo ai nostri interessi nazionali?"

    Il nodo della questione alla fine risiede nei rapporti tra Stato italiano e Santa Sede. Se prima non definiamo quelli, è impossibile rispondere alla domanda.

    Ovviamente l'ho messa sul piano strettamente politico-strategico, dato che mi sembra che anche tu abbia impostato la domanda in questo modo.
    esatto.
    anche il processo logico che precisi è corretto.
    chiarisco che il punto che intendo affrontare non dava nulla di scontato.
    si inserirebbe comunque sulla forte insistenza dell'operatività esclusivamente locale delle missioni.
    a cui viene lasciato ovviamente il massimo della libertà in campo evangelico e se mi è concesso il minimo indispensabile in quello politico (intendo che politiche immigratorie alla carlona o con scopi non chiari e non rigorosamente circoscritti non verrebbero assolutamente tollerate).
    Ultima modifica di amerigodumini; 11-11-13 alle 11:19

 

 
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