Gli Stranieri controllano il 40% delle grandi imprese italiane.

[dedelind]

Gli Stranieri controllano il 40% delle grandi imprese italiane.

25 novembre 2013

Di ScenariEconomici Feed

In Italia le Grandi Aziende quotate in borsa valgono 353 miliardi e sono per il 40% in mano a stranieri (con percentuale in continuo aumento), un 40% in mando a Famiglie ed imprese Italiane (quota in calo), ed il 20% restante in mano a banche, fondi pensione e stato italiano.
In Italia il complesso delle Aziende valgono 1.620 miliardi e sono per il 60% in mano a famiglie ed imprese italiane, un 20% in mano a stranieri, ed il 20% restante in mano a banche, fondi pensione e stato italiano.

Cosa significa tutto cio’?
Semplicemente che:

a) Il sistema di industrie ed aziende italiane e’ fondamentalmente composto di piccole e medie imprese (cosa nota e risaputa), controllate essenzialmente dalle famiglie Italiane
b) Le grandi Imprese pesano per appena il 20% del valore delle aziende Italiane, ma sostanzialmente guidano la Confindustria e le organizzazioni imprenditoriali. Queste imprese sono controllate per il 40% da stranieri, per cui alla fine ne tutelano gli interessi. Al tempo stesso queste imprese hanno fortemente delocalizzato produzioni all’estero.

Qui il Comunicato Unimpresa

Le grandi imprese italiane valgono di più, ma sono un tesoro sempre più in mano agli stranieri. Negli ultimi dodici mesi, nonostante la crisi, il valore delle società per azioni del nostro Paese è cresciuto di 44,6 miliardi di euro (+2,8%) da 1.575,6 miliardi a 1.620,3 miliardi, ma è in aumento di 30,9 miliardi (+10,3%) la quota di possesso detenuta da soggetti esteri che complessivamente ora hanno 332,4 miliardi rispetto ai 301,4 miliardi di un anno fa. Risultato positivo per le spa quotate in Borsa che hanno recuperato 26,3 miliardi (+8,1%) di capitalizzazione passando da 326,5 miliardi a 352,9 miliardi. Questi i dati principali di un rapporto del Centro studi Unimpresa che ha analizzato l’andamento del valore delle spa della Penisola dal secondo trimestre 2012 al secondo trimestre 2013.
Secondo la ricerca, basata su dati della Banca d’Italia, le società per azioni italiane ora valgono in totale 1.620,3 miliardi in aumento di 44,6 miliardi rispetto ai 1.575,6 miliardi dei dodici mesi precedenti. Un bacino in cui rientrano anche le imprese quotate sui listini di piazza Affari che hanno registrato un andamento positivo, nonostante la crisi e la recessione. Le società quotate hanno invertito la rotta: a giugno 2013 capitalizzavano 352,9 miliardi di euro, 26,3 miliardi in più rispetto ai 362,5 miliardi di giugno 2012.
Gli stranieri hanno il 40% delle spa quotate a piazza Affari

Cresce il peso degli azionisti stranieri nelle imprese italiane: nel periodo sotto osservazione, le quote di spa in mano a soggetti esteri è aumentato di 30,9 (+10,3%) miliardi da 301,4 miliardi a 332,4 miliardi. Un aumento del peso proporzionalmente più forte c’è stato nel recinto delle quotate: le azioni detenute dagli stranieri sono passate da 118,9 miliardi a 139,1 miliardi con una crescita di 20,1 miliardi (+16,9%). In termini percentuali, gli stranieri ora posseggono il 39,4% delle azioni di imprese quotate, rispetto al 36,4% di giugno 2012. Guardando all’intero bacino delle società per azioni tale percentuale è assai più bassa: a giugno 2012 era il 19,1% e dodici mesi più tardi era sostanzialmente stabile al 20,5%.

Il presidente Longobardi: “Le big sono sane, concentrare sforzi su pmi. Gli stranieri? Dimostrano forza del made in Italy, ma occhio a perdere tutto”
“La ricerca – commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – consente due riflessioni: anzitutto che la crisi italiana è nelle piccole e medie imprese e che proprio su questa categoria vanno concentrati gli sforzi da parte di Governo e Parlamento. Quanto alle quote di possesso, la crescita degli stranieri mostra un forte interesse per il made in Italy, che ha sempre una grande forza attrattiva, ma allo stesso tempo deve essere fonte di preoccupazione enorme per il sistema Passe: si lanciano segnali d’allarme rosso quando i player internazionali vogliono acquistare grandi nomi, quelli conosciuti. Mentre sotto traccia, e nel silenzio più assordante, stiamo perdendo tutto”.

By GPG Imperatrice

Gli Stranieri controllano il 40% delle grandi imprese italiane. | Rischio Calcolato

[brunik]

Scusate amici MA SONO SOLO Io IL KOGLIONE CHE NOTA CHE TRA IL GIUGNO 2012 E IL GIUGNO 2013 IL VALORE DELLE AZIENDE ITALIANE E' SALITO DI 45 MILIARDI DI EURO, DA 1575 A 1620, MENTRE IL VALORE DELLE IMPRESE IN MANO ALLE FAMIGLIE E' PASSATO DA 686 MILIARDI A 738 MILIARDI CON UN AUMENTO DI 52 MILIARDI?

svegliaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!1111!!!!!!!!!!!

[Miles]

Scusate amici MA SONO SOLO Io IL KOGLIONE CHE NOTA CHE TRA IL GIUGNO 2012 E IL GIUGNO 2013 IL VALORE DELLE AZIENDE ITALIANE E' SALITO DI 45 MILIARDI DI EURO, DA 1575 A 1620, MENTRE IL VALORE DELLE IMPRESE IN MANO ALLE FAMIGLIE E' PASSATO DA 686 MILIARDI A 738 MILIARDI CON UN AUMENTO DI 52 MILIARDI?

svegliaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!1111!!!!!!!!!!!

Beh se ti autodefinisci Koglione buon per te, il punto è che si faceva notare che queste aziende sono sempre meno italiane per cui anche l'eventuale guadagno non incide per nulla sulle nostre capacità economiche, tutt'altro , aumentando la concorrenza straniera diminuiscono i possibili guadagni di aziende concorrenti completamente italiane.

[Hieronimous Bosch]

Beh se ti autodefinisci Koglione buon per te, il punto è che si faceva notare che queste aziende sono sempre meno italiane per cui anche l'eventuale guadagno non incide per nulla sulle nostre capacità economiche, tutt'altro , aumentando la concorrenza straniera diminuiscono i possibili guadagni di aziende concorrenti completamente italiane.

non vedo dove sia il problema: comprane un paio.
Oppure si vuole mettere un vincolo pure alla vendita della propria impresa o del proprio pacchetto azionario?

[Esagerato]

Scusate amici MA SONO SOLO Io IL KOGLIONE CHE NOTA CHE TRA IL GIUGNO 2012 E IL GIUGNO 2013 IL VALORE DELLE AZIENDE ITALIANE E' SALITO DI 45 MILIARDI DI EURO, DA 1575 A 1620, MENTRE IL VALORE DELLE IMPRESE IN MANO ALLE FAMIGLIE E' PASSATO DA 686 MILIARDI A 738 MILIARDI CON UN AUMENTO DI 52 MILIARDI?

Koglione non si sa, forse pero' coglione si. Non si parla del valore delle aziende ma di chi le ha acquistate. Cosa importa se valgono 45 miliardi in piu' se sono in mano ai cinesi o ai tedeschi ? Secondo te quel 40% dove li investira' i guadagni ?

[brunik]

koglione non si sa, forse pero' coglione si. Non si parla del valore delle aziende ma di chi le ha acquistate. Cosa importa se valgono 45 miliardi in piu' se sono in mano ai cinesi o ai tedeschi ? Secondo te quel 40% dove li investira' i guadagni ?

beh io di sicuro saro' un koglione ma noto che le imprese in mano alle famiglie italiane sono passate del 43 al 45%, non e' che PER CASO il coglione e' quello che ha scritto il titolo dell'articolo senza prima guardare bene la tabella?

[Miles]

beh io di sicuro saro' un koglione ma

Hai ragione.

Infatti:

In Italia le Grandi Aziende quotate in borsa valgono 353 miliardi e sono per il 40% in mano a stranieri (con percentuale in continuo aumento), un 40% in mando a Famiglie ed imprese Italiane (quota in calo), ed il 20% restante in mano a banche, fondi pensione e stato italiano.

[LiberoCittadino]

Beh se ti autodefinisci Koglione buon per te, il punto è che si faceva notare che queste aziende sono sempre meno italiane per cui anche l'eventuale guadagno non incide per nulla sulle nostre capacità economiche, tutt'altro , aumentando la concorrenza straniera diminuiscono i possibili guadagni di aziende concorrenti completamente italiane.

non è necessariamente vero. dipende da caso a caso, da azienda ad azienda.

banalmente, se Fiat (per fare un esempio qualsiasi) fosse di crysler e non viceversa, cambierebbe poco dato, stabilimenti, dipendenti, e indotto stanno sul territorio nazionale.

se ne andrebbero in crysler parte degli utili (eventuali) sotto forma di dividendi ma sarebbero poca roba rispetto alla ricchezza che genera l'azienda.

[Miles]

non è necessariamente vero. dipende da caso a caso, da azienda ad azienda.

banalmente, se Fiat (per fare un esempio qualsiasi) fosse di crysler e non viceversa, cambierebbe poco dato, stabilimenti, dipendenti, e indotto stanno sul territorio nazionale.

se ne andrebbero in crysler parte degli utili (eventuali) sotto forma di dividendi ma sarebbero poca roba rispetto alla ricchezza che genera l'azienda.

Sinceramente , ma se De Benedetti le tasse invece di pagarle in Svizzera le pagasse in Italia (prendo un nome a caso) dici che l'Erario non se ne gioverebbe?

[Proteus]

Ogni giorno di più l'Italia è un Paese
di...... coglioni.....

coglioni che un giorno si lamenta che l'Italia
è schifata dagli investimenti internazionali....

e il giorno dopo gli stessi coglioni si lamentano
della non-nazionalità di troppe aziende italiane.

Ragazzzi....
c'è pur sempre uno strizzacervelli che vi potrebbe dare
una mano...

e se no... potete sempre suicidarvi...

così non ci rompete più i coglioni.