Recessione finita: parola di Zanonato e Saccomanni Una rondine, si sa, non fa primavera, ma vederla permette di sperare che sia la prima di molte altre. Sembra essere questo il messaggio lanciato dai ministri Fabrizio Saccomanni e Flavio Zanonato, a proposito dei dati che testimonierebbero, se non l’inizio della ripresa, almeno la fine della recessione. “Abbiamo invertito una recessione che durava da molto tempo – ha detto oggi Fabrizio Saccomanni, in un convegno alla Sapienza -. Ci sono segnali che dicono che stiamo uscendo da otto trimestri negativi“, E’ ben chiaro a tutti che siamo ancora molto lontani da una possibile meta, visti anche i numeri drammatici della disoccupazione in Italia, ma per il titolare di via XX settembre i risultati raggiunti sono “la premessa per rilanciare gli investimenti e riassorbire la disoccupazione”. Per parte sua, Zanonato*all’assemblea di Cna nota che “Dopo due anni i dati del Pil non hanno più il segno negativo e questo vuol dire che si è avviata l’uscita dal lungo tunnel”. Per il ministro ora è “il momento del coraggio” e non bisogna perdere tempo, per cui occorre “assecondare i segnali di ripresa” per “lasciarci definitivamente alle spalle la più grave crisi della storia repubblicana”. Un ruolo importante dovrebbe averlo il governo, con *il piano “Destinazione Italia” annunciato ieri da Letta. Per Zanonato, il punto più delicato di tutto il sistema si chiama “lavoro”, una vera emergenza sociale, come mostrano bene i dati che il ministro snocciola in assemblea: “In Italia siamo arrivati a 3 milioni di disoccupati, che sono non solo quelli che non hanno lavoro ma quelli che lo hanno perso, e ci sono almeno 7 milioni di persone con disagio occupazionale; ed oltre 2 milioni di giovani che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro”. UN PO’ DI CIFRE – Anche i dati dell’Ocse confermano lo stallo del Pil rispetto al trimestre precedente, ma l’Italia resta il paese che, rispetto a un anno fa, ha visto calare di più il prodotto interno lordo (-1,8%). Tutt’altra musica relativa al G20, che in un anno fa registrare un aumento tendenziale del 2,9%, che si riduce allo 0,9% rispetto al secondo trimestre dell’anno, dati migliori rispetto a tre mesi fa (anche l’Italia in realtà migliora, visto il -0,3% congiunturale e il -2,2% tendenziale del trimestre precedente). Certo è che, fin qui, la crisi ha picchiato parecchio. Lo mostrano i dati di*Eurostat, in base ai quali il Pil pro-capite, in termini di potere di acquisto, nel 2012 per l’Italia è stato pari a 101 punti: un punto sopra alla media Ue, ma ben al di sotto della media della zona Euro (108). Il confronto si fa drammatico con altri paesi: il Lussemburgo ha raggiunto quota 263 punti, la Germania segna 123 punti. La Spagna resta al di sotto dell’Italia (96), ma in un anno è rimasta stabile, mentre il nostro paese ha perso terreno.Gabriele Maestri
Scritto da: Redazione
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