Dicono che nella storia d'Italia gli «omissis» siano stati importanti. Scendendo dalla storia e arrivando alla cronachetta lo sono anche oggi, almeno «in pagina"» Lunedì Daria Gorodisky sul «Corsera» cita, tra virgolette, «il colpo di teatro» di Bertinotti alla chiusura del Congresso di Rifondazione: «Ci sentiamo ebrei, come ci sentiamo neri, aborigeni, islamici, immigrati, omosessuali, lesbiche…». Strano. Su tutti i giornali, e nell'originale c'era anche «ci sentiamo cristiani». Omissis. Gorodisky omette... Chissà perché? Altro giro. Sull'«Unità» (8/4) Maria Novella Oppo dà un'intera pagina al libro di Maria Grazia Bruzzone, «L'avventurosa storia del Tg in Italia». Inizia subito lamentando che il libro non arriva all'oggi, cioè per lei allo scandalo della Rai di Baldassarre, e poi lei stessa ne ripercorre le pagine, dal Tg di Fanfani in poi. Riti e vergogne, meriti e imbrogli, poltrone e potere, arrivismi e carriere... Tutta la Rai? No. Solo quella della Dc. Arriva, la Oppo, e con lei «L'Unità», solo fino a prima - testuale - dell'«arrivo delle altre componenti politiche in Rai, con la lottizzazione». Il resto? Omissis... Forse il perché stavolta è chiaro. Come parlare delle «altre componenti politiche», e dei «compagni» più o meno competenti messi su ordine del partito alla Presidenza, alle direzioni e annessi, e del Direttore Generale, bravo certo, ma nominato per telefono dal Segretario dei Ds? Omissis... Eppure nel libro il «dopo» c'è. In pagina, sull'«Unità», no. È «il fatto», senza «misfatto»...