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Discussione: Non so come spiegarlo!

  1. #1
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    Arrow Non so come spiegarlo!

    Non so come spiegarlo

    Maria Luisa è una mamma con quattro figli e un lavoro impegnativo. Ha messo un po’ di tempo a trovare la gioia dell’amore di Dio, ma poi… ci è riuscita!


    29 aprile 2009
    I miei genitori volevano che ricevessi una buona formazione e mi portarono in un club di liceali, dove mi sono trovata molto bene, anche se il mio passaggio da questo primo club (e dai successivi) è stato – come potrei dire? – un po’ accidentato. Venendo al sodo: mi hanno espulsa da quel club e da diversi altri perché ero un tipo ribelle.

    Allora avevo undici, dodici o tredici anni, e non riuscivo a dominarmi: dove andavo, mi scatenavo. Un giorno andai a un ritiro, mi impadronii di un microfono e a tutte quelle che passavano, nascondendomi per non farmi vedere, dicevo alle loro spalle con voce cavernosa: “Ehi, sono Dio e sono venuto a dirti che…”; tutte si spaventarono a morte. A un altro ritiro mi sono portata una caffettiera elettrica, l’ho messa in camera per farmi ogni tanto un caffè, e quando l’ho accesa… sono saltati i fusibili di tutta la casa.

    Con me avevano molta pazienza, ma naturalmente non era piacevole… Apparentemente ero una di quelle ragazze che non s’interessano di niente. Poi sono cresciuta, ho oltrepassato l’età dei club e ho cominciato a vivere la mia vita. Avevo deciso di divertirmi e spassarmela. Allora ridevo molto, ma dentro di me ero inquieta: mi mancava qualcosa.

    Avevo venti anni quando una mia amica mi disse che – chissà? – forse Dio voleva che mi donassi a Lui. Non ricordo che cosa risposi a quella poveretta, ma dovette essere qualcosa come: Ma che cosa mi stai raccontando, piccola!

    E ripresi a spassarmela… Qualcuno potrebbe pensare che la formazione cristiana che avevo ricevuto mi entrava da un orecchio e mi usciva dall’altro… Ma la verità è che molto era rimasto dentro: assai più di quello che io credessi.

    Perciò – me ne accorgo ora – è tanto importante seminare, seminare e seminare durante gli anni dell’adolescenza, facendo in modo che si avvicinino a Dio anche le anime che sembrano interessate solo a prediligere il divertimento e il disordine; perché improvvisamente, quando Dio vuole, tutto quello che è stato seminato… dà frutto.

    A me è avvenuto proprio così, una volta, a Messa, mentre ritornavo dall’aver ricevuto la comunione. Vidi chiaramente che Dio mi chiedeva di darmi pienamente a Lui, nell’Opus Dei – che conoscevo da sempre - come soprannumeraria. E ora sono una donna sposata, con quattro figli e un lavoro in tribunale – sono funzionaria in un ufficio giudiziario - e cerco di vivere come meglio posso lo spirito dell’Opus Dei.

    Certe volte penso: che cosa farebbe Gesù se stesse al mio posto di lavoro? E lo immagino mentre risponde al telefono, mette in ordine le pratiche, parla con il pubblico. Con che serenità lavorerebbe, con che gioia…

    E’ strano: sto scoprendo a poco a poco la verità di molte cose che porto in me e che ho ascoltato – grazie ai miei genitori e ai club – sin da piccola. Per esempio, che cosa significa “santificare il lavoro”. Prima pensavo che si trattasse di offrirlo a Dio, e che tutto finiva lì… E invece no, è molto di più: perché quando lavori alla presenza del Signore, tutto acquista una nuova dimensione…

    Lo spirito dell’Opus Dei dà alla vita un colorito formidabile, e allo stesso tempo la fa diventare molto più semplice. Elimina le complicazioni e ti ritrovi molto più libera. Ahi, magari la gente, che ha tanto desiderio di libertà, comprendesse davvero la libertà interiore e le ali che dà l’impegnarsi a stare vicini a Dio! Quanto più lo ami, tanto libera ti senti. Sant’Agostino aveva ragione quando diceva: “Ama e fa quello che vuoi”.

    Se la gente comprendesse che cosa significa sentirsi amata dal Signore! Molte persone pensano che “vivere da cristiano una vita normale”, come richiede lo spirito dell’Opus Dei, equivalga a una sorta di circo, perché si tratta di ottenere cose “sempre più difficili” o di fare cose spettacolari; ma io so che non è così, come del resto diceva san Josemaría: si tratta di amare, di amare molto Dio e gli altri, e di amare le cose piccole; di mettere molto affetto in tutto ciò che fai, quando ti trovi tra le sentenze e i ricorsi, o stai facendo il bagno a un bambino o stai rigovernando in cucina.

    L’altro giorno stavo lavando i piatti e pensavo: Dio mio, sto lavando i piatti e ti sto amando! Questo ti dà una felicità, una libertà…; ma, ahimé, mi mancano le parole, non so come spiegarlo.

  2. #2
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    Predefinito Riferimento: Non so come spiegarlo!

    Citazione Originariamente Scritto da merello Visualizza Messaggio
    Non so come spiegarlo

    Maria Luisa è una mamma con quattro figli e un lavoro impegnativo. Ha messo un po’ di tempo a trovare la gioia dell’amore di Dio, ma poi… ci è riuscita!




    E ora sono una donna sposata, con quattro figli e un lavoro in tribunale – sono funzionaria in un ufficio giudiziario - e cerco di vivere come meglio posso lo spirito dell’Opus Dei.

    Certe volte penso: che cosa farebbe Gesù se stesse al mio posto di lavoro? E lo immagino mentre risponde al telefono, mette in ordine le pratiche, parla con il pubblico. Con che serenità lavorerebbe, con che gioia…


    .[/U][/B]
    sarebbe questo il lavoro impegnativo onf:

  3. #3
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    Predefinito Riferimento: Non so come spiegarlo!

    Citazione Originariamente Scritto da estate tax Visualizza Messaggio
    sarebbe questo il lavoro impegnativo onf:
    Non credo che sia questo il nocciolo della questione

 

 

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