Primarie Pd, dichiarazioni e polemiche dell’ultimo minuto
Oltre 9mila stazioni di voto (molte delle quali sotto un gazebo), aperte per dodici ore. Ecco i numeri fondamentali delle primarie del Pd che si svolgeranno domani in tutta l’Italia, vedendosi affrontare*Pippo Civati, Gianni Cuperlo*e*Matteo Renzi*(in rigoroso ordine alfabetico) per conquistare la segreteria del partito ed eleggere la quasi totalità dei membri dell’Assemblea nazionale.
Non c’è silenzio elettorale all’interno del Pd e sui media, quindi ogni minuto fino a mezzanotte è buono. Se Civati annuncia che, in caso di ballottaggio tra i due candidati più votati (qualora nessuno superi il 50%) non darà il voto a Renzi o a Cuperlo (ma nella sua campagna in Sardegna resta senza benzina sull’auto di un militante e deve spostarsi in autostop), Renzi assicura su Facebook che manca un giorno “al nuovo Pd che sogniamo insieme da sempre” e sottolinea che “Se alle primarie decidiamo l’abolizione del Senato, il bipolarismo e il maggioritario perché vince il candidato che propone queste cose, i gruppi non possono mettersi di traverso”.
Il tutto mentre Cuperlo cerca di scrollarsi di dosso l’etichetta di uomo di apparato: “Ho cercato di parlare di futuro, dell’idea di partito e di Paese che ho in testa. Della necessità di cambiamento. Ma se mi guardo attorno io trovo la continuità nelle ricette di Renzi”. Vorrà passi avanti sul tema dei diritti, specialmente in tema di diritti degli omosessuali “per rendere l’Italia un Paese più libero e giusto”.
Nel frattempo però scoppia già una polemica, per un’Assemblea nazionale che non c’è ancora, ma ha già alcuni membri assicurati: l’ultima delibera della commissione per il congresso del Pd stabilisce che sono membri di diritto dell’organo il presidente Letta, gli ex segretari nazionali, ma anche i ministri Pd in carica (Franceschini, Delrio, Kyenge, Zanonato, Carrozza, Bray e Trigilia), con l’eccezione di Orlando che è in lista a Genova, e addirittura il sottosegretario ai servizi Marco Minniti, il segretario nazionale dei giovani democratici e il dirigente del settore organizzazione.
Se Cuperlo e Renzi tacciono, Civati si limita a dire: “Significa che tra qualche mese in assemblea ci saranno ministri diversi. Quelli di un altro governo”. Molto meno ironico e accomodante il “popolare” Luigi Madeo, vicino a Beppe Fioroni: “Perché i ministri siano stati tenuti fuori dalle primarie. E perché è stato scelto un solo sottosegretario? Altro che primarie, qui siamo alla lottizzazione bella e buona, con scelte ad personam“.


Scritto da: Gabriele Maestri
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