Milano:addio al popolo produttivo
Entro il 2020 caleranno di 45 mila unità i cittadini nella fascia più produttiva, tra i 20 e i 46 anni. Sempre che non si riduca l'arrivo di immigrati. Altrimenti si rischia il caos nel mondo del lavoro.
MILANO - Da qui al 2020 rischia di diventare merce rara. Soprattutto per quanto riguarda il mercato del lavoro. E' il cittadino milanese con età compresa tra i venti e i quarant'anni. Anzi, tra i venti e i quarantesei, a giudicare dalla precisione con la quale l'ufficio statistico del Comune di Milano ha messo al parola fine a uno studio durato oltre tre anni.
Ne emerge un quadro di grave allarme per la città. Di fatto, se l'afflusso di immigrati dovesse restare costante, nei prossimi 18 anni (lo studio infatti, fa previsioni fino al 2020) i 20-40enni dovrebbero diminuire di ben 45 mila unità. Sempre che, si preoccupano di precisare a lungo i reponsabili dello studio, il governo non dia un ulteriore giro di vite agli ingressi di immigrati. Altrimenti la cifra, dovrebbe essere ritoccata al rialzo di parecchio.
Le conclusioni insomma, sono perfino già note: se è vero, come è vero, che quella tra i venti e i quarant'anni rappresenta la crema della società produttiva, la città mantiene fortissimo il bisogno di vedere arrivare immigrati, a rinforzare le fiacche fila dei residenti. E il mondo del lavoro, nonostante i proclami anti-immigrazione popolari, resta in attesa di nuovi flussi.
D'altronde, i problemi relativi al calo demografico, non riguardano soltanto le fasce adulte della popolazione. Sempre secondo lo studio elaborato dal Comune, tra il 2010 e il 2020, l'utenza di scuole medie ed elementari dovrebbe diminuire di 20 mila unità (l' attuale popolazione tra i tre e i dieci anni è di 75 mila bambini). Secondo lo studio, del quale è anche stato realizzato un Cd-rom, nei prossimi due decenni la popolazione milanese, pari attualmente a circa un milione e 300 mila
persone, è destinata a diminuire, comunque vadano fecondità e flussi d'immigrazione. Nella migliore delle ipotesi calerà di 14 mila persone ma la flessione potrebbe superare quota 200 mila, di cui 76 mila già entro il 2010.
(7 MARZO 2002, ORE 14.45)
Pazzesco.
Guardate,una volta ero + tollerante con l'immigrazione legale,ma a questo punto dico,che anche a costo di perdere voti(e se lo dico io!) bisogna,prima agire immediatamente sulla natalita' con sgravi fiscali in proporzione al numero di figli per donna,facilitazioni per la casa e altri vantaggi (solo per i padani bianchi pero') e poi dire un netto NO agli imprenditori che fottendosene,per produrre vogliono immigrati.NON E' LA SOLUZIONE!
E un giorno ci ringrazieranno:la Padania,come realta' socio-economica e' tale solo perche' ci sono i padani di adesso,che sono imprendiotori,lavoratori e cittadini:e il tutto che fa la societa',non solo una parte.
Una Padania pakistana-senegalese,cioe' una Padania nonbianca,dove necessariamente i figli degli immigrati non si sentiranno MAI padani fino in fondo,e' UNA DISGRAZIA.
Guai a pensare di risolvere il problema della denatalita' importando immigrazione!GUAI!Sono morte antiche civilita' del passato cosi'!