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    Lightbulb Disoccupazione? Colpa del sindacato, difensore dei parassiti pubblici...



    di FRANCO FUMAGALLI
    La situazione occupazionale dei lavoratori italiani nel dopoguerra negli anni ‘46 -’60 era in continua, incessante dilatazioneseppur limitati erano per i lavoratori i criteri remunerativi. La causa della dinamica espansiva del lavoro era da ricercarsi nella necessità di ricostruzione del Paese, quindi da concrete esigenze che stimolavano le iniziative e inducevano gli imprenditori italiani ed esteri ad investire. Non estranea a questa situazione espansiva il relativamente basso livello dei salari. Quest’ultima componente aveva generato anche una necessaria presenza del vero sindacalismo. Dopo le otto ore di fabbrica (per 6 giorni la settimana) i lavoratori più sensibili alle problematiche aziendali, facevano opera di proselitismo sindacale e non di rado, per tale attività, venivano licenziati. Con il ’68 il mondo sindacale ha imboccato un strada tendente esclusivamente all’impostazione politica dei suoi problemi con la tutela delle associazioni per mezzo di privilegi di ogni tipo. Stava iniziando un percorso di progressivo abbandono delle reali ed uniche condizioni necessarie ai lavoratori che sono identiche per tutti e non scindibili: retribuzione e sicurezza in tutte le sue forme. Data la presenza di una “triplice” sembrerebbe quasi che si fossero voluti risolvere in tre modi diversi quei problemi.
    Stava lentamente trionfando la nefanda politicizzazione del sindacato che impostava la sua funzione all’esterno della fabbrica ed avulsa ai suoi problemi. Si è assistito alla scalata dei segretari sindacali, generali e non, a caccia alle poltrone parlamentari. Per fronteggiare la politicizzazione le aziende hanno cominciato a delocalizzare le fabbriche. Il costo del lavoro (non le retribuzioni dei lavoratori) era in costante inarrestabile aumento. Altra conseguenza dell’irresponsabile azione sindacale, è stata la diminuzione delle assunzioni di dipendenti nelle aziende private e un incremento delle “partite IVA”. In questo Paese vi sono tanti lavoratori autonomi quanti in tutti i Paesi europei messi insieme. Per contrastare tale tendenza che li privava di sostegno e consenso, la “Triplice” e le centinaia di sigle sindacali presenti nella funzione pubblica, con la necessaria connivenza di politici imbelli, miopi e incapaci, hanno ottenuto una indiscriminata estensione della burocrazia. Completa il quadro una serie di leggi, fatte approvare nel tempo, vedi pensioni baby, lo statuto dei lavoratori ( per effetto del quale i veri sindacalisti sono diventati i magistrati che di problematiche del lavoro sono perfettamente a digiuno), il sostituto d’imposta, contributi figurativi, 3esenzione della pubblicazione dei bilanci ed una serie di benefici e privilegi vari del tutto ingiustificati ed estranei all’azione sindacale.
    Il “geniale” correttivo utilizzato dal sistema politico-sindacal-burocratico per mantenere una sempre più dilatata massa di parassiti pubblici è stato l’indebitamento Tale soluzione permette (fino a quando?) al sistema di sopravvivere ma in realtà iugula l’economia. Il rapporto Debito/Pil è arrivato a percentuali impressionanti.
    Proseguendo nella demonizzazione dell’impresa con un numero spaventoso di adempimenti da assolvere, siamo giunti all’ideale di questi sindacati: i lavoratori non sono più sfruttati (vecchio e immarcescibile slogan sovietico). Infatti, chi è meno “sfruttato” di un disoccupato? La “tutela del lavoro” praticata da questi sindacati ideologicizzati è stata così efficace che lo stesso, il lavoro, sta scomparendo. L’adozione dell’euro, indicato come la causa di tutti i mali dell’economia, è un’altra “scusa” del sistema. L’euro ha evidenziato, sostanzialmente, due situazioni: la consolidata incapacità e insipienza della classe politica nostrana e e la perversità di un sistema generato da un dettato costituzionale inadeguato che permette e protegge l’irresponsabilità. Nel Paese, infatti, nessun gestore della funzione pubblica paga i suoi errori. Politici, sindacalisti, burocrati magistrati, hanno raggiunto il massimo perseguibile delle loro specifiche attività: potere senza responsabilità.


    Disoccupazione? Colpa del sindacato, difensore dei parassiti pubblici | L'Indipendenza
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  2. #2
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    Predefinito Re: Disoccupazione? Colpa del sindacato, difensore dei parassiti pubblici...

    Abbastanza vero, si

  3. #3
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    Predefinito Re: Disoccupazione? Colpa del sindacato, difensore dei parassiti pubblici...

    Citazione Originariamente Scritto da atvar51 Visualizza Messaggio
    Abbastanza vero, si
    credo che in pochi compagni commenteranno...
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  4. #4
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    Predefinito Re: Disoccupazione? Colpa del sindacato, difensore dei parassiti pubblici...

    Citazione Originariamente Scritto da BlackSheep Visualizza Messaggio
    credo che in pochi compagni commenteranno...
    Comunque NON e' il solo fattore che ci fotte, e nemmeno tra i piu' importanti

  5. #5
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    Predefinito Re: Disoccupazione? Colpa del sindacato, difensore dei parassiti pubblici...

    Citazione Originariamente Scritto da atvar51 Visualizza Messaggio
    Comunque NON e' il solo fattore che ci fotte, e nemmeno tra i piu' importanti
    infatti, il benaltrismo è peggiore.
    Il politically correct è la distruzione del pensiero mediante la distruzione dei suoi archetipi.
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  6. #6
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    Predefinito Re: Disoccupazione? Colpa del sindacato, difensore dei parassiti pubblici...

    Giuseppe Di Vittorio, nato a Cerignola (Foggia) nel 1892, dopo aver partecipato all’esperienza del sindacalismo rivoluzionario, negli anni del fascismo diviene responsabile della Cgdl clandestina, di orientamento comunista. Crollato il regime, Di Vittorio è tra i protagonisti della rinascita del sindacato libero e democratico. Tra il 1944 e il 1948 ricopre la carica di segretario generale della Cgil unitaria e dal 1946 è deputato dell’Assemblea Costituente. Mantiene la guida della nuova Cgil anche dopo le scissioni del 1948-50. Tra i suoi atti principali alla guida della Confederazione, l’elaborazione del Piano del Lavoro (1949), la proposta di uno Statuto dei diritti dei lavoratori (1952), l’autocritica del 1955 dopo la sconfitta alla Fiat e la condanna dell’invasione dell’Ungheria nel 1956. Muore a Lecco il 3 novembre 1957. (Vedi anche www.fondazionedivittorio.it).

    Agostino Novella, nato a Genova nel 1905, è tra i più attivi protagonisti della Resistenza. Alla guida della Federazione romana del Pci dalla fine del 1943 alla Liberazione, passa poi a guidare la federazione di Genova. Diviene segretario regionale della Lombardia nel 1948 per poi passare a incarichi nazionali. Entrato nella Cgil di Di Vittorio nel 1949, assume il ruolo di responsabile dell’organizzazione. Alla morte di Di Vittorio (1957) è designato come suo successore, mantenendo la carica di segretario generale fino al 1970 quando, di fronte alla incompatibilità tra cariche partitiche e sindacali, decide il ritorno al partito. Muore a Roma il 15 settembre 1974.

    Luciano Lama, nato a Gambettola (Forlì) nel 1921, è dal 1944 segretario della Camera del lavoro di Forlì. Segretario dei chimici dal 1951 al 1957 e dei metalmeccanici dal 1957 al 1961, diviene segretario confederale nel 1962. Nel 1970 è eletto segretario generale della Cgil. La firma del Patto federativo (luglio 1972) con Cisl e Uil testimonia il suo impegno per l’unità sindacale. Dalla metà degli anni settanta Lama e la Cgil devono affrontare momenti difficili: dalla contestazione studentesca all’attacco del terrorismo, dalla sconfitta alla Fiat nel 1980 alle vicende della scala mobile. Lasciato il sindacato nel 1986, è eletto al Parlamento dapprima nel Pci e quindi nel Pds. Muore a Roma il 31 maggio 1996.

    Antonio Pizzinato, nato a Caneva (Pordenone) nel 1932, entra in fabbrica come apprendista a soli 15 anni. Dopo la guerra, a Milano Partecipa attivamente all’attività sindacale della Fiom e a quella politica del Pci. Nel 1957 parte per l’Urss dove rimane per alcuni anni a studiare economia. Tornato dalla Russia, nel 1961 è chiamato a dirigere il sindacato a Sesto San Giovanni, Dopo aver ricoperto diversi incarichi nella Cgil, ne diviene segretario generale nel 1986 dopo l’uscita di scena di Lama. Lasciata la Segreteria nel 1988, Pizzinato diventa senatore del Pci, poi del Pds e, infine, nei Ds. Attualmente è il presidente della sezione lombarda dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

    Bruno Trentin, nato in Francia nel 1926, dopo aver combattuto giovanissimo nella Resistenza, entra nel Pci e nei primi anni’50 è con Vittorio Foa all’Ufficio Studi della Cgil di Di Vittorio. Entrato nella Segreteria confederale di Novella, dal 1961 è alla guida della Fiom e dal 1972 della Flm. È stato inoltre deputato per il Pci fino al 1966. Tornato nella Segretaria confederale di Lama nel 1978, dopo dieci anni ne diventa segretario generale. Conserva tale carica fino al 1994, contribuendo in modo decisivo alla svolta programmatica e organizzativa della Cgil del 1989-90. Come segretario generale della Cgil ha firmato i due importanti accordo del 1992 sulla scala mobile e del 1993 sulla concertazione. Viene eletto parlamentare europeo nel 1999 nelle file dei Ds. Muore a Roma il 23 agosto 2007. (Vedi anchewww.brunotrentin.it).

    Sergio Cofferati, nato a Sesto e Uniti (Cremona) nel 1948, entra come perito industriale alla Pirelli nel 1969. Iniziata la sua attività sindacale nel Consiglio di fabbrica dell’azienda milanese, entra nella Segretaria locale della Filcea nel 1975 e in quella nazionale nel 1978. dopo aver ricoperto la carica di segretario generale della categoria dei chimici dal 1987 al 1990, passa alla Segreteria confederale come responsabile delle politiche industriali. Viene eletto segretario generale nel 1994 fino al 2002 diventando presidente della Fondazione Giuseppe Di Vittorio. Nel giugno 2004, alla testa della coalizione di centro sinistra, viene eletto sindaco di Bologna.

    Guglielmo Epifani nasce a Roma il 24 marzo 1950. Nel 1973 si laurea in filosofia all’Università La Sapienza di Roma. Dal 1974 al 1978 è ricercatore presso la cattedra di storia moderna alla facoltà di Lettere alla Sapienza. Nel 1975 assume l’incarico di direttore dell’Editrice sindacato italiano (Esi), la casa editrice della Cgil. Dal 1979 al 1990 è segretario generale della Filpc (sindacato poligrafici e cartai) e poi della Filis, la categoria della Cgil che rappresenta i lavoratori della comunicazione, dell’editoria, della cultura e dell’informazione. Nel 1990 assume l’incarico di segretario confederale della Cgil responsabile dell’organizzazione, per poi ricoprire, dal 1994, il ruolo di vicesegretario generale della Confederazione con la delega per le politiche internazionali. Dal 2002 al 2010 è il VII segretario generale della Cgil. E’ presidente dell’associazione Bruno Trentin dal 2011. Ha pubblicato numerosi articoli di storia e saggi, un libro su Bruno Buozzi e, insieme a Vittorio Foa, il volume “Cent’anno dopo”. Membro del Cnel dal 1994, ha fatto parte di tutti gli organismi del sindacato europeo e mondiale.


    dal dopoguerra in poi TUTTI, MA PROPRIO TUTTI I SEGRETARI DELLA CGIL HANNO POI FATTO CARRIERA NEL PARTITO DI RIFERIMENTO IL PCI E POI PDS, DS PD.


    TUTTI.

    alla faccia della separazione tra sindacato e politica.

  7. #7
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    Predefinito Re: Disoccupazione? Colpa del sindacato, difensore dei parassiti pubblici...

    Infatti la dichiarazione di ieri di renzi li ha gettati nel panico.

  8. #8
    STATI UNITI D'EUROPA!
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    Predefinito Re: Disoccupazione? Colpa del sindacato, difensore dei parassiti pubblici...

    I sindacati la devono smettere di difendere i dipendenti pubblici inutili! BASTA!

    Anzi, si comportino con onestà: vadano a segnalare tutte le sacche di dipendenti pubblici inutili, così da farli licenziare!
    Questo sì che significherebbe fare il bene dei VERI lavoratori!
    Vadano specialmente nel Sud Italia, lì è pieno di dipendenti pubblici inutili, dai 30.000 forestali siciliani (la Lombardia ne ha meno di 1.000, porca troia!!) fino a tutti gli altri!

    Questi sindacati di merda devono cambiare, SUBITO!!
    PROPOSTE POLITICHE
    ► STATI UNITI D'EUROPA, SUBITO! Tutti gli Stati a Ovest della Russia!
    ♫ Top 25 Vocal Trance Spring 2015 l Amazing Vocal Trance Mix ♫

  9. #9
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    Predefinito Re: Disoccupazione? Colpa del sindacato, difensore dei parassiti pubblici...

    " ... La “tutela del lavoro” praticata da questi sindacati ideologicizzati è stata così efficace che lo stesso, il lavoro, sta scomparendo. ... "

    Se consideriamo che Epifani è stato segretario del PD fino a ieri ecco spiegato cosa è il PD: un partito che difende i privilegi di una minoranza di parassiti a scapito del popolo sovrano !!
    Ultima modifica di Nostradamus; 20-12-13 alle 15:02
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano le tasse, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» da "Codice della vita italiana", Giuseppe Prezzolini

  10. #10
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    Predefinito Re: Disoccupazione? Colpa del sindacato, difensore dei parassiti pubblici...

    Citazione Originariamente Scritto da BlackSheep Visualizza Messaggio
    infatti, il benaltrismo è peggiore.

    io penso, ad esempio, alle deficienze logistiche, che generano, per eempio alla fiat, sovraccosti rispetto ai loro concorrenti europei SUPERIORI al costo totale del personale di produzione - lievemente piu' grave dell'esistenza degli imbecilli della trimurti

 

 
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