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  1. #501
    Apologia cattolica
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    Predefinito Re: Le eresie cristiane non cattoliche e i loro errori teologici( thread di sola lett

    La Chiesa Novella di Gavinana

    La Chiesa Novella del Sacro Cuore di Gesù è fondata nel 1974 a Gavinana, inprovincia di Pistoia, dal parroco del paese don Gino Frediani (1913-1984), inseguito a un “fatto mistico” avvenuto il 5 settembre1973. Egli riferisce diavere visto il profeta Abacuc che pone la mano sul suo capo e dice di essere statoinviato per consegnargli il suo Libro e rivelargli la grande Missione: quelladi “costruire una Santa Chiesa al Cuore Divino di Gesù”, nell’approssimarsi deltempo in cui “la sventura” si sarebbe abbattuta sulla Terra. Questo fu l’iniziodella “Grande Rivelazione dei Tempi Ultimi del peccato e del dolore”. Subitodopo Abacuc, altri profeti si sono presentati a don Frediani, cominciando daNaum, Neemia e Baruc. Le “voci celestiali” svelano al sacerdote molti segretinascosti nei libri profetici dell’Antico Testamento e nell’Apocalisse di sanGiovanni; uno di questi è relativo all’elezione, da parte di Dio stesso, di donFrediani a Sommo Pontefice con il nome di Emmanuel I.
    In seguito a questi avvenimenti, nel 1983, il vescovo di Pistoia decide diallontanarlo dalla parrocchia. Don Frediani si trasferisce quindi nell’albergo“Le Dolomiti”, che diventa la sede del suo gruppo di fedeli. Alla sua morte, il28 aprile 1984, gli succede alla guida dell’opera don Sergio Melani, giàsacerdote della Diocesi di Fiesole e suo collaboratore da alcuni anni. Il 6febbraio 1989 le curie vescovili di Pistoia e Fiesole emanano un comunicato nelquale si precisa che la Chiesa Novella Universale del Sacro Cuore di Gesù nonha nulla a che vedere con la Chiesa cattolica, essendosi separata dallacomunione ecclesiale quale ente indipendente che rifiuta l’autorità del Papa edei vescovi locali, modifica alcuni testi sacri, crea una propria liturgiasenza autorizzazione, esaspera gli elementi escatologici della fede, si basa surivelazioni non attendibili, sconfina nella eresia vera e propria e diffondeminacce e offese contrarie allo spirito evangelico. Per questi motivi siavvertono i cristiani che non è lecito prendere parte ai riti – invalidi per laChiesa cattolica – e alle riunioni della comunità religiosa, e che essi possonocostituire un pericolo per l’integrità della fede cattolica. Circa ottantafedeli si recano ogni domenica a Gavinana per una giornata di studio epreghiera, e si ritrovano mensilmente per due o tre giorni di ritirospirituale.
    La dottrina della Chiesa Novella del Sacro Cuore di Gesù è trasmessa dalle“voci celestiali” udite da don Frediani: profeti, angeli, la Madre di Dio, sanGiovanni evangelista e lo stesso Dio. Esse annunciano “le ultime volontà di Dioper la Terra nascoste nei Profeti dell’Antico e del Nuovo Testamento”, neltempo in cui “è suonata la settima tromba dell’Apocalisse per il Vaticano e peril Mondo”. Nella dottrina della Chiesa Novella si realizza la Parola di Gesùsecondo la quale “tutto sarebbe stato rivelato negli ultimi tempi”: essa è,infatti, depositaria di verità e misteri ancora non conosciuti poiché la Chiesacattolica “ha chiuso la bocca a Dio” affermando che, con il librodell’Apocalisse di san Giovanni, la Rivelazione ha avuto termine.
    Nella Chiesa Novella sono istituiti nuovi riti e dettati trentatré nuoviSalmi, insieme a una “Appendice scritturale ai profeti dell’Antico e NuovoTestamento”, con appositi commenti. Fra le “ultime volontà di Dio” c’è quelladell’elezione di don Frediani a Sommo Pontefice con il nome di Emmanuel I. Egliè vicario della Chiesa Novella del Sacro Cuore di Gesù, fondata da Dio negli“ultimi tempi”, quando “dilagano il peccato e il dolore” per guidare l’umanitàverso la salvezza universale, riservata anche ai demoni, poiché Dio non puòpermettere la perdita di nessuno dei figli usciti dal suo cuore. È Dio stessoche guida la Chiesa Novella servendosi dei suoi “strumenti eletti”, fra i qualiil prescelto è Emmanuel I; ma ci sono anche altri membri della comunità – gli“strumenti-veggenti” – incaricati da Dio di spiegare e completare le Scritture,nonché di fornire “dettati di formazione e correzione”. Affinché la ChiesaNovella compia la sua missione è necessario passare attraverso la grandetribolazione, dopo la quale si manifesterà l’Eterno Giorno di Dio nella NuovaEra dello Spirito Santo.
    Nelle rivelazioni, infatti, predomina lo stile apocalittico con l’annunciodei castighi di Dio, alcuni dei quali avrebbero dovuto verificarsi in dateprecise. Oggetto di tali castighi è, in particolare, la Chiesa cattolica diRoma. Essa sarà totalmente “annullata dall’Ira Iratissima del Padre” cheumilierà il Vaticano davanti a tutta la Terra, poiché durante venti secoli nonha mai ascoltato la voce del suo fondatore e ha compiuto delitti infiniti. Lasede di Roma è divenuta “sede obbrobriosa di satanasso: l’avversario di Dio”, eper questo Dio la ridurrà a un “campo arato”, ma la sede della Chiesa di Dionon è distrutta nella sua essenza, poiché egli ne ha trasferito la dimora in“Gavinana-Emmanuela”. Al castigo riservato al Vaticano si aggiunge quelloinflitto all’intero pianeta, ma tutti coloro che rimarranno dopo la distruzione– un piccolo “resto” di umanità – “verranno in “Emmanuela” per “ricevere daiDue profeti latte e miele”. Dio stesso, per mezzo del suo rappresentante,instaurerà una teocrazia universale ed eterna.
    È l’umanità che, a causa dei suoi peccati, ha determinato il fallimentodella misericordia di Dio, e per questo egli decide di salvarla esercitando unicamentela sua giustizia e agendo con severità. Le modalità scelte da Dio perrealizzare gli ultimi tempi sono svelate a don Frediani dal Padre Altissimo inun commento al quarto capitolo dell’Apocalisse di san Giovanni. Don Frediani ècolui che, nella visione di san Giovanni, è assunto sul trono di Dio; iventiquattro vegliardi stanno a indicare l’intero creato; i quattro viventisono i quattro tempi della fine. Il leone indica il primo tempo in cui, dopouna serie di catastrofi naturali, sono abbattuti tutti gli Stati: la sua durataè di dieci anni; il secondo tempo – altri dieci anni – è quello della“riflessione” concessa al popolo d’Israele “paurosamente decimato”; il terzotempo è quello della ricostruzione del Regno Santo; nel quarto e ultimo tempo ilPadre costruisce in questo mondo e nell’universo il “Regno Eterno di SuoFiglio”.
    Vescovo e cardinale della Chiesa Novella è don Sergio Melani, nato il 6giugno 1924, l’eletto grande del Signore, definito il “notaio dei notaidell’universo”. Egli è a capo della Chiesa solo temporaneamente, in attesa cheEmmanuel I ritorni dai Cieli. Nel frattempo la sua autorità è infallibile sulpiano della direzione spirituale, per cui i dettami inviati ai vari“strumenti”, se da lui convalidati, sono da considerarsi dettami divini. A luispetta il compito di vigilare “per Dono di Luce Divina” affinché nei “Dettati”non si infiltrino ombre di errore. Gli “strumenti” trasmettono i comandi allacomunità e ai singoli in nome di Dio, dal quale li ricevono. Dopo qualche annodalla morte di don Gino Frediani, le rivelazioni hanno indicato nel gruppo lapresenza di un altro “strumento” nelle mani di Dio: una donna che sarebbe il“Corpo Umanitario” e rappresenterebbe tutta l’umanità. Il suo corpo, adisposizione della Trinità, è come un tabernacolo vivente che, una voltapurificato, e in un tempo stabilito, conterrà il corpo della Madonna. Come,infatti, in un mistero di fede e amore, la seconda persona della Trinità si èincarnata, così “in un futuro Mistero di Fede e di Amore la Mamma Santa verrà acompiere una grandiosa e meravigliosa Missione sulla terra nell’ambito dellasalvezza universale”.
    Nei riguardi dei suoi membri il compito della Chiesa Novella è quello diformare il “perfetto figlio di Dio”, attraverso l’obbedienza totale ai comandiricevuti senza opporre a essi alcuna resistenza, poiché Dio vuole che la sualegge sia osservata con perfezione in modo che i fedeli raggiungano i più altilivelli di purificazione e perfezione, tanto da essere inferiori solo allaMadonna. Secondo l’interpretazione che le “voci celestiali” fanno delle sacreScritture, l’umanità sarà alla fine sottoposta alla “grande crocifissione”, cheprenderà il posto di tutti i sacramenti tranne l’eucaristia, nella quale tuttal’umanità sarà immolata insieme a Gesù, capo del corpo mistico di cui gliesseri umani sono le membra. Durante la liturgia le parole della consacrazionesono “Questo è il nostro corpo, questo è il nostro sangue” perché la Terrastessa si trasforma in un “Grande Altare dove si completa il Sacrificio diGesù”.
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  2. #502
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    Predefinito Re: Le eresie cristiane non cattoliche e i loro errori teologici( thread di sola lett

    Little Peeble e l’Ordine di San Charbel

    William Kamm – un laico sposato – nasce nel 1950 a Colonia, in Germania, esi trasferisce assieme alla famiglia in Australia, nel 1954. A 18 anni, nel1968, comincia ad avere esperienze mistiche e a raccogliere seguaci. Nel 1970fonda in Australia – il Paese dove ha il maggior numero di seguaci – la suaprima organizzazione, chiamata Marian Work of Atonement. Nel 1982 “riceve” perrivelazione il suo nome di Little Pebble – “Sassolino”, o “Piccola Roccia” –,fino a quando, nel 1983 – nei pressi di Nowra, nella Nuova Galles del Sud, inAustralia –, a rivelarsi è Nostra Signora dell’Arca, Maria Madre Nostra, Aiutodei Cristiani –questo il titolo con il quale si presenta la Madonna –, che lomette a parte della più straordinaria fra le rivelazioni da lui ricevute,secondo cui sono in vista eventi apocalittici. Da allora i messaggi simoltiplicano, fino a raggiungere il numero attuale di seicentosessanta, diffusinel mondo da cinquanta promotori.
    Secondo le rivelazioni, Papa Giovanni Paolo II avrebbe consacrato Kamm comevescovo, sarebbe stato martirizzato, e “Little Pebble” lo avrebbe sostituitosul soglio pontificio. Nel maggio 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II,Kamm pubblica un messaggio nel quale afferma che il Papa “non è morto, ma dormein Dio e risorgerà in un nuovo corpo preternaturale al momento giusto”. Ilneoletto Papa Benedetto XVI è il vero Papa e completerà la missione di GiovanniPaolo II. Quando Benedetto XVI morirà sarà intronizzato un antipapa e GiovanniPaolo II tornerà per smascherarlo. Sarà solo allora che William Kamm prenderàil suo posto sul soglio pontificio.
    Kamm ha fondato diverse organizzazioni, fino al 1985, data di nascitadell’Ordine di San Charbel, dal nome del santo maronita libanese CharbelMaklouf (1828-1898), canonizzato dalla Chiesa cattolica. Naturalmente lafiducia di Kamm sul suo ruolo di prossimo Papa non è condivisa dalla gerarchiacattolica, particolarmente quella australiana, che considera la sua organizzazione– nonostante le sue proteste – un nuovo movimento religioso non in comunionecon la Chiesa di Roma, come dimostra un comunicato stampa – datato 28 settembre1999 – dell’allora vescovo della Diocesi di Wollongong, monsignor PhilipWilson, in cui è fermamente contestata la natura cattolica del movimento diWilliam Kamm. Quest’ultimo aveva accreditato un riconoscimento gerarchico daparte del tedesco Bartholomew Schneider – consacrato dal vescovo AthanasiusMaria Seiwert-Fleige nella linea dell’arcivescovo emerito di Hué, il vietnamitaPierre-Martin Ngô-Dinh Thuc, che si trova alle origini, direttamente oindirettamente, di oltre un centinaio di consacrazioni episcopali illecite, mache muore dopo essere rientrato in comunione con Roma – e già ammonito comeimpostore da L’Osservatore Romano in data 19 settembre 1995. Il fattoche molti seguaci si impegnino a tempo pieno nel movimento ha provocatonotevoli controversie, alimentate anche da tutta una serie di profezie suimminenti catastrofi, spesso accompagnate da date precise, fra cui il 1998 e il1999.
    Il 16 giugno 2002 il vescovo di Wollongong, mons. Peter William Ingham, haemanato un decreto nel quale si afferma che le visioni di William Kamm non sonosoprannaturali, che egli diffonde insegnamenti in contrasto con la fede e lamorale cattolica, si ordina a tutti coloro che lo sostengono di cessare didiffondere false dichiarazioni sulla loro legittima appartenenza alla Chiesacattolica. Il direttore spirituale di William Kamm è il sacerdote cattolico statunitenseMalcolm L. Broussard, ordinato nella diocesi di Galveston-Houston il 20 maggio1978 e sospeso a divinis il 20 settembre 1989 dal suo vescovo, Joseph A.Fiorenza. Broussard ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 30 marzo 2003 inGermania da Bartholomew Schneider e attualmente è vescovo dell’Ordine SanCharbel. L’8 dicembre 2004 ha proceduto all’ordinazione del secondo vescovodell’ordine, James Charles Duffy. Il 10 giugno 2003 il vescovo di Wollongong haemanato un decreto nei suoi confronti nel quale si afferma che, in seguito allasua ordinazione episcopale, egli è incorso nella scomunica latae saententiae.
    Il 16 maggio 2004 William Kamm è stato ordinato diacono da Broussard. Pocodopo l’Ordine di San Charbel è stato travolto da uno scandalo. Kamm è statoarrestato e condannato due volte, nel 2005 e nel 2007, per relazioni sessualicon due ragazze minorenni. Kamm non nega queste relazioni, ma sostiene che laMadonna in un’apparizione lo ha autorizzato a prendere 84 “spose mistiche”,identificate per rivelazione, non tutte maggiorenni e con le quali dovrebbegenerare figli dotati di speciali caratteristiche. Kamm è attualmente incarcere e potrà essere liberato su cauzione solo a partire dal 2013. Broussardcontinua a diffondere le rivelazioni che Kamm riceve in carcere da Gesù,inviando ai membri dell’Ordine lettere di incoraggiamento a perseverare. Nelmessaggio del 1° luglio 2011 Kamm riferisce il suo “colloquio” con Gesù eprofetizza nuovamente eventi catastrofici per l’umanità, e nel successivo – del5 agosto 2011 – esorta coloro che sono rimasti fedeli alla Chiesa di PapaBenedetto XVI a lasciare le città: l’anticristo, infatti, sta per arrivare, labattaglia finale si avvicina e, al suo termine, inizierà un tempo di santità epace. Kamm profetizza anche l’abbandono, da parte del Papa, della città di Romae l’inizio della distruzione dell’Italia e delle altre nazioni. Invita tutti atrasferirsi nelle campagne per vivere dei prodotti della terra, coltivatiautonomamente, per sopravvivere alle catastrofi imminenti.
    L’Ordine di San Charbel era arrivato a contare alcune migliaia di membridiffusi in vari Paesi del mondo, i più attivi dei quali residenti presso leventicinque comunità dell’ordine, presenti – oltre che in Australia – negliStati Uniti d’America, Canada, Nuova Zelanda, Reunion, Giappone, Africa,Irlanda, Francia, Filippine, Belgio e Polonia. Molte di queste comunità sonoperò state chiuse dopo le condanne del fondatore, il quale peraltro contaancora leali seguaci in diversi Paesi.
    vi sono poi numerosissimi movimenti, gruppi o associazioni che oprogressisti o tradizionalisti o "neutri" sono scissi dalla Chiesacattolica, chi più chi meno, accusandola di "servire Satana" o che"c'è la presenza di Satana", alcuni citati più avanti
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  3. #503
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    Predefinito Re: Le eresie cristiane non cattoliche e i loro errori teologici( thread di sola lett

    tra cui:
    L’Armée de Marie, La Missione Sant’Antonio Abate, Il Movimento Impegno eTestimonianza, Gabriella Carlizzi e l’Opera Padre Gabriele, L’Opera di LuigiGaspari, La Nuova Gerusalemme, Visionari del Foggiano e gruppi della Madonnadell’Altomare, L’Associazione Mamma Lucia, La Missione Madre Esmeralda, Gruppiispirati a Basilio Roncaccia e a Luigia Paparelli, Gruppi ispirati a BasilioRoncaccia e a Luigia Paparelli, Il Movimento Concilio Vaticano II, L’OperaCenacolo Familiare, Don Franco Barbero e l’Associazione Viottoli, SaverioCasarin e Luce di Vita, La Missione di Luigia Paparelli, I sedeprivazionisti:l’Istituto Mater Boni Consilii, sedevacantisti: l’Associazione Santa Maria“Salus Populi Romani”, I sedevacantisti apocalittici: Seibo no Mikuni


    Chiesa Gallicana

    La Chiesa Gallicana è una chiesa francese che è stata fondata da un ex prete cattolico romano, Charles Loyson detto Père Hyacinthe, scomunicato nel 1869 per la sua opposizione al Concilio Vaticano I[1]. Originariamente fondata come comunione anglicana, pretende ora di essere nella tradizione vetero-cattolica. mantiene l'ideologia del gallicanesimo e il rito gallicano, le principali differenze con il cattolicesimo sono la possibilità per i sacerdoti di sposarsi, l'introduzione del diaconato per le donne, la somministrazione della Comunione sotto le due specie
    Ultima modifica di Haxel; 05-05-14 alle 00:11
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  4. #504
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    Predefinito Re: Le eresie cristiane non cattoliche e i loro errori teologici( thread di sola lett

    cattolici "dell'attuale Magistero", i solovaticanosecondisti

    questi cattolici riconoscono solo il Magistero "corrente", cioè quello ribadito dal 1992( quindi quello odierno) e parlano di rottura tra i precedenti concili e documenti della Chiesa, e il CVII seguendo solo quest'ultimo, parlano infatti come sia palese che ci sono diversi magisteri inconciliabili tra il Post e Pre Vaticano II, pertanto cercano di dimostrare come tale Concilio sia una riforma, e che quindi ha cambiato degli insegnamenti del precedente Magistero, e quindi che è possibile contraddire documenti infallibili, quando già Paolo VI ribadì una volta concluso il Concilio come c'è si una riforma, ma comunque nella continuità dei precedenti lavori, infatti:
    « E [...] sembra a Noi doversi evitare due possibili errori: primo quello di supporre che il Concilio Ecumenico Vaticano Secondo rappresenti una rottura con la tradizione dottrinale e disciplinare che lo precede, quasi ch'esso sia tale novità da doversi paragonare ad una sconvolgente scoperta, ad una soggettiva emancipazione, che autorizzi il distacco, quasi una pseudo-liberazione, da quanto fino a ieri la Chiesa ha con autorità insegnato e professato [...] E altro errore, contrario alla fedeltà che dobbiamo al Concilio, sarebbe quello di disconoscere l'immensa ricchezza di insegnamenti e la provvidenziale fecondità rinnovatrice che dal Concilio stesso ci viene »
    (Paolo VI, Omelia in occasione del I anniversario della chiusura del Concilio, 8 dicembre 1966[8])
    Concetto ribadito dall'attuale Papa
    « Perché la recezione del Concilio, in grandi parti della Chiesa, finora si è svolta in modo così difficile? Ebbene, tutto dipende dalla giusta interpretazione del Concilio o – come diremmo oggi – dalla sua giusta ermeneutica, dalla giusta chiave di lettura e di applicazione. I problemi della recezione sono nati dal fatto che due ermeneutiche contrarie si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro. L'una ha causato confusione, l'altra, silenziosamente ma sempre più visibilmente, ha portato frutti. Da una parte esiste un'interpretazione che vorrei chiamare "ermeneutica della discontinuità e della rottura"; essa non di rado si è potuta avvalere della simpatia dei mass-media, e anche di una parte della teologia moderna. Dall'altra parte c'è l'"ermeneutica della riforma", del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; è un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino. »
    (Benedetto XVI, Discorso alla Curia romana del 22 dicembre 2005)
    )
    Un altro errore è quello di considerare come infallibile e quindi irreformabile solo il Magistero Straordinario( quindi i dogmi), avendo la possibilità di modificare il magistero ordinario, che è sempre infallibile
    Ultima modifica di Haxel; 20-12-13 alle 11:29
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  5. #505
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    Predefinito Re: Le eresie cristiane non cattoliche e i loro errori teologici( thread di sola lett

    i vetero-cattolici

    i veterocattolici nascono dopo il concilio Vaticano I dovuta al dogma dell'infallibilità papale, quando appunto il Papa, essendo il Pastore, e quindi a Capo della Chiesa, lui e il suo Magistero, non possono non stabilire dogmi e poi giungere a un relativismo di questi stessi dogmi, per il semplice fatto che non si potrebbe riconoscere come valida l'autorità del Magistero e del Papa stesso; pertanto l'infallibilità risulta un dogma necessario, per togliere ogni dubbio. Purtroppo i vetero-cattolici si sono ormai allontanati troppo dalla Chiesa, diventando più simili agli ortodossi, con la differenza che credono nel sacerdozio femminile , e permettono il matrimonio tra i sacerdoti come nel protestantesimo, ma continuano a credere nell'autorità papale
    ecco come l'infallibilità papale è dottrina vera
    Tratto da costituzione Lumen Gentium:"
    L’infallibilità promessa alla Chiesa risiede pure nel corpo episcopale
    quando esercita il supremo magistero col successore di Pietro. A queste definizioni non può mai
    mancare l’assenso della Chiesa, data l’azione dello stesso Spirito Santo che conserva e fa progredire
    nell’unità della fede tutto il gregge di Cristo."

    Il dogma dell'infallibilità papale (o infallibilità pontificia) afferma che il papa non può sbagliare quando parla ex cathedra ossia come dottore universale della Chiesa. Il dogma dunque vale solo quando egli proclama un nuovo dogma o afferma una dottrina in modo definitivo come rivelata.
    Tuttavia, secondo la dottrina cattolica anche il magistero ordinario della Chiesa, esercitato dal papa e dai vescovi, in conformità con l'insegnamento del pontefice, possiede il carisma dell'infallibilità di cui Cristo ha dotato la Chiesa perché sia sacramento universale di salvezza. Ciò viene esplicitato in modo particolare nella costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II.
    tra le Chiese che appartengono ai vetero-cattolici, troviamo:
    La Chiesa Vetero-Cattolica dell’Unione di Utrecht, La Chiesa Cristiana Antica Cattolica e Apostolica, La Chiesa Cattolica Nazionale Polacca, La Chiesa Filippina Indipendente, La Chiesa Vetero-Cattolica Italiana, La Chiesa Cristiana Cattolica Indipendente,

    Veniamo dunque al tema delle infallibilità del Papa. E facciamo subito alcune precisazioni, necessarie per comprendere bene questa straordinaria verità della Fede cattolica, verità insegnata dal Vangelo e dal Nuovo Testamento.
    Queste precisazioni sono necessarie perché non solo c’è grande confusione – e talvolta malafede – in quanti contestano la Chiesa cattolica proprio su questo punto, ma c’è anche molta confusione in noi cattolici, che, quando veniamo interrogati a proposito, non sappiamo bene come rispondere.
    Sarà capitato a molti di voi – immagino – conversare con qualche Testimone di Geova che ha bussato alla nostra porta o ci ha fermato per strada e sentirsi dire: dove sta scritto che il Papa è infallibile? Oppure: come è possibile che il Papa sia infallibile se nella storia ci sono stati tanti Papi indegni e peccatori.
    Sono domande alle quali non possiamo sottrarci, vuoi per consolidare la ragionevolezza della nostra fede, vuoi per imparare a rispondere a quanti chiedono ragione della speranza che è in noi, del Credo che noi professiamo.
    E per rispondere a queste offensive, bisogna fare delle precisazioni.
    La prima precisazione riguarda il significato. "Infallibilità" non significa impeccabilità. La Fede Cattolica, la Chiesa Cattolica, basandosi sulla Bibbia, insegna che il Papa non può commettere errori in materia di fede e di morale quando si verificano certe condizioni di cui subito parleremo.
    Ma la Fede cattolica, la Chiesa cattolica non ha mai detto, non ha mai insegnato che i Papi siano assolutamente esenti da imperfezioni o debolezze in campo morale. Tanto è vero che tutti i Papi, compreso l’attuale Pontefice, hanno sentito in passato e sentono il bisogno di confessarsi, di chiedere perdono a Dio delle loro colpe, dei loro peccati.
    I Papi sono i primi ad essere consapevoli di dover chiedere perdono a Dio delle loro mancanze, dando a ciascuno di noi un esempio di grande umiltà.
    Nella lunga storia del Papato – ricordiamo che da san Pietro a Giovanni Paolo II (ora fino a Benedetto XVI) si possono contare ben 264 (con il nuovo pontefice 265)Vescovi di Roma –vi sono stati Romani pontefici veramente santi, che hanno dato lustro alla Chiesa: e questi sono la gran parte, compreso l’attuale Pontefice felicemente regnante; ma è anche vero che talvolta vi sono stati Papi il cui comportamento morale era perlomeno discutibile, lasciava molto a desiderare. E questo la Chiesa lo ha sempre riconosciuto.
    Ne consegue che chi accusa i Cattolici di insegnare, con la dottrina della infallibilità, che i Papi sono impeccabili, che i Papi non possono commettere peccati, o ignora la vera Fede cattolica o è in mala fede.
    Veniamo a una seconda precisazione: per la dottrina cattolica, che potete trovare bene esposta nel Catechismo, il Papa è infallibile quando sancisce, cioè quando conferma, propone alla attenzione e alla fede del popolo cristiano verità di fede e di morale.
    Questo non vuol dire che il Papa può inventare verità di fede e di morale, non vuol dire che può imporre una sua idea personale.
    Il Papa può piuttosto confermare, con l’autorità che gli è stata conferita da Gesù Cristo, una dottrina, una verità di fede o di morale contenuta nella Bibbia che merita particolare attenzione, che è da credersi nel modo in cui la Chiesa la interpreta e la impone alla adesione dei fedeli.
    Come si può intuire già da queste precisazioni, vi sono delle condizioni precise che devono verificarsi normalmente, stando a quello che insegna il Concilio Vaticano II, perché si possa parlare di infallibilità del Santo Padre.
    Queste condizioni sono quattro:
    La prima: Il Papa deve sancire, confermare, non come maestro privato, come fosse un teologo, un biblista, un giurista; nemmeno come semplice vescovo di Roma, ma deve esercitare il suo ruolo di supremo pastore universale della Chiesa, il ruolo di maestro di tutta la Chiesa.
    La seconda: Il Papa deve insegnare a tutta la Chiesa e non a una singola parte di essa, escludendo altre parti, come accade quando il papa emana disposizioni, generalmente a carattere temporaneo, per una diocesi, per i cristiani di una nazione o per i fedeli di un Continente.
    La terza condizione: il Papa dovrà esplicitamente far comprendere che sta facendo uso del carisma, del dono dell’infallibilità, ossia deva far comprendere bene che sta confermando con atto definitivo una dottrina di fede e di morale.
    La quarta condizione: la materia su cui si esercita il carisma dell’infallibilità è la fede e la morale. Il Papa non è infallibile quando esprime considerazioni di carattere scientifico, storico, ed altro.
    L’infallibilità nella Sacra Scrittura
    Definite dunque le condizioni necessarie per l’esercizio del dono dell’infallibilità pontificia, veniamo a rispondere ad una domanda alla quale dobbiamo dare una risposta.
    La domanda può essere formulata in questo modo: dove si trovano nei Vangeli le prove, dove sono le prove bibliche dell’infallibilità del Papa?
    E per rispondere a questa domanda interessantissima, dobbiamo ricordare qualche passo del Vangelo.
    Procederemo passo dopo passo, certo in modo necessariamente superficiale, visto che il tema è molto vasto e il tempo è sempre limitato, ma il nostro scopo – lo scopo di questo corso di formazione apologetica popolare – è quello di dare qualche indicazione chiara ai nostri amici radioascoltatori per consolidare le ragioni della nostra fede e saper rispondere alle contestazioni che le vengono avanzate.
    Sappiamo dal Vangelo che Cristo ha fondato la sua Chiesa sull’apostolo Simon Pietro: "Tu sei Pietro e su di te edificherò la mia Chiesa", si legge nel cap. XVI del Vangelo di san Matteo.
    Veniamo ad una prima considerazione. Se Pietro, potesse cadere in errore in materia di fede o di morale, ne risulterebbe che Cristo avrebbe edificato la sua Chiesa – che deve illuminare gli uomini, ammaestrare gli uomini nella fede e nella morale che ne deriva – sull’errore. E questo è inammissibile, essendo Cristo Dio.
    Ma anche i successori di Pietro, i vescovi di Roma, sono il fondamento della Chiesa – come abbiamo ben visto nelle scorse trasmissioni – e dunque anche per loro, per i successori di Pietro, valgono le stesse considerazioni che abbiamo fatto per Simon Pietro. Anche i successori di Pietro non possono errare in materia di fede e di morale, altrimenti Cristo starebbe ora edificando la sua Chiesa sull’errore.
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  6. #506
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    Predefinito Re: Le eresie cristiane non cattoliche e i loro errori teologici( thread di sola lett

    Andiamo avanti e cerchiamo di approfondire questa verità di fede.
    A Simon Pietro, Gesù ha dato il potere di legare e di sciogliere e ha promesso che tutto ciò che Pietro avrebbe legato e sciolto in terra sarebbe stato "legato e sciolto" anche in Cielo, cioè "legato e sciolto" anche da Dio. Sappiamo – perché ne abbiamo parlato in trasmissioni precedenti – che questo potere doveva essere esercitato anche dai successori di Pietro, i Papi.
    Ora, ecco la nostra riflessione: tutti i Cristiani sanno che Dio non può sbagliare, non può errare, proprio perché è Dio.
    Poiché, stando alla promessa di Cristo, ciò che Pietro "lega e scioglie" è "legato e sciolto anche da Dio", ne consegue che anche Pietro, anche i successori di Pietro, cioè i Papi, nell’esercizio del loro compito di "legare e di sciogliere" devono essere infallibili, non possono errare, non possono sbagliare.
    Infatti, se i Papi potessero sbagliarsi nell’esercizio del potere di legare e di sciogliere, se così fosse, il loro errore, l’errore di Pietro, l’errore del Papa, dovrebbe essere ratificato anche da Dio. In questo caso, Dio, per mantenere fede alla sua parola, dovrebbe ratificare un errore, approvare un errore. Ma Dio non può errare!
    Evidentemente, qui lo intuiamo ma vedremo poi anche altre prove, è chiaro che qui Cristo promette una particolare assistenza di Dio ai Papi che legano e sciolgono su questa terra.
    Evidentemente, la promessa di ratificare in Cielo ciò che i papi legano e sciolgono sulla terra, implica necessariamente che i papi siano infallibili nell’esercizio di questo potere.
    Per chi lo avesse dimenticato, io ricordo che "legare" e "sciogliere" hanno un significato molto preciso nel linguaggio biblico.
    In materia dottrinale, legare e sciogliere significano proibire e permettere. Dunque il Papa ha il potere di proibire o permettere, cioè di dichiarare, sancire lecita o illecita una dottrina di fede.
    Nel campo giuridico e disciplinare, legare e sciogliere significano condannare o assolvere. Quindi, il Papa ha il potere, datogli da Gesù Cristo, di sancire, di confermare come lecito o illecito un comportamento, di dichiararlo morale o immorale.
    E questo potere – lo ricordiamo – viene riconosciuto anche in Cielo, cioè da Dio stesso in persona: "Tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli", dice chiarissimamente il Vangelo di san Matteo al capitolo XVI.
    Andiamo avanti con un’altra considerazione. Ricorderete bene che Gesù ha affidato a Pietro il compito di pascere il gregge. Per tre volte consecutive, Gesù ha detto a Pietro di esercitare la funzione di pastore del gregge, cioè della Chiesa.
    Gesù ha affidato questo compito perché Lui, Pastore vero e infallibile, stava per salire al Cielo e voleva affidare la sua Chiesa a Pietro e, come abbiamo visto, ai suoi successori.
    Ora, visto che secondo la volontà di Gesù - che è Dio - la Chiesa è strumento di salvezza, visto che si va in Cielo attraverso la Chiesa e nella Chiesa guidata dal pastore Pietro e dai suoi successori, è del tutto impensabile, del tutto impossibile che questi pastori possano errare, sbagliare strada in quelle materie – fede e morale – che conducono al Cielo. Quindi, in questi campi, i Papi godono, devono godere del dono dell’infallibilità.
    Andiamo avanti con un’altra considerazione. Il Vangelo di Luca ci racconta, al capitolo 22, che Gesù ha pregato perché la fede di Pietro non venga mai meno.
    Ascoltiamo bene questo brano evangelico. Prestiamo attenzione a come san Luca ci racconta questo episodio della vita di Gesù.
    E’ Gesù che parla: "Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli".
    Soffermiamo un momento la nostra attenzione su questo brano di straordinaria importanza per l’argomento che stiamo trattando.
    Quando Gesù pronuncia queste parole siamo nel Cenacolo, la sera del giovedì santo. Mancano poche ore all’arresto di Gesù nell’Orto degli Ulivi. Gesù, che conosce molto bene quello che sta per succedere a Lui, mette in guardia i suoi discepoli, avverte che satana ha messo alla prova tutti i suoi discepoli con parole molto chiare "satana vi ha cercato per vagliarvi", e quel "vi" si riferisce proprio ai Dodici.
    Poi, attenti bene, Gesù aggiunge, rivolgendosi a Simon Pietro: "Ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede".
    Riflettiamo un istante: Gesù prega e nessuno può mettere in dubbio che la preghiera di Gesù non venga esaudita.
    Gesù prega per un motivo preciso: che la fede di Pietro non venga mai meno. Riflettiamo un momento. Siccome la preghiera di Gesù è certamente esaudita dal Padre – questo nessun Cristiano lo può mettere in dubbio – ne consegue che Pietro, in materia di fede, non sarebbe sicuramente mai venuto meno, quindi sarebbe stato assolutamente infallibile.
    A meno che non vogliamo arrivare a dire che Gesù ha pregato per niente, oppure che non è stato esaudito da suo Padre, che è Dio. Ma questo nessun Cristiano, cattolico o protestante che sia, lo può ammettere.
    Allora, dal Vangelo di san Luca si capisce molto bene che in materia di fede Pietro non doveva mai venire meno, perché questo era volere di Gesù che lo ha espresso nella preghiera al padre. Pietro doveva essere infallibile nella fede. Ma nel medesimo brano troviamo di più.
    Stiamo attenti: Gesù aggiunge: "E tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli".
    Quell’incarico di "confermare" merita tutta la nostra attenzione. Spiega una nota della prestigiosa Bibbia di Gerusalemme che l’ordine di "confermare" i fratelli dato a Pietro implica il compito di dirigere i fratelli nella fede.
    Ora, è impensabile che Gesù avesse dato questa altissima missione a Pietro, la missione di confermare i fratelli nella fede, il compito di dirigere i fratelli, vale a dire i pastori della Chiesa, se Pietro avesse potuto sbagliarsi proprio in materia di fede.
    Se Pietro potesse sbagliare, non vi sarebbe alcuna conferma e sarebbe impossibile eseguire l’ordine dato da Gesù. Ci troveremo di fronte ad una situazione inaccettabile: Gesù avrebbe dato un ordine assurdo.
    Non solo. Questo compito di confermare i fratelli deve essere riferito anche ai successori di Pietro, ai vescovi di Roma, al Papa. Anche il Papa, che è il successore di Pietro, come Simon Pietro ha il compito di confermare i fratelli nella fede e anche il Papa, come Simon Pietro, non può errare nel compito di confermare i fratelli.
    Altrimenti, invece di confermarli nella verità, li confermerebbe nell’errore e Cristo avrebbe dato un incarico importantissimo senza munire di sicurezza chi lo riceveva.
    (Gv 3, 20-21)
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  7. #507
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    Predefinito Re: Le eresie cristiane non cattoliche e i loro errori teologici( thread di sola lett

    L’infallibilità della Chiesa
    Facciamo un altro passo avanti. Anche al Collegio apostolico, unito e sottomesso al Papa, Cristo ha promesso chiaramente il dono dell’infallibilità.
    Come possiamo affermare una verità del genere. Riportiamoci all’Ultima Cena come ci è raccontata dall’Evangelista san Giovanni, nel capitolo XIV del suo Vangelo.
    Gesù si rivolge ai Dodici Apostoli con parole molto chiare: "Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità". E qualche versetto più avanti, sempre nello stesso capitolo, Gesù dice: "Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto".
    Dunque, se le parole hanno un senso, e se Gesù, in quanto Dio non poteva sbagliarsi, qui vediamo chiaramente che Gesù promette agli Apostoli, quindi alla sua Chiesa, l’assistenza perpetua, continua e infallibile dello Spirito Santo, che è Dio, che è Spirito di verità".
    Ora, nell’esercizio della sua missione, il Collegio apostolico, in comunione con il Papa è assistito dallo Spirito di Verità. E dunque, grazie a questa assistenza, non può sbagliarsi in materia di fede e di morale. Altrimenti, o l’assistenza dello Spirito Santo sarebbe inutile o lo Spirito Santo non sarebbe Spirito di Verità.
    Qualcuno chiederà: ma qual è la missione della Chiesa? In quale compito il Collegio apostolico, unito al Papa, sotto il governo giurisdizionale e disciplinare del Santo Padre, è infallibile?
    La risposta è molto semplice e si trova anch’essa nel Vangelo. La missione della Chiesa è sintetizzata in maniera mirabile da san Matteo, nell’ultimo capitolo del suo Vangelo. E anche in questo brano – come potrete constatare – troviamo un elemento importante a favore dell’infallibilità del Papa e della Chiesa.
    E’ un brano che va letto con attenzione. E’ un brano speciale, perché san Matteo ci riporta esattamente le ultime parole pronunciate da Gesù prima di salire al Cielo, prima di lasciare la sua Chiesa impegnata nella missione di salvare gli uomini.
    Ascoltiamole, queste parole: "Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in Cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo".
    Dunque, Gesù incarica la sua Chiesa di insegnare a tutto il mondo la verità: naturalmente la verità su Dio, le verità della fede che portano alla salvezza dell’uomo. Nell’insegnamento di questa verità, Gesù promette la sua assistenza speciale e perpetua: "Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".
    Con l’assistenza promessa da Gesù, come ci è ricordata dal Vangelo di san Matteo, è impossibile che il Papa, e il Collegio apostolico a lui unito e sottomesso, possano sbagliarsi.
    Altrimenti, se si sbagliassero, l’assistenza di Gesù – che è Dio – sarebbe un’assistenza inutile. Sarebbe un’assistenza, un aiuto per commettere errori. Ma questo nessun cristiano lo può pensare.
    Con l’assistenza di Gesù, l’insegnamento impartito dalla Chiesa sarà sempre necessariamente conforme alla verità. Vi è l’assicurazione divina, promessa da Gesù, contro la possibilità stessa di errore in materia di fede, quindi vi è la promessa della infallibilità.
    Badate che si tratta di una assistenza divina al compito di ammaestrare tutte le genti, al compito di battezzarle, quindi di condurle nella Chiesa, al compito di insegnare. Ed è una assistenza divina promessa per sempre, fino alla fine del mondo, dice Gesù.
    Quindi, il dono dell’infallibilità non riguardava solo gli Apostoli che ascoltano a viva voce le parole di Gesù, ma riguarda i successori di Pietro e i successori degli Apostoli uniti e sottomessi al Santo Padre.
    Vi è un altro passo del Vangelo da considerare importante per il tema che stiamo trattando. Lo ricaviamo dal Vangelo di san Marco, al capitolo 16. Sono poche parole, ma molto chiare e direi anche estremamente severe.
    Gesù ha appena dato il compito alla sua Chiesa di predicare il vangelo ad ogni creatura, come ci ha ricordato anche san Matteo, Poi aggiunge questa frase lapidaria: "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato".
    Tutti capiamo bene che qui si sta parlando della salvezza del Paradiso e della condanna dell’Inferno. Paradiso e Inferno: verità serissime, gravissime, che riguardano la vita eterna di ciascuno di noi. Verità dimenticate, purtroppo.
    Ora, riflettiamo un istante: Gesù lega il destino eterno di ogni uomo alla fede che insegnerà la Chiesa. Chi crederà alla fede insegnata dalla Chiesa andrà in Paradiso. Chi, per colpa propria, non crederà alla fede insegnata dalla Chiesa andrà all’Inferno.
    Ora, è impossibile, visto le conseguenze che derivano dall’accettare o dal rifiutare l’insegnamento della Chiesa in materia di fede, che la Chiesa si possa sbagliare.
    Chi rifiuterà la fede proposta dalla Chiesa rifiuterà la vera fede, annunciata infallibilmente, dal Papa, che è capo visibile della Chiesa. Chi rifiuterà sarà condannato alla dannazione eterna.
    Chi accoglierà la fede proposta dalla Chiesa, accoglierà la vera fede, annunciata infallibilmente dal Papa, capo visibile della Chiesa e sarà destinato al Paradiso.
    Infallibilità nella storia
    Come sempre facciamo in queste conversazioni di apologetica, dedichiamo una parte della nostra conversazione al campo della storia.
    Il dogma della infallibilità fu definito solennemente durante il Concilio Vaticano I, nell’anno 1870.
    La costituzione dogmatica Pastor Aeternus recita: «Noi, quindi, aderendo fedelmente a una tradizione accolta fin dall’inizio della fede cristiana, a gloria di Dio, nostro salvatore, per l’esaltazione della religione cattolica e la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del santo concilio, insegniamo e definiamo essere dogma divinamente rivelato che il romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando, adempiendo il suo ufficio di pastore e maestro di tutti i cristiani, in virtù della sua suprema autorità apostolica, definisce che una dottrina riguardante la fede e i costumi dev’essere ritenuta da tutta la Chiesa, per quell’assistenza divina che gli è stata promessa nel beato Pietro, gode di quell’infallibilità, di cui il divino Redentore ha voluto dotata la sua Chiesa allorché definisce la dottrina riguardante la fede o i costumi. Quindi queste definizioni sono irreformabili per virtù propria, e non per il consenso della Chiesa».
    Si tratta di una definizione solenne, dogmatica, alla quale ogni cattolico è tenuto a prestare l’assenso della fede, della sua intelligenza e della sua volontà.
    Questa definizione dice una cosa interessante anche dal punto di vista storico: afferma infatti – lo abbiamo sentito – che si tratta di una tradizione "accolta fin dall’inizio della fede cristiana".
    Può essere interessante, a questo punto, vedere in quali occasioni è stato riconosciuto il carisma dell’infallibilità della Chiesa, e del Papa, in epoca antica.
    Vediamo qualche esempio che traggo – come ho tratto molte delle cose che vi ho detto – dal bel libro di P. Roberto Coggi, intitolato "La Chiesa" e pubblicato dalle Edizioni Studio Domenicano.
    Il libro raccoglie le conversazioni che P. Coggi ha tenuto proprio dai microfoni di Radio Maria e dunque vorrei ringraziare l’autore anche a nome di tutti gli ascoltatori.
    Un primo esempio ricordato da P. Coggi è quello di S. Ignazio di Antiochia, morto intorno all’anno 110 martire a Roma. Siamo dunque in epoca antichissima e Ignazio dice che i cristiani di Roma "sono puri da ogni estranea macchia". Vale a dire da ogni errore e qui si prefigura l’infallibilità della Chiesa, e del suo Capo visibile, in particolare, fin dall’inizio del secondo secolo.
    Un secondo esempio viene dal grande S. Ireneo, vescovo di Lione, vissuto nel II secolo. S. Ireneo riconosce la fede della Chiesa di Roma come norma per tutta la Chiesa.
    Sentiamolo: «Con questa Chiesa, a causa della sua più alta preminenza, deve accordarsi ogni altra Chiesa, poiché in essa si è conservata la fede apostolica».
    Qui è chiaro che l’immunità dall’errore propria della Chiesa di Roma presuppone l’infallibilità del suo maestro, il vescovo, il Papa.
    San Cipriano, vescovo vissuto nel III secolo, definisce la Chiesa di Roma come la "Cathedra Petri" e parlando degli avversari che pure volevano fare approvare le loro dottrine eretiche dal Papa, scrive: «Essi non pensano che devono trattare con i Romani, la cui fede fu lodata dalla gloriosa testimonianza dell’Apostolo, e presso i quali l’errore non può trovare alcun accesso».
    Queste parole meritano di prestare loro particolare attenzione. Per san Cipriano nella Chiesa di Roma, quindi nel Papa, non può albergare l’errore. Dunque, il tema dell’infallibilità era noto, anche in epoca assai antica. Certo non era esplicitato come lo sarà dopo il Concilio Vaticano I, ma non era sconosciuto.
    Un altro esempio viene da san Girolamo, vissuto nel IV secolo, il quale, richiedendo al Papa Damaso una decisione a proposito di una questione dibattuta in Oriente, scrive: «Solo presso di voi si conserva inalterata l’eredità dei padri».
    Il P. Coggi autore del libro che fa da guida a questa nostra esposizione, riporta altri esempi storici che dimostrano come anche nei tempi antichi si avesse coscienza della infallibilità della Chiesa, oltre che del vescovo di Roma.
    Egli cita l’esempio di S. Teofilo, successore di S. Ignazio nella Chiesa di Antiochia, il quale diceva che come le navi si infrangono se escono dal porto ed entrano nel mare in tempesta, così gli uomini fanno naufragio quando abbandonano la "cattedra di verità".
    Dunque la Chiesa era ritenuta, fin dalle origini, "cattedra della verità", ove non poteva albergare l’errore.
    S. Ireneo, vescovo di Lione, insegnava che dove c’è la Chiesa c’è lo Spirito Santo ed è impossibile trovare la verità se non nella Chiesa, che possiede il "carisma della verità".
    E ancora san Cipriano, verso l’anno 250, scrive: "Tutti coloro che abbandonano Cristo si perdono nei loro errori, ma la Chiesa che crede in Cristo e rimane fedele alla verità ricevuta, non si separa da lui".

    Conclusione
    Possiamo dunque concludere questa breve e sintetica carrellata storica ribadendo come la Chiesa, grazie all’assistenza dello Spirito Santo promesso e inviato da parte di Gesù, gode del dono o carisma dell’infallibilità nell’insegnare e nel credere le verità della fede.
    Dobbiamo infatti ricordare che l’autorità che Gesù ha conferito alla Chiesa è prima di tutto un’autorità dottrinale, e riguarda la trasmissione e la custodia del deposito della fede.
    Siamo dunque grati a Dio per avere dato alla Chiesa e al Papa un dono così grande, che ci assicura della bontà e della verità della fede che professiamo.
    Grazie.
    Ultima modifica di Haxel; 30-04-14 alle 18:17
    (Gv 3, 20-21)
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  8. #508
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    Predefinito Re: Le eresie cristiane non cattoliche e i loro errori teologici( thread di sola lett

    gallicanesimo e febronianesimo( conciliarismo)

    Il gallicanesimo è una dottrina ecclesiologica a sfondo politico, che rivendicava per la chiesa francese l'indipendenza dal papato nella disciplina e nella dottrina, attribuendo ogni potere spirituale al monarca e non all'autorità ecclesiastica.

    In questa mentalità confluivano due tendenze:
    • quella di spostare l'autorità della Chiesa dal centro alla periferia (ma all'interno si passava da un possibile scisma ad una maggiore autonomia conciliabile con l'ortodossia): è il gallicanesimo ecclesiastico;
    • quella propensa ad accettare l'intervento del potere civile nelle questioni religiose: è il gallicanesimo politico.

    La dottrina gallicana fu condannata da papa Alessandro VIII nel 1690; i Quattro Articoli vennero revocati dal re Luigi XIV e dal clero nel 1693, ma la loro influenza continuò fino al XIX secolo.
    Fu solo grazie a una presa di posizione energica del papa e all'insegnamento del Concilio Vaticano I che il Gallicanesimo si estinse.

    Il febronianesimo è una corrente di pensiero tendente all'instaurazione di una Chiesa di Stato (episcopalismo), libera da ogni influsso esterno, e alla riduzione del potere del Papa di Roma ad un semplice primato di onore.


    Secondo Febronio, Gesù Cristo ha affidato il potere delle due chiavi non solo al Papa, ma a tutta la Chiesa, in tutte le sue singole realtà. Il Papa ha sì un certo primato, che resta comunque subordinato alla Chiesa universale. Egli, in quanto simbolo dell’unità della Chiesa, capo e difensore delle sue leggi, ha sì il diritto di proporre leggi e di inviare legati o ambasciatori nello svolgimento delle sue funzioni primaziali, ma solo in forza del suo principatus, non perché abbia un reale potere di giurisdizione sulle Chiese locali.
    Il fondamento della Chiesa infatti sta nell'Episcopato intero, e il Papa è solo un primus inter pares (uno fra eguali).
    Ne consegue che il Papa è sottomesso al Concilio, convocato dall’Episcopato intero; e i Vescovi sono veri e propri collaboratori, e non semplicemente dei consiglieri. I decreti conciliari non hanno bisogno di essere confermati dal Papa, che nemmeno li può modificare. Anzi, in caso di divergenze, in campo morale o disciplinare, ci si può appellare contro le decisioni papali direttamente ad un Concilio.
    Inoltre il Papa, non avendo più giurisdizione universale, non può nominare o destituire i Vescovi: questo compito spetta ai sinodi provinciali o locali, i cui poteri sono stati usurpati nel corso della storia, dai diversi Papi regnanti.
    Bisogna, secondo il Febronio, ritornare alla Chiesa delle origini e restituire ai Vescovi il loro potere legittimo. Ostacolo principale non è il Papa in sé, ma la Curia romana, che bisogna ad ogni costo combattere con tutti i mezzi legittimi e propri, tra cui i Sinodi episcopali nazionali o provinciali. Se il Papa non accetta questo nuovo stato di cose, spetta ai principi e soprattutto all’imperatore, in cooperazione con i vescovi, costringerlo ad accettare, fino ad arrivare a rifiutargli l’obbedienza dovuta in quei campi in cui il Papa ha usurpato la giurisdizione dei vescovi.
    Ultima modifica di Haxel; 30-04-14 alle 18:45
    (Gv 3, 20-21)
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  9. #509
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    Predefinito Re: Le eresie cristiane non cattoliche e i loro errori teologici( thread di sola lett

    i modernisti

    i modernisti sono quei cattolici che mettono in dubbio molti degli aspetti del cattolicesimo stesso, tra cui:

    • la Rivelazione non è davvero parola di Dio e neppure di Gesù Cristo, ma un prodotto naturale della nostra sub-coscienza;
    • la Fede non è un fatto oggettivo ma dipende dal sentimento di ciascuno;
    • i Dogmi sono simboli dell'esperienza interiore di ciascuno; la loro formulazione è frutto di uno sviluppo storico;
    • i Sacramenti derivano dal bisogno del cuore umano di dare una forma sensibile alla propria esperienza religiosa, non furono istituiti da Gesù Cristo e servono soltanto a tener vivo negli uomini il pensiero della presenza del Creatore;
    • il Magistero della Chiesa non ci comunica affatto la verità proveniente da Dio;
    • la Bibbia è una raccolta di episodi mitici e/o simbolici, e comunque non si tratta di un libro divinamente ispirato;
    • gli interventi di Dio nella storia (quali miracoli e profezie) non sono altro che racconti trasfigurati di esperienze interiori personali;
    • il Cristo della Fede è diverso dal Gesù della storia; la divinità di Cristo non si ricava dai Vangeli canonici;
    • il valore espiatorio e redentivo della morte di Cristo è frutto della teologia della croce elaborata dall'apostolo Paolo;

    basta vedere queste tesi come il modernismo non si può che condannarlo, per via dei troppi errori, non solo teologici, ma anche storici
    altri errori sono dovuti a:
    noncuranza dei riti liturgici, che porta anche a non svolgere la comunione, riconoscere come documenti validi solo la Bibbia e la Patristica, ma non il Magistero, ridimensionare in senso diminutivo l'autorità papale, valorizzare il localismo e non l'universalità, svalutare l'importanza della Madonna, negare la nozione di peccato e l'inferno, non considerare la "civiltà cattolica" ovvero la società che si basa sul messaggio evangelico, e quindi appoggiare l'alleanza tra il mondo moderno e il messaggio evangelico, una liturgia troppo comunitaria e non anche personale
    altri errori sono più di considerazione filosofica e politica
    I cristiani di base non sono lontani dal modernismo, anzi ne sono una corrente
    Per Comunità cristiana di base (Cdb) si intende un gruppo di credenti cristiani (solitamente provenienti dalla chiesa cattolica), che si riconoscono nel Vangelo e nella pratica di una Chiesa "altra" rispetto a quella istituzionale, cioè (usando le loro parole) "più evangelica e più credibile".
    Pur se nate dalla stessa intuizione e nello stesso periodo storico (quello del Concilio Vaticano II), si distinguono le comunità cristiane di base, sviluppatesi soprattutto in Europa in discontinuità con la prassi e con la gerarchia ecclesiale, dalle comunità ecclesiali di base (CEB), che sono sorte in America Latina e in Africa promosse dall'impegno dei missionari e sostenute dall'episcopato locale. in poche parole sono dei cattolici indipendenti non legati istituzionalmente alla Chiesa cattolica
    Le richieste avanzate sopratutto da Noi Siamo Chiesa e i Cdb e la Comunità ecclesiale di base sono:

    • coinvolgimento delle comunità diocesane nella nomina dei vescovi;
    • accesso ai ministeri ordinati per le donne;
    • superamento della divisione tra clero e laicato;
    • modifica delle indicazioni, in campo etico e pastorale, sulla sessualità, valorizzando la libertà di coscienza del singolo e della coppia;
    • accettazione nella Chiesa e nella società della condizione omosessuale a pari dignità di quella eterosessuale;
    • eliminazione dell'obbligo di celibato per i presbiteri e riammissione al ministero dei preti sposati che lo richiedano;
    • maggiori sforzi per l'ecumenismo con le altre Chiese cristiane;
    • promozione nel mondo della pace fondata sulla giustizia.

    alcune di queste richieste sono come si vede altamente eretiche
    alcuni di essi non riconoscono l'infallibilità papale, e che la nascita verginale di Gesù è leggenda
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  10. #510
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    Predefinito Re: Le eresie cristiane non cattoliche e i loro errori teologici( thread di sola lett

    cattolici tradizionalisti( lefebvriani e sedevacantisti)

    i cattolici tradizionalisti, non credono a ciò che venne stabilito nel Concilio vaticano II, bisogna capire che cosa ha portato con il riconoscimento del sacerdozio regale, riconosciuti a tutti i laici; il sacerdozio regale, permette( ma già lo era prima) ai laici di essere una parte importante per la Chiesa, e di essere testimoni della Parola, e di divulgarla, per questo fu reso necessario tradurre la Bibbia nelle lingue correnti, e anche nella Bibbia stessa gli Apostoli parlarono lingue differenti, questo per dimostrare che non è obbligatorio basarsi su una lingua soltanto, così è valida il cosiddetto sacerdozio reale, e che quindi tutti( laici e sacerdoti), sono il corpo mistico di Cristo. i testi di riferimento sono questi, allegati ai passi delle Scritture
    Cristo Signore, pontefice assunto di mezzo agli uomini (cf. Ebr. 5, 1-5), fece del nuovo popolo "un regno e dei sacerdoti per Dio, suo Padre" (Ap. 1, 6; cf. 5, 9-10). Infatti, per la rigenerazione e l' unzione dello Spirito santo i battezzati vengono consacrati a formare una dimora spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte le opere del cristiano, spirituali sacrifici, e far conoscere i prodigi di colui, che dalle tenebre li chiamò all' ammirabile sua luce (cf. 1 Pt, 2, 4-10). Vaticano II, Lumen Gentium, n° 10

    Cristo ha esercitato il suo sacerdozio pregando e offrendo se stesso sul Calvario.Per proseguire questi due ministeri, ciascuno dei discepoli deve portare la sua croce(Matteo 16,24); ciascuno dei discepoli deve rendergli testimonianza, anche sotto la minaccia della persecuzione e della morte (Matteo 10,16-22).Tutti i cristiani prendono parte di conseguenza al sacerdozio di Cristo (1 Pietro 2,5-9). Tutti possono essere chiamati "sacerdoti per Dio suo Padre" (Apocalisse 1,6), "sacerdoti di Dio e del Cristo"( Apocalisse 20,6). Tutti insieme ,essi formano " per Dio nostro, un regno e dei sacerdoti"(Apocalisse 5,10) .
    Uno solo è quindi il popolo eletto di Dio: " un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo" (Ef.4,5); comune è la dignità dei membri per la loro rigenerazione in Cristo, comune la grazia dei figli,
    comune la vocazione alla perfezione, una sola la salvezza, una sola la speranza, e una unità senza divisione. Nessuna ineguaglianza quindi in Cristo e nella Chiesa per riguardo alla stirpe o alla nazione,alla condizione sociale o al sesso, poiché "non c' è né giudeo, né greco, non c' è né schiavo né libero,
    non c' è né uomo né donna: tutti voi siete uno in Cristo Gesù" (Gal. 3, 28 gr. ; cf. Col. 3,11). Se quindi nella Chiesa non tutti camminano per la stessa via, tutti però sono chiamati alla santità e hanno ricevuto una fede per la giustizia di Dio (cf. 2 Pt. 1, 1). Quantunque alcuni per volontà di
    Cristo siano costituiti dottori, dispensatori dei misteri e pastori per gli altri, tuttavia vige fra tutti una vera uguaglianza riguardo alla dignità e all' azione comune a tutti i fedeli per l' edificazione del corpo di Cristo
    .”
    Vaticano II, Lumen Gentium, n° 32
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

 

 
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