Il ragazzo, di origine eritrea, in stato confusionale. I parenti lo avrebbero legato per evitare che scappasse


Raggomitolato a terra. Scalzo e con le catene ai polsi. I poliziotti, allertati da quattro segnalazioni al 113, lunedì sera lo hanno trovato così: il giovane eritreo, 20 anni, sedeva tra le auto in via Salemi. Disorientato e con lo sguardo smarrito. È probabile che si sia fermato in quella strada dopo essersi allontanato di casa ed essere salito sul primo autobus. Senza meta. Gli agenti lo hanno caricato sulla volante e portato in questura, dove il ragazzo si è chiuso nel mutismo. Non una parola, solo il suo nome scritto a penna su un foglio. Da via Fatebenefratelli, il 20enne è stato trasferito all’ospedale Niguarda. I medici, dopo averlo visitato, hanno annotato sul referto: «In stato confusionale per presunta aggressione». Nel frattempo, in questura si è presentato il cugino, 30 anni, domiciliato a Sesto San Giovanni, per denunciarne la scomparsa.

LEGATO IN CASA - Il parente ha raccontato che il ragazzo si era trasferito da Roma a Milano con il padre per motivi di lavoro. Sarebbe stato proprio il genitore del ragazzo a raccomandargli di tenerlo legato in sua assenza per evitare che scappasse. Pratica, secondo quanto ha riferito il cugino, che il giovane avrebbe subìto anche nella Capitale. Il padre però, convocato in Questura, non è stato in grado di produrre certificati che attestassero i disturbi del figlio: documenti che, in ogni caso, non giustificherebbero i «metodi di controllo» utilizzati. Motivo per cui, assieme al cugino, il genitore è stato denunciato per maltrattamenti e sequestro di persona. Il ragazzo è stato portato di nuovo al Niguarda, dove sarà sottoposto a esame psichiatrico.