Ai valdesi piace massone. Un libro choc

Uno storico autorevole alza il velo sulla doppia appartenenza. Con i fatti. I nomi. I perché

di Sandro Magister




Sull??Espresso? a stampa ho pubblicato di recente due ampi servizi. Il primo dedicato alla massoneria. Il secondo alla Chiesa valdese. Ed ecco arrivato in libreria un volume che incrocia l?una e l?altra: ?Valdesi e massoneria. Due minoranze a confronto?, pagine 190, lire 25.000. Ne é autore Augusto Comba, professore di storia del Risorgimento all?università di Torino, direttore del ?Bollettino della Società di Studi Valdesi? e valdese egli stesso. Oltre che massone, per nove anni membro della Giunta del Grande Oriente d?Italia. L?editrice è la valdesissima Claudiana. E di valdesi autorevoli sono anche le tre postfazioni: di Giorgio Bouchard, Paolo Ricca e Domenico Maselli.

Un libro, dunque, vagliato e pesato. Ancor più interessante proprio per questo. L?autore tratteggia i profili dei valdesi massoni lontani e vicini nel tempo. Mette in luce il filo continuo che li lega. E per i decenni recenti, evidenzia l?opposizione della corrente massonica, dentro la Chiesa valdese, alla linea ampiamente dominante tra i pastori e i teologi, «politicizzata e d?intonazione marxista», teologicamente barthiana. I valdesi massoni sono tutti di marcata impronta liberale, sia in politica che in teologia.

Qualche nome? A Torre Pellice, capoluogo delle valli valdesi, esiste da più di cinquant?anni una loggia massonica, la ?Excelsior?, i cui componenti sono quasi tutti valdesi. Di essa hanno fatto parte alcune personalità di spicco: Teofilo Pons, professore del Collegio valdese e studioso della cultura delle valli; Giorgio Tron, biologo di fama e per un anno, dal 1960 al 1961, eletto Gran Maestro del Grande Oriente d?Italia; Augusto Armand Hugon, storico insigne del valdismo e sindaco di Torre Pellice negli anni Cinquanta.

Ma di valdesi se ne trovano anche in altre logge massoniche. A Torino si ricordano Teofilo Bert, Guido Botturi e l?industriale Edilberto Cavallo. A Roma Nicolò Introna, colonna del tempio valdese di Piazza Cavour e vicegovernatore della Banca d?Italia

C?è chi, massone, si ascrive da adulto a una comunità valdese. E? il caso di Giordano Gamberini, Gran Maestro del Grande Oriente d?Italia tra il 1961 e il 1970, convertitosi al protestantesimo per influsso di un massone milanese. Oppure ecco il percorso contrario. Ernesto Ayassot, partore a Torino, decide di entrare in loggia dopo aver incontrato Gamberini, venuto a visitare una mostra risorgimentale da lui allestita.

Gamberini, con Augusto Comba, ha anche preso parte sul finire degli anni Sessanta ad alcuni colloqui con una delegazione vaticana. Comba fiutò strumentalizzazioni e si defilò presto. Gamberini proseguì. E in effetti dal codice di diritto canonico fu tolta la scomunica applicata esplicitamente alla massoneria. Che però è rimasta valida in pratica.

Poi Gamberini incappò nello scandalo P2. La tempesta vide la più parte dei massoni valdesi impegnati contro la congrega degenere. Comba fu uno dei più combattivi. E per questo fu nominato nel 1982 direttore della rivista ufficiale del Grande Oriente d?Italia, a scrivervi la sentenza finale di condanna dei reprobi. Nel suo libro, l?autore dà una ricostruzione sobria delle vicende recenti. A lui preme mostrare che la cultura e la teologia liberali, con o senza mediazione massonica, sono parte essenziale della tradizione protestante. E dopo la caduta del Muro lo sono ancor più.