Intanto in Croazia
La Croazia dice no alle nozze gay
Zagabria - La Croazia, la cui popolazione è in larghissima maggioranza di religione cattolica, ha chiuso definitivamente le porte alle nozze gay, inserendo nella propria Costituzione la definizione del matrimonio come un’unione esclusivamente tra «un uomo e una donna». A favore del «sì» si è espresso infatti nel referendum di oggi il 65,16% degli elettori. Contro questa modifica costituzionale si è schierato invece il 34,23% dei votanti, secondo i dati diffusi in serata dalla Commissione elettorale sulla base del 90 per cento delle schede scrutinate. I valori tradizionali e cattolici hanno prevalso contro gli appelli del governo, del presidente della Repubblica, di una larga parte dei media e del mondo accademico che nelle scorse settimane hanno invitato i croati a non avallare questa forma di discriminazione e di divisione tra famiglie di primo e secondo grado. Dall’iniziativa «Nel nome della famiglia», vicina alla potente Chiesa cattolica e che ha promosso il referendum, avevano affermato che nessuno sarà discriminato poiché «si tratta di una definizione naturale del matrimonio, che rispetta la realtà».
La consultazione popolare ha avuto un forte appoggio da parte della Chiesa cattolica, e tutti i vescovi nelle omelie domenicali di domenica avevano invitato i fedele a esprimersi «a favore della definizione cristiana del matrimonio». I promotori sostengono di essere stati spinti a questa iniziativa dopo che a maggio in Francia sono stati legalizzati i matrimoni gay, «per prevenire che lo stesso accada anche in Croazia».
Con questa modifica della Costituzione la Croazia si unisce alla Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria e Bulgaria, i cinque Paese dell’Ue che hanno già una definizione esclusivamente eterosessuale del matrimonio nelle rispettive Costituzioni. Resta però l’ombra della legittimità democratica del referendum, il cui tasso di affluenza è stato bassissimo, fatto che però non ne compromette la validità, con risultati vincolanti dato che non era richiesto nessun quorum.
Ma il fatto che a un referendum di una così larga portata, con un potere costituzionale, abbia votato solo il 35 per cento dei 3,8 milioni di aventi diritto, suscita comunque qualche dubbio. Inoltre, la Corte costituzionale croata ha spiegato che la «definizione del matrimonio come un’unione tra un uomo e una donna», non incide sulla definizione della famiglia e che l’esito del referendum «non può in nessun modo limitare uno sviluppo futuro della regolamentazione legislativa delle unioni civili tra le persone dello stesso sesso».
E infatti, il primo ministro Zoran Milanovic, definendo «triste e inutile» questo referendum «che non è altro che una manifestazione di omofobia», ha annunciato che tra una o due settimane il suo governo presenterà una legge sulle unioni civili tra le coppie dello stesso. La legge prevede che alle coppie siano garantiti tutti i diritti di quelle sposate, ad eccezione dell’adozione dei minori. Non sono disponibili commenti e dichiarazioni del fronte del sì al referendum, dato che tutta la stampa croata ha deciso di boicottare il loro quartier generale dopo che ieri erano stati negati gli accrediti alle testate liberali e alla tv pubblica . Tutte le redazioni si sono dette costernate da «questo tentativo di limitare la liberta di espressione e della stampa», esprimendo solidarietà ai colleghi banditi dagli uffici dell’iniziativa «Nel nome della famiglia».
La Croazia dice no alle nozze gay | mondo | Il Secolo XIX
se non ci metterai troppo io ti aspetterò tutta la vita...
Bisognerebbe farle semplici le domande, come in croazia: sei d'accordo a definire il matrimonio come un’unione tra un uomo e una donna?
Ultima modifica di Ucci Do; 03-12-13 alle 12:18
se non ci metterai troppo io ti aspetterò tutta la vita...
@ Haxel / Cuordy.
Riuscite a scindere la discussione in più thread?
Es. Matrimoni ghei + confutazione errori dottrinali protestanti + posizione canonica FSSPX
Grazie.
Preferisco di no.
ok
(Gv 3, 20-21)
Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio