Il progetto prevede un indirizzo virtuale di residenza da assegnare agli stranieri senza dimora, in possesso dello status di rifugiato titolare di protezione internazionale e con il permesso di soggiorno ottenuto per motivi umanitari. La residenza è essenziale per poter accedere ai servizi sanitari e ad un posto di lavoro, senza residenza non si può nemmeno avere il codice fiscale. La delibera contenente la proposta sarà vagliata dal Consiglio Regionale la prossima settimana, se verrà approvata passerà all'esame del Consiglio comunale. Il testo della delibera è stato scritto dal vicesindaco Elide Tisi, dall'assessore ai Servizi anagrafici Stefano Gallo e dall'Assessore alla Polizia Municipale Giuliana Tedesco. Visti gli eventi recenti è stato proposto di intitolare l'indirizzo virtuale all'ex comandante e cofondatore del Umkhonto we Sizwe Nelson Mandela.
Il vicesindaco Tisi afferma “La Città di Torino e l'Anci si sono inoltre rivolte al ministero dell'Interno chiedendo l'attivazione dipiani straordinari di intervento finanziati dallo Stato, come i progetti Sprar, che garantiscano il sostegno essenziale anche a coloro che hanno già fruito di aiuti e che non hanno mezzi per vivere in autonomia”.
L'assessore Gallo spiega che “Questo provvedimento risolve un problema di residenza a cui da molto tempo la Città cerca di dare una soluzione. Ritengo sia un'esperienza che possa essere adottata anche da altre realtà italiane”.
L'assessore Tedesco aggiunge “La definizione di uno specifico indirizzo favorirà l'attività, svolta dagli uffici comunali, e in particolare dalla Polizia municipale, di monitoraggio dei cittadini stranieri che vivono in condizioni di forte disagio”.
Fredo Olivero e Sergio Durando della Pastorale Migranti affermano che il progetto è molto positivo per la comunità,Olivero commenta “Così i rifugiati di lungo periodo potranno ottenere subito la tessera sanitaria, il codice fiscale. Per il lavoro saranno facilitati dal poter presentare una carta d’identità. In questo modo diventano cittadini”. Durandoafferma “Con questa decisione si chiude un braccio di ferro durato anni, con raccolte di firme, manifestazioni. Anche durante la visita dell’arcivescovo Nosiglia all’ex Moi, la prima richiesta dei rifugiati era stata proprio la residenza”.
Torino, proposto indirizzo virtuale di residenza per rifugiati e profughi | Piemonte | Regioni