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quello della "terza" epistola è stato errore di scrittura trattandosi della seconda epistola capitolo terzo
il confermare i fratelli nella verità, nella dottrina, nella fede è uno dei lavori tipici del magistero apostolico; a riguardo riporto un semplice cenno dai fatti degli apostoli
Fatti cap. 14 vers. 19-22
Ora, facendo essi quivi qualche dimora, ed insegnando, sopraggiunsero certi Giudei d'Antiochia, e d'Iconio i quali persuasero le turbe, e lapidarono Paolo, e lo trascinarono fuor della città, pensando ch'egli fosse morto. Ma, essendosi i discepoli raunati d'intorno a lui, egli si levò, ed entrò nella città. E il giorno seguente egli partì con Barnaba, per andare in Derba. Ed avendo evangelizzato a quella città, e fatti molti discepoli, se ne ritornarono in Listra, in Iconio, e in Antiochia, confermando gli animi de' discepoli, e confortandoli di perseverar nella fede, ed ammonendoli che per molte afflizioni ci conviene entrare nel regno di Dio.
fatta questa breve premessa si può proseguire
insieme a te non credo ci siano molti dubbi sul fatto che le due epistole, scritte l'una dopo l'altra, a breve distanza, possano inquadrarsi tra gli anni 50 e la fine del primo secolo
in tuo parere, quanti anni poteva avere il veterano Pietro in quei tempi?
e poi, l'assedio e la distruzione di Gerusalemme per mano romana in quali anni può essere collocata?