Tra le numerose difficoltà del PdL/Forza Italia/Quel che sarà credo sia da annoverare la sistematica disattenzione, quando non vera e propria ostilità, nei confronti del suo apparato più attivo o, in certi casi, addirittura militante.
Tanto la recente esplosione finora solo mediatica del fenomeno dei "Giovani Falchi" (già soprannominati "falchetti"), quanto la più reale esperienza dell'Esercito di Silvio a me sembra che denotino un trend un po' particolare: alla Giovane Italia viene costantemente preferita questa o quella sigla, dai tratti sempre più improbabili e sempre meno seri.
La ragione fondamentale della scelta mi riesce ancora oscura: la Giovane Italia, a parte realtà isolate e senza desiderio di effettiva opposizione, nell'ultimo anno è stata quasi completamente depurata dagli elementi meno inclini a Forza Italia. E quindi mi sfugge la ragione di base per cui a un movimento potenzialmente ancora in grado di attirare energie e visibilità viene preferita una sistematica esposizione di quanto di più caricaturale c'è a disposizione.
I falchetti del Pdl e la rabbia dei giovani militanti - VanityFair.it
Chi ha rilasciato l'intervista, Michelangelo Chinni, è tutto meno che un "traditoro", e tanto meno è un pericoloso estremista neonazista: era uno dei dirigenti di Studenti per la Libertà e adesso è Coordinatore GI a Roma.
Tutto questo orientamento pone in prospettiva una difficoltà ulteriore al PdL, perché da un lato gli eserciti e i falchi difficilmente acquiseranno carattere di movimento radicato e diffuso, e dall'altro una compresenza del genere facilmente danneggerà GI e la sua presenza. Credo che ogni militante, di qualsiasi partito, si possa sentire un po' umiliato ad essere accostato al tipo di atteggiamenti che hanno esibito i c.d. "Falchetti".