Ultima modifica di Occam; 22-12-13 alle 11:57
Frustra fit per plura quod fieri potest per pauciora.
Cioè, adesso vi lamentate anche che le vostre richieste vengono accettate??
Tanto per chairire, a me sta benissimo il ruolo che il M5S sta avendo in questo parlamento, in quanto a denunce e richieste. Anche per questo l'ho votato. però speravo che facesse qualcosa di più, per esempio si assumesse responsabilità di governo, visto che è stato votato da 8 milioni e mezzo di italiani. E se gli altri stanno pian piano adottando molte delle posizioni del M5S, questo succede proprio per il grande successo avuto alle elezioni di febbraio. Successo su cui mi sembra ormai siate decisi a campare di rendita. Ma vi sbagliate: non si campa di rendita in politica, e le amministrative vi hanno dato una chiara avvisaglia. Se gli altri partiti vi rubano le idee e le mettono in pratica, la colpa è vostra: potevate farle voi direttamente, quelle cose che invece fanno gli altri.
Ultima modifica di Roberto il Guiscardo; 22-12-13 alle 12:06
"La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile" (Corrado Alvaro)
C'è un articolo dell'Espresso-Repubblica del maggio 2013 che può essere interessante leggere:
«Abolire il finanziamento pubblico ai giornali» è una delle priorità del Movimento 5 stelle. Sostiene Grillo che senza il contributo pubblico i giornali verrebbero spazzati via. Ma le cose, stanno realmente così?
Nella loro forma diretta ormai riguardano solo queste tipologie di giornali: i giornali organi dei partiti politici, quelli delle cooperative di giornalisti, quelli delle minoranze linguistiche, quelli per le comunità italiane all'estero, più quelli pubblicate da 'enti morali', di solito di tipo religioso.
Il loro elenco è sul sito del Governo, nelle pagine del Dipartimento per l’editoria: ci sono ad esempio 'il Foglio' e 'il Romanista', 'La Voce di Mantova' e 'Buonasera Campania', 'America Oggi' e il ciellino 'Trenta Giorni', 'La Padania', 'l'Unità', 'Europa' (Pd ex Margherita) ma anche 'Motocross', 'il Salvagente', 'Nuova Ecologia', 'Cristiano Sociali News', 'Dolomiten', 'Civiltà cattolica', 'Famiglia Cristiana' e 'Ecce Mater Tua', a cui si accoda religiosamente 'Buddismo e Società'.
La maggioranza dei quotidiani italiani, che rappresentano il 90 per cento del totale delle copie diffuse in Italia, non riceve contributi diretti e sono tutti gli altri. Tra cui 'l'Espresso'
Quanto ai contributi indiretti - sotto forma di agevolazioni telefoniche, spedizioni postali, rimborsi per la carta o spedizione degli abbonamenti sono invece del tutto cessati dal marzo del 2010: quindi non esistono più.
Quando Grillo quindi chiede a voce alta «l'abolizione del finanziamento pubblico ai giornali» dovrebbe sapere che chiede una cosa già avvenuta per quasi tutte le testate: solo il 10 per cento delle copie diffuse, attualmente percepisce un contributo pubblico.
Il contributo diretto stimato per l'anno prossimo è sui 67 milioni di euro.
Sono un po' cambiati anche i criteri di questo finanziamento residuo, oggi correlati agli effettivi livelli di vendita e di occupazione professionale e con incentivi per il passaggio all'on line.
Ovviamente, si può essere contro ogni forma di finanziamento all'informazione oppure pensare a un sistema francese (una sorta di tassa su Google che va a finanziare i progetti editoriali innovativi, senza pesare sul contribuente). Ma è abbastanza importante sapere che qualora gli attuali contributi all'editoria fossero eliminati questa decisione non impatterebbe in alcun modo sul 90 per cento dei giornali oggi in edicola.
Soldi all'editoria: le vere cifre
I giornali che ricevono finanziamenti, riportati nell'elenco del Ministero (anno 2012):
http://www.governo.it/DIE/dossier/co...012/comma2.pdf
Ultima modifica di Roberto il Guiscardo; 22-12-13 alle 12:19
le richieste NON vengono accettate ma solo molto parzialmente accolte
e, soprattutto, nascondendone la motivazione vera: l'istinto di sopravvivenza del sistema
sistema che invece va abbattuto
il 5s non è un movimento nato per la cosmesi riformista, ma radicalmente impegnato nel cambiamento profondo del modo di gestire la cosa pubblica
le misure di facciata non attaccano, perché sono passi indietro fatti per saltare meglio, quando - "loro" sperano - sarà passata la nuttata e si potra procedere con la restaurazione