Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 15
  1. #1
    Forumista senior
    Data Registrazione
    03 Aug 2009
    Messaggi
    1,659
     Likes dati
    551
     Like avuti
    726
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Il NOM: un gigante dai piedi d'argilla




    Il NOM: un gigante dai piedi d'argilla

    Questo articolo potrebbe sembrare a qualcuno come l'ingenuo tentativo di guardarsi allo specchio dicendosi “sei forte, ce la farai” per farsi coraggio solo perché si ha razionalmente poco cui appigliarsi.

    E in parte lo scopo è anche questo.
    Tuttavia la funzionalità dell'analisi che segue quale training autogeno di massa sta a valle, e non a monte, di una situazione soggettiva della quale occorre prendere atto perché, fortunatamente, le notizie non sono sempre cattive.


    La costituzione di un Nuovo Ordine Mondiale fondato su un superstato globale unitario e totalitario, processo allo stesso tempo compiuto ma in divenire nel suo perfezionamento, vive oggi al suo interno due apparenti contraddizioni che si spiegano in realtà con una difficoltà strategica nel perseguire il progetto. Una difficoltà, si badi bene, dovuta più a fattori endogeni che ad una resistenza interna ancora olografica.


    La prima situazione vissuta all'interno del NOM è chiaramente l'inasprimento della cattiveria e della repressione al proprio interno. Questa ulteriore accelerazione totalitaria, contraria alla stessa teoria del totalitarismo per gradi di liberale fattura, sta prendendo forma sia a livello legale che culturale e mediatico. In Europa abbiamo vissuto negli ultimi due anni il varo di provvedimenti come il Fiscal Compact, il MES e l'istituzione della Eurogenfor, di natura economica i primi due e poliziesca il secondo. A livello mediatico invece si ripetono sempre più mantra tanto assillanti da essere ormai appena percepiti quali “ce lo chiede l'Europa”, “non c'è alternativa” o “la globalizzazione non si può contrastare ma solo governare”. Culturalmente la fornace della filmografia specialmente hollywoodiana sta producendo a ritmi serrati film di una portata propagandistica assolutamente infantile che mirano a riproporre nella mente assuefatta degli spettatori luoghi comuni e fantasmi antichi quanto la nostra scuola e lo stesso dicasi per il piccolo schermo, dove trasmissioni e serie tv hanno mutato il linguaggio impoverendolo nei dialoghi e nelle presentazioni così da fornire sempre e con pochi termini da “neolingua” la stessa proiezione della realtà. Non si dimentichi inoltre l'ultimo ritrovato dell'ingegneria sociale mondialista ossia la strumentalizzazione dell'emancipazione degli omosessuali, una causa che, giusta nelle sue origini come legittima rivendicazione di diritti di coppia, è ora degenerata in un fuoco incrociato contro ogni struttura familiare, legislativa e nazionale allo scopo non di promuovere la tranquilla esistenza di coppie omosessuali riconosciute al loro interno, quanto di atomizzare ogni livello sociale in modo irreversibile e chissà, un domani, avere sotto controllo in provetta ogni bambino concepito1. Il favoreggiamento dei diritti dei gay contro la legislazione per una famiglia normale è diventato pretesto di attacco a quella parte del mondo che ancora non vuole prendere ordini dal Rockefeller Center.


    Fin qui le – apparenti – cattive notizie, perché le buone novelle qui di seguito getteranno una nuova luce anche su quanto già scritto.
    Se al proprio interno il dominio globalista si sta facendo sempre più duro è altrettanto vero che nell'ultimo decennio ha incassato all'esterno sonore sconfitte dai suoi avversari dopo settant'anni di avanzate apparentemente incontrastabili. E prima di rispondere alle osservazioni che seguiranno con l'ironia di chi vuole derubricare queste sconfitte a frenate insignificanti (il che implicherebbe comunque l'ammissione che un governo globalista è effettivamente in divenire e che qualche nazione sovrana lo sta contrastando...) è bene ricordare che in passato potenti imperi come quello romano o l'Unione Sovietica sono crollati dopo pochi anni di apparentemente secondarie sconfitte contingenti le quali in realtà costituivano l'accelerazione verso un tracollo le cui cause invisibili erano maturate decenni addietro.
    Lungo il limes dell'Eurasia, ossia quella che per decenni è stata la principale preda geopolitica del Nuovo Ordine Mondiale e nella quale non a caso sono situati i suoi principali avversari (non raramente indicati dall'Occidente come “stati canaglia”) sempre più paesi hanno contrapposto agli Usa e agli alleati dell'OTAN un'efficace resistenza militare, battendo il nemico proprio là dove sembrava invincibile. Ma anche dal punto di vista della tenuta interna di sistemi e regimi rispetto alle infiltrazioni e alle destabilizzazioni promosse dagli Usa e dall'Occidente in generale i risultati sono stati estremamente positivi. Dopo la vittoria alle presidenziali del 2010 di Victor Janucovic e la decisa svolta filorussa di questi giorni, l'Ucraina sta rientrando nella sfera d'influenza di Mosca dopo la pericolosa infiltrazione colorata manovrata da Washington. Anche la crisi nordcoreana, nonostante permanga la pericolosa esposizione di Pyongyang a un'invasione dal sud, si è risolta dando probabilmente al Nord il tempo sufficiente a un drastico rilancio dello stato popolare. In Iraq e Afghanistan, nonostante la permanenza di un'occupazione militare OTAN, la disfatta militare occidentale si fa sempre più evidente nelle perdite umane, economiche, nella graduale perdita di controllo del territorio e soprattutto nella legittimazione de facto di quelli che erano un tempo nemici da cancellare anche dal vocabolario, i Taliban2. La tenuta del sistema in Iran è stata tanto disarmante per gli Usa e i loro alleati-sudditi da costringerli a rivedere drasticamente la propria politica verso Teheran e, dopo un'iniziale tentazione per l'opzione militare, l'Occidente è stato costretto dalle circostanze a più miti consigli e alla trattativa sul nucleare iraniano. L'elezione alla presidenza di Rohani, il quale con perizia e abilità sta portando avanti quella che è stata in sostanza la medesima politica di Ahmadinejead3, ha permesso a Obama e agli americani di salvare la faccia sostenendo mediaticamente che con il nuovo presidente il dialogo fosse possibile, quando la realtà è che gli iraniani sono sempre stati aperti a questa possibilità, ciò che è cambiato è che l'Occidente non è più nella posizione di rischiare un intervento militare e ha trovato giusto il modo per nascondere questa marcia indietro. In Siria dopo che tutto sembrava giocare contro Assad – dalla preponderanza di mezzi per i terroristi foraggiati da israele, Usa e Arabia Saudita, all'apparente inattività di Russia e Cina – dal 2011 a oggi la situazione è drasticamente ribaltata e l'esercito regolare, pur tra difficoltà contingenti, sta inesorabilmente recuperando al legittimo governo il controllo del paese. L'aver provocato un drammatico esodo di profughi e la messa in scena di un attacco chimico da attribuire schizofrenicamente al governo di Assad, si sono ritorti mediaticamente contro gli americani stessi, maldestri più che mai nell'impacchettare la notizia e impreparati alla collaborazione militare che la Marina russa ha fornito ai siriani nel proteggere il proprio spazio aereo.


    Ma dove il disegno globalista sta maggiormente fallendo, sebbene nell'immediato non sembri essere questa la chiave di lettura principale, è l'Egitto. Anche qui movimenti eterodiretti da oltreoceano avevano tentato di incanalare l'effettivo dissenso al vecchio Quisling Mubarak per rimpiazzarlo con un regime democratico altrettanto filoccidentale ma senza l'esposizione mediatica di un dittatore. Archiviata la stagione delle cosidette Primavere arabe, ciò che oggi sorprende non è tanto il sostanziale fallimento del progetto globalista sull'Egitto quanto il fatto che il tentativo di incanalare in una determinata direzione il dissenso a Mubarak abbia finito sul lungo periodo per portare al potere un'autocrazia militare che a fronte dello scetticismo di Washington si sta appoggiando sempre più esplicitamente alla Federazione Russa4. In sintesi, l'America ha dato vita a una sommossa politica perché ne nascesse un governo proprio vassallo e sta ottenendo l'esatto opposto.


    La chiara perdita di potere all'esterno e la cattiveria sempre più marcata all'interno sono i chiari segni distintivi di un concorrente che sta perdendo forze e si sente sempre più messo all'angolo. Consapevole delle proprie forze in calo, un giocatore in queste condizioni non può fare altro che spremere rabbiosamente quanto è sotto il suo controllo sperando che nulla gli sfugga dalle mani e soprattutto che gli antagonisti esterni, fuor di metafora, Russia, Cina, Iran, non guadagnino forza sufficiente a far crollare da fuori il gigante dai piedi d'argilla.



    1http://www.statopotenza.eu/8954/geosessualita-del-mondo-moderno

    2http://www.massimofini.it/articoli/e-adesso-gli-usa-trattano-la-pace-con-i-criminali-talebani

    3http://www.statopotenza.eu/9058/rohuani-apologia-di-un-intransigente-che-la-sa-lunga

    4Il capo dell?intelligence russa arriva al Cairo - Stato & Potenza; L?Egitto chiede di nuovo armi alla Russia: La Voce della Russia
    Questo è il mio caposaldo. Da qui non mi schiodo.

  2. #2
    Moderatore
    Data Registrazione
    22 Apr 2009
    Messaggi
    13,470
     Likes dati
    543
     Like avuti
    1,680
    Mentioned
    191 Post(s)
    Tagged
    9 Thread(s)

    Predefinito Re: Il NOM: un gigante dai piedi d'argilla

    Negli ultimi anni l' occidente sta collezionando figuracce, sta dando in geopolitica un impressione di goffagine. In primis in Siria, in Sudamerica, adesso in Ucraina. Qualche volta colleziona successi come in Birmania e in Iran, per la volontà però delle classi dirigenti di questi paesi di ottenere maggiori ricchezze e sedersi ai tavoli del governo mondiale come partecipanti, players, attraverso l' apertura dei loro paesi alla globalizzazione e al neoliberismo.
    Dopo la caduta del socialismo reale la diffusione del neoliberismo ha favorito l' ascesa di nuovi attori economici sempre più vitali, dove alla vitalità economica, poi tecnologica è seguita adesso quella geopolitica e anche militare. Di conseguenza, l' espansione delle oligarchie occidentali euro-americane conosce un certo freno determinato dall' emergere di nuove oligarchie economiche asiatiche, russe, brasiliane, mediorientali, forse africane aventi ai loro piedi potenze militari altrettanto spaventose.
    Fin qui d' accordo.
    Ma non canto vittoria per questo. Decadenza delle oligarchie occidentali non vuol dire affatto caduta di quel modello economico che un tempo fece la fortuna di queste oligarchie. Il mondialismo, il neoliberismo, la modernità becera e stritolante, sembrano invece ancora forti, non ancora all' angolo (sebbene catastrofi geologiche e climatiche siano dietro ... l' angolo, anche a breve), a resistere restano un pò di nazioni sudamericane, Corea del Nord, Ungheria, ma quelle grandi potenze rivali di USA-UE-Isreale sono dominate dal capitalismo più spietato, più distruttore, dall' ingiustizia sociale, dal consumismo, dal totalitarismo tecno-borghese-moderno. Non ha senso togliere degli attori se non togliamo il sistema.
    Più che l' anti-americanismo io riassumo la mia battaglia nel moto: "fermate il mondo, voglio scendere".
    Ultima modifica di Avanguardia; 10-12-13 alle 16:41
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

  3. #3
    Forumista senior
    Data Registrazione
    03 Aug 2009
    Messaggi
    1,659
     Likes dati
    551
     Like avuti
    726
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il NOM: un gigante dai piedi d'argilla

    In effetti la guida anglo-americana del Nuovo Ordine Mondiale è solo contingente e mai l'antagonismo a questo ordine va fatto coincidere con l'antiamericanismo, questo passaggio forse l'ho dato per scontato.
    Per quanto riguarda il capitalismo di Russia, Cina e, aggiungerei io per conoscenza diretta, Brasile, si tratta in effetti di un sistema che nulla ha da invidiare quanto a ferocia rispetto all'Occidente, a parte forse una maggior concessione di briciole in caduta dal tavolo sotto forma di aumenti salariali, ma la differenza è che questi paesi ancora godono di una cosa importantissima che in Occidente non esiste: la sovranità.

    Sebbene i poteri forti cerchino sempre di insinuarsi, nessuno dice a Mosca o Pechino cosa devono fare, ragion per cui io credo che potenzialmente in quei paesi vi sia la potenzialità per l'ascesa di un governo di nuovo tipo vicino ai nostri ideali, cosa che strutturalmente non può avvenire in Occidente dove gli stati sono appositamente creati per rispondere alle varie Trilateral, Bilderberg, etc.
    Questo è il mio caposaldo. Da qui non mi schiodo.

  4. #4
    email non funzionante
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Messaggi
    22,425
     Likes dati
    46,241
     Like avuti
    21,159
    Mentioned
    157 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito Re: Il NOM: un gigante dai piedi d'argilla

    Citazione Originariamente Scritto da Simone.org Visualizza Messaggio
    In effetti la guida anglo-americana del Nuovo Ordine Mondiale è solo contingente e mai l'antagonismo a questo ordine va fatto coincidere con l'antiamericanismo, questo passaggio forse l'ho dato per scontato.
    Per quanto riguarda il capitalismo di Russia, Cina e, aggiungerei io per conoscenza diretta, Brasile, si tratta in effetti di un sistema che nulla ha da invidiare quanto a ferocia rispetto all'Occidente, a parte forse una maggior concessione di briciole in caduta dal tavolo sotto forma di aumenti salariali, ma la differenza è che questi paesi ancora godono di una cosa importantissima che in Occidente non esiste: la sovranità.

    Sebbene i poteri forti cerchino sempre di insinuarsi, nessuno dice a Mosca o Pechino cosa devono fare, ragion per cui io credo che potenzialmente in quei paesi vi sia la potenzialità per l'ascesa di un governo di nuovo tipo vicino ai nostri ideali, cosa che strutturalmente non può avvenire in Occidente dove gli stati sono appositamente creati per rispondere alle varie Trilateral, Bilderberg, etc.
    L'importante è che i legami di loggia, non si facciano sentire, l'esoterismo può sbeffeggiare benissimo la geopolitica, per questo occorre sperare nella Provvidenza. Non è solo un gioco basato sul piano della materia, ci sono fini, perversi , ma spirituali dietro.
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  5. #5
    Forumista senior
    Data Registrazione
    03 Aug 2009
    Messaggi
    1,659
     Likes dati
    551
     Like avuti
    726
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il NOM: un gigante dai piedi d'argilla

    Citazione Originariamente Scritto da Freezer Visualizza Messaggio
    L'importante è che i legami di loggia, non si facciano sentire, l'esoterismo può sbeffeggiare benissimo la geopolitica, per questo occorre sperare nella Provvidenza. Non è solo un gioco basato sul piano della materia, ci sono fini, perversi , ma spirituali dietro.
    E' un discorso interessantissimo che a microfoni spenti posso approvare ma che non ritengo spendibile politicamente. E' chiaro che chi vuole il controllo del mondo, le solite famiglie oscure quali Rockefeller, Rottschild, Gates, Windsor e così alla via, probabilmente frequentano templi ben diversi da chiese, sinagoghe e moschee... la simbologia satanista è ben diffusa nelle loro pratiche, ne sia d'esempio la ritualità repellente dei Bohemian Groove degli Skull & Bones cui appartiene una gran parte dei presidenti USA.

    Ma non penso affatto che si debba aspettare la Provvidenza per porre fine a questo stato di cose, ritengo invece che il Divino ci abbia dato tutto quanto serva per mutare il corso delle cose e fare nostro il potere della Creazione.
    L'uso sapiente della Geopolitica rientra in questa funzione.
    Questo è il mio caposaldo. Da qui non mi schiodo.

  6. #6
    Moderatore
    Data Registrazione
    22 Apr 2009
    Messaggi
    13,470
     Likes dati
    543
     Like avuti
    1,680
    Mentioned
    191 Post(s)
    Tagged
    9 Thread(s)

    Predefinito Re: Il NOM: un gigante dai piedi d'argilla

    Citazione Originariamente Scritto da Simone.org Visualizza Messaggio
    In effetti la guida anglo-americana del Nuovo Ordine Mondiale è solo contingente e mai l'antagonismo a questo ordine va fatto coincidere con l'antiamericanismo, questo passaggio forse l'ho dato per scontato.
    Per quanto riguarda il capitalismo di Russia, Cina e, aggiungerei io per conoscenza diretta, Brasile, si tratta in effetti di un sistema che nulla ha da invidiare quanto a ferocia rispetto all'Occidente, a parte forse una maggior concessione di briciole in caduta dal tavolo sotto forma di aumenti salariali, ma la differenza è che questi paesi ancora godono di una cosa importantissima che in Occidente non esiste: la sovranità.

    Sebbene i poteri forti cerchino sempre di insinuarsi, nessuno dice a Mosca o Pechino cosa devono fare, ragion per cui io credo che potenzialmente in quei paesi vi sia la potenzialità per l'ascesa di un governo di nuovo tipo vicino ai nostri ideali, cosa che strutturalmente non può avvenire in Occidente dove gli stati sono appositamente creati per rispondere alle varie Trilateral, Bilderberg, etc.
    Aggiungo che quelle nazioni hanno una classe dirigente con una visione del futuro, progetti di lungo termine, mentre in occidente si tira a campare e salvare il salvabile, forse soltanto la classe dirigente tedesca e l' entourage obamiano negli USA hanno orizzonti più grandi.
    Questo però non significa che ci siano lì le condizioni per la creazione di ordinamenti come piacciono a noi, restando dentro il sistema che ripeto, è tipo quello che abbiamo qua nella sostanza. Al limite nella Russia di Putin stiamo vedendo qualche mossa di risanamento nazionale improntata al tradizional-conservatorismo, contrastante con certa omologazione occidentale, con il calcolo che educando un pochino a certi valori in futuro troveranno meno acqua su cui nuotare corruzione e affarismo mafioso.

    PS: tu che conosci il Brasile, sai dirci qualcosa delle rivolte che ci sono?
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

  7. #7
    Forumista senior
    Data Registrazione
    03 Aug 2009
    Messaggi
    1,659
     Likes dati
    551
     Like avuti
    726
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il NOM: un gigante dai piedi d'argilla

    Il Brasile è un caso assolutamente ambiguo ed è altrettanto difficile interpretare le rivolte degli scorsi mesi.
    Posso dirti che non è assolutamente un paese bolivariano ma una potenza in tutto e per tutto capitalista con la particolarità, tipica delle economia emergenti, di riuscire ad arginare i disagi per le classi lavoratrici grazie ad una impostazione laburista (il Partido dos Trabalhadores di Lula non è altro che laburismo) per certi aspetti una sorta di socialdemocrazia in cui tra l'altro i redditi sono estremamente bassi e una parte consistente dei diritti del lavoratore sta non tanto nel salario quanto nei benefit ad esso collegati (trasporto pubblico a carico dell'azienda, card per l'acquisto di generi alimentari o della colazione al bar, cure dentistiche).

    Ma se si pensa che l'unica grande tassa che si paga in Brasile praticamente è l'imposta sui consumi, mentre le tasse sul reddito sono in larga parte eluse tranne che per i salariati (il sogno degli anarco-capitalisti...) capisci che gli squilibri sociali si acutizzano soprattutto sommando questo fattore all'altissimo costo di vita (se qualcuno mi chiede perché non vado a vivere in Brasile che tanto là col ns stipendio si fa la vita da nababbo gli strappo la lingua).

    Questa premessa per dire che è stato estremamente facile portare alle rivolte dei 20 centavos sul biglietto del bus in concomitanza coi grandi investimenti per i mondiali di calcio. In Brasile il trasporto pubblico è carissimo e inefficiente, la sanità pubblica è utile solo per farsi un'eutanasia de facto (grazie all'assenza di cure...), la distribuzione idroelettrica indegna di una potenza industriale, la circolazione stradale da paese del quarto mondo, il crimine in certe zone fa apparire Scampia come un monastero benedettino.

    Ma allo stesso tempo il Brasile sta lavorando bene a livello geostrategico, difendendo le proprie risorse petrolifere dall'assalto americano e la sovranità sull'Amazzonia, oltre a perseguire con gli altri paesi del BRICS una politica monetaria mondiale che mira alla diversificazione delle valute e alla creazione di un'alternativa alla Banca Mondiale.

    E' quindi probabile (dico probabile, non sicuro) che queste rivolte siano state la versione verdeoro delle defecazioni colorate guidate dagli USA. Sostanzialmente si è incanalato un malcontento legittimo e preesitente su una faccenda giusta presa singolarmente (la protesta per le spese per i Mondiali quando il paese ha bisogno di ben altro) al fine di destabilizzare un paese che gioca da attore sovrano la sua politica internazionale.

    Ricordiamo inoltre che il Brasile ha condannato il comportamento di USA e Corea del Sud in occasione della crisi in estremo oriente e difendendo di fatto la Corea del Nord, senza contare che Brasilia ha cattivi rapporti con la Colombia (cameriere degli americani) che acquista armi proprio dalla Corea del Sud.
    Questo è il mio caposaldo. Da qui non mi schiodo.

  8. #8
    Forumista senior
    Data Registrazione
    01 Dec 2011
    Messaggi
    1,557
     Likes dati
    174
     Like avuti
    621
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    5 Thread(s)

    Predefinito Re: Il NOM: un gigante dai piedi d'argilla

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Negli ultimi anni l' occidente sta collezionando figuracce, sta dando in geopolitica un impressione di goffagine. In primis in Siria, in Sudamerica, adesso in Ucraina. Qualche volta colleziona successi come in Birmania e in Iran, per la volontà però delle classi dirigenti di questi paesi di ottenere maggiori ricchezze e sedersi ai tavoli del governo mondiale come partecipanti, players, attraverso l' apertura dei loro paesi alla globalizzazione e al neoliberismo.
    Dopo la caduta del socialismo reale la diffusione del neoliberismo ha favorito l' ascesa di nuovi attori economici sempre più vitali, dove alla vitalità economica, poi tecnologica è seguita adesso quella geopolitica e anche militare. Di conseguenza, l' espansione delle oligarchie occidentali euro-americane conosce un certo freno determinato dall' emergere di nuove oligarchie economiche asiatiche, russe, brasiliane, mediorientali, forse africane aventi ai loro piedi potenze militari altrettanto spaventose.
    Fin qui d' accordo.
    Ma non canto vittoria per questo. Decadenza delle oligarchie occidentali non vuol dire affatto caduta di quel modello economico che un tempo fece la fortuna di queste oligarchie. Il mondialismo, il neoliberismo, la modernità becera e stritolante, sembrano invece ancora forti, non ancora all' angolo (sebbene catastrofi geologiche e climatiche siano dietro ... l' angolo, anche a breve), a resistere restano un pò di nazioni sudamericane, Corea del Nord, Ungheria, ma quelle grandi potenze rivali di USA-UE-Isreale sono dominate dal capitalismo più spietato, più distruttore, dall' ingiustizia sociale, dal consumismo, dal totalitarismo tecno-borghese-moderno. Non ha senso togliere degli attori se non togliamo il sistema.
    Più che l' anti-americanismo io riassumo la mia battaglia nel moto: "fermate il mondo, voglio scendere".
    Le grandi potenze rivali dell'imperialismo americano non si fanno portatrici di una visione nuova, ma al contrario ritornano al capitalismo nazionale di un secolo fa, prima dell'avvento dell'imperialismo globale finanziario. Quindi i rapporti interni restano sempre quelli più o meno ingiusti del capitalismo, ma con una visione internazionale di competizione reciproca, e con un'indipendenza nazionale della politica. La Russia è il miglior esempio in tal senso.
    Questo ha una conseguenza molto importante. Se è lo Stato nazionale a decidere, seppur rimaniamo nel capitalismo, vuol dire che decide la politica. Se decide la politica vuol dire che i cittadini prima o poi possono intervenire sulla società e cambiare il sistema. Come questo non è ancora dato sapere. I tentativi del novecento hanno fallito miseramente. Ma nel caso si riuscisse a trovare un modo, si può farlo.
    Se invece decidono le oligarchie finanziarie e estere, ci potrà essere pure il popolo più volenteroso del mondo ma non potrà decidere un bel nulla.
    Per questo, in questo momento storico, l'unica "rivoluzione" possibile è la restaurazione del vecchio capitalismo nazionale e politico.

    Gli unici paesi che provano un'organizzazione sociale diversa, o incontrano difficoltà (Venezuela,...) o usano come base la religione islamica (Iran, Libano,...) o sono residui storici (Cuba, RPDK).
    L'unico paese che porta avanti un modello effettivamente nuovo e potenzialmente vincente è la Cina. Si trova al limite tra capitalismo nazionale e nuova organizzazione sociale. Le contraddizioni sono tantissime e la leadership divisa, il capitalismo spesso feroce. Ma si ha comunque un tipo di sistema sconosciuto in precedenza. Tutti i settori strategici sono in mano allo Stato. L'organizzazione cooperativa è molto sviluppata. Il governo si innesta sulla cultura asiatica, profondamente diversa nella concezione del lavoro dall'occidente. Il potere resta nelle mani della dittatura del PCC, mentre a livello locale vi sono nuovi modelli di autogoverno. Chissà se riuscirà a creare qualcosa di nuovo o finirà per omologarsi al modello occidentale.

  9. #9
    email non funzionante
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Messaggi
    22,425
     Likes dati
    46,241
     Like avuti
    21,159
    Mentioned
    157 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito Re: Il NOM: un gigante dai piedi d'argilla

    Citazione Originariamente Scritto da Simone.org Visualizza Messaggio
    E' un discorso interessantissimo che a microfoni spenti posso approvare ma che non ritengo spendibile politicamente. E' chiaro che chi vuole il controllo del mondo, le solite famiglie oscure quali Rockefeller, Rottschild, Gates, Windsor e così alla via, probabilmente frequentano templi ben diversi da chiese, sinagoghe e moschee... la simbologia satanista è ben diffusa nelle loro pratiche, ne sia d'esempio la ritualità repellente dei Bohemian Groove degli Skull & Bones cui appartiene una gran parte dei presidenti USA.

    Ma non penso affatto che si debba aspettare la Provvidenza per porre fine a questo stato di cose, ritengo invece che il Divino ci abbia dato tutto quanto serva per mutare il corso delle cose e fare nostro il potere della Creazione.
    L'uso sapiente della Geopolitica rientra in questa funzione.
    Si tratta di un nemico che va conosciuto e penso che i concetti riguardanti il lato spirituale della cosa meritino attenzione , perché poi permeano ogni agire di chi se ne intrippa , vedesi i loschi figuri di cui parlavamo. C'è un estetica in tutto questo che regola ogni loro piano e non mancano mai di tirarla fuori, per cui osservando la realtà con occhi attenti possiamo capirla meglio.
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  10. #10
    Moderatore
    Data Registrazione
    22 Apr 2009
    Messaggi
    13,470
     Likes dati
    543
     Like avuti
    1,680
    Mentioned
    191 Post(s)
    Tagged
    9 Thread(s)

    Predefinito Re: Il NOM: un gigante dai piedi d'argilla

    Citazione Originariamente Scritto da Simone.org Visualizza Messaggio
    Il Brasile è un caso assolutamente ambiguo ed è altrettanto difficile interpretare le rivolte degli scorsi mesi.
    Posso dirti che non è assolutamente un paese bolivariano ma una potenza in tutto e per tutto capitalista con la particolarità, tipica delle economia emergenti, di riuscire ad arginare i disagi per le classi lavoratrici grazie ad una impostazione laburista (il Partido dos Trabalhadores di Lula non è altro che laburismo) per certi aspetti una sorta di socialdemocrazia in cui tra l'altro i redditi sono estremamente bassi e una parte consistente dei diritti del lavoratore sta non tanto nel salario quanto nei benefit ad esso collegati (trasporto pubblico a carico dell'azienda, card per l'acquisto di generi alimentari o della colazione al bar, cure dentistiche).

    Ma se si pensa che l'unica grande tassa che si paga in Brasile praticamente è l'imposta sui consumi, mentre le tasse sul reddito sono in larga parte eluse tranne che per i salariati (il sogno degli anarco-capitalisti...) capisci che gli squilibri sociali si acutizzano soprattutto sommando questo fattore all'altissimo costo di vita (se qualcuno mi chiede perché non vado a vivere in Brasile che tanto là col ns stipendio si fa la vita da nababbo gli strappo la lingua).

    Questa premessa per dire che è stato estremamente facile portare alle rivolte dei 20 centavos sul biglietto del bus in concomitanza coi grandi investimenti per i mondiali di calcio. In Brasile il trasporto pubblico è carissimo e inefficiente, la sanità pubblica è utile solo per farsi un'eutanasia de facto (grazie all'assenza di cure...), la distribuzione idroelettrica indegna di una potenza industriale, la circolazione stradale da paese del quarto mondo, il crimine in certe zone fa apparire Scampia come un monastero benedettino.

    Ma allo stesso tempo il Brasile sta lavorando bene a livello geostrategico, difendendo le proprie risorse petrolifere dall'assalto americano e la sovranità sull'Amazzonia, oltre a perseguire con gli altri paesi del BRICS una politica monetaria mondiale che mira alla diversificazione delle valute e alla creazione di un'alternativa alla Banca Mondiale.

    E' quindi probabile (dico probabile, non sicuro) che queste rivolte siano state la versione verdeoro delle defecazioni colorate guidate dagli USA. Sostanzialmente si è incanalato un malcontento legittimo e preesitente su una faccenda giusta presa singolarmente (la protesta per le spese per i Mondiali quando il paese ha bisogno di ben altro) al fine di destabilizzare un paese che gioca da attore sovrano la sua politica internazionale.

    Ricordiamo inoltre che il Brasile ha condannato il comportamento di USA e Corea del Sud in occasione della crisi in estremo oriente e difendendo di fatto la Corea del Nord, senza contare che Brasilia ha cattivi rapporti con la Colombia (cameriere degli americani) che acquista armi proprio dalla Corea del Sud.
    Un annetto fa avevo visto una puntata di C'era una volta, quella trasmissione che ogni tanto danno su Rai3 di notte sui problemi del terzo mondo, non so se l' hai mai vista (sempre in quel periodo era uscita una bellissima puntata su Thomas Shankara, a cui su questo forum ho messo un link), dedicata al Brasile di oggi; aveva mostrato un quadro come quello descritto da te più o meno, con l' aggiunta che è stata praticata una politica del credito facile ai poveri i quali si sono indebitati per comprare la casa, il televisore, i mobili bellini, per poi finire nella merda per i debiti caricati sugli stipendi. Emergeva un quadro in cui il miracolo di Lula è stato più apparenza che sostanza.
    Diciamo che il brasiliano medio se le sue condizioni di vita non migliorano e le foreste vengono distrutte, se si spendono tante risorse nei Mondiali, se la geopolitica apprezzabile avvantaggia solo quelle elites brasiliane, poco interessa al brasiliano medio di cosa fa il governo in campo internazionale. E' il discorso che facevo quando era esplosa, anni fa, la passione per Silvio finito nel mirino per alcune sue scelte in campo internazionale: se i privilegi dei politici aumentavano, il centrodestra appoggiava la politica di Sergio Marchionne e la globalizzazione peggiorava i suoi effetti sull' italiano medio, poco ci importava.
    Ultima modifica di Avanguardia; 12-12-13 alle 14:08
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

 

 
Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Risposte: 4
    Ultimo Messaggio: 01-10-10, 19:02
  2. Durga puja: statue devozionali in argilla e...
    Di Chaos88 (POL) nel forum Filosofie e Religioni d'Oriente
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 10-01-08, 10:44
  3. Il gigante
    Di salerno69 nel forum Fondoscala
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 23-06-06, 14:48
  4. slalom gigante
    Di Silvioleo nel forum Fondoscala
    Risposte: 18
    Ultimo Messaggio: 19-02-06, 23:51
  5. Il gigante Inoki
    Di Nirvana nel forum Tuttosport
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 13-03-05, 16:24

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito