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  1. #1
    100% sardu
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    Predefinito su sardu est sa prus minoria manna de su stadu italianu

    pigau de http://www.interno.it/mininterno/exp...totema001.html

    Le comunità di lingua minoritaria tradizionalmente vivono:
    nelle regioni di confine, dove partecipano ad una comune cultura e lingua con le popolazioni dei paesi confinanti (valdostani, germanofoni, ladini, sloveni). Le aree del loro tradizionale insediamento godono di differenti livelli di autonomia amministrativa e queste minoranze fruiscono di differenti forme di tutela

    • in Sardegna, dove autonomia e diversità,che discendono dall’insularità e dalla condizione storica di isolamento, sono stati alla base del riconoscimento del sardo come lingua da tutelare

  2. #2
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    Predefinito Riferimento: su sardu est sa prus minoria manna de su stadu italianu

    Per me ci vorrebbe un riconoscimento ufficiale nella Costituzione (anche,ovviamente,nello statuto regionale,ma nella Costituzione può avere maggiore rilevanza). Chissà...

  3. #3
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    Predefinito Riferimento: su sardu est sa prus minoria manna de su stadu italianu

    Citazione Originariamente Scritto da Perdu Visualizza Messaggio
    pigau de Ministero Dell'Interno - Scheda Editoriale

    Le comunità di lingua minoritaria tradizionalmente vivono:
    nelle regioni di confine, dove partecipano ad una comune cultura e lingua con le popolazioni dei paesi confinanti (valdostani, germanofoni, ladini, sloveni). Le aree del loro tradizionale insediamento godono di differenti livelli di autonomia amministrativa e queste minoranze fruiscono di differenti forme di tutela

    • in Sardegna, dove autonomia e diversità,che discendono dall’insularità e dalla condizione storica di isolamento, sono stati alla base del riconoscimento del sardo come lingua da tutelare

    ellè Perdixè non lu ischias?ostridicolo:

  4. #4
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    Predefinito Riferimento: su sardu est sa prus minoria manna de su stadu italianu

    Bidduncoli" allo scoperto

    Sull'esempio catalano può rinascere il sardo

    L'unione sarda
    Sabato 27 giugno 2009

    Riflettendo su quanto noi sardi tuteliamo la nostra lingua, ricchezza storica, dono immenso, in rapporto alle realtà catalane, basche, irlandesi, da parte nostra vedo solo quel cartello di "Beni benius" all'ingresso dei paesi.
    Prendendo l'esempio catalano, dove nonostante per oltre 50 anni la dittatura franchista abbia represso con i mezzi più violenti qualsiasi bilinguismo, considerato forma eversiva nei confronti del nazionalismo spagnolo, ora ha ottenuto lo status di lingua ufficiale in Catalunya. Questo significa che documentazioni ufficiali, atti pubblici e giudiziari, segnaletica stradale, sono in catalano. Naturalmente l'uso dello spagnolo non viene pregiudicato, si tratta solo di una regione bilingue.
    Il riconoscimento linguistico, va precisato, non è stato frutto soltanto di una classe politica che ha spinto per l'ottenimento di questo traguardo, ma di tutti i catalani, dal medico al verduraio, dal notaio al garzone di bottega, che hanno mostrato l'ostinazione di un popolo orgoglioso del proprio idioma, obbligato per decenni a parlare e scrivere in spagnolo, ma continuando a pensare in catalano e che oggi va fiero del fatto di poter trovare nelle librerie testi anche nella loro lingua. Una lingua che non si fossilizza all'interno dei confini regionali, ma cerca di diffondersi, mediante centinaia di corsi gratuiti per chiunque voglia imparare il linguaggio ufficiale della Catalunya, che si diversifica a seconda della zona; il catalano di Barcellona è diverso da quello di Valencia o di Maiorca, ma una sorta di filo conduttore grammaticale li unisce, e allo stesso tempo dà quella libertà di espressione e quelle varianti che permettono la differenziazione.
    Il sardo deve avere lo stesso diritto del catalano, deve essere sdoganato da quella convinzione di essere una lingua usata da persone poco colte, dalla "gente rustica", dai "bidduncoli", perché in realtà i "bidduncoli" sono coloro che si vergognano di parlare la propria lingua in pubblico, rinnegando in questo modo le proprie origini; il sardo nella nostra Isola deve essere al pari dell'italiano, così come il catalano e il basco con lo spagnolo, il gaelico con l'inglese, e se il campidanese è diverso dal logudorese, l'ogliastrino dal barbaricino, che si inizi ugualmente a studiare e a diffonderlo nella propria zona, l'italiano farà da raccordo fino a che si troverà quel filo conduttore che unirà le varianti sarde così come ha fatto il catalano.

    NICOLA CABRAS - BARCELLONA

  5. #5
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    Predefinito Riferimento: su sardu est sa prus minoria manna de su stadu italianu

    Citazione Originariamente Scritto da Plùminus Visualizza Messaggio
    Bidduncoli" allo scoperto

    Sull'esempio catalano può rinascere il sardo

    L'unione sarda
    Sabato 27 giugno 2009

    Riflettendo su quanto noi sardi tuteliamo la nostra lingua, ricchezza storica, dono immenso, in rapporto alle realtà catalane, basche, irlandesi, da parte nostra vedo solo quel cartello di "Beni benius" all'ingresso dei paesi.
    Prendendo l'esempio catalano, dove nonostante per oltre 50 anni la dittatura franchista abbia represso con i mezzi più violenti qualsiasi bilinguismo, considerato forma eversiva nei confronti del nazionalismo spagnolo, ora ha ottenuto lo status di lingua ufficiale in Catalunya. Questo significa che documentazioni ufficiali, atti pubblici e giudiziari, segnaletica stradale, sono in catalano. Naturalmente l'uso dello spagnolo non viene pregiudicato, si tratta solo di una regione bilingue.
    Il riconoscimento linguistico, va precisato, non è stato frutto soltanto di una classe politica che ha spinto per l'ottenimento di questo traguardo, ma di tutti i catalani, dal medico al verduraio, dal notaio al garzone di bottega, che hanno mostrato l'ostinazione di un popolo orgoglioso del proprio idioma, obbligato per decenni a parlare e scrivere in spagnolo, ma continuando a pensare in catalano e che oggi va fiero del fatto di poter trovare nelle librerie testi anche nella loro lingua. Una lingua che non si fossilizza all'interno dei confini regionali, ma cerca di diffondersi, mediante centinaia di corsi gratuiti per chiunque voglia imparare il linguaggio ufficiale della Catalunya, che si diversifica a seconda della zona; il catalano di Barcellona è diverso da quello di Valencia o di Maiorca, ma una sorta di filo conduttore grammaticale li unisce, e allo stesso tempo dà quella libertà di espressione e quelle varianti che permettono la differenziazione.
    Il sardo deve avere lo stesso diritto del catalano, deve essere sdoganato da quella convinzione di essere una lingua usata da persone poco colte, dalla "gente rustica", dai "bidduncoli", perché in realtà i "bidduncoli" sono coloro che si vergognano di parlare la propria lingua in pubblico, rinnegando in questo modo le proprie origini; il sardo nella nostra Isola deve essere al pari dell'italiano, così come il catalano e il basco con lo spagnolo, il gaelico con l'inglese, e se il campidanese è diverso dal logudorese, l'ogliastrino dal barbaricino, che si inizi ugualmente a studiare e a diffonderlo nella propria zona, l'italiano farà da raccordo fino a che si troverà quel filo conduttore che unirà le varianti sarde così come ha fatto il catalano.

    NICOLA CABRAS - BARCELLONA
    Cabra is Catalanusu esti unu populu kun is tippaiolusu, nosusu seusu bonusu xetti a si kexai, murrungiai , e aparai su paneri a su primusu ki lompiri de forasa.
    a kitzi
    efisiu salis Bruxelles


  6. #6
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    Predefinito Riferimento: su sardu est sa prus minoria manna de su stadu italianu

    deo su paneri non bi l'appo mai datu55899::13003:

  7. #7
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    Predefinito Perché «limba» tra virgolette e non sardo?

    Deu ddi seu de acòrdiu.. :giagia:


    Perché «limba» tra virgolette e non sardo?

    È da tempo che provo un leggero fastidio quando leggo oppure sento: concorso di poesia in «limba», letteratura in «limba» o discorso in «limba», scuola in «limba», e un lungo eccetera, con una enfasi quasi sempre rafforzata dalle virgolette, che trovo del tutto pleonastiche. È come se dicessimo che il presidente francese Nicolas Sarkozy, all’ultimo vertice del G8, ha parlato in «langue» e non in francese, il premier britannico Gordon Brown in «language» e non in inglese, il primo ministro spagnolo Louis Zapatero in «lengua» e non in spagnolo, il nostro Silvio Berlusconi in «lingua» e non in italiano. È come se del presidente romeno Basescu si dicesse o scrivesse che parla in «limba» solo perché anche in romeno è chiamato «limba» sia l’organo che si muove nella nostra bocca che l’idioma che con essa viene articolato. Ma perché i mezzi di informazione sardi insistono tanto con «limba»? Perché nessuno si sottrae a questo andazzo che a me sembra insopportabilmente conformistico? Forse per affrancarsi da un lungo passato in cui il sardo era definito «dialetto», per cui era quasi norma dire/leggere/sentire «recita in dialetto», «si esprime in dialetto», «il nostro bellissimo dialetto». E come rimedio si è passati da un eccesso all’altro, con un eufemismo tra il paternalistico e l’eccessivamente deferente, «limba» appunto. Perché non diciamo pane al pane, sardo al sardo? Perché non si stabilisce una moratoria per cui ciò che prima era dialetto e ora limba viene semplicemente chiamato «sardo»? Si sarebbe anche più rispettosi dei moltissimi Sardi che chiamano «lingua» il sardo, come altri lo chiamano «limba». Anche perché si sa che «il limba» è una vera lingua, meglio, una lingua vera, parlata da poco più di trecentomila persone in Sierra Leone e da poche migliaia in Guinea (quindi più che mai in pericolo di estinzione come anche il sardo). Me lo aveva fatto notare già da tempo un amico africano che vive in Sardegna, sorpreso e compiaciuto di vedere il suo «limba» campeggiare nei nostri giornali, prima di capire che si parlava di Sardegna e non di Africa. Quindi a ciascuno il suo: il limba ai Limba, il romeno ai Romeni, il sardo ai Sardi. Diego Corraine

    Da "La Nuova Sardegna" del 13/08/2009

  8. #8
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    Predefinito Rif: Perché «limba» tra virgolette e non sardo?

    Citazione Originariamente Scritto da Plùminus Visualizza Messaggio
    Deu ddi seu de acòrdiu.. :giagia:


    Perché «limba» tra virgolette e non sardo?

    È da tempo che provo un leggero fastidio quando leggo oppure sento: concorso di poesia in «limba», letteratura in «limba» o discorso in «limba», scuola in «limba», e un lungo eccetera, con una enfasi quasi sempre rafforzata dalle virgolette, che trovo del tutto pleonastiche. È come se dicessimo che il presidente francese Nicolas Sarkozy, all’ultimo vertice del G8, ha parlato in «langue» e non in francese, il premier britannico Gordon Brown in «language» e non in inglese, il primo ministro spagnolo Louis Zapatero in «lengua» e non in spagnolo, il nostro Silvio Berlusconi in «lingua» e non in italiano. È come se del presidente romeno Basescu si dicesse o scrivesse che parla in «limba» solo perché anche in romeno è chiamato «limba» sia l’organo che si muove nella nostra bocca che l’idioma che con essa viene articolato. Ma perché i mezzi di informazione sardi insistono tanto con «limba»? Perché nessuno si sottrae a questo andazzo che a me sembra insopportabilmente conformistico? Forse per affrancarsi da un lungo passato in cui il sardo era definito «dialetto», per cui era quasi norma dire/leggere/sentire «recita in dialetto», «si esprime in dialetto», «il nostro bellissimo dialetto». E come rimedio si è passati da un eccesso all’altro, con un eufemismo tra il paternalistico e l’eccessivamente deferente, «limba» appunto. Perché non diciamo pane al pane, sardo al sardo? Perché non si stabilisce una moratoria per cui ciò che prima era dialetto e ora limba viene semplicemente chiamato «sardo»? Si sarebbe anche più rispettosi dei moltissimi Sardi che chiamano «lingua» il sardo, come altri lo chiamano «limba». Anche perché si sa che «il limba» è una vera lingua, meglio, una lingua vera, parlata da poco più di trecentomila persone in Sierra Leone e da poche migliaia in Guinea (quindi più che mai in pericolo di estinzione come anche il sardo). Me lo aveva fatto notare già da tempo un amico africano che vive in Sardegna, sorpreso e compiaciuto di vedere il suo «limba» campeggiare nei nostri giornali, prima di capire che si parlava di Sardegna e non di Africa. Quindi a ciascuno il suo: il limba ai Limba, il romeno ai Romeni, il sardo ai Sardi. Diego Corraine

    Da "La Nuova Sardegna" del 13/08/2009

    e c'ha ragione...basta con questo modo improprio di chiamare il Sardo.

  9. #9
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    Predefinito Rif: Perché «limba» tra virgolette e non sardo?

    Citazione Originariamente Scritto da Plùminus Visualizza Messaggio
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    Perché «limba» tra virgolette e non sardo?

    È da tempo che provo un leggero fastidio quando leggo oppure sento: concorso di poesia in «limba», letteratura in «limba» o discorso in «limba», scuola in «limba», e un lungo eccetera, con una enfasi quasi sempre rafforzata dalle virgolette, che trovo del tutto pleonastiche. È come se dicessimo che il presidente francese Nicolas Sarkozy, all’ultimo vertice del G8, ha parlato in «langue» e non in francese, il premier britannico Gordon Brown in «language» e non in inglese, il primo ministro spagnolo Louis Zapatero in «lengua» e non in spagnolo, il nostro Silvio Berlusconi in «lingua» e non in italiano. È come se del presidente romeno Basescu si dicesse o scrivesse che parla in «limba» solo perché anche in romeno è chiamato «limba» sia l’organo che si muove nella nostra bocca che l’idioma che con essa viene articolato. Ma perché i mezzi di informazione sardi insistono tanto con «limba»? Perché nessuno si sottrae a questo andazzo che a me sembra insopportabilmente conformistico? Forse per affrancarsi da un lungo passato in cui il sardo era definito «dialetto», per cui era quasi norma dire/leggere/sentire «recita in dialetto», «si esprime in dialetto», «il nostro bellissimo dialetto». E come rimedio si è passati da un eccesso all’altro, con un eufemismo tra il paternalistico e l’eccessivamente deferente, «limba» appunto. Perché non diciamo pane al pane, sardo al sardo? Perché non si stabilisce una moratoria per cui ciò che prima era dialetto e ora limba viene semplicemente chiamato «sardo»? Si sarebbe anche più rispettosi dei moltissimi Sardi che chiamano «lingua» il sardo, come altri lo chiamano «limba». Anche perché si sa che «il limba» è una vera lingua, meglio, una lingua vera, parlata da poco più di trecentomila persone in Sierra Leone e da poche migliaia in Guinea (quindi più che mai in pericolo di estinzione come anche il sardo). Me lo aveva fatto notare già da tempo un amico africano che vive in Sardegna, sorpreso e compiaciuto di vedere il suo «limba» campeggiare nei nostri giornali, prima di capire che si parlava di Sardegna e non di Africa. Quindi a ciascuno il suo: il limba ai Limba, il romeno ai Romeni, il sardo ai Sardi. Diego Corraine

    Da "La Nuova Sardegna" del 13/08/2009

    Questa volta Diego Corraine è stato da applauso!

  10. #10
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    Predefinito Rif: Riferimento: su sardu est sa prus minoria manna de su stadu italianu

    Citazione Originariamente Scritto da Plùminus Visualizza Messaggio

    (...)Prendendo l'esempio catalano, dove nonostante per oltre 50 anni la dittatura franchista abbia represso con i mezzi più violenti qualsiasi bilinguismo(...)
    1939-1975 = 36 anni

 

 
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