Cartine che valgono giusto giusto come curiosità.
Si ricava tranquillamente che parti della Tunisia e del Marocco hanno popolazioni con occhi chiari come il CentroEuropa e che viceversa in Galizia (ma non sarebbero Iperceltiberi?) predomina l'occhio scuro come in Grecia.
Preferisco di no.
Coon infatti non era mai stato in nord-africa. I dati riguardanti quelle aree sono dunque trascurabili. Ma d'altro canto studiò a lungo l'Europa. Quindi i dati per l'Europa sono affidabili.
Potrei postare una statistica di popoli dai tratti più chiari basandomi sui dati di Coon e del Lundman (più Biasutti). Lo farò con il prossimo post.
Dati tratti da
"La pigmentatazione di capelli e occhi dei Sardi" G.G. Cosseddu (1983)
"Contribution à l'anthropologie des Corses" Piquet-Thepot (1968)
Da notare che i dati sulla Corsica sono falsati in quanto secondo alcune stime il 45% della popolazione corsa è oramai di origine francese ( in particolare alsaziani e loreni)
Per la Corsica sono esclusi gli occhi nocciola/misti quindi la percentuale sarebbe anche maggiore
Veramente un BRAVO , per Genserico
Benchè io abbia una quantità sterminata di dati da auoti diversi..........non ero a conoscenza di questi (che tra l'altro sono anche assi recenti)
E sono molto utili : perchè le isole del meiterraneo occidentale sono un buo esempio di popolazion mediterranee quasi incontaminate (la Sardegna soprattutto).
Da quì si può capire la quota di pigmentazioni chiare in una popolazione mediterranea pura.
Complimenti
qua se ne trovano tantissimi di questi studi però sono in francese
Persée
anche per cercarli devi inserire key words in francese
per quanto riguarda la Sardegna in realtà in tempi protostorici c'è stata un infiltrazione di brachicefali probabilmente centroeuropei , è possibile che abbiano aumentato la % di pigmentazione chiara/intermedia
dicevo...
Età del Bronzo
" Di respiro europeo è la cultura del vaso campaniforme . Compare durante la cultura di Monte Claro (2000-1900 a.c.) , si sviluppa sovrapponendosi ad essa fino a fondersi con la cultura di Bonnanaro , durante il bronzo antico (1800 a.c.) . Non mostra caratteri di spiccata individualità : infatti convive con altre culture , senza avere luoghi esclusivi di culto ed abitazioni caratteristiche . Utilizza tombe di altri gruppi , ma possiede anche una sua tipica tomba : la cista litica , monosoma , presente anche nel resto dell'Europa .
Le forme umane finora classificate confermano la seguente ricostruzione : sono infatti per lo più dolicomorfe (77%) oppure brachimorfe (23%) , gracili o anche robuste , ibridate con faccie non standardizzate .
La cultura (del vaso campaniforme) è attestata in una cinquantina di località ubicate in quasi tutte le regioni della Sardegna , ma con prevalenza nelle zone costiere . Questa larga diffusione starebbe ad indicare una penetrazione capillare nell'isola di piccoli gruppi etnici caratterizzati dalla brachimorfia . I primi apporti vennero dalla zona pirenaica , ad essi seguirono gli influssi di derivazione centroeuropea . "
Storia della Sardegna - a cura di Manlio Brigaglia
Resti umani della necropoli di Anghelu Ruju durante la Cultura del Vaso Campaniforme e di Bonnanaro. (2000-1800 a.c.)
"Per quanto concerne le caratteristiche fisiche delle genti che utilizzarono la necropoli, si deve lamentare innanzitutto la dispersione dei resti, per lo più crani, studiati dal Sergi e prelevati senza segnarne la precisa provenienza, soprattutto dalle dieci tombe esplorate nella prima campagna di scavi. Tali resti possono essere collocati cronologicamente, con un buon margine di approssimazione, negli ultimi momenti d’uso degli ipogei, in considerazione del costume, più volte ricordato, di sconvolgere le precedenti sepolture ad ogni nuovo seppellimento. Nelle prime dieci tombe in sette casi su otto (le tombe II e IV non restituirono materiale archeologico) le ultime fasi di utilizzazione corrispondono alle culture del Vaso Campamforme e di Bonnanaro; e questo è il motivo per cui i dati ricavati dal Sergi si debbono riferire in buona parte ad individui appartenenti a queste due culture. Ad Anghelu. Ruju domina un tipo umano "mediterraneo" dolicocefalo (84, 13%) su un tipo brachicefalo (15, 87%): la statura media è di m. 1,62 con una curva di oscillazione fra l’1,42 e 1,72."
La necropoli di Anghelu Ruju - Giovanni De Martis
sono cartine quasi sempre inaffidabili
ogni tre anni, il ricambio della materia prima consultabile, aumenta in cospiqua densità intercambiabile,(nascita e morte) in media una variante assenza-presenza variabile di anno in anno dal trentadue-per cento al quarantatrè per cento riscontrato in un lasso di tempo prossimo al triennio, e dunque per decente raziocinio il valore scentifico è pressochè nullo, obsoleto, e tecnicamente invalidante.
una linea di "ragionamento"è fallata nel momento stesso in cui un difetto è percepito proprio nell'origine di un'affermazione,per questo non può venir preso come una verosimile dimostrazione
i dati non "soggetti" a mutazione sono ben altri .
ed è materia che totali-ignoranti, travestiti da antropologi domenicali non possono certo comprendere
E che dire della diatriba sui sumeri e sul loro cranio dolicocefalo?