Originariamente Scritto da
Plùminus
Bidduncoli" allo scoperto
Sull'esempio catalano può rinascere il sardo
L'unione sarda
Sabato 27 giugno 2009
Riflettendo su quanto noi sardi tuteliamo la nostra lingua, ricchezza storica, dono immenso, in rapporto alle realtà catalane, basche, irlandesi, da parte nostra vedo solo quel cartello di "Beni benius" all'ingresso dei paesi.
Prendendo l'esempio catalano, dove nonostante per oltre 50 anni la dittatura franchista abbia represso con i mezzi più violenti qualsiasi bilinguismo, considerato forma eversiva nei confronti del nazionalismo spagnolo, ora ha ottenuto lo status di lingua ufficiale in Catalunya. Questo significa che documentazioni ufficiali, atti pubblici e giudiziari, segnaletica stradale, sono in catalano. Naturalmente l'uso dello spagnolo non viene pregiudicato, si tratta solo di una regione bilingue.
Il riconoscimento linguistico, va precisato, non è stato frutto soltanto di una classe politica che ha spinto per l'ottenimento di questo traguardo, ma di tutti i catalani, dal medico al verduraio, dal notaio al garzone di bottega, che hanno mostrato l'ostinazione di un popolo orgoglioso del proprio idioma, obbligato per decenni a parlare e scrivere in spagnolo, ma continuando a pensare in catalano e che oggi va fiero del fatto di poter trovare nelle librerie testi anche nella loro lingua. Una lingua che non si fossilizza all'interno dei confini regionali, ma cerca di diffondersi, mediante centinaia di corsi gratuiti per chiunque voglia imparare il linguaggio ufficiale della Catalunya, che si diversifica a seconda della zona; il catalano di Barcellona è diverso da quello di Valencia o di Maiorca, ma una sorta di filo conduttore grammaticale li unisce, e allo stesso tempo dà quella libertà di espressione e quelle varianti che permettono la differenziazione.
Il sardo deve avere lo stesso diritto del catalano, deve essere sdoganato da quella convinzione di essere una lingua usata da persone poco colte, dalla "gente rustica", dai "bidduncoli", perché in realtà i "bidduncoli" sono coloro che si vergognano di parlare la propria lingua in pubblico, rinnegando in questo modo le proprie origini; il sardo nella nostra Isola deve essere al pari dell'italiano, così come il catalano e il basco con lo spagnolo, il gaelico con l'inglese, e se il campidanese è diverso dal logudorese, l'ogliastrino dal barbaricino, che si inizi ugualmente a studiare e a diffonderlo nella propria zona, l'italiano farà da raccordo fino a che si troverà quel filo conduttore che unirà le varianti sarde così come ha fatto il catalano.
NICOLA CABRAS - BARCELLONA