Esce in questi giorni un libro che racconta chi è veramente uno dei politici più importanti degli ultimi anni (e, ahinoi, di molti anni a venire, con ogni probabilità) cioè Giorgio Napolitano, attuale capo dello stato che ha praticamente trasformato una repubblica parlamentare in una sorta di monarchia personale, spalleggiato da un parlamento di lacchè.
Qui la presentazione :
Dove Marco Travaglio, uno dei pochi giornalisti italiani rimasti davvero a fare informazione e non il cantore delle "eroiche" imprese del potente di turno, tocca i temi principali che hanno segnato il suo settennato da poco finito e quello appena iniziato.
Si parla delle confessioni di Padoa-Schioppa e Spinelli, dei fondati sospetti sul suo appoggio a Berlusconi di fondo, della sua visione della giustizia ultragarantista, della sua visione della politica e dell'informazione da vero comunista del PCI, non a caso infatti molto simile a quella del pregiudicato di Arcore, delle sue ingerenze indebite nella questione procura di Salerno, del suo comportamento nella vicenda Mancino-processo sulla trattativa, il confronto con Cossiga che, ipse dixit, per molto meno rischiò l'impeachment, il suo desiderio di stravolgere la Costituzione, la sua insofferenza verso qualunque critica anche legittima, i suoi palesi tentativi di delegittimare chiunque non fosse favorevole ai suoi progetti di ammucchiate, il fatto che di bramasse alla rielezione nonostante molto ingenui, anche qui sul forum credessero il contrario. E tanto tanto altro.
Insomma, un libro per capire chi è davvero questo soggetto, ben diverso da quella specie di semidio che illustrano i giornali di regime. Il peggior capo di stato di tutta la storia italiana, un politico del quale ci dovremmo vergognare nel mondo almeno quanto ci siamo vergognati di Berlusconi, che non a caso ha trovato in lui, comunista nostalgico dei bei tempi in cui l'URSS massacrava i suoi oppositori, uno dei suoi principali alleati.