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  1. #71
    Bello e dannato
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    Predefinito Re: "Napolitano, Bergoglio e quel tabù sui Patti Lateranensi" di A. Scianca

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    No.
    Lo consigli?
    Certo, ne avevo già parlato altrove (avevo espresso brevemente sia apprezzamenti che riserve).
    Penso sia comunque un'opera letterariamente apprezzabile, e libera dai condizionamenti del dopoguerra.
    In questa discussione è significativo, proprio perché tratta ampiamente - pur in forma romanzata - anche del rapporto tra regime fascista e cattolici sociali (per intenderci, quelli per cui l'Università Cattolica rappresentò un punto di riferimento, finalmente noi cattolici italiani avevamo la nostra università!").

    Per intenderci, io rispetto molto Corti (personaggio fuori dal tempo), ma non riesco a condividere completamente la sua sensibilità, anche su cose banali.

    Per esempio, il personaggio di Ambrogio (che è l'alter ego semiautobiografico dell'autore) arriva a Bologna durante la guerra. Non gli piace la città e non gli piacciono i bolognesi, perché li trova "laici e gaudenti" e il loro dialetto gli suona insincero. Considerazioni simili sui toscani, mentre apprezzava gli abruzzesi "semplici e devoti". Mah.
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  2. #72
    Bello e dannato
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    Predefinito Re: "Napolitano, Bergoglio e quel tabù sui Patti Lateranensi" di A. Scianca

    Attento però: è un mattonazzo.
    L'arte di essere P.A.

  3. #73
    Bello e dannato
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    Predefinito Re: "Napolitano, Bergoglio e quel tabù sui Patti Lateranensi" di A. Scianca

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    No.
    Lo consigli?
    Ecco, sempre a proposito di quel libro.
    Una cosa che davvero non sono mai riuscito a spiegarmi, è il filoamericanismo di fondo dell'autore.

    Per capirci, il librone è tutto una tirata contro marxismo, materialismo, degrado morale, sessantotto etc. etc.
    E persino contro il Concilio Vaticano II.


    Eppure non ricordo un giudizio contro la società dei consumi (magari a causa di una mia cattiva lettura, eh).
    E degli americani i protagonisti dicono che son brava gente (al massimo che l'ammirazione con cui gli italiani guardano a loro è esagerata).
    E che combattono per la libertà dei popoli, tanto nella II GM quanto in Vietnam.
    L'arte di essere P.A.

  4. #74
    Bello e dannato
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    Predefinito Re: "Napolitano, Bergoglio e quel tabù sui Patti Lateranensi" di A. Scianca

    Per dire: Corti è fissato col divorzio.
    Uno dei personaggi principali diviene attivista nel comitato del referendum per l'abolizione del divorzio, nel 1974.

    Non una parola sul fatto che il divorzio era ampiamente diffuso nella società americana.
    Non una parola sui missini, che comunque fecero propaganda antidivorzista.

    Ecco, son queste le cose che mi lasciano perplesso dei "cattolici impegnati in quanto tali".
    L'arte di essere P.A.

  5. #75
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    Predefinito Re: "Napolitano, Bergoglio e quel tabù sui Patti Lateranensi" di A. Scianca

    Probabilmente una deformazione dovuta alla contrapposizione all'epoca vigente tra blocco occidentale e paesi del Patto di Varsavia.
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

  6. #76
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    Predefinito Re: "Napolitano, Bergoglio e quel tabù sui Patti Lateranensi" di A. Scianca

    Citazione Originariamente Scritto da Pieralvise Visualizza Messaggio
    Ecco, sempre a proposito di quel libro.
    Una cosa che davvero non sono mai riuscito a spiegarmi, è il filoamericanismo di fondo dell'autore.

    Per capirci, il librone è tutto una tirata contro marxismo, materialismo, degrado morale, sessantotto etc. etc.
    E persino contro il Concilio Vaticano II.


    Eppure non ricordo un giudizio contro la società dei consumi (magari a causa di una mia cattiva lettura, eh).
    E degli americani i protagonisti dicono che son brava gente (al massimo che l'ammirazione con cui gli italiani guardano a loro è esagerata).
    E che combattono per la libertà dei popoli, tanto nella II GM quanto in Vietnam.
    Se è vero che non c'è una critica all'america in quanto tale, è però altrettanto vero che una chiarissima critica al consumismo c'è, ovvero a tutto il sistema di vita postmoderno basato sul mero scambio di merci.
    L'ho letto ormai quattro anni fa, e non lo ricordo per filo e per segno, ma non ho trovato alcun riferimento al modello americano (a parte, e lì c'è del materiale proveniente da altre biografie di reduci di Russia, quando fa presente che una buona percentuale dei prigionieri italiani sopravvissuti alla Russia lo deve agli aiuti alimentari che gli americani mandarono a beneficio dei prigionieri russi).
    Non m'è sembrato una lode all'american way of life, semmai allo strapaesanismo Cattolico di quella vecchia piccola borghesia lombarda, soprattutto nell'antitesi gente di città - gente di campagna.
    Preferisco di no.

  7. #77
    Bello e dannato
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    Predefinito Re: "Napolitano, Bergoglio e quel tabù sui Patti Lateranensi" di A. Scianca

    Citazione Originariamente Scritto da Miles Visualizza Messaggio
    Se è vero che non c'è una critica all'america in quanto tale, è però altrettanto vero che una chiarissima critica al consumismo c'è, ovvero a tutto il sistema di vita postmoderno basato sul mero scambio di merci.
    L'ho letto ormai quattro anni fa, e non lo ricordo per filo e per segno, ma non ho trovato alcun riferimento al modello americano (a parte, e lì c'è del materiale proveniente da altre biografie di reduci di Russia, quando fa presente che una buona percentuale dei prigionieri italiani sopravvissuti alla Russia lo deve agli aiuti alimentari che gli americani mandarono a beneficio dei prigionieri russi).
    Non m'è sembrato una lode all'american way of life, semmai allo strapaesanismo Cattolico di quella vecchia piccola borghesia lombarda, soprattutto nell'antitesi gente di città - gente di campagna.
    Infatti è vero, è esattamente come dici tu.
    Ma denota appunto uno strabismo di fondo.
    Da un lato critica e condanna la società dei consumi ed il materialismo imperante.
    Dall'altro però ne incolpa sempre "i marxisti", o al più la borghesia che non è abbastanza cattolica, e non è abbastanza convinta nel sostegno ai "partiti cristiani", e pertanto è troppo passiva nei confronti dei marxisti.
    Insomma, incolpa l'oriente anche di ciò che è arrivato dall'occidente.

    In realtà nelle parti finali del libro osserva anche che le forze cattoliche hanno perduto lo spirito originario, ma tutto sommato è come se dicesse che l'Italia dal 1950 al 1968 era il paese ideale.

    Se poi vogliamo aggiungere una considerazione... io che non ho pregiudizi per partito preso contro gli Yankee, e che di sicuro non mi scandalizzo per divorzio e protestantesimo, trovo comunque buffo leggere cose tipo "l'america che combatte per la libertà dei popoli" (da realista, ritengo piuttosto che abbia combattuto per i propri interessi e la propria sicurezza, e non gliene faccio una gran colpa) da parte di un cattolico antimodernista ed antidivorzista.
    L'arte di essere P.A.

  8. #78
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    Predefinito Re: "Napolitano, Bergoglio e quel tabù sui Patti Lateranensi" di A. Scianca

    Citazione Originariamente Scritto da Pieralvise Visualizza Messaggio
    Infatti è vero, è esattamente come dici tu.
    Ma denota appunto uno strabismo di fondo.
    Da un lato critica e condanna la società dei consumi ed il materialismo imperante.
    Dall'altro però ne incolpa sempre "i marxisti", o al più la borghesia che non è abbastanza cattolica, e non è abbastanza convinta nel sostegno ai "partiti cristiani", e pertanto è troppo passiva nei confronti dei marxisti.
    Insomma, incolpa l'oriente anche di ciò che è arrivato dall'occidente.

    In realtà nelle parti finali del libro osserva anche che le forze cattoliche hanno perduto lo spirito originario, ma tutto sommato è come se dicesse che l'Italia dal 1950 al 1968 era il paese ideale.

    Se poi vogliamo aggiungere una considerazione... io che non ho pregiudizi per partito preso contro gli Yankee, e che di sicuro non mi scandalizzo per divorzio e protestantesimo, trovo comunque buffo leggere cose tipo "l'america che combatte per la libertà dei popoli" (da realista, ritengo piuttosto che abbia combattuto per i propri interessi e la propria sicurezza, e non gliene faccio una gran colpa) da parte di un cattolico antimodernista ed antidivorzista.
    oggi ci sembra quasi comico che dei credenti come i marxisti vengano additati a responsabili del "nichilismo"

  9. #79
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    Predefinito Re: "Napolitano, Bergoglio e quel tabù sui Patti Lateranensi" di A. Scianca

    Citazione Originariamente Scritto da Troll Visualizza Messaggio
    oggi ci sembra quasi comico che dei credenti come i marxisti vengano additati a responsabili del "nichilismo"
    Di sicuro per un cattolico osservante credevano in brutte cose, i marxisti.
    Tuttavia erano materialisti, ma non nichilisti. Immanentisti, ma non nichilisti.

    La società dei consumi invece covava il nichilismo dentro di sé, e presto l'american way si sarebbe liberata dei vecchi valori, con le famigliole laboriose che pregano prima dei pasti (quelle che facevano commuovere Florian).

    D'altronde, nell'America urbanizzata, già negli anni trenta contraccettivi, psicofarmaci, musica inebriante e promiscuità erano largamente diffusi. E quella roba in Italia è arrivata dagli Stati Uniti, non dalla Russia (questo è pacifico).
    I marxisti anzi erano in genere bacchettoni, ed il '68 italiano fa parte di un più ampio movimento occidentale, non certo sovietico.
    Ultima modifica di Pieralvise; 26-12-13 alle 17:35
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  10. #80
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    Predefinito Re: "Napolitano, Bergoglio e quel tabù sui Patti Lateranensi" di A. Scianca

    Citazione Originariamente Scritto da Pieralvise Visualizza Messaggio
    D'altronde, nell'America urbanizzata, già negli anni trenta contraccettivi, psicofarmaci, musica inebriante e promiscuità erano largamente diffusi.
    Non per caso Pio XII, nell'Enciclica rivolta all'episcopato statunitense Sertum Laetitiae del 1939, riferendosi alla realtà americana dell'epoca, denunciava quanto segue: "Il progresso dei beni esterni e materiali, quantunque sia da tenersi in non poco conto per le utilità molteplici e apprezzabili, che esso apporta alla vita, tuttavia non basta all'uomo, nato a più alti e fulgidi destini. Questi infatti, creato a immagine e somiglianza di Dio, cerca Dio con incoercibile aspirazione e si addolora e versa segreto pianto, se nella scelta del suo amore esclude la Somma Verità e il Bene infinito. Ma a Dio, dal quale chi si allontana muore, al quale chi si converte vive, nel quale chi si ferma s'illumina, non si accede superando spazi corporei, ma, guidati da Cristo, con la pienezza della fede sincera, con la coscienza intemerata di una volontà diritta, con la santità delle opere, con l'acquisto e l'uso di quella libertà genuina, le cui sacre norme si trovano promulgate nell'evangelo. Se invece si sprezzano i divini comandamenti, non solo non è conseguibile la felicità posta al di là del breve giro di tempo assegnato all'esistenza terrena, ma vacilla la stessa base della civiltà verace nel suo contenuto e non si possono attendere che rovine, su cui si dovranno spargere tardive lagrime. Come infatti possono avere garanzia di stabilità il pubblico bene e la gloria del vivere civile, quando sono sovvertiti i diritti e sono spregiate e derise le virtù? Ma Dio come è la sorgente del diritto, così è l'ispiratore e il premio delle virtù: nessuno è simile a lui tra i legislatori (cf. Gb 36,22). Questa - secondo la confessione di tutti coloro che hanno buon intendimento - è dappertutto la radice amara e fertile di mali: il disconoscimento della divina Maestà, la trascuratezza delle leggi morali di origine superna o una detestabile incostanza, che fa vacillare tra il lecito e l'illecito, tra la giustizia e l'iniquità. Da ciò lo smodato e cieco egoismo, la sete dei piaceri, l'alcoolismo, la moda impudica e dispendiosa, la criminalità non insolita neanche nei minorenni, la libidine del potere, l'incuria a riguardo dei poveri, la cupidigia di inique ricchezze, la diserzione dalle campagne, la leggerezza nel contrarre il matrimonio, i divorzi, la disgregazione delle famiglie, il raffreddamento del mutuo affetto tra genitori e figli, la denatalità, l'infiacchimento della stirpe, l'illanguidirsi del rispetto verso le autorità, il servilismo, la ribellione, l'abbandono dei doveri verso la patria e il genere umano. Eleviamo inoltre il Nostro paterno lamento, perché costì in tante scuole spesso si sprezza o si ignora Cristo, si restringe la spiegazione dell'universo e del genere umano nella cerchia del naturalismo e del razionalismo, e si cercano nuovi sistemi educativi, i quali nella vita intellettuale e morale della nazione non potranno non recare tristi frutti. Del pari la vita domestica, come, osservata la legge di Cristo, fiorisce di vera felicità, così, ripudiato l'evangelo, miseramente perisce ed è devastata dai vizi: «Chi cerca la legge sarà colmato di beni: ma chi opera con finzione, troverà in essa occasione di inciampo» (Eccli 32,19)".
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

 

 
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