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Discussione: Putìn

  1. #2551
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    Predefinito Re: Putìn

    “La NATO si impegnò a non espandersi” diventa mainstream
    Maurizio Blondet 23 Febbraio 2022
    Italia Oggi

    Lo scoop di Der Spiegel sull’impegno Nato di non espandersi a Est si basa su un verbale desecretato, che dà ragione a Putin
    Con editoriali e articoli scritti in base ai fatti e non con la propaganda, il direttore Pierluigi Magnaschi e firme autorevoli come Roberto Giardina e Pino Nicotri hanno ricordato, unici in Italia, che dopo la caduta del Muro di Berlino (1989) i leader dei maggiori paesi della Nato avevano promesso a Mosca che l’Alleanza atlantica non sarebbe avanzata verso Est «neppure di un centimetro». Una promessa smentita dai fatti, visto che da allora ben 14 paesi sono passati dall’ex impero sovietico all’alleanza militare atlantica. Da qui le contromosse di Putin: la guerra in Georgia, l’occupazione della Crimea, l’appoggio ai separatisti del Donbass, lo schieramento di oltre centomila soldati al confine con l’Ucraina, infine la dura linea diplomatica con cui ha ribattuto alle minacce di sanzioni da parte di Usa ed Ue: «Mosca è stata imbrogliata e palesemente ingannata».

    Per tutta risposta, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha ripetuto quella che per anni è stata la linea difensiva di Washington sull’allargamento a Est della Nato: «Nessuno, mai, in nessuna data e in nessun luogo, ha fatto tali promesse all’Unione sovietica». Una dichiarazione smentita dal settimanale tedesco Der Spiegel con uno scoop clamoroso, destinato a lasciare il segno. L’inchiesta, intitolata «Vladimir Putin ha ragione?» e ripresa integralmente negli Usa da Zerohedge, si basa su un’ampia ricostruzione storica dei negoziati tra Nato e Mosca che hanno accompagnato la fine della guerra fredda.

    Tra i documenti citati, spicca per importanza quello scovato nei British National Archives di Londra dal politolo americano Joshua Shifrinson, che ha collaborato all’inchiesta del settimanale tedesco e se ne dichiara «onorato» in un tweet. Si tratta di un verbale desecretato nel 2017, in cui si dà conto in modo dettagliato dei colloqui avvenuti tra il 1990 e il 1991 tra i direttori politici dei ministeri degli Esteri di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania sull’unificazione delle due Germanie, dopo il crollo di quella dell’Est. Il colloquio decisivo, riporta Der Spiegel, si è svolto il 6 marzo 1991 ed era centrato sui temi della sicurezza nell’Europa centrale e orientale, oltre che sui rapporti con la Russia, guidata allora da Michail Gorbaciov. Di fronte alla richiesta di alcuni paesi dell’Est Europa di entrare nella Nato, Polonia in testa, i rappresentanti dei quattro paesi occidentali (Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania Ovest), impegnati con Russia e Germania Est nei colloqui del gruppo «4+2», concordarono nel definire «inaccettabili» tali richieste. Il diplomatico tedesco occidentale Juergen Hrobog, stando alla minuta della riunione, disse: «Abbiamo chiarito durante il negoziato 2+4 che non intendiamo fare avanzare l’Alleanza atlantica oltre l’Oder. Pertanto, non possiamo concedere alla Polonia o ad altre nazioni dell’Europa centrale e orientale di aderirvi». Tale posizione, precisò, era stata concordata con il cancelliere tedesco Helmuth Khol e con il ministro degli Esteri, Hans-Dietrich Genscher.

    TG com 24, Mediaset:


    22 FEBBRAIO 2022 153
    Ucraina, documenti storici confermano la versione russa sulla Nato
    La rivista tedesca Der”Spiegel pubblica il contenuto di un atto dei Paesi occidentali che “prometteva di non estendere lʼalleanza”. Secondo una ricostruzione storica basata su verbali desecretati nel 2017, Gorbaciov avrebbe ricevuto assicurazioni sul fatto che la Nato non si sarebbe espansa oltre i confini della Germania orientale.”

    di Luca Pesante

    https://www.maurizioblondet.it/la-na...ta-mainstream/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  2. #2552
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    Predefinito Re: Putìn

    PUTIN PARLA ALLA NAZIONE: ATTUEREMO TUTTI I NOSTRI PIANI IN UCRAINA. STADIO PIENO IN FESTA
    18 MARZO 202218 MARZO 2022 GUERRA IN EUROPA LETTURA 1 MIN

    Una vera ovazione ha salutato il discorso di Vladimir Putin allo stadio Luzhniki di Mosca dove sono in corso le celebrazioni per l’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea. Il leader ha preso la parola dal palco posto al centro dello stadio davanti a una folla festante che, al termine del suo discorso, ha fatto partire il coro ‘Russia, Russia’. In Ucraina, “la Russia attuerà sicuramente tutti i suoi piani”, ha detto Putin.

    I soldati russi stanno combattendo “spalla a spalla e se ci sara’ bisogno si proteggeranno a vicenda su campo battaglia dai proiettili come fratelli. Non vedevamo una tale unita’ da cosi’ tanto tempo”. Lo scopo dell’operazione militare in Ucraina e’ quello di salvare le persone dal “genocidio” che le autorita’ di Kiev hanno perpetrato nel Donbass. “Siamo il popolo multinazionale della Federazione Russa”, ha detto Putin salendo sul palco prima di iniziare il suo discorso.

    ‘L’operazione speciale’ in Ucraina e’ stata lanciata per ‘fermare il genocidio nel Donbass’.

    Putin si è presentato trionfante davanti a un pubblico in festa, con molte persone con la lettera ‘Z’, divenuta simbolo dell’invasione disegnata sulle giacche. Giaccone blu, golf a collo alto crema, il presidente russo e’ stato a lungo acclamato al termine del suo breve discorso. Dietro di lui un coro ha iniziato a cantare tra gli applausi e i fuochi di artificio. L’immagine che Mosca ha voluto rimandare e’ stata quella di un Paese felice e orgoglioso dell’operazione in corso.

    https://www.lanuovapadania.it/guerra...ieno-in-festa/
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  3. #2553
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    Predefinito Re: Putìn

    Pare che finalmente qualcuno inizi ad accorgersi che stia utilizzando un sosia.
    Dopo tutte le minchiate degli esperti sulle sue malattie.

  4. #2554
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    Predefinito Re: Putìn

    PUTIN rompe il fronte Ue – Abbiamo scelto l’aria condizionata al posto della pace? Eni pagherà in rubli? Intanto la Polonia compra gas russo da Berlino. La Germania triangola i pagamenti. E la Grecia salderà Gazprom ma non dice come
    28 APRILE 202228 APRILE 2022 ECONOMIA LETTURA 6 MIN

    Putin è riuscito a spaccare il fronte europeo attraverso le forniture di gas e ottenendo il pagamento in rubli o triangolazioni nei pagamenti? Questa la nuda cronaca. Nell’acquisto di gas russo da parte di una societa’ europea “se il contratto stipulato prevede che i pagamenti vengano fatti in euro o in dollari, l’obbligo della societa’ termina nel momento in cui ha fatto il pagamento in euro o in dollari”. “Se il pagamento avviene in rubli non stiamo parlando del contratto stipulato e stiamo parlando di un aggiramento delle sanzioni”. Lo ha detto il portavoce della Commissione Eric Mamer nel briefing con la stampa quotidiano.

    Resta il giallo di Eni. Come pagherà? Riporta il Corriere citando Blooberg: Secondo l’agenzia di stampa Bloomberg, che cita fonti russe, quattro Paesi europei avrebbero già fatto versamenti in rubli e altri 10 avrebbero aperto il doppio conto e per l’Italia l’Eni sarebbe pronta a farlo. Eni non commenta, ma la prova del nove si avrà a metà maggio, quando sono previsti i prossimi pagamenti. Per il momento, come ha confermato ieri lo stesso Di Maio, le forniture di gas dalla Russia sono «regolari».

    Dopo lo stop del gas russo, arrivano comunque forniture di gas russo, ma dalla Germania e di gas americano dagli Usa alla Polonia. Le seconde via mare, le prime tramite il tubo Yamal-Europa in aumento di un altro 3,5%. “Questa è la seconda consegna di LNG per PGNiG questa settimana! La nave a metano Isabella ha fornito dagli USA circa 90 milioni di metri cubi. La consegna odierna è la quattordicesima quest’anno e la 162a dall’inizio delle operazioni” ha twittato la compagnia polacca. La Polonia tuttavia continua ad acquistare gas russo dopo la sospensione delle forniture dirette, ma dalla Germania per un importo di circa 30 milioni di metri cubi al giorno, ha affermato il colosso energetico russo Gazprom. Ieri mattina, Gazprom ha annunciato di aver sospeso le forniture di gas alla società bulgara Bulgargaz e alla polacca PGNiG dal 27 aprile a causa del rifiuto di pagare il gas in rubli. “Dopo la sospensione delle forniture dirette, la Polonia acquista gas russo. Ma ora in Germania, da dove viene consegnato al contrario alla Polonia tramite il gasdotto Yamal-Europa”, ha affermato la società in una nota.

    La societa’ tedesca Uniper inviera’ i pagamenti per le forniture di gas russo a una banca di Mosca e non piu’ a un istituto di credito europeo. Lo ha detto un portavoce di Uniper al quotidiano “Rheinische Post”. “Il piano e’ di effettuare i nostri pagamenti in euro su un conto in Russia”, ha affermato il portavoce. “Siamo anche in stretto contatto con il governo federale su questo argomento”, ha aggiunto. “Per la nostra azienda e per tutta la Germania non e’ possibile fare a meno del gas russo nel breve termine, avrebbe conseguenze drammatiche per la nostra economia”, ha proseguito il portavoce. Anche se la Russia ha chiesto il pagamento in rubli per le sue forniture gas, il sistema di pagamento che ha proposto prevede l’apertura di un conto presso Gazprombank, in modo che si convertano automaticamente in rubli i pagamenti effettuati in euro o dollari. Cio’ offre spazio di manovra che alcuni Paesi europei potrebbero provare a utilizzare per continuare ad acquistare gas russo pur continuando a utilizzare la loro valuta. L’attivita’ di Uniper e’ particolarmente legata alla Russia visto che 5 mila dei suoi 11.500 lavoratori operano in questo Paese. L’azienda tedesca, inoltre, aveva investito quasi un miliardo di euro nel gasdotto Nord Stream 2, un progetto bloccato a causa delle sanzioni adottate in seguito all’invasione dell’Ucraina.

    La Grecia prevede di pagare la compagnia energetica russa Gazprom il mese prossimo in modo da non violare le sanzioni imposti dall’Unione europea alla Russia per la guerra in Ucraina. Lo ha affermato il ministro dell’Energia greco, Kostas Skrekas, all’emittente privata “Skai”. “Pagheremo in un modo che non violera’ le sanzioni e salvaguardera’ la sicurezza energetica del nostro Paese”, ha affermato Skrekas. “Gazprom ha proposto una modalita’ di pagamento. Questo ha aspetti legali, finanziari e politici. Abbiamo valutato tutti questi aspetti”, ha affermato il ministro. Gazprom ha dichiarato ieri di aver interrotto le forniture di gas a Bulgaria e Polonia dopo che si erano rifiutate di pagare in rubli. La Grecia, che fa affidamento sul gas russo per oltre il 30 per cento del proprio fabbisogno annuale, ha un contratto di fornitura con Gazprom che scade nel 2026. Il prossimo pagamento dalla principale compagnia di servizi di gas greca Depa a Gazprom per le forniture di gas di aprile e’ previsto per il 25 maggio, ha detto il ministro dell’Energia , senza chiarire in quale valuta sarebbe stato effettuato il pagamento.

    https://www.lanuovapadania.it/econom...i-e-la-grecia/
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  5. #2555
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  6. #2556
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  7. #2557
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  8. #2558
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  9. #2559
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    Predefinito Re: Putìn

    I boia della Siria (Tel Aviv e Washington) sono sconfitti
    Maurizio Blondet 18 Maggio 2023

    La testimonianza del generale Dominique Delawarde, ex capo dell’intelligence francese.

    Titolo originale:

    I boia di Tel Aviv e Washington

    Ritorno dalla Siria: Lettera di testimonianza di DD ai suoi amici

    Miei cari amici,

    Sono stato in Siria dal 27 aprile al 4 maggio con un piccolo gruppo militante contro l’embargo imposto dagli USA a questo Paese, embargo che da dodici anni colpisce soprattutto le popolazioni civili. Ricordo che una parte di queste popolazioni è stata duramente colpita da un terremoto qualche settimana fa e ricordiamo anche che queste sanzioni statunitensi unilaterali e anti-siriane sono state appena prorogate di un anno dall’amministrazione Biden.1

    Avendo una fiducia molto limitata nei nostri media mainstream di affrontare oggettivamente un argomento riguardante il Medio Oriente, lo Stato di Israele e gli Stati Uniti, ho voluto vedere di persona il danno causato da questa strategia. Questo viene utilizzato senza moderazione dagli Stati Uniti e dai loro vassalli europei, spesso agendo come “proxy” per Israele, contro tutti gli stati che rifiutano di sottomettersi alla volontà e all’egemonia dell’Occidente globale.

    Questo tipo di strategia consiste nel prendere in ostaggio la popolazione civile, alla quale viene applicata la sanzione collettiva cosiddetta “embargo”, che la farà soffrire il più possibile, per punirla per aver scelto un leader che si rifiuta di servire gli interessi occidentali , cioè l’autoproclamato “lato buono”.2,3

    Queste sanzioni, di natura economica, possono essere estremamente efficaci e causare indirettamente la morte di decine, persino centinaia di migliaia di civili senza testimoni. A volte possono rivelarsi più letali, nel tempo, di una guerra aperta ad alta intensità… (ricordate le due crociate “anti-Saddam Hussein” condotte dagli USA in Iraq, con falsi pretesti).

    Per quanto riguarda la Siria, queste sanzioni sono state adottate a seguito di un fallito tentativo di rivoluzione colorata, organizzata nel marzo 2011 da una “coalizione occidentale” (USA-UK-FR + UE-NATO) a beneficio e istigazione di Israele, con la sua partecipazione attiva, con l’obiettivo di rovesciare Bashar al-Assad, di porre fine all’appoggio siriano alla causa palestinese, di smembrare il Paese, come l’ex Jugoslavia, di ridisegnare i confini della Siria, di annetterne una parte, di creare un Kurdistan alleato con Israele, per impedire l’emergere di una “mezzaluna sciita” percepita, a torto oa ragione, come una minaccia esistenziale, e per porre leader più compiacenti di Bashar al-Assad ai confini dello Stato ebraico. Ricordiamo le parole inequivocabili di Roland Dumas, dieci anni Ministro degli Affari Esteri sotto François Mitterand4 e le parole molto chiare del generale statunitense Westley Clark, pronunciate nel 2007.

    La prima buona notizia per la Siria di Bashar al-Assad è stata l’appoggio militare fornito dalla Russia di Putin nel settembre 2015, su richiesta dell’unico governo legale riconosciuto dall’Onu. Attraverso questo sostegno, la Russia ha sventato le azioni malvagie ispirate da Israele ai suoi delegati anglosassoni e francesi, e ha respinto i terroristi islamisti strumentalizzati, sostenuti e armati dall’Occidente.


    ASSAD:
    “Gli occidentali erano già alle porte di Damasco. Il governo ribelle stava festeggiando a Parigi e Londra. Gli USA avevano già inviato dei mercenari a Damasco per aiutare i ribelli a completare il colpo di stato. Lo scenario era semplice, uccidi tutto il mio entourage e una volta a Palazzo catturarmi per essere spedito negli USA per un rapido processo. Ho ricevuto una chiamata una sera. Era l’unica chiamata. Tutti i leader del mondo mi avevano scollegato per paura degli americani. Era Vladimir Putin, che mi disse in due parole: “Damasco non cadrà. I nostri aerei sono pronti a decollare. Mi dai il tuo permesso? “Ho detto sì signore. “Il Presidente. “
    La sera stessa le forze aeree russe hanno respinto i mercenari. Questo fu l’inizio di una vittoria sull’imperialismo USA”.

    Israele continua oggi, nel maggio 2023, bombardamenti regolari sul territorio del suo vicino siriano, mentre questo Stato non lo attacca. Questi attentati vengono effettuati nella totale indifferenza delle Nazioni Unite, dei media e dei governi occidentali che costruiscono costantemente narrazioni volte a infangare l’immagine di Bashar al-Assad.

    Alcune di queste narrazioni arrivano al punto di chiamare Bashar al-Assad il “Macellaio di Damasco” anche se ha il sostegno della stragrande maggioranza del suo popolo, senza il quale avrebbe perso il potere molto tempo fa.

    Ho potuto constatare, durante la mia permanenza in Siria, la straordinaria resilienza del popolo siriano che da 12 anni si oppone con successo alle mire geopolitiche e machiavelliche dello Stato ebraico e dei suoi alleati anglosassoni e terroristi islamisti.

    Ho anche potuto constatare la sterminata follia israeliana che è arrivata a bombardare l’aeroporto di Aleppo pochi giorni dopo il terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria, anche se lì vengono inviati gli aiuti umanitari russi e dei Paesi arabi, a beneficio delle popolazioni civili più colpite.

    La verità è che, quando si parla di Vicino e Medio Oriente, i macellai si trovano a Tel Aviv, Washington e Londra.

    Questi sono i Paesi che hanno seminato il caos e causato, direttamente o indirettamente, la morte di milioni di esseri umani nel Vicino e Medio Oriente dal crollo dell’Unione Sovietica, giustificandosi sempre con narrazioni e pretesti menzogne ​​(armi di distruzione di massa che non esisteva o la lotta al terrorismo che viene strumentalizzata).

    La buona notizia del 2022-2023 per la Siria deriva dalle conseguenze dell’operazione militare speciale russa in Ucraina.

    Indiscutibilmente, i russi hanno cambiato il gioco della geopolitica mondiale rifiutando l’estensione ad est della NATO e l’arrivo ai loro confini di basi militari ostili, come aveva fatto Kennedy per il suo paese, durante la crisi dei missili cubani del 1962.5

    Con abilità, la Russia si è posta a paladina del multipolarismo e in opposizione all’egemonia occidentale ritenuta tirannica da molti Paesi.

    Ha anche rivelato la debolezza militare dei paesi membri della NATO che rifiutano di impegnarsi militarmente contro la Russia (e forse la Cina) perché non hanno mezzi sufficienti per farlo e per vincere, e perché non possono riunire e unire le popolazioni e le opinioni occidentali su un Obiettivo russofobo (e sinofobo) tutt’altro che unanime.

    Ha anche rivelato, grazie alle sanzioni boomerang prese dagli stessi paesi membri della NATO, le vulnerabilità economiche e finanziarie di un Occidente dipendente dal debito e dal consumo di energia che fino ad allora era stato a buon mercato.

    In questo nuovo contesto creato dall’operazione russa, molti Paesi stanno cambiando schieramento. Per più di un anno, la diplomazia occidentale ha registrato fallimenti su fallimenti di fronte alla diplomazia russa e cinese.

    Esplode il numero di domande di adesione ai BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) e alla SCO (Shanghai Cooperation Organization), segno di un crescente sostegno al campo del multipolarismo e di un rifiuto dell’egemonia USA e NATO .6

    L’Africa rifiuta sempre più l’Occidente, i suoi diktat, i suoi valori e le sue modalità di azione ritenute neocoloniali, e, in particolare, quelle della Francia. Passa ai campi russo e cinese.

    Con dispiacere degli Stati Uniti (e di Israele), e sotto l’egida della Cina, Iran e Arabia Saudita si sono riconciliati lo scorso marzo, sette anni dopo la rottura delle relazioni diplomatiche.7

    Il 3 maggio il presidente iraniano Ebrahim Raisi si è recato in visita ufficiale a Damasco per firmare importanti accordi economici e politici.8

    La Lega Araba (22 stati) ha votato all’unanimità per la reintegrazione della Siria, esclusa nel 2011 sotto la pressione Usa-Israele. È un successo per la diplomazia russa e una clamorosa vittoria per Bashar al-Assad, che tornerà dunque coronato dalla sua resistenza all’Occidente. Non un solo stato arabo, su 22, si è piegato alle pressioni USA-Israele e ha votato contro il reintegro. Le ambasciate arabe stanno riaprendo una dopo l’altra a Damasco.9

    L’unità del mondo arabo, l’incubo di Israele e degli Stati Uniti, viene ricostruita con il sostegno di Russia e Cina.

    Turchia, Siria e Iran si parlano ora regolarmente, sotto l’egida della Russia, per porre fine alla crisi siriana e alle loro divergenze.10

    In Turchia, il candidato dell’alternanza a Erdogan, Kemal Kiliçdaroglu, sostenuto economicamente e politicamente, dietro le quinte, dall’Occidente, non sembra in grado di vincere le presidenziali al ballottaggio del 28.11.

    Tanto più che il partito di Erdogan ha già la maggioranza assoluta nel parlamento turco, a seguito delle elezioni del 14.12 maggio

    I media occidentali urleranno ai brogli elettorali del 28 maggio, come fanno ogni volta che i risultati non soddisfano le loro aspettative (Siria, Iran, Russia, Venezuela…), ma il presidente Erdogan saprà ricordare questo episodio, e gli occidentali interferenze in queste elezioni del 2023, come il tentativo di colpo di stato del 2016 architettato dal suo buon alleato USA.13

    Avvicinerà sempre più il suo Paese, come già fa, alla Russia e alla Cina, ai BRICS e alla SCO: in altre parole, al campo del multipolarismo.

    Tutte queste buone notizie per la Siria sono altrettante cattive notizie per Israele e i suoi delegati anglosassoni, che sono ancora immersi in difficoltà economiche, finanziarie e sociali che non sono prossime a migliorare.

    Quanto a Israele, la controversa legge di Netaniahu sulla magistrature indebolisce la coesione del paese.14

    Le insensate dichiarazioni di un ministro israeliano suprematista incaricato delle finanze e dei territori occupati che afferma, in Francia, e a chiunque ascolti, che il popolo palestinese non esiste, e sviluppa il suo punto di fronte a una mappa del “grande Israele” , non aiuterà gli affari della Regione.15

    È chiaro che questo tipo di provocazioni odiose non può che generare, in cambio, rabbia, odio e violenza, che possono arrivare fino al terrorismo, in persone offese, umiliate e/o sottoposte a costrizione.“esercito” dal 1947.16

    Per chi si interroga sulle motivazioni del gendarme tunisino, autore dell’attentato alla sinagoga Ghriba di Djerba l’11 maggio, potrebbe esserci una pista da scavare…

    Il comportamento dei vertici dello Stato ebraico, sia quando hanno bombardato l’ALEP pochi giorni dopo il terremoto, sia quando hanno inviato a Parigi un ministro incaricato dei territori occupati a sputare il loro odio per i palestinesi, non può lasciare indifferenti le masse arabe.

    Possiamo rammaricarci, ovviamente, che la LICRA e SOS Racisme, ma anche il governo francese nel suo insieme, siano rimasti sorprendentemente discreti su questo triste episodio di odio razziale del ministro israeliano, chiaramente esposto alla faccia del mondo il 19 marzo, 2023.

    ***

    La mia conclusione sarà ottimista per la Siria

    Grazie alla resilienza e alla coesione della sua popolazione, pur essendo multiconfessionale, grazie alla determinazione del suo presidente che ha saputo rimanere laico nel suo governo, e fermo di fronte agli aggressori terroristi israeliani, USA-NATO e islamisti; Grazie al sostegno della Russia, intervenuta su richiesta delle autorità legittime dello Stato, la Siria ha potuto resistere per dodici anni agli attacchi coordinati e premeditati di Nato, Israele e terroristi islamici, sfruttati dall’occidente per creare il caos e rimodellare un nuovo Medio Oriente coerente con gli interessi e i desideri dello Stato ebraico.

    La premeditazione dell’aggressione anglosassone è stata chiaramente stabilita dalla divulgazione dei “file Wikileaks”, vale a dire le fughe di notizie sulla corrispondenza diplomatica tra i rappresentanti statunitensi in Siria e il Dipartimento di Stato americano dall’inizio degli anni 2000.17

    La collusione tra Israele e Stati Uniti è stata stabilita anche da una dichiarazione inequivocabile dello stesso Biden il 13 luglio 2022 a Tel Aviv.18

    Questa collusione è stata chiaramente confermata dai più noti geopolitici statunitensi, Mearsheimer e Walt, nell’eccellente analisi pubblicata con il titolo: La lobby pro-Israele e la politica estera americana.19

    Questa collusione appare chiaramente nella semplice osservazione che i responsabili della politica estera e della politica delle sanzioni economiche statunitensi sono apparsi nella lista dei candidati per la lista globale di influenza del Jerusalem Post (Blinken, Sherman, Janet Yellen… )

    La buona notizia per la Siria è l’emergere in corso di un mondo multipolare che sfida l’egemonia USA-NATO incontrastata degli ultimi tre decenni e l’influenza dei neoconservatori globalisti (e sionisti). La Siria potrà ora contare sull’aiuto della Russia, dei paesi del Golfo (compreso l’Iran) e della Cina per la sua ricostruzione e difesa.20

    Israele assiste ora, impotente, al declino del suo principale alleato e dei suoi sostenitori neoconservatori e globalisti statunitensi, e alla ricomposizione degli equilibri geopolitici e geoeconomici globali che non saranno a suo favore.

    Senza offesa allo Stato di Israele, che ha fallito in Siria, grazie o a causa della Russia, la vera “Primavera siriana” potrà iniziare, sotto il governo di… Bashar al-Assad!

    Gen. Dominique Delawarde

    NOTE:

    https://www.taghribnews.com/les-état...rie-pour-un-an
    https://les7duquebec.net/archives/280460
    https://les7duquebec.net/archives/282141
    https://www.youtube.com/watch?v=5MdffXCDZUI
    https://www.ina.fr/ina-eclaire-actu/...li-disparaitre
    https://lecourrier.vn/une-vingtaine-...-brics-et-locs
    https://www.letemps.ch/monde/liran-l...ncilient-pekin
    https://www.lefigaro.fr/syrie-le-pre...uis/2010/20/23
    https://www.google.com/La-Ligue-arab...-à-l-unanimité
    http://www.sana.sy/p=297673
    https://tass.com/world/1617449
    https://tass.com/world/1617683
    https://www.lefigaro.fr/2017/12/01/t...adre-de-la-cia
    https://information.tv5monde.com/en-...echire-le-pays
    https://www.radiofrance.fr/geopoliti...i-21-mars-2023
    https://blogs.mediapart.fr/le-minist...ris-le-19-mars
    https://www.versobooks.com/decoding-...ikileaks-files
    https://fr.timesofisrael.com/biden-i...-etre-sioniste
    https://www.google.com/Le lobby pro-israélien et la politique étrangère américaine
    https://www.i24news.tv/l-aide-milita...nquiete-israel
    Al suo pezzo il generale ha aggiunto questo video:

    In una conferenza tenuta a San Francisco il 3 ottobre 2007, Wesley Clark, generale a 4 stelle in pensione delle Forze Armate degli Stati Uniti, afferma che dieci giorni dopo l’11 settembre, le invasioni dell’Iraq dalla Libia, e da diversi altri paesi del Medio L’est era già stato pianificato. Su istigazione dei neocon j, con il falso pretesto di venndicare il mega attenatto alle Twin Towers di New York, provocato in realtà da loro stessi.




    https://www.maurizioblondet.it/i-boi...ono-sconfitti/

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