Ha ragione Pansa , abbiamo politicanti coglioni che portano sfiga . Pare che siano tutti sinistrati , mai che dicano che c'è una sola cosa che vada bene , tutto catastrofico .
Fanculo ai comunisti e la jattura che hanno addosso , roba che quando incontri cè da farsi una grattatina alle palle
Il bestiario
Da Grillo a Renzi l'Italia è diventato un paese di "gufi"
Siamo circondati da iettatori di ogni genere: dai politici ai media, trionfa la "linea Tafazzi"
Che cosa dobbiamo temere di più? La violenza antagonista di strada oppure il pessimismo antagonista di chi dice che tutto va male e l’Italia non si salverà, anzi è già morta e sepolta? Del primo genere di violenza penso di essere esperto perché mi è capitato di descriverla molte volte, in tanti anni di giornalismo. Ne ho vista di continuo, in epoche diverse. Rossa, nera o con il colore della follia individuale. Teste di ragazzi spaccate a colpi di spranga da altri ragazzi. Stragi provocate da bombe collocate da chissà chi. Infine il terrorismo diffuso di bande come le Brigate rosse, Prima linea e affini. Con mille delitti, poi sfociati nel super-delitto di Aldo Moro.
Confesso di non aver mai provato paura per questo genere di violenza. Neppure quando mi sono reso conto che ero destinato a essere ucciso anch’io da una banda che si era messa a sparare sui giornalisti, convinta di fare la rivoluzione comunista. Non temevo nulla perché ero ben più giovane di oggi. Ma soprattutto perché sapevo che, prima o poi, quei gruppi armati sarebbero stati sconfitti dalla comunità dei cittadini pacifici. Ovvero dallo Stato repubblicano, dai nostri agenti di polizia, dai nostri carabinieri, dai nostri magistrati.
Non è molto diverso il mio stato d’animo di oggi, benché il tempo sia passato anche per me. Le bande del 2013, quelle che abbiamo visto in azione a Roma e a Milano qualche giorno fa, non sono fatte di Superman imbattibili. Lo Stato può sconfiggerli in qualsiasi momento. A una condizione: i magistrati che devono giudicarli non si distraggano o non si lascino condizionare dalle pulsioni politiche personali.
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