Fotografo ucciso diceva ieri: israeliani ci vogliono lontani
Ramallah, 125


Ieri Raffaele Ciriello, il fotografo ucciso questa mattina da spari israeliani nel centro di Ramallah (leggi qui), aveva parlato con Radio 24, denunciando la volontà dell'esercito israeliano di tenere lontana la stampa e raccontando dell'attacco subìto poco prima con i colleghi.

"E' evidente - diceva ieri Ciriello - la volontà di tenere lontana la stampa da quello che sta succedendo. Da una settimana sto cercando di seguire le operazioni militari e sistematicamente non ci riesco o faccio molta fatica. Il più delle volte i metodi per tenerci lontani sono un ferreo posto di blocco e una sventagliata di mitra".

Il fotografo parlava mentre si trovava nell'albergo di Ramallah fatto bersaglio di spari da parte dell'esercito israeliano. E raccontava: "Siamo stati stesi a terra per mezz'ora mentre piovevano proiettili nella stanza mia e dei colleghi. Una stanza è stata centrata, fortunatamente l'operatore della tv americana che la occupava non c'era in quel momento". Ciriello concludeva l'intervista dicendo che Ramallah "è una città paralizzata".(Red)