Tremonti si schiera "parzialmente" con Bossi.
Il messaggio implicito è chiaro: è scandaloso che la costituzione europea venga scritta ora che le sinistre in Europa sono ancora in maggioranza, e che col loro FANATISMO europeista, rischiano di dare più valore agli interessi europei che a quelli delle singole Nazioni.
Ue, anche Tremonti dice no al Superstato
Il ministro dell'Economia dice sì alle tesi di Bossi. "No alla Supecomunità tecnocratica, bocciare l'allargamento indiscriminato, voto su ogni decisione presa sopra la testa degli stati".
ROMA - Chi credeva che Bossi fosse fonte di imbarazzo nella maggioranza, al punto da far sostenere al premier nel recente vertice italo-tedesco che le dichiarazioni del leader leghista non vanno prese poi troppo sul serio, può ricredersi. Centristi a parte, la maggioranza ritiene che la formazione di un superStato contro cui Bossi si è scagliato sia davvero un errore che la Ue non deve commettere, che l'allargamento a Est va "bocciato" senza pietà, e che ogni decisione presa sopra la testa degli statin e dei relativi governi "deve essere votata".
Parola del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che per parlare sceglie proprio la Padania , il quotidiano della Lega. Ribadendo punto per punto che quello che dice il leader del Carroccio non solo è condivisibile, ma deve diventare concreta pratica politica. Tremonti non si limita dunque a rabbonire Bossi, ruolo obbligato per chi agli occhi del Cavaliere è allo stesso tempo garante e promotore dell'intesa fra Lega e Casa delle libertà, ma ad affermare pubblicamente che lui queste idee le condivide appieno.
Ma quale Europa vogliono dunque Tremonti, Bossi e buona parte quindi della maggioranza di centrodestra? Un'Europa, chiarisce il superministro dell'Economia, ''che va in senso diametralmente opposto a quello del Superstato tecnocratico''. Un progetto in cui ''si deve ostacolare'' un'ipotesi di allargamento ''attraverso una sorta di Big bang'', la cui costituzione sia scritta a partire ''da un testo che già esiste e che è efficacissimo'' come la Convenzione di Roma del '50, ed in cui ogni decisione presa al di sopra degli stati ''debba essere votata''.
Gli stati nazionali - afferma Tremonti - dovranno mantenere ''un ruolo importante'' . ''Il concetto di sovranità dovrà essere legato al fatto che tutto ciò che verrà organizzato sopra gli stati-nazione dovrà essere sempre votato''. E ''il potere non dovrà mai calare dall'alto, senza ascoltare il parere dei popoli''.
Tremonti osserva che ''l'idea dei non eletti più legittimati a governare degli eletti'' non è nuova e che essa ''rappresenta perfettamente il concetto della 'governance' che si autoelegge ai vertici delle strutture continentali''. Ma sottolinea che comincia a farsi strada anche l'altra opzione: quella di ''indire i referendum popolari sul tipo di Europa''. Per l'allargamento Tremonti contrappone all'ipotesi del Big bang, quella di ''una graduale, selettiva introduzione dei paesi candidati'', ma aggiunge che ''sarebbe necessario dotarsi prima di una Costituzione europea''.
E a questo riguardo il ministro afferma l'opportunità di partire, nella scrittura del testo, non tanto ''dai diritti e dai doveri'', quanto dalla Convenzione di Roma. Un testo, osserva, che ''sicuramente necessita di alcuni aggiornamenti'', per il quale ''serve una certa manutenzione'', ma il cui impianto ''è solidissimo e due anni fa è entrato a far parte della Costituzione britannica''. Esso sarebbe ''una base di partenza utilissima e necessaria per dare vita alla Costituzione dell'Unione''.
Quanto al ruolo dei membri della Convenzione, Tremonti nell'intervista cita, come ''esempio storico più azzeccato'', quello della Convenzione di Philadelphia, ''della quale facevano parte uomini liberi che lavoravano nell'interesse della nazione''. Chi partecipa alla Convenzione - secondo il ministro - ''deve dimenticare da dove proviene e capire dove deve andare'', perché ''la sfida per costruire un'Europa a misura dei popoli è cominciata da tempo e durerà ancora''.
Il ministro delle comunicazioni, Maurizio Gasparri, colonnello di An, dice che in realtà le cose peggiori sull'Europa non le ha dette Bossi bensì il Cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. ''Schroeder ha detto cose peggiori sull'Europa, ed ha fatto un grave attacco al commissario Mario Monti, e di questo nessun giornale ha scritto niente''. Il ministro fa sapere di essere ''solidale con l'Unione europea e con l'italiano Monti, attaccato con linguaggio criticabile e censurabile''.
Il riferimento di Gasparri è agli attacchi portati ripetutamente nei giorni scorsi dal Cancelliere alla Commissione europea, colpevole, a suo dire, di non mostrare comprensione per le ''sensibilità'' della Germania. Accuse che, a Bruxelles, hanno suscitato il timore che Schroeder voglia sfruttare l'argomento per guadagnare facile popolarità, in vista delle prossime elezioni politiche.
(12 MARZO 2002; ORE 125)