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    Predefinito Dedichiamo l'8 marzo alle combattenti palestinesi dell'Intifada!

    da www.ecn.org


    DEDICHIAMO L¹8 MARZO, GIORNATA INTERNAZIONALE ALLE NUOVE COMBATTENTI
    PALESTINESI.

    Dedichiamo l¹8 marzo a queste nuove combattenti palestinesi che ogni giorno
    sempre di più vanno a rafforzare le fila della nuova Intifada, che
    dimostrano a Sharon e Bush che nonostante gli armamenti e uno degli esercito
    più attrezzato e potente del mondo lo stato sionista-terrorista di Israele
    non ce la fa a piegare un popolo. Uno stato che oggi deve avere paura anche
    delle tante Wafa Idris che scrivono la storia della propria liberazione
    anche col proprio sangue, che danno la vita per la causa del popolo
    palestinese.

    I giornali, la televisione, gli opinionisti al servizio dell¹imperialismo
    non possono e non vogliono capire, per loro la morte di Idris, di Darine Abu
    e delle altre ragazze e donne che ogni giorno si vanno ad aggiungere, è solo
    un fenomeno curioso, scioccante, da mobilitare analisti e psicologi per
    scandagliare perchè per la prima volta in Palestina le donne sono disposte a
    sacrificare la loro vita in un¹attentato.
    Ma il popolo palestinese che viene massacrato e lotta ogni giorno contro gli
    assassini del boia Sharon; ma soprattutto le donne palestinesi che ogni
    giorno vengono uccise, ferite, che sono costrette dai carri armati
    israeliani a rimanere imprigionate nei campi profughi senza poter neanche
    avere qualcosa da mangiare, che vedono ammazzati i loro mariti, i loro
    figli, spesso bambini sparati anche mentre vanno a scuola, bambini che non
    hanno diritto di ridere, giocare, che devono imparare presto a difendersi
    dalle pallottole con le mani nude, con le pietre, le donne che vedono
    bombardate le loro case, le donne che muoiono per il parto ai posti di
    blocco israeliani o che vedono i loro bambini, anche appena nati, morire
    nelle loro braccia perchè è vietato dall¹esercito assassino attraversare
    anche poche decine di metri per andare in ospedale, le migliaia di donne a
    cui i boia Sharon e Bush negano anche il diritto di vivere, questo popolo,
    queste donne capiscono benissimo e sicuramente oggi le piangono e le onorano
    - la madre di Wafa Idris ha detto ³sono orgogliosa di lei².

    Dedichiamo questo 8 marzo alle donne che in Perù, Nepal, in Turchia nella
    guerre popolari, asciugano le loro lacrime e trasformano il dolore,
    l¹oppressione, la rabbia, in forza poderosa per la rivoluzione, fino alla
    vittoria.
    Gli imperialisti, i governanti di tutti i paesi, che ogni giorno opprimono,
    sfruttano, uccidono, violentano milioni di donne, che le costringono in
    condizioni di vita terribili, per un giorno, nell¹8 marzo, fanno scrivere ai
    loro pennivendoli, possibilmente donne, parole di commiserazione, di
    comprensione, di ³umana solidarietà², auspici di ³emancipazione²,
    auspici/impegni ad esportare la loro ³libertà occidentali²...parole sporche!
    parole che nascondono nuove oppressioni e nuove guerre in nome della loro
    ³civiltà². Ma il loro sorriso compassionevole e ipocrita si trasforma in un
    ghigno di paura appena le donne prendono in mano le armi per fare la
    rivoluzione. E ancora di più quando le donne non si limitano ad azioni
    combattenti isolate, ma si organizzano nei partiti comunisti per sviluppare
    la guerra popolare, che, come in Perù e ora in Nepal, sta spazzando via i
    nemici da intere zone del paese e liberandole costruisce la vera possibilità
    di ³emancipazione² per le donne.

    Dedichiamo l¹8 marzo a queste nostre sorelle che mostrano a tutte le donne
    anche alle donne dei paesi occidentali, che l¹unica vera liberazione, dalla
    Palestina a Kabul, non passa da mettere qualche esponente femminile ai posti
    di governo, nè tantomeno dalla mobilitazione dei movimenti borghesi e
    piccolo borghesi delle donne occidentali, ma dall¹essere in prima fila nella
    lotta rivoluzionaria che metta fine a questo sistema imperialista di guerre,
    oppressione, miseria.

    Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
    e-mail: mfpr@libero.it

    Rif.: Palermo T/F 091/6165857 - Taranto T/F 099/4792086 - Bergamo T/F
    035/217792 - Milano T/F 02/69016398

  2. #2
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    Onore alle combattenti e martiri rivoluzionarie che ogni giorno si sacrificano nella lotta contro l'imperialismo, dovunque nel mondo esse operino.

    Saluti comunisti rivoluzionari!

  3. #3
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    8 MARZO 2002 - GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA


    EDITORIALE




    La Redazione di Radio Città Aperta dedica questo 8 Marzo 2002 alle Donne
    Palestinesi. E lo facciamo con le parole di Mouna, che vive in un campo profughi
    palestinese presso Betlemme.

    Mouna, finchè ha potuto, ci ha fatto conoscere, attraverso un suo diario
    telematico, quelle verità che i più tacciono. Da parecchio tempo non la troviamo
    più nel navigare in Internet, probabilmente le azioni di guerra dell'esercito
    israeliano hanno distrutto le apparecchiature o comunque interrotto l'energia
    elettrica in quell'inferno che è un campo profughi. Anche se non riusciamo più a
    sentire la voce di Mouna, le sue parole, quelle che ci hanno potuto raggiungere,
    rimangono scritte ed oggi, 8 Marzo 2002, vogliamo farvele riascoltare con forza.

    Ha scritto Mouna :

    " I canti rivoluzionari, il suono lancinate delle sirene fuori, le notizie sugli
    scontri, gli altri morti.non ci fanno andare in collera. Al contrario sono i
    rumori delle notizie che ci spingono in avanti, che fanno bollire il nostro
    sangue, che ci danno quella rabbia indispensabile per sopravvivere ancora un
    giorno.

    Ero bambina ad Amman durante la guerra del giugno 1967 e durante il Settembre
    Nero. Ho vissuto in Palestina quasi tutto il periodo dell'Intifada. Ma è la
    prima volta in vita mia che il rumore delle pallottole non mi fa paura e per la
    prima volta capisco perché i palestinesi che hanno vissuto tutta le vita sotto
    l'occupazione israeliana hanno sempre continuato a combattere gli israeliani. E
    le donne palestinesi oggi dicono che l'Intifada deve continuare, che la morte di
    tante persone dovrà portare a qualche risultato, che la notizia di un cessate il
    fuoco ci deprime. Non possiamo avere un'Intifada ogni tanto e poi addormentarci
    profondamente per poi svegliarci qualche anno dopo e ricominciare tutto daccapo.
    Nessuno qui vuole che gli scontri cessino, tutti auspicano la continuazione del
    conflitto e che tutto il resto vada al diavolo. E' tale la disperazione che
    molti pensano sia venuto il momento : o loro o noi. E se loro ci bombardano e ci
    riducono in cenere, sia quel che sia. Il popolo palestinese non ne può più
    dell'aggressione israeliana, non ne può più della corruzione dell'Autorità
    Palestinese, non ne può più degli accordi di pace che hanno trasformato questo
    luogo in uno stato dell'apartheid, non ne può più di un silenzio di un mondo che
    non ci concede nessuna attenzione.

    Per questo siamo inflessibili, siamo determinati a batterci fino alla fine.
    Questa volta la lotta deve andare in fondo fino alla vittoria. Senza la
    creazione di uno Stato Palestinese su tutti i territori occupati la lotta di
    liberazione non si fermerà mai. Mostratemi quando, nella storia, un popolo ha
    smesso di sognare e di battersi per l'indipendenza e la libertà?

    Un altro giorno passa e nessuno vuole che l'Intifada si fermi. La lotta di
    liberazione continua da decenni . E in questi anni le ragazze sono diventate
    madri, le madri sono diventate nonne..hanno sotterrato il marito, il padre e i
    figli, e noi non siamo ancora liberati. La lotta di liberazione continuerà,
    Intifada fino alla vittoria".


    Grazie, Mouna. Dedichiamo a te e tutte le donne palestinesi il nostro 8 Marzo
    2002. E domani, 9 Marzo, saremo tutte e tutti alla manifestazione nazionale a
    Roma per non farvi sentire sole . Non siete sole, finalmente la piazza -
    autoconvocata - si riempirà per chiedere Vita, Terra e Libertà per il popolo
    palestinese.



    8 MARZO 2002 - GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

    EDITORIALE


    La Redazione di Radio Citt… Aperta dedica questo 8 Marzo 2002 alle Donne
    Palestinesi. E lo facciamo con le parole di Mouna, che vive in un campo profughi
    palestinese presso Betlemme.
    Mouna, finchŠ ha potuto, ci ha fatto conoscere, attraverso un suo diario
    telematico, quelle verit… che i pi— tacciono. Da parecchio tempo non la troviamo
    pi— nel navigare in Internet, probabilmente le azioni di guerra dell'esercito
    israeliano hanno distrutto le apparecchiature o comunque interrotto l'energia
    elettrica in quell'inferno che Š un campo profughi. Anche se non riusciamo pi— a
    sentire la voce di Mouna, le sue parole, quelle che ci hanno potuto raggiungere,
    rimangono scritte ed oggi, 8 Marzo 2002, vogliamo farvele riascoltare con forza.
    Ha scritto Mouna :
    " I canti rivoluzionari, il suono lancinate delle sirene fuori, le notizie sugli
    scontri, gli altri morti...non ci fanno andare in collera. Al contrario sono i
    rumori delle notizie che ci spingono in avanti, che fanno bollire il nostro
    sangue, che ci danno quella rabbia indispensabile per sopravvivere ancora un
    giorno.
    Ero bambina ad Amman durante la guerra del giugno 1967 e durante il Settembre
    Nero. Ho vissuto in Palestina quasi tutto il periodo dell'Intifada. Ma Š la
    prima volta in vita mia che il rumore delle pallottole non mi fa paura e per la
    prima volta capisco perch‚ i palestinesi che hanno vissuto tutta le vita sotto
    l'occupazione israeliana hanno sempre continuato a combattere gli israeliani. E
    le donne palestinesi oggi dicono che l'Intifada deve continuare, che la morte di
    tante persone dovr… portare a qualche risultato, che la notizia di un cessate il
    fuoco ci deprime. Non possiamo avere un'Intifada ogni tanto e poi addormentarci
    profondamente per poi svegliarci qualche anno dopo e ricominciare tutto daccapo.
    Nessuno qui vuole che gli scontri cessino, tutti auspicano la continuazione del
    conflitto e che tutto il resto vada al diavolo. E' tale la disperazione che
    molti pensano sia venuto il momento : o loro o noi. E se loro ci bombardano e ci
    riducono in cenere, sia quel che sia. Il popolo palestinese non ne pu• pi—
    dell'aggressione israeliana, non ne pu• pi— della corruzione dell'Autorit…
    Palestinese, non ne pu• pi— degli accordi di pace che hanno trasformato questo
    luogo in uno stato dell'apartheid, non ne pu• pi— di un silenzio di un mondo che
    non ci concede nessuna attenzione.
    Per questo siamo inflessibili, siamo determinati a batterci fino alla fine.
    Questa volta la lotta deve andare in fondo fino alla vittoria. Senza la
    creazione di uno Stato Palestinese su tutti i territori occupati la lotta di
    liberazione non si fermer… mai. Mostratemi quando, nella storia, un popolo ha
    smesso di sognare e di battersi per l'indipendenza e la libert…?
    Un altro giorno passa e nessuno vuole che l'Intifada si fermi. La lotta di
    liberazione continua da decenni . E in questi anni le ragazze sono diventate
    madri, le madri sono diventate nonne....hanno sotterrato il marito, il padre e i
    figli, e noi non siamo ancora liberati. La lotta di liberazione continuer…,
    Intifada fino alla vittoria".

    Grazie, Mouna. Dedichiamo a te e tutte le donne palestinesi il nostro 8 Marzo
    2002. E domani, 9 Marzo, saremo tutte e tutti alla manifestazione nazionale a
    Roma per non farvi sentire sole . Non siete sole, finalmente la piazza -
    autoconvocata - si riempir… per chiedere Vita, Terra e Libert… per il popolo
    palestinese.

 

 

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