BERLUSCONI ARRINGA I BABY-FALCHI, NEL PDL E’ UN TUTTI CONTRO TUTTI

“DOLORE PER LE DIVISIONI, SE DECADO SARO’ IN BALIA DEI PM”
«Se il Senato votasse la mia decadenza io sarei in balia di tutte le Procure», confessa Silvio Berlusconi arringando i baby falchi seguaci di Daniela Santanché.
Il Cavaliere attacca a testa bassa i governativi tra gli applausi della giovane platea: «Da noi ci sono i cinque ministri che amano fare i ministri “diversamente”, ci sono i senatori che godono del titolo nobiliare di senatori che, dopo sette mesi, temono di non essere rimessi in lista. Immaginate il dolore che mi attanaglia, faccio di tutto per tenere uniti i moderati da vent’anni, poi arriva sempre qualcuno che divide ».
Alfano come Fini. Poi arriva l’attacco al Pd: «Come possono chiedere ai nostri ministri e ai senatori di continuare a collaborare al governo quando loro, i nostri alleati del Pd, si rendono responsabili di un assassinio politico, dell’omicidio politico del leader del Pdl?».
Certo, la serata alla sede di Forza Italia, alla presenza di un centinaio di ragazzi, è allietata da numerose barzellette (una persino sul Papa), ma il Cavaliere confessa di essere «preoccupato» per il voto del Senato.
Mentre alla legge di Stabilità riserva una battuta: «Stabilità? Sì, soprattutto del governo»
Mentre Berlusconi s’intrattiene con quelli (i fratellini Zappacosta) che parlano di Alfano come un «Giuda traditore», le colombe, a un passo dalla scissione, si interrogano sul Consiglio nazionale di sabato.
Fabrizio Cicchitto, vista l’aria che tira, è il capofila di quelli che resterebbero volentieri a casa. «Nelle ultime ore — sostiene l’ideologo dei governativi — c’è stata la radicalizzazione dello scontro da parte di fuochisti, lealisti e falchi, per cui sembra che vengano meno le condizioni per un dibattito sereno».
Ma ecco che un sibillino Gaetano Quagliariello lascia intravedere un diverso finale, con il rinvio dell’appuntamento, richiesta che da giorni Gianni Letta sta perorando con il Cavaliere: «Sabato — pronostica il ministro delle riforme — il campionato fa una giornata di sosta. Vedrete »
In effetti sulla giornata, prima delle parole di fuoco del Cavaliere, soffia leggero il venticello di una possibile intesa, tanto che un allarmato Raffaele Fitto, leader dei “lealisti”, si precipita a palazzo Grazioli da Berlusconi per spronare il leader a non dar retta alle sirene
Dietro le quinte lavora alla ricomposizione Fedele Confalonieri e un paio di segnali fanno immaginare effettivamente una sorta di tregua.
I governativi intanto rinunciano sia alla loro riunione (rinviata a oggi), sia a rendere pubblico un documento con le firme per contarsi al Consiglio nazionale.
E una vera secchiata di miele arrivata da Angelino Alfano. «Noi lavoriamo fino all’ultimo istante — dice l’ex segretario da Padova — per tenere unito il nostro movimento politico nella consapevolezza che il leader è un uomo, cioè il presidente Berlusconi, vittima di una grande ingiustizia giudiziaria».
Dal cerchio magico berlusconiano la risposta ad Alfano è conciliante.
E arriva da Mariarosaria Rossi, assistente personale di Berlusconi, presenza sempre silenziosa.
«Sono certa — afferma in una nota dedicata alla crisi interna del Pdl — che ancora una volta il presidente Berlusconi saprà convertire queste differenze in nuova e ritrovata unità». Parole che fanno intuire un tentativo di ricomposizione, legato al rinvio del voto sulla decadenza a palazzo Madama.
Francesco Bei
(da “La Repubblica”)