Mi sembra evvidente che oramai il nano abbia i giorni contati. Non passa giorno che non combini una minchiata.
Evidentemente oltre alla moglie e alla figlia anche Feltri fa parte del complotto ostridicolo:
La segreteria di Stato sceglie di annullare l’incontro alla «Perdonanza» per «evitare strumentalizzazioni»
L’ira del Cavaliere. Vertice a Palazzo Grazioli Nella nota il dispiacere per il caso ma anche il richiamo al rispetto della privacy
ROMA — L’ira del Cavalie*re. Contro Feltri. E’ questa la versione che accreditano a Pa*lazzo Chigi. Un possibile tito*lo. Berlusconi non ne sapeva nulla. E’ stato un fulmine a ciel sereno per il presidente del Consiglio. Lo suggerisce, dicono, la logica: non avrebbe avuto senso attaccare un pez*zo di Chiesa nel giorno in cui si deve incontrare il segretario di Stato del Vaticano. Lo con*ferma, aggiungono, la libertà che da sempre contraddistin*gue il direttore del Giornale, che gode della sua autonomia editoriale, che nel caso specifi*co è anche un tantino sopra la media.
Berlusconi che non ne sape*va nulla è una versione che si rafforza con altri elementi. «Sono dispiaciuto e addolora*to », confida agli amici. La visi*ta all’Aquila era un appunta*mento che gli stava molto a cuore, sia per la partecipazio*ne alla processione della Per*donanza insieme al cardinal Bertone, sia per le tante ragio*ni che in questi mesi hanno rafforzato il legame fra il Cava*liere e l’Abruzzo. In questa cornice è il presi*dente del Consiglio che rinun*cia alla presenza nella città col*pita dal sisma, che manda Let*ta al suo posto, che si mostra più che dispiaciuto con gli amici durante la giornata di ie*ri, sottoscrivendo una nota che denuncia l’imbarbarimen*to delle regole comuni, la con*tinua violazione del diritto alla privacy (l’ha subita lui in que*sti mesi; oggi ne è vittima una persona che non fa politica, co*me il direttore del giornale dei vescovi).
Berlusconi ieri mattina è sta*to a lungo sia con Gianni Letta che con Paolo Bonaiuti, a Palaz*zo Grazioli. La gestione delle conseguenze di un incidente inedito con la Chiesa avrebbe suggerito innanzitutto una co*sa: non partecipare alla Perdo*nanza, decisione che il premier avrebbe preso prima ancora che ad un’analoga conclusione arrivassero le gerarchie vatica*ne, che pure hanno dato (loro e non Palazzo Chigi) notizia del cambio di programma, «per evitare strumentalizzazioni». Ma in quella parola, «stru*mentalizzazioni », sembra af*fiorare un altro aspetto della vicenda: una foto congiunta di Bertone e Berlusconi, dopo la pubblicazione del Giornale di ieri, avrebbe forse avallato le indiscrezioni su alcune frizio*ni intestine alla Chiesa, che re*stituiscono il direttore di Avve*nire non solo come colui che ha subito un attacco, ma è an*che come parte di una corren*te di pensiero che non va com*pletamente a braccetto con la segreteria di Stato.
«È stato fat*to un regalo a Bertone e uno sgambetto a Bagnasco», rac*contava ieri sera una persona vicina al Cavaliere, rileggendo il caso sotto un’altra luce: di*saccordi sulla conduzione e la linea politica di Avvenire all’in*terno della Santa Sede, lo sco*op di Feltri che avrà più conse*guenze al di là del Tevere che sui rapporti fra governo e San*ta Sede. Come in ogni vicenda di questo genere affiorano infine altre ricostruzioni. Berlusconi che viene indirettamente infor*mato, come Letta, dell’articolo del Giornale , sin dalla (tarda) sera prima. Che reagisce con un silenzio assenso alla noti*zia. Ancora lui, il capo del go*verno, che stanco degli attac*chi del giornale dei vescovi, delle reprimende sulla sua vita privata, decide di replicare con*vinto (sondaggi alla mano) che il cosiddetto voto cattolico è categoria ormai sopravvaluta*ta. Versioni minoritarie di una vicenda molto più complessa di quello che appare.
Marco Galluzzo
29 agosto 2009
Ma anche nel Pdl c'è chi insorge. Lupi: «Attacco brutale e inspiegabile»
Feltri attacca Boffo, la Cei lo difende
Berlusconi: «Mi dissocio dal Giornale»
L'ex direttore di Libero contro quello di Avvenire: non ha titoli morali per giudicare il Cavaliere
MILANO - Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi, attacca il direttore di Avvenire, quotidiano della Conferenza episcopale italiana. Scuote gli animi tra i cattolici del centrodestra (il vicepresidente dei deputati del Pdl, Maurizio Lupi, parla di «attacco brutale e inspiegabile» e di «comportamento inaccettabile»). E provoca l'immediata reazione della stessa Cei, che conferma la sua fiducia nel direttore sottolineando che il quotidiano è «da lui guidato con indiscussa capacità professionale, equilibrio e prudenza». Intanto arriva la notizia che l'annunciato incontro tra Berlusconi e il segretario di Stato vaticano card. Bertone non ci sarà perché la cena a cui avrebbero dovuto partecipare, ospiti dell'arcivescovo dell'Aquila, è stata annullata. Una nota della sala stampa della Santa Sede spiega poi che per «evitare strumentalizzazioni» alla cerimonia per la ricorrenza religiosa della Perdonanza parteciperà invece il sottosegretario Gianni Letta. E lo stesso Silvio Berlusconi, dopo una mattinata di polemiche, ha diffuso una nota nel pomeriggio per prendere le distanze da Feltri: «Il principio del rispetto della vita privata è sacro e deve valere sempre e comunque per tutti - ha detto il Cavaliere -. Ho reagito con determinazione a quello che in questi mesi è stato fatto contro di me usando fantasiosi gossip che riguardavano la mia vita privata presentata in modo artefatto e inveritiero. Per le stesse ragioni di principio non posso assolutamente condividere ciò che pubblica oggi il Giornale nei confronti del direttore di Avvenire e me ne dissocio». Vittorio Feltri da parte sua non sembra turbato dalla presa di distanza del premier: «Devo dire che mi sarei stupito del contrario, ovvero che si associasse». «D'altra parte - afferma - il direttore del Giornale sono io e qui comando io. Lui è il presidente del Consiglio e comanda a Palazzo Chigi». Feltri assicura di non sentirsi «delegittimato nelle vesti di direttore». «Anche perché - spiega - il mio editore è suo fratello».
LA VICENDA GIUDIZIARIA - «Il supermoralista condannato per molestie» titola in prima il Giornale richiamando una vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto Boffo tra il 2001 e il 2002 e che ha avuto come epilogo un rinvio a giudizio - riferisce il quotidiano di Feltri - disposto dal Gip del Tribunale di Terni il 9 agosto 2004. Alla base della vicenda ci sarebbe la querela di una signora di Terni «destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione». Il Giornale riferisce che Boffo chiese il patteggiamento pagando poi un'ammenda di 516 euro.
«MORALISTI SENZA TITOLI» - Al di là degli aspetti giudiziari, la notizia dà allo stesso Vittorio Feltri lo spunto per un duro editoriale in cui parla di come Avvenire «ha messo mano al piccone per recuperare materiale adatto a creare una campagna moralistica contro Silvio Berlusconi, accusato di condurre un'esistenza dissoluta in contrasto con l'etica richiesta a una persona che ricopra incarichi istituzionali». Per il direttore del quotidiano che fu di Indro Montanelli è venuto il momento di «smascherare» quelli che definisce «moralisti privi di titoli idonei» e questo «affinché i cittadini sappiano da quale pulpito vengono certe prediche». «Se i vescovi hanno affidato al direttore Boffo il compito di loro portavoce - fa notare Feltri - si sono sbagliati di grosso, non perché lui non abbia capacità tecniche, bensì perché è privo dei requisiti morali per fare il moralista o per recitarne la parte».
«KILLERAGGIO GIORNALISTICO» - Dal canto suo, Dino Boffo si difende parlando di «killeraggio giornalistico allo stato puro». «La lettura dei giornali di questa mattina - dice Boffo - mi ha riservato una sorpresa totale, non tanto rispetto al menù del giorno, quanto riguardo alla mia vita personale. Evidentemente Il Giornale di Vittorio Feltri sa anche quello che io non so, e per avallarlo non si fa scrupoli di montare una vicenda inverosimile, capziosa, assurda». Un killeraggio, sostiene Boffo, «sul quale è inutile scomodare parole che abbiano a che fare anche solo lontanamente con la deontologia. Siamo, pesa dirlo, alla barbarie. Nel confezionare la sua polpettona avvelenata Feltri, tra l'altro, si è guardato bene dal far chiedere il punto di vista del diretto interessato: la risposta avrebbe probabilmente disturbato l'operazione che andava (malamente) allestendo a tavolino al fine di sporcare l'immagine del direttore di un altro giornale e disarcionarlo. Quasi che non possa darsi una vita personale e professionale coerente con i valori annunciati. Sia chiaro che non mi faccio intimidire, per me parlano la mia vita e il mio lavoro». E ancora, lasciando intendere una azione legale nei confronti di Feltri: «Al direttore del Giornale ora l'onere di spiegare perchè una vicenda di fastidi telefonici consumata nell'inverno del 2001, e della quale ero stato io la prima vittima, sia stata fatta diventare oggi il monstre che lui ha inqualificabilmente messo in campo. Nella tristezza della giornata, la consapevolezza che le gravi offese sferratemi da Vittorio Feltri faranno serena la mia vecchiaia».
LE ALTRE REAZIONI - Dal mondo cattolico, anche quello più vicino al centrodestra, sono state diverse le prese di posizione a favore di Boffo. Oltre a Lupi, anche il Sottosegretario di Stato alla Salute e Politiche sociali, Eugenia Roccella si è schierata con il numero uno del giornale dei vescovi: «Esprimo tutta la mia amicizia e solidarietà al direttore di Avvenire che non merita nè umanamente nè professionalmente un attacco simile. Mi auguro che la nostra stampa non si trasformi in un collettore di insinuazioni scandalistiche e di aggressioni personali e che si torni a parlare di notizie e di politica, per il bene di questo Paese». Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc, fa sapere che «Dino Boffo gode della stima inalterata mia e del mio partito» perché «viene sottoposto ad un attacco pretestuoso, inaccettabile ed incivile per il suo comportamento professionalmente corretto e cristianamente equilibrato tenuto nelle recenti vicende di Berlusconi». Sulla stessa linea anche il segretario del partito, Lorenzo Cesa («Avvenire è un autentico riferimento per tutti i cattolici»). Critiche arrivano anche dal centrosinistra. Per il leader del Pd, Dario Franceschini, «è un segno di degrado vedere un giornale che usa la tecnica dell'intimidazione per limitare la libertà di espressione e di opinione di un altro giornale». «Stanno emergendo anche elementi ricattatori - ha aggiunto Pierluigi Bersani - e l'intimidazione. Mi pare che ci sia un clima torbido che mostra anche il dato di confusione e debolezza in cui le forze di governo e di maggioranza si trovano». Il leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro punta il dito contro il premier: «Siamo stufi - dice - dei soliti giochini di Berlusconi che lancia la pietra nascondendo subito dopo la mano e che, attraverso i giornali di sua proprietà, permette che venga infangata miseramente la dignità delle persone, di volta in volta oggetto degli articoli. Articoli- osserva l'ex pm- evidentemente da lui stesso commissionati».
28 agosto 2009
Stampa e media seguono le vicende italiane
Berlusconi riempie le prime pagine
dei giornali stranieri
Al centro dell'attenzione lo scontro con i media e la crisi tra il premier e i vertici ecclesiastici
ROMA - La stampa internazionale torna a occuparsi in modo capillare delle vicende italiane e in particolare del premier Berlusconi, impegnato - osservano la maggior parte dei titoli - in un duro scontro con la stampa mentre i suoi rapporti con la chiesa "raggiungono un nuovo punto critico" (ma della Chiesa, ammonisce il Times, Berlusconi ha ancora bisogno, come tutti i governanti italiani e forse anche di più). La Bbc titola: "Berlusconi porta in giudizio dei media" e sottolinea come la scelta del premier italiano riguardi testate di tutta Europa. «Anche se il caso non è senza precedenti», nota l’emittente, «l’ampiezza e l’ambizione della risposta di Berlusconi sono rare». Sul tema dello scontro con i media insiste anche il Guardian: «Berlusconi dichiara guerra ai media europei dopo i servizi sugli scandali sessuali». Il quotidiano accenna anche al duro attacco del Giornale, quotidiano di proprietà del fratello del premier, contro il direttore di Avvenire e osserva come «Il Vaticano ha annunciato con uno scarno comunicato l’annullamento di un incontro tra Berlusconi e un suo alto rappresentante» (il Cardinal Bertone). Alla vicenda dedica l’apertura della prima pagina anche il Financial Times: «Berlusconi fa causa dopo le accuse di scandalo»: «duramente colpito dalla pubblicazione di notizie sui suoi rapporti con prostitute e minorenni, il premier italiano, ha cercato ieri di mettere il silenziatore ai suoi critici dando incarico ai suoi legali di far causa ad almeno tre media in Italia, Francia, Spagna».
SCONTRO CON LA CHIESA - La crisi dei rapporti tra il premier e la chiesa cattolica è invece al centro dei titoli scelti da altri giornali. Il Times parla di una "spaccatura tra Berlusconi e il Vaticano dopo un attacco al direttore di giornale cattolico" mentre il tabloid Mail scrive: "Berlusconi porta in giudizio i media dopo le accuse mentre i suoi rapporti con la chiesa cattolica giungono a un nuovo minimo". Il Times, oltre alla cronaca, affronta la questione in un commento che sottolinea come "Silvio Berlusconi non può ignorare facilmente l’influenza di Papa Benedetto XVI". Nel caso di Berlusconi, nota il quotidiano, "In Italia ogni governo ha bisogno di corteggiare la chiesa... E l’approvazione dei cattolici è ancora più acuta per Berlusconi" visti i numerosi "scandali relativi alla sua vita privata, scandali che sono continuati ad emergere nonostate che il premier controlli i media".
IN GERMANIA E IN FRANCIA - In Germania Die Welt titola "Berlusconi furioso per le imbarazzanti domande sul sesso" mentre la Bild sottolinea che "Il premier italiano chiede risarcimenti per un milione di euro". In Francia l'Express scrive che "Silvio Berlusconi fa causa a media in Italia e all’estero". Europre 1 evidenzia che "Berlusconi fa causa a LeNouvel Observateur " mentre con understatement lo stesso settimanale nel mirino titola sobriamente: "Berlusconi fa causa ad alcuni giornali europei per diffamazione". France info dal canto suo sceglie un taglio leggermente diverso e più diretto: "Vita privata: Silvio Berlusconi attacca la stampa". Liberation si concentra sull’offensiva del premier contro il quotidiano Repubblica: "Silvio Berlusconi cita in giudizio La Repubblica".
IN SPAGNA - In Spagna Abc riferisce che "Berlusconi denuncia media italiani, spagnoli e francesi per diffamazione" mentre El Pais scrive: "Belusconi lancia un’offensiva contro la stampa e la Chiesa" il premier, nota il quotidiano, "torna dalle vacanze alla grande attaccando frontalmente la stampa e la chiesa, i due poteri che osano disturbare i suoi deliri di impunità".
29 agosto 2009